IRA A TORINO: AMBULANTI CONTRO LICENZE LIBERE
Parte da Torino la rivolta degli ambulanti contro la liberalizzazione delle licenze che rischia di portare i grandi gruppi della distribuzione organizzata nei mercati. «Carrefour o Lidl potrebbero presto aprire un banchetto con il loro marchio e chi ha dedicato una vita a questo mestiere rischia di non trovarsi più nulla», spiegano gli ambulanti torinesi che hanno costituito pochi giorni fa il primo comitato italiano 'Stop alla Bolkestein«. La Bolkestein è la direttiva europea, che il consiglio dei ministri ha approvato venerdì scorso, in base alla quale anche le società di capitali potranno d'ora in poi partecipare alle gare per la concessione degli spazi nelle piazze, finora riservati alle ditte individuali e familiari. E, per avere la licenza, basterà presentare una migliore offerta economica.
TORINO LA CITTÀ CON PIÙ MERCATI A Torino, una delle città italiane con più mercati rionali (44 ai quali bisogna aggiungere Porta Palazzo) e 6.500 licenze, la preoccupazione è grande. Domani ci sarà la serrata dei banchetti e gli ambulanti manifesteranno in piazza Castello. Una delegazione chiederà di incontrare i vertici di Confesercenti e Confcommercio, Marco Venturi e Carlo Sangalli, a Torino per un convegno su commercio e crisi. »Temiamo che i grandi gruppi facciano man bassa delle autorizzazioni«, dice Nino Cannatà, coordinatore del mercato della Crocetta di Torino. »In Italia - spiega Davide Pinto dell'Anva-Confesercenti - sono 180.000 le ditte a rischio che occupano 4.480.000 mq e danno lavoro a oltre 400.000 persone in modo diretto e ad altre 100.000 dell'indotto. C'è molta paura e la voglia di dare un segnale«. Per questo gli ambulanti torinesi hanno ricevuto messaggi di solidarietà da tutte le province piemontesi e da molte regioni italiane, come Liguria, Emilia e Valle d'Aosta La Fiva Confcommercio ha preso le distanze dalla protesta sostenendo che il governo ha già accolto le modifiche proposte e salvando quindi i mercati. In realtà anche Enzo Ghigo, coordinatore regionale del Pdl, sostiene la necessità »di attivarsi, in sede di regolamenti attuativi e facendo una verifica degli strumenti normativi delle amministrazioni locali, per salvaguardare i diritti acquisiti del settore ambulante«. Con gli ambulanti si è schierato il centrosinistra, mentre il candidato Lega e Pdl alla presidenza della Regione Piemonte e capogruppo del Carroccio alla Camera, Roberto Cota, ricorda che la Lega Nord »è stata l'unica forza politica a votare contro la Direttiva Bolkestein in Parlamento Europeo, dove invece l'aveva fortemente sostenuta Romano Prodi«.
SCARDAONE: «NO A SCELLERATA LIBEALZZAZIONE» «Solo e soltanto il grande senso di responsabilità per la imminente consultazione elettorale, ci frena dal proclamare eclatanti forme di protesta come attuati già in altre città, vedi la serrata di Torino con tutti i mercati rionali chiusi, per difendere il diritto alla sopravvivenza di questa storica forma di distribuzione commerciale». Questo è quanto ha dichiarato il Segretario Generale della UIL di Roma e del Lazio Luigi Scardaone in una nota a commento di quello che definisce un «tentativo scellerato di introdurre nel nostro Paese la liberalizzazione degli spazi nei plateatici mercatali». «La UIL, ed in particolare la UIL di Roma e del Lazio che rappresenta circa un migliaio di operatori tra mercati in sede fissa e gruppi a Rotazione, nell'esprimere solidarietà a questa martoriata categoria, chiede impegni precisi e criteri condivisi per esorcizzare le ricadute degli effetti della legge Bolkestein nella nostra Città e nella intera Regione. Il fatto di liberalizzare e quindi di poter dare in concessione ad imprese della Grande Distribuzione Organizzata le piazzole all'interno dei mercati rionali avrebbe effetti dirompenti per migliaia di piccole imprese a conduzione familiare. I mercati rionali, i nostri storici mercati rionali che da sempre costituiscono fonte di reddito per micro imprese e costituiscono altresì insostituibili strutture di servizio per i cittadini, specialmente per gli anziani nei quartieri storici della città, non possono divenire strumento di arricchimento per pochi e di impoverimento per tanti. Ma questo fatto, ormai, rientra nel modo di agire di una politica scellerata cui, purtroppo la popolazione sembra aver fatto il callo. L'egoismo individuale anche in questo caso sembra prevalere sull'interesse collettivo. Il fatto poi che questo avvenga in un assordante silenzio ci fa gridare con forza: ministri, assessori, se ci siete battete un colpo!».
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