No deciso del direttore Cappon alla presenza del giornalista ad "Annozero"
ROMA — Ride, divertito, Filippo Facci, editorialista de Il Giornale, per il contrappasso mediatico subìto. Michele Santoro lo aveva invitato alla puntata di AnnoZero di ieri dedicata a Enzo Biagi. E ha insistito per averlo. Ma dal direttore generale della Rai, Claudio Cappon, è arrivato un «no» deciso. E così su viale Mazzini tornano a piovere accuse di «censura». Come ai tempi dell'«editto bulgaro» ma a parti rovesciate. All'attacco stavolta c'è la Cdl. Tutto è nato per due colonnini in prima pagina dal titolo senza infingimenti «Un'idea: chiudere la Rai». Nei quali Facci, mercoledì mattina, si diceva favorevole all'emendamento in Finanziaria (che fissa un tetto di 274mila euro ai compensi Rai, compresi i «650mila» annui del dg) e definiva la tv pubblica una «cloaca da ripulire» e «cancro del Paese».
Immediata la reazione. Ventuno senatori dell'Unione denunciano una campagna di delegittimazione Rai che meriterebbe «una congrua richiesta danni» e risposte «dal governo» e «dalla commissione bicamerale». Il Cda decide la querela per le «frasi gravemente offensive della Rai e dei suoi dipendenti». E Cappon blocca l'invito da Santoro. Per evitare, fa sapere, che l'azienda perda il diritto al risarcimento. Inutili le proteste di Santoro. «Non ho potuto fare altro che obbedire. Ma non sono d'accordo — spiega —. Le azioni legali e il risentimento, anche se legittimo, non devono entrare nelle valutazioni della scaletta. Di me Facci ha scritto cose orribili ma sono abituato». Facci alza le spalle: «Non potevo dare testimonianza indirettamente migliore su questi temi. La vicenda funge anche da precedente inquietante: per liberarsi da qualsiasi ospite, basta querelarlo, in modo da non vederlo più fino al terzo grado di giudizio, quando Santoro condurrà Annodecimo».