Il governo Prodi galleggia fino al 2010 quando con un solo anno di anticipo cade per il ritiro dell'appoggio da parte del PRC.
Causa la decisione del PRC il progetto di Cosa Rossa naufraga. Napolitano conferisce l'incarico a Pier Luigi Bersani che accetta ed ottine l'appoggio dell'UDC e della Lega Nord tranne alcuni dissidenti capeggiati da Calderoli.
Bersani in un anno scarso riesce a fare molte cose soprattutto nel campo economico: aumenta le pensioni minime e anche l'età pensionabile e con il ministro dell'Economia Visco stila un programma di coraggiose liberalizzazioni che vanno in porto.
Alle elezioni Bersani pretende dunque la sua candidatura alla premiership ma Veltroni non rinuncia.
Viene approvato un sistema elettorale proporzionale con sogli di sbarramento al 5%.
Il centrodestra nel frattempo rompe con Forza Italia che candida Berlusconi appoggiato dalla destra di Storace e da una piccola minoranza di AN, la Brambilla che col suo "Cittadini per la Libertà" si candida autonamamente e Fini alla guida del Partito Popolare Nazionale (in pratica la vecchia AN) anche lui autonomi.
Le primarie del Pd vedono vincente Veltroni con il 42%, seguito da Bersani con il 40%, da Nando dalla Chiesa con il 14%, da Fioroni con il 3% e da Gentiloni con l'1%.
A seguito di questi risultati i popolari escono dal Pd rifondando con Mastella e la DC di Pizza la Democrazia Cristiana che grazie a Pizza può avere nome e simbolo di quella vecchia. I rutelliani di Gentiloni e Rutelli si fondono con i Liberaldemocratici e con il PRI in una formazione chiamata Partito Repubblicano Italiano- Liberali, Democratici e Riformisti
I risultati sono questi:
PRC 3%
Lavoro, Pace e Ambiente (compromesso tra SD,Verdi,PdCI. Non comunisti nel nome ma piccola falce e martello nel simbolo sotto una bandiera della pace) 4%
Partito Socialista 2%
Partito Democratico 30%
Italia dei Valori-LEGALITà 5%
Partito Repubblicano Italiano-Liberali, Democratici e Riformisti 3%
Democrazia Cristiana 14%
UDC 16%
Lega Nord 2%
Forza Italia 3%
La Destra 1%
Cittadini per la Libertà 6%
Partito Popolare Nazionale 11%
Il risultato è clamoroso e inaspettato soprattutto per il tironfo incredibile di DC e UDC e per il crollo di FI e per la débacle della Brambilla
Riescono a entrare in parlamento il Pd, l'IdV, la DC, l'UDC, i CpL e il PPN.
Nasce il governo Veltroni (o Veltroni-Bersani per il forte ruolo di quest'ultimo), vengono dimezzati abbondantemente i ministeri composto da Pd, Dc, Udc e IdV.
Il governo, che gode dei favori popolari cade dopo un anno di governo a causa della coraggiosa fiducia sui Dico. Napolitano, mezzo rincitrullito per la veneranda età affida l'incarico a Carlo Giovanardi sostenuto da una maggioranza di centro-destra (DC-UDC-CpL-PPN).
Nel 2013 viene eletto presidente della Repubblica Gianfranco Fini, altrimenti il PPN avrebbe fatto cadere il governo, nel frattempo muore Berlusconi, ritiratosi disperato a Arcore. Il figlio Piersilvio a cui Berlusconi aveva affidato Mediaset svela di essere di sinistra e Mediaset viene ormai generalmente chiamata TeleKabul.
Mediaset conscia della sua grande forza mediatica fa cominciare una campagna diffamatoria nei confronti del governo Tabacci i cui consensi sono ridotti al lumicino.
In Parlamento l'asse democristiano DC-UDC lotta per il proporzionale ma una maggioranza trasversale (Pd-IdV-CpL-PPN) approva una legge maggioritaria con l'intento di non lasciare a DC e UDC il potere assoluto.
Nel 2016 dopo 4 anni di governo i cui consensi sono ridotti al 10% si va alle elezioni.
Mediaset fa sfrontata campagna elettorale per il PRC, mentre la Rai è lottizzata dalla maggioranza di centro-destra.
Adesso o tra poco i partiti