Mi sapreste dare una definizione di etica pagana?
Mi sapreste dare una definizione di etica pagana?
Il Paganesimo non è una religione o una filosofia unica e unitaria, ma è un Universo di realtà, di culture e tradizioni diversissime tra loro.
Ogni popolo gentile ha espresso in modo differente la sua sensibilità nei confronti del Divino, da Roma alla Grecia, dal mondo Nordico all'India.
Più che un etica, c'è un modo di vivere che accomuna tutta la Gentilità, ed è il rapporto con la Natura, la visione panteista del Mondo, la Pietas inviolabile noi confronti dei Numi.
E' questo "sentire", il vedere la Natura e il Dio in un tutt'uno, e scoprire l'uomo parte integrale di ciò a fare del Paganesimo un patrimonio dell'Umanità.
Valete Bene.
Per me l'etica puo essere anche nella pietas cioe nel rispetto verso i numi,verso gli dei patrii.
Anche il rispetto del nemico sconfitto in battaglia penso faccia parte dell'etica l'etica può anche essere rappresentata dalla fedeltà alla propria patria alla propria gentes al legame che ci unisce al suolo per me questa e etica etica e il rispetto per la natura che ci circonda,rispetto per la fonte e l'albero per gli animali!
Poi come fa notare fiorillo a cui va il mio saluto(saluto anche ksatrya)il politeismo non e da intendersi come religione ma un universo di realtà differenti tra loro ogni popolo gentile penso abbia un concetto differente di etica!
Benvenuto nel forum, Ksatriya. Mi pare che questo sia il tuo primo messaggio nel forum.
Ti ricordo dunque che prima di intervenire è necessario presentarsi
(http://www.politicaonline.net/forum/...d.php?t=272586)
Saluti,
Mjöllnir
Un saluto anche a tutti voi
Sempre che i sig.ri moderatori mi permetteranno di continuare, io ritengo che il postulato iniziale dell'ethos della gentilitas sia quello espresso da Socrate.
"Vivere una vita "degna" di essere vissuta".
Da questa asserzione si può cercare di ricostruire una etica pagana.
Ciò che prova che una vita sia stata virtuosa e veramente degna di essere vissuta, è per Socrate la disponibilità dell'uomo ad avviare la ricerca sul vero significato del bene, della giustizia e della virtù: solo quando l'uomo verrà in possesso di tale conoscenza, avrà raggiunto quella verità che potrà dare agli uomini, secondo le parole dello stesso Socrate, la "salvezza della vita".
Ora, fate bene attenzione a quello che ho scritto sopra perchè da ciò discende la originaria e fondamentale differenza ed incompatibilità tra paganesimo e monoteismo semitico nella materia dell'etica.
Facciamo quindi un salto sulla Bibbia, genesi, adamo ed eva.
Ricorderete tutti la storia di adamo ed eva, che disubbidendo a Dio, vanno a mangiare il frutto dell'albero della CONOSCENZA DEL BENE E DEL MALE.
Il tentativo di conoscere se stessi (si ritrovano improvvisamente coscienti della loro nudità) e di conoscere ciò che è bene e male, cioè la coscienza del senso della vita, del sè e del mondo, porta l'umanità a vivere nella sofferenza. Cioè la sofferenza dell'uomo non sarebbe altro che la punizione di Dio per aver tentato di avere coscienza di sè.
Da tutta questa storia si costruisce l'etica semitica (e cioè anche quella cristiana): che è caratterizzata dal peccato.
Tutto il contrario nella concezione pagana di cui il pensiero di Socrate è espressione.
E che parte proprio dalla ricerca.
Cioè è dalla volontà di ricerca che si ha la salvezza (cioè la vita degna di essere vissuta)
Mentre per le religioni semitiche è proprio la volontà di ricerca che ha determinato il peccato originale.
In base a questa fondamentale differenza si ottengono due diverse etiche: quella semitica e quella pagana.
Ora sta a noi ricostruire l'etica pagana e ricostruire ciò che per i pagani è una vita vistuosa.
Quindi studiare le tradizioni dei diversi popoli di cui abbiamo ricordi: molto importanti sono al riguardo quel che conosciamo della tradizione greca, celtica e romana e germanica.
Vedremo che cosa era la virtù per queste tradizioni.
tenete però presente che l'avvento di Gesù pone una novità nell'ambito dell'etica semitica .
Vedremo in seguito le ripercussioni di questa novità riguardo alle differenze tra etica pagana ed etica cristiana.
A differenza della tradizione semitica che ha formulato il peccato originale che vede come parti contrapposte: un SOLO Dio e l'uomo ( e proprio dal fatto dell'esistenza di un SOLO Dio ne deriva una religione rigorosissima con pochissime vie di uscita per l'uomo), nella tradizione pagana invece, l'uomo ha la fortuna di avere più Dei che corrono in suo soccorso quando uno dei vari Dei appare ostile nei confronti del desiderio di conoscenza dell'uomo.
Si forma quindi un conflitto tra i vari Dei che giova al progresso dell'uomo e alla sua attitudine alla conoscenza .
Esempi illuminanti sono il mito di Prometeo in cui, mentre gli Dei si scazzano tra loro, l'uomo si avvantaggia dell'uso del fuoco.
E il mito del vaso di pandora, dove alla fine, sempre in soccorso dell'uomo, dal vaso viene fatta uscire anche la speranza.
Sullo sfondo c'è poi il DESTINO, che rappresenta l'armonia dell'universo che neanche Giove ha il potere di modificare.
Giove vorrebbe salvare Ettore ma NON può farlo. Il destino è più potente di Giove.
Giove vorrebbe salvare suo figlio Sernoponte, ma non può perchè non può violare il destino.
Quindi nel paganesimo questa conflittualità tra le varie divinità offre spazi per la libertà dell'uomo che, alla fine, ne approfitta.
Da qui la ricerca, la filosofia degli uomini .
Da qui la libertà per Socrate di CONOSCERE SE' STESSI E IL MONDO AL DI FUORI DI SE' ( e di conseguenza, attraverso il LOGOS, conoscere il bene e il male, l'essenza di sè e l'essenza delle cose indipendentemente da Dio.
Da qui la grandezza della civiltà greca, cioè l'inizio della civiltà europea.
Vedremo poi come il cattolicesimo romano (A DIFFERENZA DELLE ALTRE DOTTRINE CRISTIANE!) tramite i padri della Chiesa (che usano il ragionamento aristotelico) si avvale della civiltà greca per costruire un sistema religioso che coniuga il LOGOS greco all'ETHOS semitico.
Ed alla fine vedremo che la morale pagana (cioè il senso del bene e del male) non si differenzia di molto dalla morale semitica se non in riferimento ad alcuni "dogmi" semitici derivanti dall'esistenza di un solo Dio e di una sola tipologia di sacra scrittura che non permettono spazi di ricerca all'uomo al di fuori di questa scrittura. Mentre invece Socrate dice che è necessario per l'uomo conoscere sè stessi (ATTRAVERSO IL LOGOS) al fine di vivere una vita degna di essere vissuta (ETHOS) con la sola limitazione dell'YBRIS cioè della volontà dell'uomo tracotante di violare l'armonia cosmica e di porsi al di sopra degli Dei e che comporta la punizione (cioè la reazione) degli Dei per ristabilire l'armonia.