Buona domenica a tutti
Avrei due domande da parvi.
1)
Cito un brano in questo sito che mi ha molto colpito:
http://spazioinwind.libero.it/sanmas...ifferenze.html
Secondo la teologia sono vietate tutte le preghiere di intercessione verso le persone perché si convertano dai loro peccati e possano giungere alla salvezza?Un esempio tra questi ultimi è il tema delle preghiere e sofferenze "riparatrici," di cui spesso si parla in tali visioni. Una simile prospettiva, nell'ottica ortodossa, denigra l'idea dell'offerta del nostro Signore per noi con il suggerimento che la nostra sofferenza supplisca in qualche modo per gli altri ciò che manca nella sua offerta di Se stesso. Qui siamo molto vicini alla delusione blasfema di pensare che noi possiamo salvare gli altri con le nostre preghiere e sofferenze, mettendoci in tal modo al posto di Cristo. San Pietro di Damasco esprime la comprensione ortodossa quando dice: "noi non osiamo chiedere l'intercessione a nome di tutti, ma solo per i nostri peccati."
Cioè il fedele non può pregare per la salvezza dei propri cari, fratelli?
Come si concilia la critica del "suggerimento" con quanto espone San Paolo nella Lettera ai Colossesi?
2)«Ora sono lieto di soffrire per voi, e le tribolazioni che Cristo ha ancora da soffrire, io le completo nella mia carne a favore del suo corpo che è la chiesa» (Cl 1,24).
Cosa si intende per "perfezione cristiana", "ascesi", "mondo" secondo la teologia ortodossa? Oltre alle espressioni del monachesimo con le loro regole dell'ordine, come si applicano questi concetti per la vita quotidiana dei laici non monaci?
Quale è l'atteggiamento corretto del cristiano verso le realtà della vita quotidiana come divertimenti, film, spettacoli, balli, tv, teatri, cinema, moda, spiagge, ecc..? Secondo la teologia ortodossa esiste una serie di regole valide sempre per tutti o no?
Ringrazio tutti delle risposte.
CIAO