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NICOLA BOMBACCI (1879 - 1945) - Quando i partigiani del "Colonnello Valerio" consegnarono la macabra lista dei cadaveri esposti a Piazzale Loreto, nell’ultima riga, spuntava il nome del fondatore del Partito Comunista Italiano, del capo delegazione italiana ai funerali di Lenin a Mosca: Nicola Bombacci. Nicola Bombacci era nato il 29 Ottobre 1879 a Civitella di Romagna, vicinissimo a Predappio, da una famiglia di coltivatori molto legati alla dottrina cattolica. Nicola crebbe in un ambiente molto religioso, frequentò la scuola della parrocchia , e nel 1895, andò in seminario. Lasciò quella scuola nel 1900 e non rinnegò mai, nel suo cuore, gli insegnamenti cristiani di carità ai poveri e di servire gli oppressi, anche quando, da leader del PCI sfidava apertamente Dio e la chiesa. Da notare le coincidenze che uniscono Bombacci a Mussolini: entrambi romagnoli, entrambi socialisti, entrambi maestri elementari, l’uno fondatore del partito fascista, l’altro del partito comunista, l’uno donnaiolo, l’altro monogamo, l’uno rissoso e cercaguai, l’altro timido e diplomatico. Due nemici amici, che, anche nei giorni dello squadrismo e durante il ventennio non smisero mai di provare profonda simpatia l’uno per l’altro. E durante i giorni della RSI tornarono assieme, come ai vecchi tempi, in nome di una socializzazione che si sarebbe potuta realizzare solo allora. E quando Mussolini fondò la RSI il comunista Bombacci si recò a Salò per accompagnare il Duce nella sua ultima avventura. Quando i partigiani lo catturarono insieme a Mussolini, sembrarono quasi essere propensi a conceder lui la grazia in nome della vecchia appartenenza comunista, ma fu lui a fugare ogni dubbio chiedendo di morire accanto all'unico vero rivoluzionario che l'Italia avesse mai conosciuto.