Le inchieste della procura di Paola collegano l’ex presidente del Papa Giovanni XIII alla politica regionale

La costa tirrenica al centro di un grosso giro di affari, alcuni sapientemente realizzati e architettati dall’ex presidente dell’istituto Papa Giovanni XIII don Alfredo Luberto. Ci sono due segmenti apparentemente diversi, ma tenuti insieme dal mastice dell’affarismo spregiudicato. Da un lato una vecchia clinica per malati di mente, con un prete diabolico che lucrava sulle disgrazie altrui e si riempiva la casa di quadri nell’incuria generale. Dall’altro, il business allettante dell’energia naturale, finanziato dalla comunità europea, attuato con la complicità dei sindaci amici a cui vendere il prodotto finale con risultati e guadagni assicurati. Nel mezzo, le diatribe del centrosinistra calabrese. Questa serie di intrecci mirano esclusivamente al recupero di denaro. E per questo motivo il capitolo aperto dal tribunale di Paola rischia di essere la Waterloo del centrosinistra, con assessori e consiglieri di maggioranza coinvolti in interessi legati, fra i sospiri del vento energetico ed i libri contabili alterati di Don Luberto. Intanto qualcuno è già al lavoro per fermare Facciola. Vogliono fermarlo, cosi come è successo a Luigi De Magistris e alle sue inchieste contro il malaffare.



Energia eolica, un affare colossale

16/11/07 - Cosenza



Ci sarebbe un terzo assessore regionale nell’inchiesta sulle pale eoliche condotta dal sostituto procuratore della Repubblica, Eugenio Facciolla. Dopo Nicola Adamo e Diego Tommasi, un altro esponente dell’esecutivo guidato da Loiero sarebbe coinvolto nell’organizzazione del core business dei fautori del programma energetico con il quale si stava organizzando un mega appalto. Ma il quadro d’insieme delle due indagini paolane, quella sulle eoliche e la principale, sul papa Giovanni XXIII, vede coinvolti, oltre ai tre esponenti della giunta, altri quattro consiglieri regionali. Tre di maggioranza ed uno di centrodestra. L’assessore regionale all’ambiente non è ancora ufficialmente indagato, ma si trova in uno stato di osservazione stretta: la procura sta incrociando i racconti forniti da Mauro Nucaro, teste chiave, e da Gaetano Intrieri. E’ possibile che Facciolla decida di interrogare anche Pino Tursi Prato, il superpentito della politica calabrese che aveva già parlato dell’affaire eolica a Luigi De Magistris.


da:
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