L'Italia ha avuto parecchi mascalzoni e delinquenti nella sua classe dirigente!
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Il genocidio di Caporetto
Nel 1917 avviene la rovinosa sconfitta di Caporetto.
Gli austriaci sono alle porte della pianura padana e si rischia seriamente l'invasione dell'Italia e la capitolazione.
E' la sconfitta dello Stato Maggiore Italiano e del Generale Cadorna. Come spiegare agli italiani la disfatta senza mettere alla berlina il "generalissimo" che avrebbe dovuto fare dei nemici un sol boccone? L'alibi 蠰ronto.
La colpa 蠤ei soldati che avrebbero compiuto uno" sciopero al fronte", facilitando la vittoria nemica.
Nei confronti dei quasi trecentomila soldati italiani fatti prigionieri si scatena una infame campagna di accuse costruite a tavolino.
A dare il lࠨ il "sommo poeta" Gabriele D'annunzio che, sulle pagine del sempre compiacente "Corriere della sera" scrive che "chi si rende prigioniero, si puramente dire che pecchi contro la Patria, contro l'Anima e contro il Cielo".
Contro questi innocenti i comandi militari, responsabili della disfatta, assumono qualche mese dopo una disumana iniziativa, contraria a tutte le convenzioni internazionali sul trattamento dei prigionieri: il blocco totale dei pacchi viveri inviati dalle famiglie. Nessuno di coloro che, secondo i vertici militari, aveva concorso al crollo difensivo dovrࠥssere ricordato o nutrito.
Una vergognosa vendetta.
I prigionieri, internati in campi che divennero poi lugubremente famosi durante la Seconda guerra mondiale, e che rispondono ai nomi di Mathausen, Theresienstadt, sono abbandonati a se stessi, non avendo nulla di cui nutrirsi e vivendo in condizioni igieniche a dir poco pessime. Questa lettera ne 蠴estimonianza "Vi scrivo questa mia lettera per ripetervi che la vita che si fa da prigioniero ora, e che ci danno da mangiare, e quanti ne muoiono al giorno per fame, ne muoiono 40-50 al giorno, che ci danno da mangiare ogni mattina tre reghe con vermi e brodi di farina amara(..) si dorme come belve con un po' di coperte(..)".
A questo si aggiunge l'ignominia di essere trattati ingiustamente da "traditori" come testimonia la lettera che un padre manda al figlio detenuto :"Tu mi chiedi il mangiare, ma a un vigliacco come te non mando nulla: se non ti fucilano quelle canaglie d'austriaci ti fucileranno in Italia. Tu sei un farabutto, un traditore; ti dovresti ammazzare da te.