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    Predefinito Scrittori cattolici all’indice nelle librerie «cattoliche»

    Scrittori cattolici all’indice nelle librerie «cattoliche»
    Domenico Savino
    18/11/2007
    Giovannino Guareschi (1908-1968)

    Se capitate a Reggio Emilia, scendendo da Piazza del Monte lungo la Via Emilia in direzione di Parma, c'è la libreria delle Edizioni Paoline.
    Ci passo ogni tanto a curiosare cosa c'è di nuovo.
    A dire il vero, di nuovo solitamente c'è poco.
    I libri esposti, anche quelli appena usciti, sono quelli dei soliti noti: Martini, Dossetti, la Pira, don Milani, Bruno Forte, Enzo Bianchi, Ravasi.
    Poi Atlanti biblici, esegesi comparate, Aggadah, feste ebraiche in 3 volumi, preghiere, meditazioni e inni ebraici, prospettive teologico-pastorali sulla Chiesa «comunità sanante» (una sorta di AUSL dell'anima), trattati numero 1, 2, 3,... 748 su comunicazione ed evangelizzazione, volumi a go-go di don Tonino Lasconi, la fatica del cammello come metafora del rapporto del cristiano con ricchezza e povertà, improponibili sussidi ai genitori in cui la narrazione è presentata come invito al cambiamento e ogni sorta di libri su sesso e matrimonio, dai sottotitoli capaci da soli di spiegare la verbosità della narrazione.
    Qualche esempio: «Parlami dell'amore - educazione affettiva e sessuale dei bambini dai 3 ai 12 anni», «La coppia e le stagioni dell'amore - come vivere insieme senza complicarsi la vita», «Non solo sesso - per una dimensione totale dell'amore» e infine, anche come rappresentazione della mia condizione psichica una volta arrivato in fondo alla prima scaffalatura, «Non ce la faccio più - Per una lettura realistica delle crisi di coppia».

    Se poi qualcuno si domanda come mai il matrimonio anche tra coppie cattoliche o sedicenti tali sia in crisi, del volume che segue basta il titolo: «II Matrimonio: una scelta di fede - Itinerario di evangelizzazione per i giovani fidanzati con il Catechismo dei Giovani/2 'Venite e vedrete'»: se, quando eravamo fidanzati, mia moglie mi avesse proposto un testo del genere, temo che sarei finito nelle pagine di cronaca «nera».
    Poi c'è anche una sezione per così dire «leggera», dove spiccano cattolicissimi titoli quali: «Il rabbi ci insegna a ridere», «Ride bene chi ride ebraico», «Storielle di rabbini, mendicanti e malandrini».
    Poi tutta una serie di riviste tra cui in bella vista spicca la «cassaforte» del gruppo: Famiglia Cristiana, il settimanale più venduto in Italia.
    Una volta mezzo di formazione delle famiglie cattoliche, è oggi uno degli strumenti principali attraverso cui l'apostasia scorre nelle vene di Santa Madre Chiesa, avvelenandola.
    Famiglia Cristiana è stata così sensibile all'aggiornamento conciliare, che nel novembre 2002 rompeva un tabù e, per la prima volta nella sua lunga storia, pubblicava la foto di un nudo di donna come pubblicità: a pagina 126 un sedere femminile nudo, appena messo in ombra dalla condensa sul box-doccia, pubblicizzava una nota marca di aspiratori con il seguente slogan: «Se vuoi vedere chiaro, chiama subito il tuo elettricista».

    Don Sciortino, direttore di Famiglia Cristiana, che deve avere qualche problema di diottrie, replicava così allo stupore destato dalla pubblicità osé: «Non bisogna vedere quello che non c'è».
    Non so voi, ma io ho visto benissimo e in ogni caso - per non passare da moralista, visto che non lo sono - era certamente molto meglio di certe facce... anche di certi direttori di settimanali.
    Già perché l'ineffabile don Sciortino si peritava in quella occasione di specificare che non si trattava di una svista nel controllo delle immagini pubblicitarie, ma di una decisione consapevole: «Noi a Famiglia Cristiana continuiamo a rifiutare pubblicità che possano apparire distoniche rispetto alla nostra linea editoriale. Questa non è risultata tale».
    Come dire: una linea editoriale... da c…!
    Così parlò don Sciortino, direttore di Famiglia Cristiana, edizioni Paoline, sedicenti cattoliche.

    Tutto questo ve lo racconto perché sabato scorso vado alla Libreria San Paolo di Reggio Emilia per comperare un libro di Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro dal titolo: «Io speriamo che resto cattolico. Nuovo manuale di sopravvivenza contro il laicismo moderno».
    La commessa/suora-laica, capello corto e occhiale grintoso, mi fa perentoria: «Non lo abbiamo».
    E aggiunge, senza esserne richiesta: «La casa madre di Roma lo sconsiglia».
    Resto stordito, poi con tono di voce tale da far girare tutta la clientela, mi inalbero: «Come è sconsigliato!? Sono due scrittori cattolici?!».
    Devo averla intimidita davvero, perché balbetta: «Deve essere per il modo...».
    «Come per il modo?» - incalzo.
    «Per il modo in cui dicono le cose...» - cerca di precisare; «ma se vuole glielo ordino…».
    Ho capito.
    Sbatto sul bancone un altro libro che stavo per comperare: «Vergognatevi!» - dico.
    Ed esco: giuro, tutto vero.

    Gnocchi e Palmaro non sono due pericolosi integralisti, antidemocratici, antisemiti, complottisti: sono due tra le penne più prolifiche del panorama cattolico italiano.
    Per tacere del resto, Gnocchi è forse il maggior studioso dell'opera di Giovanni Guareschi, giornalista a «Il Giornale», scrittore.
    Il secondo è tra l'altro docente della Facoltà di Bioetica dell'Ateneo Pontifìcio Regina Apostolorum di Roma.
    I due insieme sono un'autentica macchina editoriale, che ha sfornato libri di sicura fede cattolica, di cui l'ultimo è molto appagante.
    La leggerezza dello stile, l'ironia corrosiva unita ad un ottimismo della Fede e della ragione, il fatto di fare nomi e cognomi delle malefatte ecclesiastiche, di chiamare i cattolici adulti «cattolici adulterati», di domandarsi se - viste le celebrazioni moderne - la liturgia sia da animare o da rianimare o se nelle scuole cattoliche conti ancora la retta dottrina o solo la retta, li rende impresentabili per certi ambienti cattolici postconciliari, di cui «Famiglia cristiana» è l'esempio più devastante.

    Forse ricorderete che nel febbraio 2006 ad un lettore che segnalava come, a causa della legge che favorisce l'aborto, in Italia muoiono ogni anno 130.000 bambini, il sedicente «settimanale cattolico» Famiglia Cristiana rispondeva: «Non è la legge che uccide, ma sono le persone che optano per l'interruzione della gravidanza. La distinzione non è un sofisma. Se qualcuno pensasse che basterebbe cambiare o eliminare la legge per impedire gli aborti volontari si sbaglierebbe. Prima della legge 194 del 1978 gli aborti si facevano clandestinamente, con danni immensi per la salute delle donne. L'interruzione della gravidanza era considerata un crimine e veniva punita duramente. La legge non ha reso innocente l'aborto: l'ha solo depenalizzato in casi circoscritti. Se non cambiamo le coscienze, nessuna legge - neppure la più repressiva - farà scomparire la piaga dell'aborto dalla nostra società». (1)
    Se fosse consequenziale Famiglia Cristiana dovrebbe proporre la depenalizzazione di tutti i reati, anzi l'abolizione del codice penale: infatti vale non solo per l'aborto, ma per tutte le fattispecie di reato il fatto che, se non cambiamo le coscienze, nessuna legge - neppure la più repressiva - li farà scomparire.

    Il problema è un altro: l'aborto è reato?
    E' cioè l'uccisione di un essere umano?
    E' reato quanto lo sarebbe l'uccisione del direttore di Famiglia Cristiana don Sciortino?
    Evidentemente nel fondo del cuore di chi ha dato quella risposta su Famiglia Cristiana c'è l'idea che l'aborto non sia l'uccisione di una persona.
    Domanda: perché don Sciortino non applica a sé lo stesso principio e propone la depenalizzazione del saccheggio della sede di Famiglia Cristiana e della bastonatura del suo direttore, argomentando che se non cambiamo le coscienze nessuna legge - neppure la più repressiva - farà scomparire la piaga della violenza e tanto più di quella sui direttori di settimanali sedicenti cattolici?
    Perché la violenza è un reato, che produce un danno a chi ne è vittima (come ben potrebbe confermare don Sciortino, se bastonato a dovere) e all'intera società (noi, ad esempio, chiederemmo la punizione dei responsabili, se ciò dovesse accadere).
    Al contrario per Famiglia Cristiana l'aborto evidentemente reato non è e non lo è perché non si considera il feto come una persona.

    Qui sta il problema: questi sedicenti «cattolici dialoganti», questa setta che ha occupato la Chiesa, consegnando il gregge al mercenario, ha fatto propri i valori del radicalismo laicista, sicchè oggi costoro, dopo aver demolito la Chiesa, per trovare alloggio presso i potentati di questo Mondo, dicono - da tardigradi quali sono - le stesse cose che gli abortisti dicevano trent'anni fa, per di più nobilitandole con ampie volute d'incenso.
    Essi si sono consegnati al Mondo e stanno consegnando il loro gregge nelle mani del Nemico.
    Troppo intenti a trovare accoglienza nei salotti buoni, dimenticano l'insegnamento di Cristo e la lezione di Sant'Agostino circa la concezione cristiana della storia: ci sono due città antagoniste, la città terrena e la città di Dio.
    La prima obbedisce «al principe di questo mondo», il diavolo, i cui attributi sono sempre i medesimi: omicida fin dal principio, padre della menzogna e scimmia di Dio.
    Nessuna meraviglia, dunque, che sul Web il settimanale paolino sia stato ribattezzato da qualche cattolico sopravvissuto «Fanghiglia cristiana».
    «Dai frutti li riconoscerete» è scritto nel Vangelo.

    L'8 settembre del 1977, a poco più di un decennio dalla fine del Concilio Vaticano II, Paolo VI era già pentito, ma, oramai, era tardi.
    Sconsolato confiderà all'amico Jean Guitton: «C'è un grande turbamento in questo momento nel mondo e nella Chiesa, e ciò che è in questione è la Fede. Capita ora che mi ripeta la frase oscura di Gesù nel Vangelo di San Luca: 'Quando il Figlio dell'Uomo ritornerà, troverà ancora la fede sulla terra?'. Capita che escano dei libri in cui la fede è in ritirata su punti importanti, che gli episcopati tacciano, che non si trovino strani questi libri. [...] Ciò che mi colpisce, quando considero il mondo cattolico, è che all'interno del cattolicesimo sembra talvolta predominare un pensiero di tipo non cattolico, e può avvenire che questo pensiero non cattolico all'interno del cattolicesimo diventi domani il più forte. Ma esso non rappresenterà mai il pensiero della Chiesa. Bisogna che sussista un piccolo gregge, per quanto piccolo esso sia». (2)
    Era un libro che ancora le Edizioni San Paolo pubblicavano.
    Oggi probabilmente non più; l'aggiornamento è compiuto.

    Il libro di Gnocchi e Palmaro è dedicato a Giovanni Guareschi ed è introdotto da un celeberrimo brano tratto da «Don Camillo e don Chichì», ove, anche in relazione a un piccolo insignificante episodio, quale quello capitato a me, emerge la straordinaria profetica grandezza del direttore di «Candido»: «Signore, cos'è questo vento di pazzia? Non è forse che il cerchio sta per chiudersi e il mondo corre verso la sua rapida autodistruzione?».
    «Don Camillo, perché tanto pessimismo? Allora il mio sacrificio sarebbe stato inutile? La mia missione fra gli uomini sarebbe dunque fallita perché la malvagità degli uomini è più forte della bontà di Dio?»
    «No, Signore. Io intendevo soltanto dire che oggi la gente crede soltanto in ciò che vede e tocca. Ma esistono cose essenziali che non si vedono e non si toccano: amore, bontà, pietà, onestà, pudore, speranza. E fede. Cose senza le quali non si può vivere. Questa è l'autodistruzione di cui parlavo. L'uomo, mi pare, sta distruggendo tutto il suo patrimonio spirituale. L'unica vera ricchezza che, in migliaia di secoli, aveva accumulato. […] Signore, se questo è ciò che accadrà, cosa possiamo fare noi?».
    Il Cristo sorrise.
    «Ciò che fa il contadino quando il fiume travolge gli argini e invade i campi: bisogna salvare il seme. Quando il fiume sarà rientrato nel suo alveo, la terra riemergerà e il sole l'asciugherà. Se il contadino avrà salvato il seme, potrà gettarlo sulla terra resa ancor più fertile dal limo del fiume, e il seme fruttificherà, e le spighe turgide e dorate daranno agli uomini pane, vita e speranza.
    «Bisogna salvare il seme: la fede. Don Camillo, bisogna aiutare chi possiede ancora la fede a mantenerla intatta. Il deserto spirituale si estende ogni giorno di più; ogni giorno nuove anime inaridiscono perché abbandonate dalla fede. Ogni giorno di più uomini di molte parole e di nessuna fede distruggono il patrimonio spirituale e la fede degli altri. Uomini d'ogni razza, d'ogni estrazione, d'ogni cultura
    ».
    Nel libro di Gnocchi e Palmaro la citazione si ferma qui.

    Ma Guareschi era andato più avanti: «Signore, domandò don Camillo: volete forse dire che il demonio è diventato tanto astuto che riesce, talvolta, a travestirsi perfino da prete?».
    «Don Camillo!» lo riproverò sorridendo il Cristo.
    «Sono appena uscito dai guai del Concilio, vuoi mettermi tu in nuovi guai?».

    Domenico Savino


    Note

    1) Famiglia Cristiana, numero 5 del 29 gennaio 2006, pagina 9.
    2) Jean Guitton, «Paolo VI segreto», San Paolo, 1985.



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  2. #2
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    la legge del pluralismo da alcuni tanto lodata , dovrebbe valere anche per i cattolici

  3. #3
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    In effetti entrando in qualche libreria dei Paolini ho avvertito un certo disagio, come se entrassi in un posto con cui ho poco o nulla a che spartire, un luogo estraneo alla mia fede. La sensazione di estraneità si rafforza quando in rarissime occasioni mi capita di leggere il loro settimanale.Forse sarà colpa mia, ma non credo che il fondatore sarebbe contento della situazione che si è creata all'interno dell'"Impero paolino"

  4. #4
    Becero Reazionario
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    Leggo solo ora, complimenti ad apoliticos per aver postato quest'ottimo articolo

  5. #5
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    Citazione Originariamente Scritto da antonio Visualizza Messaggio
    mah, il disagio dipende dai differenti gusti culturali : le librerie paoline son sempre ben fornite ed'e' un piacere entrarvi e poter scegliere tra una vasta gamma di pubblicazioni.
    magari non corrisponde ai gusti dei seguaci di Maurat o di De Maistre ma per quelli ci sono librerie adhoc.
    E tra l'altro se si entra in quelle librerie adhoc chiedendo bel belli un saggio di Melloni o don Paolo Farinella si rischia l'incenerimento immediato ...

  6. #6
    desiderium
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    Citazione Originariamente Scritto da Mappo Tappo Visualizza Messaggio
    In effetti entrando in qualche libreria dei Paolini ho avvertito un certo disagio, come se entrassi in un posto con cui ho poco o nulla a che spartire, un luogo estraneo alla mia fede. La sensazione di estraneità si rafforza quando in rarissime occasioni mi capita di leggere il loro settimanale.Forse sarà colpa mia, ma non credo che il fondatore sarebbe contento della situazione che si è creata all'interno dell'"Impero paolino"
    io sinceramente il disagio lo provavo quando partecipavo a scuola di comunità

  7. #7
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    di paolini non ce ne sono piu, sono scomparsi , sono rimasti solo quattro disperati che con la fisima di essere giornalisti .

  8. #8
    Forumista assiduo
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    Predefinito censure incrociate

    Vediamo di riassumere.

    Nelle librerie Feltrinelli non vendono i testi pubblicati dalla san paolo libri... e fin qui mi va bene.

    Ma se voglio acquistare i libri antivaticani della Kaos edizioni devo acquistarli proprio dalla Feltrinelli perchè altrove non esistono proprio.

    Dalla FNAC il reparto religione si sta restrigendo in modo impressionante : sembra che le due uniche religioni esistenti siano l'Ebraismo e L'Islam.

    Non dai paolini, non da Feltrinelli, non dalla libreria Mondadori ( che tra tutte è la più scalcinata), non dalla Fnac : il libro pubblicizzato dalla televisione e scritto da Sante Sguotti è decisamente invisibile e introvabile.

  9. #9
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    la libreria paolina ha in vendita il libro di don Farinella. Mi sono informata.

  10. #10
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    Citazione Originariamente Scritto da xenia45 Visualizza Messaggio
    Vediamo di riassumere.

    Nelle librerie Feltrinelli non vendono i testi pubblicati dalla san paolo libri... e fin qui mi va bene.

    Ma se voglio acquistare i libri antivaticani della Kaos edizioni devo acquistarli proprio dalla Feltrinelli perchè altrove non esistono proprio.

    Dalla FNAC il reparto religione si sta restrigendo in modo impressionante : sembra che le due uniche religioni esistenti siano l'Ebraismo e L'Islam.

    Non dai paolini, non da Feltrinelli, non dalla libreria Mondadori ( che tra tutte è la più scalcinata), non dalla Fnac : il libro pubblicizzato dalla televisione e scritto da Sante Sguotti è decisamente invisibile e introvabile.
    il libro pubblicizzato dalla televisione e scritto da Sante Sguotti è decisamente invisibile e introvabile.

    Ma che c'entra. Qui siamo di fronte a una operazione commerciale semplice: rendere ancor più desiderato il "libro proibito".


    Come?

    Proclamare la pubblicazione e mandare solo qualche copia nelle librerie per poi urlare: "censura censura!! Non si trova il libro di don Sante!!"

    E il prezzo salirà ancora.


    Ah, se non ci fossero le signore curiosone e ingenue l'editoria del gossip crollerebbe.

 

 
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