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Discussione: Trovato il Lupercale!

  1. #21
    ulfenor
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    Citazione Originariamente Scritto da dime can Visualizza Messaggio
    anche la grotta di betlemme, portata a volo d'angelo fino a loreto.
    adesso tocca a un'altra grotta. the verdadero grotto.
    Ma che centra la grotta dove e nato il rabbino con un simbolo della romanità come il lupercale!?

  2. #22
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    Ottima notizia.

    Purtroppo però ho la certezza che diventerà un luogo infestato da turisti di varia nazionalità, totalmente incapaci di comprenderne la sacralità.

    Già me lo vedo qualche americano(mi auguro che gli italiani si astengano) sghignazzare di fronte alla storia di due bambini allattati da una lupa.

  3. #23
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    Le risate di quei personaggi non ci interessano: un cane non è in grado di comprendere la sacralità.

    In quanto ai Gemelli Fatali allattati dalla Lupa, ne approfitto per narrare l'altra versione, che io reputo, per mia personale visione e sensibilità, la più "giusta": quando la cesta fu abbandonata sul letto del fiume e la corrente la strasportò lontano, furono le radici una una pianta ad arrestare la sua corsa. Si trattava del fico Ruminalis, e dai suoi zuccherini frutti facili da succhiare, che ricordano i seni, i Gemelli riuscirono a nutrirsi. La Lupa, inviata dal Padre Marte, li protesse fino all'arrivo del pastore Faustolo.
    Quindi noi Romani non ci siamo stati allattati da un animale (col tutto rispetto per il Lupo e ciò che rappresenta), ma ci siamo nutriti dei dolci frutti di una pianta.
    La versione della Lupa che allatta i Gemelli è tarda, e offusca e denigra una storia che non ha nulla di "mitico" e irrazionale.



    Valete Bene.

  4. #24
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    Predefinito Una battutaccia

    Non a caso in Roma oggi il sacerdote massimo, della nuova religione, è un pastore tedesco.

  5. #25
    ulfenor
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    Lo so che e un pampino kon il piciamino pianko!

  6. #26
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    !?
    Ma che state a di?

  7. #27
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    Citazione Originariamente Scritto da Nadir Visualizza Messaggio
    Ottima notizia.

    Purtroppo però ho la certezza che diventerà un luogo infestato da turisti di varia nazionalità, totalmente incapaci di comprenderne la sacralità.

    Già me lo vedo qualche americano(mi auguro che gli italiani si astengano) sghignazzare di fronte alla storia di due bambini allattati da una lupa.
    Mi scuso per non aver partecipato prima ad alcuna discussione di questo forum e arrivare adesso con qualcosa di ... "stonato"... ma la storia è storia e io sono abituato da tempo a essere massacrato per aver osato toccare la storia scolastica tramandataci a mò di racconto di babbo natale. Si perchè quella grotta NOn ha mai ospitato due gemmelli mai esistiti allatati da una lupa-animale mai esistita, raprresentata da una scultaura che non è neanche romana.... fermi... gli insulti quando ho finito!
    Non userò parole mie , ma scirtti delgi stessi storici romani:
    - ROMOLO, il cui nome significa semplicemente "fondatore della città di... roma", non ha mai avuto un gemmello (Remo-lo è stato aggiunto in seguito).
    - La storia dei due gemmelli o il bimbo affidato alla corrente ha almeno 12 precedenti storici TUTTI ricopiati da una comune leggenda antica che è quella di SARGON DI AKKAD.
    - LA LUPA era una donna...lupa, che oltre ad avere un nome di persona ricopiato anche questo dal racconto di sargon, era quello che i romani intendevano per LUPA: meretrice, donna del "mestiere", da LUPANARE.
    - LA LUPA di bronzo fu trafugata dai romani a una città etrusca... non solo, i minerali impiegati per la sua fusione arrivano da... CALABONA, presso alghero, in sardinia.
    - I GEMMELLI furono aggiunti nel medioevo.

    ... Quello che fa tenerezza è che il MINISTRO DELLA CULTURA si dichiari orgoglioso e soddisfatto per la scoperta della "grotta ove furono allatati i gemmelli"... come dire che si ritiene soddisfatto perchè si è scoperta la casa di babbi natale - San Nicola a... BARI! O la casa di Maria portata in volo dagli angeli... o il passaggio per l'inferno usato da S. Antonia per portare il fuoco sulla terra... nel 500 d.C.! E altre menate.
    Scusate, ma senza voler offendere le Origini di un popolo che ha dominato il mondo nel bene o nel male, vi sono limiti alle favole. Sopratutto quando le si vuole far passare per Storia vera. L'anello al naso l'abbiamo tolto da un pezzo...
    E ora .. via agli insulti!
    SHAR

  8. #28
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    assolutamente ! nessun insulto,non ho mai sentito raggelanti contorsioni FONETICHE storico e linguistiche tutte insieme.

    guarda ! ti consiglio il compendio di quello che risulta il maggior archeologo mondiale ,magari avrai la doverosa opportunità di leggerti un saggio "serio"



    ricopiato cosa ? il culto del luppercale in quanto italico ( non possiede alcun riferimento equivalente con la mitologia sumera)

    DA UNA usanza remotissima ITALICA (dumèzil- benvèniste-villar ,prosdocimi,starostin,klimov,kerns,del ponte,pesando,torelli, antonelli, villar
    landolfi,lollini,salmon,tagliamonte,reggiani) i giovani in età adulta (juventus) abbandonavano le vecchie case,in cerca di nuove terre,tra cui i piceni nati da un ramo dei sabini e guidati da un picchio il picus martius, il picchio di marte da cui il termine odierno (leggi PICENTES) che da norcia li avrebbe condotti sino al tronto,nacquero i marsi (esattamente dal nome del dio mars sanscrito marut LATINO ARCAICO MAVORS ) insediatisi nella valle del salto

    gli hirpini da hirpus (lupo sacro) GUIDATI DA UN LUPO E DISCENDENTI DAI SANNITI il "culto indoeuropeo del lupo" animale totemico sacro a marte riveste in tutta italia un'enorme importanza anche a livello superiore
    appunto gli hirpi (lupi sorani casta sacerdotale guerriera sacra ad apollo)
    come ci ricorda esaustivamente plinio il vecchio,e marco terenzio varrone
    da cui sorgerà durante il "ver sacrum l'irpinia" (leggi terra del lupo sacro)
    i marsi equivalente sciamanico nuovamente di mars e LUPO ( lupo marsicano)

    gli Equicoli (dal cavallo - equus ), insediatatisi nella vallata intermedia fra il fiume Salto ed il Turano e i Vultures , che, guidati da un avvoltoio (vultur), dettero il nome alla regione del Volturno.



    lo stesso marte si presenta in forma lupo per sedurre rea silvia
    e marte identifica in se le forze guerriere del teonismo vedico (dal sanscrito nuovamente marut) emanazioni di indra

    i lykaya "festa dei lupi" risalenti addirittura ad evandro ed i suoi "arcadi"
    di cui i luppercalia sono le festività più vicine a noi-sino ai luperci juli di cui marco aurelio fu il più degno rappresentante.



    saluti.

  9. #29
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    Nel segno di Marte



    E' stato opportunamente sottolineato che probabilmente «non è il culto di Giove la manifestazione più antica presso gli Italici». Le tradizioni connesse al ver sacrum, che, abbiamo visto, rimandano alla più alta "preistoria politica d'Italia", si ricongiungono tutte, infatti, alla figura di Marte, Dio della Guerra e in origine rappresentato semplicemente come un'Asta Militare, il curix, e nel contempo Protettore (armato ... ) delle Pacifiche attività Agricole e pastorali.

    Così, come Difensore Armato, poteva essere invocato dai Guerrieri prima della Battaglia e dai Contadini prima della lustrazione dei campi, con offerta di frutta e sacrifici di messi, fare da Patrono ai bellicosi Salii ed ai pacifici Fratres Arvali.

    Il Preller è dell'avviso che il ver sacrum appare «nei tempi più antichi tradizionalmente proprio solo nel Culto di Marte ( ... ) che, accanto a Giove, era il vero Dio principale e capostipite della popolazione italica». Ora, se in seguito ad un ver sacrum il popolo originato dalla migrazione della juventus porta nel proprio nome quello di uno degli animali sacri a Marte, come il Picchio, il Toro, il Lupo, oppure si dice che uno di loro era alla loro testa al momento dell'esodo, si può concludere senz'altro che le primavere sacre venivano dedicate a Marte: ed era proprio con il suo mese, Martius, che la primavera, rinnovellatrice della natura, e lo stesso Anno, avevano inizio a Roma e presso i più antichi Indiani.

    Del resto, quello che gli era consacrato doveva essere soltanto «quod natum esset inter Kalendas Martias et pridie Kalendas Maias», cioè compreso fra il 1° marzo ed il 30 aprile. Ecco dunque generarsi dalla terra dei Sabini, come frutto della più antica ondata di queste migrazioni, quei Picentes «voto vere sacro» che, provenendo dalla conca di Norcia, sono discesi nella valle del Tronto, di là diffondendosi: in Ascoli hanno avuto la loro capitale, in Cupra il santuario famoso di una loro Dea. «Picena regi . o, in qua est Ausculum, dicta quod Sabini, cum Ausculum proficiscerentur, in vexillo eorum picus consederat», afferma Festo: questo picchio che si è posato sulla loro insegna militare e li ha, per così dire, «adottati», «ha mostrato loro il cammino... ed è sacro a Marte», aggiunge espressamente Strabone.

    In quanto ai Marsi, discesi nella valle del Salto, «hanno un nome,di origine sacra, quindi assunto nell'occasione della primavera sacra che li staccava dal tronco sabino». La loro diretta connessione al Dio li avvicina a quei Mametlini campani che, consacrati in un ver sacrum nel Sannio e votati a Mamers - il Marte osco - fonderanno in Sicilia l'ultimo degli Stati italici indipendenti (289-264 a.C.): quella Messina che secondo un rito antichissimo si consacrò a Mamerte e si chiamò TOUTO MAMERTINO (o "popolo di Marte").

    Dal lago di Cotilia - che Dionisio ci ha riferito essere «sacro alla Vittoria» - il centro di migrazione si sposta al Fucino e dal Fucino al Sangro. Di qui comincia il territorio dei Sanniti, il cui nome il Devoto considera derivato dalla stessa radice "*sabh-" presente nel lat. Sabini, designante il vero nome nazionale degli Italici.

    I Sabini, afflitti dagli attacchi degli Umbri, consacrarono a Marte i figli nati in quella primavera e questi, raggiunta l'età adulta, partirono verso il sud in numero di circa settemila condotti da un Toro selvatico mandato dal Dio, avendo alla testa un certo Cominius Castrvnius. Giunti nel paese dei protolatini Opici, immolarono il Toro a Marte e vi si stanziarono, fondando sul luogo Bovianum, l'antica capitale Sannita, che reca nel nome il ricordo dell'animale divino.

    Tale scena probabilmente appare in una rozza moneta sannita, che nel rovescio mostra un giovane guerriero stante su una lancia tra un albero (o trofeo) e un Toro giacente: personificazione forse di Cominius Castronius che, allo sdraiarsi del Toro Marzio, prende possesso del suolo a nome della juventus sabina.

    Il costume del ver sacrum non solo non s'interrompe, ma si intensifica: dal tronco principale dei Sanniti si forma il ramo meridionale degli Irpini o «lupi» che, guidati da un lupo sacro (hirpus), andranno ad abitare il bacino del Calore, tra le falde orientali del Taburno e i monti che si stendono sino alle pianure pugliesi: Irpini appellati nomine 'lupi', quem irpum dicunt Samnites eum enim ducem secuti agros accupavere. Il Lupo è notoriamente un altro animale consacrato a Marte e sarebbe stato alla testa di un ulteriore ver sacrum sannita, donde nacque la federazione dei bellicosi Lucani, estesa dalle sorgenti del Sele e del Bradano sino al territorio degli Enotri: il collegamento col greco Lykos («lupo») pare infatti suffragato dalla monetazione lucana, raffigurante appunto una testa di Lupo.


    Renato del Ponte

  10. #30
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    Predefinito Volevo aggiungere

    L'archeologo Carandini, alievo di Bianche Bandinelli purtroppo non di Boni, ha dimostrato nella mostra tenuta nel colosseo circa nel 2000 che il mito coincide con la realtà. E' esattamente il contrario di quello che tu affermi caro shardanaleo. La questione non è essere o meno pagani, penso che Carandini non sia neanche pagano , ma è sicuramente un archeologo di punta che ha adottato, per lo studio dell'archeologia tutto un insieme di discipline che ne completano e ne esaltano l'indagine sotto il segno della scentificità. Una volta tanto mito e scienza hanno trovato un punto di accordo. L'archeologia forse si sta ripulendo dai preconcetti. La nascità di Roma è legato ad un atto "magico" ad una liturgia, quella di segnare con il solco un luogo dove gli aruspici avvertivano i segni: il volo degli uccelli, la scrofa dove partoriva, i fulmini dove cadevano, là dove nasceva una sorgente ecc. Segni, ma anche rumori e odori. Le nostre città sono sbandate perchè hanno perso il centro, il rapporto con il pomerio, con lo spazio sacro primo delimitato dalla fondazione.
    Certo fondare una città è un atto di potenza e di fede verso gli uomini e verso gli Dei che devono scendere e proteggere quel luogo.

 

 
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