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    Martirio di S. Clemente, Refettorio, Basilica di S. Clemente al Laterano, Roma

  2. #12
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    DIE 23 NOVEMBRIS

    SANCTIS CLEMENTIS I

    PAPÆ ET MARTYRIS


    Duplex

    Introitus

    Is. 59, 21; 56, 7

    D
    ICIT Dóminus: Sermónes mei, quos dedi in os tuum, non defícient de ore tuo: et múnera tua accépta erunt super altáre meum. Ps. 111, 1. Beátus vir, qui timet Dóminum: in mandátis ejus cupit nimis. V/. Glória Patri. Dicit Dóminus.

    Oratio

    G
    REGEM tuum, Pastor ætérne, placátus inténde: et, per beátum Cleméntem, Mártyrem tuum atque Summum Pontíficem, perpétua protectíone custódi; quem totíus Ecclésiæ præstitísti esse pastórem. Per Dóminum.

    Léctio Epístolæ beáti Pauli Apóstoli ad Philippénses

    Philipp. 3, 17-21; 4, 1-3

    F
    RATES: Imitatóres mei estóte, et observáte eos qui ita ámbulant, sicut habétis formam nostram. Multi enim ámbulant, quos sæpe dicébam vobis (nunc autem et flens dico) inimícos crucis Christi: quorum finis intéritus: quorum Deus venter est: et glória in confusióne ipsórum, qui terréna sàpiunt. Nostra autem conversátio in cælis est: unde étiam Salvatórem exspectámus Dóminum nostrum Jesum Christum, qui reformábit corpus humilitátis nostræ, configurátum córpori claritátis suæ, secúndum operatiónem, qua étiam possit subjícere sibi ómnia. Itaque, fratres mei carissimi, et desideratíssimi, gáudium meum, et coróna mea: sic state in Dómino, caríssimi. Evódiam rogo, et Sýntychen déprecor idípsum sápere in Dómino. Etiam rogo et te, germáne compar, ádjuva illas, quæ mecum laboravérunt in Evangélio cum Cleménte, et céteris adjutóribus meis, quorum nómina sunt in libro vitæ.

    Graduale. Ps. 106, 32, 31. Exáltent eum in Ecclésia plebis: et in cáthedra seniórum laudent eum. V/. Confiteántur Dómino misericórdiæ ejus; et mirabília ejus fíliis hóminum.

    Allelúja, allelúja. V/. Matth. 16, 18. Tu es Petrus, et super hanc petram ædificábo Ecclésiam meam. Allelúja.

    Sequéntia sancti Evangélii secúndum Matthaéum

    Matth. 16, 13-19

    I
    N ILLO témpore: Venit Jesus in partes Cæsaréæ Philíppi, et interrogábat discípulos suos, dicens: Quem dicunt hómines esse Fílium hóminis? At illi dixérunt: Alii Joánnem Baptístam, alii autem Elíam, alii vero Jeremíam aut unum ex prophétis. Dicit illis Jesus: Vos autem quem me esse dícitis? Respóndens Simon Petrus, dixit: Tu es Christus, Fílius Dei vivi. Respóndens autem Jesus, dixit ei: Beátus es, Simon Bar Jona: quia caro et sanguis non revelávit tibi, sed Pater meus, qui in cælis est. Et ego dico tibi, quia tu es Petrus, et super hanc petram ædificábo Ecclésiam meam, et portæ ínferi non prævalébunt advérsus eam. Et tibi dabo claves regni cælórum. Et quodcúmque ligáveris super terram, erit ligátum et in cælis: et quodcúmque sólveris super terram, erit solútum et in cælis.

    Offertorium. Jerem. 1, 9-10. Ecce, dedi verba mea in ore tuo: ecce, constítui te super gentes et super regna, ut evéllas et déstruas, et ædífices et plantes.

    Secreta

    O
    BLÁTIS munéribus, quaésumus, Dómine, Ecclésiam tuam benígnus illúmina: ut, et gregis tui profíciat ubique succéssus, et grati fiant nómini tuo, te gubernánte, pastóres. Per Dóminum.

    Præfatio de Apostolis.

    Communio. Matth. 16, 18.
    Tu es Petrus, et super hanc petram ædificábo Ecclésiam meam.

    Postcommunio

    R
    EFECTIÓNE sancta enutrítam gubérna, quaésumus, Dómine, tuam placátus Ecclésiam: ut, poténti moderatióne dirécta, et increménta libertátis accípiat et in religiónis integritáte persístat. Per Dóminum.


    FONTE

  3. #13
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    Lightbulb Re: 23 novembre - S. Clemente I, Papa e martire

    23 NOVEMBRE 2018: SAN CLEMENTE I, PAPA E MARTIRE…



    «23 NOVEMBRE SAN CLEMENTE I, PAPA E MARTIRE.»
    Guéranger, L'anno liturgico - San Clemente I, Papa e Martire
    http://www.unavoce-ve.it/pg-23nov.htm


    «LO STESSO GIORNO 23 NOVEMBRE SANTA FELICITA, MARTIRE.»
    Guéranger, L'anno liturgico - Santa Felicita, Martire
    http://www.unavoce-ve.it/pg-23nov-2.htm





    San Clemente I - Sodalitium
    http://www.sodalitium.biz/san-clemente-i/
    «23 novembre, San Clemente I, Papa e Martire (+ 23 novembre 100). Fu il quarto Romano Pontefice, dal 92 al 97.

    Glorioso San Clemente, supremo Pontefice della Chiesa, discepolo del primo Vicario di Cristo e suo terzo successore che, appena giunto al culmine del pontificato universale, non badasti ad altro che a far brillare il dovuto rispetto alla sacra gerarchia e, quale Vescovo di Roma, combattesti l’invidia e la gelosia raccomandando l’umiltà e l’ubbidienza, ottieni al nostro popolo l’amore, la concordia e la pace. Così sia.»
    http://www.sodalitium.biz/wp-content...-1-187x300.jpg





    http://www.sodalitium.biz/indulgenze-per-i-defunti/
    "INDULGENZE PER I DEFUNTI."


    "Sante Messe - Sodalitium."
    http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

    "S. Messa in provincia di Verona - Sodalitium."
    http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/

    “Sodalitium - IMBC.”
    https://www.youtube.com/user/sodalitium

    “Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara.”
    https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

    http://www.oratoriosantambrogiombc.it/
    “Oratorio Sant'Ambrogio, Milano - Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11)”




    «Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
    https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
    http://www.domusmarcellefebvre.it/
    Ogni giovedì alle ore 20.30 ha luogo la lettura in diretta di una o due questioni del Catechismo di San Pio X.
    http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
    La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.»







    https://tradidiaccepi.blogspot.com/

    https://www.facebook.com/catholictradition2016/
    «Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...4a&oe=5CB2034D





    “SAN CLEMENTE I
    Papa e Martire.
    Doppio.
    Paramenti rossi.
    Guéranger, L'anno liturgico - San Clemente I, Papa e Martire
    http://www.unavoce-ve.it/pg-23nov.htm
    San Clemente Romano, Papa dal 92 al 97, terzo successore di san Pietro, fu stretto collaboratore degli Apostoli Pietro e Paolo. Esiliato nel Chersoneso vi morì, secondo la tradizione, martire nel 100. Egli è ricordato terzo nel Canone della Messa dopo gli Apostoli (Lino, Cleto e Clemente). La Lettera di san Clemente alla Chiesa di Corinto (https://www.vitanostra-nuovaciteaux....corinti-testo/), scritta fra il 95 e il 96, è uno degli scritti più preziosi dei primi secoli cristiani. Su di un'affermazione di Origene, il Breviario confonde questo Santo con un altro Clemente, compagno di san Paolo. Perciò l'Epistola è quella in cui l'Apostolo parla del Clemente, che con lui cooperò alla diffusione del Vangelo e il cui nome è scritto nel libro della vita.
    Al tempo dei pontefice Niccolò I il suo corpo fu trasportato a Roma dai santi Cirillo e Metodio, e deposto con grandi onori nella chiesa che era stata antecedentemente costruita e dedicata a lui. Questa chiesa, nella quale si compie la Stazione del Lunedì della seconda settimana di Quaresima è una delle più interessanti di Roma, perché fedelmente riproduce la pianta delle antiche basiliche cristiane. Precede un atrio scoperto, delimitato da un portico periferico, con una fontana al centro, alla quale ci si purificava prima di entrare nel luogo Santo e che ci richiama le acquasantiere all'entrata delle nostre chiese. L'interno è a tre navate, separate l'una dall'altra da un colonnato: al centro della navata principale si trovano i due amboni o pulpiti, dai quali si leggeva l'Epistola e il Vangelo. Delle navate laterali una era riservata agli uomini, l'altra alle donne. Sotto l'arcata principale - quasi arco di trionfo - l'altare, disposto in modo che il sacerdote celebrante era rivolto verso il popolo. Dietro l'altare, in fondo all'abside, la cattedra del Vescovo, attorno al quale prendeva posto il clero.
    • Clemente, Romano, figlio di Faustino, nacque nei quartiere del Celio, fu discepolo di san Pietro, e di lui fa menzione san Paolo scrivendo ai Filippesi: «Anche te, o compagno fedele, io prego di aiutare quelle che hanno faticato con me per il Vangelo, insieme con Clemente e cogli altri miei collaboratori, i cui nomi sono nel libro della vita» (Philip. 4,3). Egli divise Roma in sette regioni fra sette notai, assegnandone una per uno, coll'incarico di raccogliere e trascrivere con somma diligenza tutto ciò che si sapeva sulle sofferenze e gli atti dei Martiri. Lui stesso compose accuratamente più opere utili ad illustrazione della religione cristiana.[/B]
    Convertendo egli molti alla fede di Cristo colla sua dottrina e santità di vita, l'imperatore Adriano lo relegò al di là del Ponto-Eusino, nel deserto della città di Chersona, dove trovò duemila Cristiani condannativi dallo stesso Traiano. I quali essendo impiegati a cavare e tagliar marmi e soffrendo per mancanza di acqua, Clemente, dopo aver pregato, salì sul colle vicino, sulla cui vetta vide un Agnello che toccava col piede destro una sorgente d'acqua dolce, ch'egli vi faceva scaturire, e tutti estinsero la loro sete. A questo miracolo molti infedeli si convertirono alla fede di Cristo, e cominciarono anche a concepire venerazione per la santità di Clemente.
    Traiano irritato da queste cose, inviò un emissario coll'ordine d'attaccare un'ancora al collo di Clemente, e di sommergerlo nel mare. L'ordine fu eseguito, ma i Cristiani postisi a pregare sulla spiaggia, il mare si ritirò di 3 miglia; e accorsi fin là, trovarono un piccolo edificio di marmo in forma di tempio, con entro un'urna di pietra contenente il corpo del Martire, e vicino ad esso l'ancora colla quale era stato sommerso. Gli abitanti colpiti da questo miracolo, abbracciarono la fede di Cristo. Il suo corpo in seguito, sotto il pontificato di Niccolò I, fu trasportato a Roma, e riposto nella chiesa dello stesso san Clemente. Una chiesa fu anche dedicata sotto il suo nome in quello stesso luogo dell'isola, donde era scaturita prodigiosamente la fontana. Egli visse nel pontificato 9 anni, 6 mesi e 6 giorni. Tenne due ordinazioni nel mese di Dicembre, nelle quali creò 10 preti, 2 diaconi, 15 vescovi per luoghi diversi.
    SANTA MESSA
    - Al Vangelo.
    • Omelia di san Leone Papa.

    Sermone 2, nell'anniversario della sua ascesa, prima di metà.
    Come ci riferisce la lettura evangelica, Gesù stesso interrogò i discepoli che cosa pensassero di in mezzo a tanti pareri diversi. E san Pietro rispose: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». Allora il Signore gli disse: «Beato te, o Simone, figlio di Giona, perché questo non ti è stato rivelato dalla carne o dal sangue, ma dal Padre mio che sta nei cieli. Perciò io ti dico che tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte dell'inferno non prevarranno mai contro di essa. E a te darò le chiavi del regno dei cieli, e qualunque cosa avrai legata sulla terra, sarà legata anche nei cieli, e qualunque cosa avrai sciolta sulla terra, sarà sciolta anche nei cieli». L'ordine stabilito da Gesù Cristo rimane ancora; e san Pietro, che ha conservato fino ad oggi la solidità della pietra, non abbandonò mai il governo della Chiesa di cui fu incaricato.
    Nella Chiesa intera, infatti, ogni giorno Pietro dice: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente»; ed ogni lingua che riconosce il Signore viene istruita col magistero di tale voce. Tale fede sconfigge il diavolo e scioglie i legami di coloro che egli tiene prigionieri. Essa fa entrare nel cielo coloro che ha strappato alla terra e le porte dell'inferno non possono prevalere contro di essa. È stata infatti per potenza divina munita di una tale saldezza che mai la potrà corrompere la malvagità degli eretici né la potrà superare la perfidia dei pagani. Con tali disposizioni dunque, dilettissimi, e con razionale ossequio si celebri la festività odierna: affinché nell'umiltà della mia persona venga riconosciuto e onorato colui, nel quale continua la cura che tutti i pastori hanno nella custodia delle pecore loro affidate e la cui dignità non viene meno per l'indegnità dell'erede.
    Mentre dunque rivolgiamo le nostre esortazioni all'orecchio della vostra santità, pensate che vi parli colui, del quale facciamo le veci: sia perché vi esortiamo con lo stesso suo affetto, sia perché nient'altro predichiamo a voi se non quello che egli ha insegnato, scongiurandovi a vivere una vita casta e sobria e timorata di Dio, avendo cinto i fianchi del vostro spirito. Come dice l'Apostolo, siete mia gioia e mia corona, se la vostra fede, che dall'inizio del Vangelo è stata predicata in tutto il mondo, rimarrà nell'amore e nella santità. Infatti anche se è necessario che tutta la Chiesa, che è presente in tutta la terra, fiorisca di ogni virtù, tuttavia è conveniente che vi segnaliate tra gli altri popoli per i meriti della vostra pietà, perché voi, fondati sulla stessa roccia della pietra apostolica, siete stati redenti assieme agli altri dal Signore nostro Gesù Cristo, e siete stati istruiti più di tutti dal beato apostolo Pietro.”
    https://sardiniatridentina.blogspot....rtire.html?m=1
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...78&oe=5C738078





    “SANTA FELICITA
    Martire.
    Paramenti rossi.
    Guéranger, L'anno liturgico - Santa Felicita, Martire
    Il Martirologio Geronimiano e Romano ricordano oggi: «A Roma santa Felicita Martire, madre di sette figli Martiri (celebrati il 10 luglio), la quale, dopo di loro, per ordine dell’imperatore Marco Antonino, fu per Cristo decapitata», seppellita poi nel cimitero di Massimo.
    • Sermone di san Gregorio Papa
    Omelia 3 sul Vangelo.

    La beata Felicita, di cui oggi celebriamo il natale, temè di lasciare dopo di sé in questa vita i suoi sette figli, alla stessa guisa che i parenti, che amano carnalmente, sogliono temere che muoiano prima di loro. Difatti presa nel più forte della persecuzione, ella confermò co' suoi discorsi i cuori dei figli nell'amore della patria celeste; diventando così madre quanto allo spirito di quelli di cui era divenuta madre quanto al corpo, e generando a Dio colle sue parole quelli che aveva messi al mondo. La chiamerò io forse Martire questa donna? Anzi più che Martire; poiché, lasciando partire prima di sé per il regno dei cieli sette esseri cari, ella morì sette volte vedendoli morire. Andò la prima al martirio, ma non vi pervenne che l'ottava.
    P.S. La commemorazione è già presente nel link della Santa Messa di san Clemente I, Papa e Martire.”
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    «MESE DI NOVEMBRE: MESE DEDICATO SPECIALMENTE ALLA COMMEMORAZIONE DEI FEDELI DEFUNTI.
    In questo mese di Novembre, mediteremo con l'ausilio del libro "Chi morrà, vedrà... Il Purgatorio e il Paradiso" (Napoli, agosto 1959) di don Dolindo Ruotolo, che fu sacerdote napoletano, morto in odore di santità, strenuo difensore della dottrina cattolica contro gli errori del modernismo ed autore di diversi testi esegetici e pastorali.
    Capitolo duodecimo: Suffragi alle anime purganti: la preghiera.
    Capitolo XII:Suffragi alle anime purganti: la preghiera

    Capitolo decimo terzo: Le anime del Purgatorio ci proteggono, tanto nelle necessità corporali che in quelle spirituali.»
    Capitolo XIII:Le anime del Purgatorio ci proteggono, tanto nelle necessità corporali che in quelle spirituali
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...1f&oe=5CB0F1BB










    http://www.sursumcorda.cloud/
    https://www.sursumcorda.cloud/sostienici/libri.html
    https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/
    «Carlo Di Pietro - Sursum Corda.
    23 novembre, San Clemente I, Papa e Martire (+ 97). Il natale di San Clemente primo, Papa e martire, il quale fu il terzo che tenne il Pontificato dopo il beato Pietro Apostolo, e, nella persecuzione di Traiano, relegato nel Chersoneso, ivi, precipitato in mare con un’ancora legata al collo, fu coronato col martirio. Il suo corpo, al tempo del Sommo Pontefice Adriano secondo, fu trasportato a Roma dai santi fratelli Cirillo e Metodio, ed onorevolmente sepolto nella chiesa, che già prima era stata edificata sotto il suo nome. (dal Martirologio romano, 1955).
    Recitiamo in suo onore la grande preghiera che si legge nella Epistola ai Corinti:

    "Apristi gli occhi dei nostri cuori perché conoscessero te solo, Altissimo nel più alto dei cieli, il Santo che riposa in mezzo ai Santi, Tu che abbatti l'insolenza degli orgogliosi, che svii i calcoli dei popoli, che esalti gli umili, che abbassi i grandi; Tu che dai ricchezza e povertà, che uccidi, salvi e risusciti; Unico benefattore delle anime e Dio di ogni uomo, contemplatore degli abissi, scrutatore delle opere dell'uomo, soccorso nei pericoli, Salvatore di chi dispera, Creatore e vescovo delle anime tutte.
    Tu che moltiplichi i popoli sulla terra, che hai scelto fra essi quelli che ti amano per mezzo di Gesù Cristo, tuo Figlio diletto nel quale ci hai istruiti, santificati e onorati. Sii nostro soccorso e sostegno, te ne preghiamo, o Maestro! Sii salvezza agli oppressi e abbi pietà per gli umili; rialza quelli che sono caduti, rivelati a coloro che sono nel bisogno, guarisci i malati, riconduci gli sbandati del tuo popolo sul buon sentiero, sazia chi ha fame, libera chi è prigioniero, rialza i languenti, da forza ai deboli. Tu solo sei Dio, Gesù è tuo Figlio, noi siamo il tuo popolo, le pecorelle dei tuoi pascoli.
    Con le tue opere hai rivelato l'ordine immortale del mondo. Tu, o Signore che creasti la terra, che resti fedele alla tua parola per tutte le generazioni, Tu giusto nei tuoi giudizi, ammirabile nella tua forza e nella tua magnificenza, sapiente nella creazione, prudente nel consolidare le cose create, buono nelle cose visibili, fedele verso coloro che confidano in Te, misericordioso e pieno di compatimento, perdona i nostri peccati, le ingiustizie, le cadute, gli errori.
    Non contare i peccati dei tuoi servi e delle tue ancelle, purificaci invece con la tua verità, dirigi i nostri passi, perché possiamo camminare con santità di cuore, facendo ciò che è bene e piace agli occhi tuoi e agli occhi dei nostri preposti.
    Sì, o Maestro, mostraci la luce del tuo volto, perché possiamo godere dei beni in pace, perché siamo protetti dalla potente tua mano, perché il fortissimo tuo braccio ci tragga dalla schiavitù del peccato e ci liberi da chi ingiustamente ci odia.
    Dà concordia e pace a noi e a tutti gli abitanti della terrà, come la desti ai nostri padri, quando ti invocarono santamente nella fede e nella verità. Rendici sottomessi al tuo Nome potente ed eccellentissimo, ai nostri prìncipi e tutti coloro che ci governano in terra.
    Tu, o Maestro, hai dato loro il potere della regalità con la tua magnifica e invisibile potenza, perché, conoscendo la gloria e l'onore che loro hai partecipato, noi siamo sottomessi e non ci opponiamo alla tua volontà. Concedi loro, o Signore, salute, pace, concordia, stabilità, affinché possano esercitare la sovranità che loro hai data senza contrasti. Sei infatti Tu, o Maestro, re dei secoli, che concedi ai figli degli uomini gloria, onore e potere sulle cose della terra. Dirigi, Signore, il loro spirito, affinché seguano ciò che è bene, ciò che piace a te e, esercitando il potere che loro hai dato nella pietà, nella pace e nella mansuetudine, ti abbiamo sempre propizio. Tu solo puoi fare queste cose e procurarci beni anche più grandi.
    Ti ringraziamo nel grande sacerdote e capo delle anime nostre, Gesù Cristo, nel quale sia a Te gloria e grandezza, adesso e nei secoli dei secoli, attraverso tutte le generazioni. Così sia" (San Clem. Romano, Ippolito Hemmer, p. 121, 129, Picard, 1909).
    da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico.
    dalla bacheca di don Ugo Carandino.»
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...29&oe=5C765A31





    “All’alma nostra - Dal dolore piagata
    Sii balsamo e conforto - O madre amata.”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...03&oe=5C639B64










    23 Novembre - Santa Felicita e i suoi sette figli
    http://www.preghiereperlafamiglia.it...e-fratelli.htm
    «23 NOVEMBRE SANTA FELICITA e SETTE FRATELLI.
    Santa Felicita di Roma (ma nativa di Alife, secondo il Martirologio Beneventano del IX sec.) e i suoi sette Figli, denominati anche "Santi Sette Fratelli", sono venerati come martiri.

    Santa Felicita, ricca vedova romana, fu accusata di pratiche cristiane durante l'impero di Antonino Pio (tra il 138 e il 161 d.C.). Dapprima fu interrogata da sola dal prefetto di Roma Publio, senza risultato. Il giorno dopo Publio fece condurre davanti a lei i sette figli (Gennaro, Felice, Filippo, Silano, Alessandro, Vitale e Marziale) che, a causa della loro fermezza nel rifiuto di rinnegare la fede, furono martirizzati uno alla volta con diversi supplizi. Infine anche Felicita fu uccisa.»







    «Radio Spada è un sito di controinformazione cattolico http://www.radiospada.org/ e una casa editrice http://www.edizioniradiospada.com/
    https://www.facebook.com/radiospadasocial/ »

    «23 NOVEMBRE 2018: SAN CLEMENTE I, PAPA E MARTIRE.»
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...13&oe=5C77705C





    «23 NOVEMBRE 2018: SANTA FELICITA, MARTIRE.»
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...09&oe=5C7E2CA1





    «Il 23 novembre 1248 san Ferdinando III, Re di Castiglia e Leon, trionfatore dei Mori, riconquista Siviglia alla Cristianità.»
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...8a&oe=5C79DC45





    «¡VIVA CRISTO REY!
    Nel 91° anniversario del martirio del Padre gesuita messicano Miguel Augustin Pro ad opera del governo massonico di Plutarco Elias Calles.»
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...02&oe=5CAA5F7D





    «Nel solo #blackfriday che conosciamo non ci sono sconti. Per nessuno.»
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...52&oe=5CACA88C






    https://www.radiospada.org/2018/11/d...pre-a-tu-lado/
    https://i1.wp.com/www.radiospada.org...pg?w=480&ssl=1










    Guéranger, L'anno liturgico - Santa Felicita, Martire
    http://www.unavoce-ve.it/pg-23nov-2.htm
    «23 NOVEMBRE SANTA FELICITA, MARTIRE.

    Vedemmo il 10 luglio come gli Atti leggendari di sette martiri festeggiati in quel giorno ce li presentassero fratelli e figli di santa Felicita. La Chiesa di Roma, un tempo, si raccoglieva oggi presso il sepolcro della martire al cimitero di Massimo. Poi sorse in onore di santa Felicita una chiesa nelle vicinanze di quella di san Clemente e fu allora più facile ai Romani portarsi a venerare i due santi ricordati oggi. Anche noi, onorando santa Felicita, chiediamo a Dio nella Messa di essere protetti dai suoi meriti e conserviamo il ricordo della sua coraggiosa risposta al prefetto di Roma: "Ti vincerò da viva e, se sarò uccisa, ti vincerò meglio morta: Viva te superabo, et si interfecta fuero, melius te vincam decisa" (Atti di santa Felicita). Il culto che la Chiesa le tributa da tanti secoli ha mostrato il valore di questa profezia.
    da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 1312-1313.»



    Guéranger, L'anno liturgico - San Clemente I, Papa e Martire
    http://www.unavoce-ve.it/pg-23nov.htm
    «23 NOVEMBRE SAN CLEMENTE I, PAPA E MARTIRE.

    La figura di san Clemente ci si presenta alle origini della Chiesa di Roma ornata di particolare splendore. Scomparsi ormai gli Apostoli, egli pare oscurare i santi Lino e Cleto, che lo precedettero nel Pontificato, sicché si passa quasi naturalmente da Pietro a Clemente e anche le Chiese di Oriente ne celebrano il ricordo con solennità non minore della Chiesa latina. Egli fu davvero Pontefice universale e con lui si sente già che la Chiesa intera si fa attenta agli atti e agli scritti del Pontefice. Per la stima altissima di cui godette, gli furono attribuiti parecchi scritti apocrifi, che è facile distinguere dagli scritti veramente suoi.
    L'epistola ai Corinti.
    Il tempo ha cancellato e fatto sparire tutti i documenti, che attestavano l'intervento di Clemente nelle cose riguardanti le Chiese lontane; ne ha risparmiato uno solo, ma questo solo ci presenta il Vescovo di Roma nel pieno esercizio del suo potere monarchico su tutta la Chiesa fin da quell'epoca. La Chiesa di Corinto era agitata da discordie intestine suscitate dalla gelosia a riguardo di alcuni pastori. Tali discordie, che già apparivano in germe ai tempi di san Paolo, avevano distrutto la pace e causato scandalo perfino nei pagani. La Chiesa di Corinto sentì finalmente il bisogno di frenare il disordine, che poteva pregiudicare la diffusione della fede, e dovette cercare per questo un aiuto fuori del suo seno. Gli Apostoli ormai erano morti tutti, fatta eccezione di san Giovanni, che illuminava ancora la Chiesa del suo fulgore. La distanza da Corinto ad Efeso non era affatto considerevole; e tuttavia la Chiesa di Corinto non si rivolse per nulla ad Efeso, ma a Roma.
    Clemente prese conoscenza della questione che le lettere di questa Chiesa esponevano al suo giudizio, e inviò a Corinto cinque commissari, che dovevano rappresentarvi l'autorità della Cattedra apostolica. Essi erano latori di una lettera definita da sant'Ireneo potentissima, potentissimas litteras (Contra Haereses, III, 3).
    La lettera fu stimata così bella e così apostolica che in molte Chiese venne letta pubblicamente per molto tempo, come se fosse una continuazione delle Scritture canoniche. Il tono di essa è elevato e paterno, conforme al consiglio che san Pietro dà ai pastori. "Clemente non si schiera in favore di alcuno, non fa nomi, ma cerca di elevare lo spirito dei fedeli al di sopra delle passioni, delle querele, dei rancori con la considerazione della bontà divina e dei celebri esempi biblici. Una certa disposizione della Scrittura, di insinuante nell'argomentazione, un'unzione che viene dal gusto istintivo per le cose morali, danno al testo greco un profumo di latinità e ne fanno qualcosa che si differenzia totalmente dagli scritti di Pietro, di Paolo e di Giovanni nei quali tutto ha sapore e mistero di intuizione diretta della Rivelazione divina. Con la lettera di Clemente siamo usciti dallo stadio iniziale in cui lo Spirito si effonde a fiotti incalzanti nelle Scritture canoniche, ma siamo ancora molto vicini alla sorgente, al centro, al cuore della Chiesa capitale: 'Volgiamo gli occhi al Padre e Creatore dell'universo, ricordiamo i suoi benefici, i doni magnifici e immeritati della sua pace, contempliamolo con il pensiero, guardiamo con gli occhi dello Spirito la sua volontà paziente, vediamo come egli è dolce e buono verso tutte le creature... (XIX, 2-3). Il Padre, tutto misericordia e tutto teso a fare benefici, è tutto cuore per quelli che lo temono, concede largamente i suoi favori, con soave bontà, a quelli che si avvicinano a lui con semplicità di cuore. Non abbiamo diffidenze, non ci turbino i suoi doni meravigliosi e splendidi... ' (XXII, 1-2). San Clemente resta per noi il dottore della clemenza divina" (R. Denis e R. Boulet Romée, p. 458).
    Un linguaggio così solenne e fermo raggiunse il suo effetto: la pace tornò nella Chiesa di Corinto e i messaggeri della Chiesa romana ne portarono tosto notizia. Un secolo dopo san Dionigi, vescovo di Corinto, testimoniava ancora a Papa san Sotero la gratitudine della sua Chiesa verso san Clemente, per l'aiuto che le aveva dato.
    La leggenda di san Clemente.
    Gli Atti di san Clemente (poco sicuri), ci riferiscono che fu mandato in esilio nel Chersoneso e condannato ad estrarre e a tagliare marmi e, per questo, è patrono dei marmisti.
    La leggenda ci riferisce ancora un particolare talmente gustoso che non possiamo tralasciarlo. San Clemente era stato precipitato in mare con un'ancora al collo. Il giorno anniversario del martirio il mare si ritirò in modo che si poteva andare ad un tempio sottomarino costruito dagli angeli sopra il corpo del martire. Tornato poi il mare al suo posto, una donna si accorse di avere smarrito in quel tempio il suo bambino, ma nell'anniversario seguente, ritiratosi ancora il mare, ritrovò il bambino sano e salvo.
    Un altro particolare, che, come quello riferito, trae origine da qualche mosaico, ci presenta l'Agnello di Dio, che, apparendo su una montagna, indica con la punta del piede a Clemente una sorgente che zampilla.
    La Liturgia si è impadronita dei due racconti e ne ha composto le belle Antifone dell'Ufficio che riportiamo:

    ANTIFONE
    Preghiamo tutti il Signore, perché faccia zampillare una sorgente di acqua per i suoi credenti.
    Mentre san Clemente pregava, gli apparve l'Agnello di Dio.
    Senza guardare i miei meriti, ecco che il Signore mi ha mandato a voi per aver parte alla vostra corona.
    Ho visto l'Agnello in piedi sulla montagna e sotto il suo piede sgorgava una sorgente viva.
    La sorgente viva che sgorga sotto il suo piede è il fiume impetuoso che raggiunge la città di Dio.
    Tutte le nazioni all'intorno credettero al Cristo Signore.
    Mentre egli se ne andava verso il mare, il popolo pregava gridando: Signore Gesù Cristo, salvalo; e Clemente, piangendo, diceva: Padre, ricevi mio spirito.
    Al tuo martire Clemente hai dato, o Signore, per dimora un tempio di marmo costruito in mezzo al mare dagli Angeli e ne hai reso possibile l'accesso agli abitanti del paese, perché potessero narrare le tue meraviglie.

    VITA. - Sant'Ireneo ci informa che san Clemente è il terzo successore di san Pietro e sappiamo che governò la Chiesa probabilmente tra l'anno 88 e il 97. Egli poté conoscere gli Apostoli Pietro e Paolo e sant'Ireneo ci afferma che fu loro discepolo, mentre Tertulliano dice che fu ordinato dal primo Papa. La lettera ai Corinti gli dà il primo posto fra gli scrittori ecclesiastici dei quali si accerta l'autenticità. La storia non ci dice nulla della sua origine, ma possiamo credere che fosse giudeo e che avesse ricevuta una formazione letteraria e filosofica piuttosto accurata. Il contenuto della sua lettera rivela in lui il carattere di un uomo di governo, nonché elette qualità e virtù. La tradizione lo vuole martire.

    Recitiamo in suo onore la grande preghiera che si legge nella Epistola ai Corinti:
    "Apristi gli occhi dei nostri cuori perché conoscessero te solo, Altissimo nel più alto dei cieli, il Santo che riposa in mezzo ai Santi, Tu che abbatti l'insolenza degli orgogliosi, che svii i calcoli dei popoli, che esalti gli umili, che abbassi i grandi; Tu che dai ricchezza e povertà, che uccidi, salvi e risusciti; Unico benefattore delle anime e Dio di ogni uomo, contemplatore degli abissi, scrutatore delle opere dell'uomo, soccorso nei pericoli, Salvatore di chi dispera, Creatore e vescovo delle anime tutte.
    Tu che moltiplichi i popoli sulla terra, che hai scelto fra essi quelli che ti amano per mezzo di Gesù Cristo, tuo Figlio diletto nel quale ci hai istruiti, santificati e onorati. Sii nostro soccorso e sostegno, te ne preghiamo, o Maestro! Sii salvezza agli oppressi e abbi pietà per gli umili; rialza quelli che sono caduti, rivelati a coloro che sono nel bisogno, guarisci i malati, riconduci gli sbandati del tuo popolo sul buon sentiero, sazia chi ha fame, libera chi è prigioniero, rialza i languenti, da forza ai deboli. Tu solo sei Dio, Gesù è tuo Figlio, noi siamo il tuo popolo, le pecorelle dei tuoi pascoli.
    Con le tue opere hai rivelato l'ordine immortale del mondo. Tu, o Signore che creasti la terra, che resti fedele alla tua parola per tutte le generazioni, Tu giusto nei tuoi giudizi, ammirabile nella tua forza e nella tua magnificenza, sapiente nella creazione, prudente nel consolidare le cose create, buono nelle cose visibili, fedele verso coloro che confidano in Te, misericordioso e pieno di compatimento, perdona i nostri peccati, le ingiustizie, le cadute, gli errori.
    Non contare i peccati dei tuoi servi e delle tue ancelle, purificaci invece con la tua verità, dirigi i nostri passi, perché possiamo camminare con santità di cuore, facendo ciò che è bene e piace agli occhi tuoi e agli occhi dei nostri preposti.
    Sì, o Maestro, mostraci la luce del tuo volto, perché possiamo godere dei beni in pace, perché siamo protetti dalla potente tua mano, perché il fortissimo tuo braccio ci tragga dalla schiavitù del peccato e ci liberi da chi ingiustamente ci odia.
    Dà concordia e pace a noi e a tutti gli abitanti della terrà, come la desti ai nostri padri, quando ti invocarono santamente nella fede e nella verità. Rendici sottomessi al tuo Nome potente ed eccellentissimo, ai nostri prìncipi e tutti coloro che ci governano in terra.
    Tu, o Maestro, hai dato loro il potere della regalità con la tua magnifica e invisibile potenza, perché, conoscendo la gloria e l'onore che loro hai partecipato, noi siamo sottomessi e non ci opponiamo alla tua volontà. Concedi loro, o Signore, salute, pace, concordia, stabilità, affinché possano esercitare la sovranità che loro hai data senza contrasti. Sei infatti Tu, o Maestro, re dei secoli, che concedi ai figli degli uomini gloria, onore e potere sulle cose della terra. Dirigi, Signore, il loro spirito, affinché seguano ciò che è bene, ciò che piace a te e, esercitando il potere che loro hai dato nella pietà, nella pace e nella mansuetudine, ti abbiamo sempre propizio. Tu solo puoi fare queste cose e procurarci beni anche più grandi.
    Ti ringraziamo nel grande sacerdote e capo delle anime nostre, Gesù Cristo, nel quale sia a Te gloria e grandezza, adesso e nei secoli dei secoli, attraverso tutte le generazioni. Così sia" (San Clem. Romano, Ippolito Hemmer, p. 121, 129, Picard, 1909).
    da dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste , trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 1308-1312.»







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    "Abbé Hubert Raymond Petit, in memoriam..."
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    Ligue Saint Amédée
    http://www.saintamedee.ch
    https://www.facebook.com/SaintAmedee/
    «Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»

    23 novembre : Saint Clément I, Pape et Martyr († 100)
    23 novembre : Saint Clément I, Pape et Martyr (? 100) :: Ligue Saint Amédée
    “23 novembre : Saint Clément I, Pape et Martyr († 100).”
    http://liguesaintamedee.ch/applicati...nt_clement.jpg








    Réquiem aetérnam dona eis, Dómine, et lux perpétua lúceat eis. Requiéscant in pace. Amen.
    Cor Jesu Sacratissimum, miserere nobis!!!
    Regina Sacratissimi Rosarii Ora Pro Nobis!!!

    Luca, Sursum Corda – Habemus Ad Dominum!!!
    ADDIO GIUSEPPE, amico mio, sono LUCA e nel mio CUORE sarai sempre PRESENTE!
    «Réquiem aetérnam dona ei, Dómine, et lux perpétua lúceat ei. Requiéscat in pace. Amen.»

    SURSUM CORDA - HABEMUS AD DOMINUM!!! A.M.D.G.!!!

 

 
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