«La Cdl era una specie di ectoplasma». (Il parolaio di Arcore)
«La Cdl era una specie di ectoplasma». (Il parolaio di Arcore)
Malumore tra i dirigenti: "Altri presto con Storace"
di Gianandrea Zagato - domenica 25 novembre 2007, 10:05 Stampa
Invia ad un amico
Vota
Risultato
Occupare San Babila non frena la fuga da An. Quelli del partito di Francesco Storace si fregano le mani. «Stamani ne abbiamo incontrati altri quattro». Chi? Silenzio d’obbligo, «le trattative sono in corso». Già, meglio non far nomi e cognomi degli esponenti di An pronti al trasloco. Non è questione di privacy, naturalmente.Èper non perdere l’effetto-sorpresa, come lo choc dell’uscita di Carla De Albertis. «Siamo solo all’inizio.
C’è un personale politico che è stufo delle ambiguità che da tempo si manifestano dentro An» chiosa Luciano Buonocore, ex dirigente missino. «Noi, siamo con Silvio Berlusconi, senza se e senza ma» continua Buonocore sventolando quel volantino diffuso in San Babila da Azione Giovani, «Silvio, por que no te callas?». Commento, «inaccettabile». Aggettivo che replica anche un probabile, «e non impossibile», transfuga da An al movimento di Storace: «Come si fa a restare in un partito che invita Silvio Berlusconi a stare in silenzio? Senza di lui, io e loro, stavamo ancora nel ghetto di via Ludovico Mancini a contare tessere e, purtroppo, morti».
Fuga da An, dunque. Ma per verità di cronaca va rimarcato che i fuggiaschi pretendono anche poltrone. «Ad esempio, la De Albertis reclamava un seggio al Parlamento per non lasciare An» commenta un colonnello di Gianfranco Fini. La risposta, evidentemente, non è stata positiva e, ieri, Storace via-Ansa parla di «ricattatori» che «avranno risposte adeguate» dopo la «cacciata dell’ex assessore» che «non ci lascia indifferenti»: «Riunirò i dirigenti nazionali del partito romano e discuteremo di provinciali. Se i metodi sono questi, non ci interessano certe alleanze».
An in San Babila non commenta, «buona fortuna a chi se ne va» è il leit motiv del partito che raduna poco più di quattrocento persone sotto la pioggia.
Refrain che, dicono, potrebbe essere replicato anche per Stefano Di Martino, vicepresidente del consiglio. Di Martino sarebbe pronto a fare le valigie. Il suo legame con An si sarebbe ormai deteriorato e poi c’è un dettaglio sgradito ai garantisti di An: Stefano Di Martino è indagato dal pm Grazia Pradella per abuso d’ufficio, avrebbe cioè approfittato del suo ruolo istituzionale per fare arrivare un finanziamento del comune all’associazione Alkeos presieduta da Emanuela Troisi.
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=223083
Pronto a traslocare con Storace sarebbe pure Gianfranco De Nicola, capogruppo in Provincia: con lui, primo dei non eletti a Palazzo Marino, i vertici di An hanno da sempre rapporti difficili e, quindi, è impossibile un suo ingresso al Comune. Unica soluzione, per lui, in vista della tornata elettorale sarebbe dunque quella di cambiare casacca. Che sarebbe infine possibile anche per un ex assessore regionale, Carlo Borsani, messo all’angolo dal nucleo dirigente di An. Fuggiaschi già imitati a Monza dal consigliere comunale Edda Ceraso e in quel di Parabiago da tutta la sezione di An.
gianandrea.zagato@ilgiornale.it
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=223083&START=1&2col=
da Milano
Quelli di An scommettono su chi è il prossimo. Toto-Storace sotto la pioggia battente di piazza San Babila. Anche se ad ogni nome e cognome replicano, «è una fuga idealista e cioè con l’idea di essere messo in lista». Battuta almirantiana replicata da Ignazio La Russa, mentre Azione Giovani distribuisce un volantino dal titolo in spagnolo: «Silvio, por que no te callas?». Ironia («Silvio, perché non stai zitto?») che non fa sorridere Ignazio La Russa troppo alle prese con il trasloco armi e bagagli di un pezzo di partito.
Primo della lista è Stefano Di Martino. Si nota la sua assenza sul palco, dove Ignazio La Russa chiama a raccolta tutto lo stato maggiore. È assente, dicono, ma «giustificato»: il vicepresidente del Consiglio comunale «è a una manifestazione di monarchici fuori Milano». Comunque, non negano che il suo rapporto con An si è ormai rotto e che ha il suo peso pure quell’iscrizione fatta dal pm Grazia Pradella nel registro degli indagati per il reato di abuso d’ufficio. Accusa di aver approfittato del suo ruolo istituzionale per fare arrivare un bel gruzzolo di soldi ad un’associazione italo-cinese presieduta da una sua amica.
Dettaglio di troppo per An, che non peserebbe invece su La Destra: «Il partito di Storace con Di Martino si troverebbe invece un rappresentante nel Consiglio comunale», osserva un larussiano doc. Già, difficile ipotizzare l’ingresso nell’aula di Palazzo Marino - sede e simbolo dell’amministrazione Moratti - per un altro candidato ideale del movimento di Storace, Gianfranco De Nicola. Capogruppo provinciale di An e primo dei non eletti al Comune di Milano, De Nicola sarebbe pronto al salto. «Piuttosto che vederlo in Comune, evitiamo di sostituire l’assessore Carla De Albertis (altra transfuga da Storace, ndr) con il capogruppo consiliare Carlo Fidanza» annotano dall’entourage di La Russa. E, quindi, a De Nicola non resta che passare di là ovvero di lasciare il partito di Fini per La Destra, che avrebbe quindi un gruppo anche nell’istituzione Provincia di Milano.
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=222976
E in Regione? Tutti indicano come «non impossibile» l’uscita del consigliere Silvia Ferretto. Decisione non facile per la moglie del vicesindaco di Milano De Corato (anche lui An), che eletta nelle file di An è da anni in quota al gruppo misto del Consiglio regionale lombardo. «Scelta provocata da incidenti di percorso personali divenuti insuperabili» chiosa un assessore, che non nasconde lo stato di crisi tra Ferretto e il gruppo dirigente di An esploso in clamorose denunce.
Ma c’è anche un ex assessore della Regione che, secondo il tam-tam degli ex missini, potrebbe trovare collazione nella Destra di Storace. È Carlo Borsani junior - figlio della medaglia d’oro al valor militare Carlo, storica figura del fascismo repubblicano -, che dopo la guida dell’assessorato alla Sanità si ritrova parcheggiato alla presidenza dell’Istituto dei tumori. «Alle ultime regionali non è riuscito a farsi eleggere, nonostante il peso del suo assessorato», raccontano i suoi supporter: «Sta in panchina, stufo di aspettare la chiamata e con voglia di voltare pagina senza perdere tempo».
«Siamo solo all’inizio» dicono all’unisono Daniela Santanchè e Luciano Buonocore: «Stamani abbiamo incontrato altri personaggi di primo piano di Milano e della provincia che stanno passando con noi. Gente stufa dell’ambiguità che si manifesta dentro An. E che, sia chiaro, vogliono stare ancora con Berlusconi senza se e senza ma».
gianandrea.zagato@ilgiornale.it
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=222976&START=1&2col=
beh fini è stato fottuto...nulla da fare...se lui pensa ke a destra si voti ancora x i programmi...e non solo x l'uomo immagine...
x il resto mi fa particolarmente ridere il forumista di assalto, ke mi pare sia del movimento de la destra, e poi c'ha l'avatar di tremonti..mah
Cosa deve fare AN?
Sicuramente (ri)-mettersi a parlare di lotta alla corruzione, di lotta alla mafia ed alla criminalità più o meno organizzata.
Magari tirando fuori quello che è stato uno dei valori più alti della destra, il senso dello stato. Tutti valori dimenticati dopo l'alleanza con Berlusconi.
Vorrei far notare che alla manifestazione di Roma sono arrivati due messaggi, quello della vedova Borsellino e quello della figlia di Dalla Chiesa.
Il caro ex alleato non credo abbia tirato mai pronunciato la parola mafia per 13 anni ( questo non significa che lo considero un mafioso).
Dico solo che i valori e le priorità della destra ( enon parlo della nostalgia o di cavolate simili) una volta erano diverse.
Se An seguirà questo filo potrebbe recuperare voti da chi ( come me) ha smesso di votarla a seguito dell'alleanza con l'uomo mediaset.