Ultimamente su questo forum le polemiche e le minacce si sprecano.
Il livello ultimamente è sceso.
Comunque, volevo cercare di proporre una discussione seria, non incentrata principalmente sui fatti della politica nazionale.
L'area politica della destra radicale e sociale ha ricevuto nel dopoguerra due eredità: quella tradizionalista e quella futurista.
Mi spiego meglio: il Futurismo è stato un movimento artistico e politico che voleva rompere gli schemi completamente.
Era contrario alla mentalità da museo, contrario al becero al mantenimento dello status quo e quindi contrario a certo conservatorismo becero, contrario al mito egualitario di certo liberalismo, del socialismo e del comunismo.
Esaltava la vitalità, la disuguaglianza, la virilità guerriera, esaltava la dinamicità, il progresso tecnologia, l'innovazione e tutto ciò che era azione e stupore.
Il Futurismo quindi voleva scuotere l'Europa liberal-borghese della Belle Epoque senza però scadere in un socialismo, che ai futuristi sapeva di buonismo e quindi ancora più decadente.
Questo è il manifesto di FTM sul Futurismo:
Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità.
Il coraggio, l'audacia, la ribellione, saranno elementi essenziali della nostra poesia.
La letteratura esaltò fino ad oggi l'immobilità penosa, l'estasi ed il sonno. Noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l'insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il pugno.
Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova; la bellezza della velocità. Un automobile da corsa col suo cofano adorno di grossi tubi simili a serpenti dall'alito esplosivo...un automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia, è più bella della Vittoria di Samotracia.
Noi vogliamo inneggiare all'uomo che tiene il volante, la cui asta ideale attraversa la Terra, lanciata a corsa, essa pure, sul circuito della sua orbita.
Bisogna che il poeta si prodighi con ardore, sfarzo e munificenza, per aumentare l'entusiastico fervore degli elementi primordiali.
Non v'è più bellezza se non nella lotta. Nessuna opera che non abbia un carattere aggressivo può essere un capolavoro. La poesia deve essere concepita come un violento assalto contro le forze ignote, per ridurle a prostrarsi davanti all'uomo.
Noi siamo sul promontorio estremo dei secoli!... Perché dovremmo guardarci alle spalle, se vogliamo sfondare le misteriose porte dell'impossibile? Il Tempo e lo Spazio morirono ieri. Noi viviamo già nell'assoluto, poiché abbiamo già creata l'eterna velocità onnipresente.
Noi vogliamo glorificare la guerra - sola igiene del mondo - il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore del liberatori, le belle idee per cui si muore e il disprezzo della donna.
Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie d'ogni specie, e combattere contro il moralismo, il femminismo e contro ogni viltà opportunistica e utilitaria.
Noi canteremo le grandi folle agitate dal lavoro, dal piacere o dalla sommossa: canteremo le marce multicolori e polifoniche delle rivoluzioni nelle capitali moderne; canteremo il vibrante fervore notturno degli arsenali e dei cantieri, incendiati da violente lune elettriche; le stazioni ingorde, divoratrici di serpi che fumano; le officine appese alle nuvole per i contorti fili dei loro fumi; i ponti simili a ginnasti giganti che fiutano l'orizzonte, e le locomotive dall'ampio petto, che scalpitano sulle rotaie, come enormi cavalli d'acciaio imbrigliati di tubi, e il volo scivolante degli aeroplani, la cui elica garrisce al vento come una bandiera e sembra applaudire come una folla entusiasta. È dall'Italia che noi lanciamo per il mondo questo nostro manifesto di violenza travolgente e incendiaria col quale fondiamo oggi il FUTURISMO perché vogliamo liberare questo paese dalla sua fetida cancrena di professori, d'archeologi, di ciceroni e d'antiquari. Già per troppo tempo l'Italia è stata un mercato di rigattieri. Noi vogliamo liberarla dagli innumerevoli musei che la coprono tutta di cimiteri.
Filippo Tommaso Marinetti
Dall'altra parte, c'è sempre stata nella Destra italiana un'anima tradizionalista.
Innanzitutto il Nazionalismo italiano di Corradini e dell'ANI aveva fatto riemergere il mito di Roma non solo da un mero punto di vista storiografico e passatista ma anche politico. Si esaltava il mito di Roma come simbolo della potenza italica e della nostra Tradizione.
Questa istanza fu portata avanti anche dal Fascismo italiano: Mussolini infatti si ispirò direttamente ai fasti della Roma arcaica e della Roma imperiale per dare nuovamente slancio ad un'Italia corrotta dalla mediocrità liberale e dalla sovversione socialista e bolscevica.
Nel Fascismo c'è sempre stata una corrente di Destra radicale e tradizionalista: Alfredo Rocco, il giurista corporativista ex membro dell'ANI che riformò il codice penale e civile italiano per non parlare del suo contributo alla Carte del Lavoro; Carlo Costamagna, giurista ed esperto di corporativismo; Julius Evola, tradizionalista di tendenza paganeggianti e profondo conoscitore della questione razziale.
Poi a questo filone si aggancia anche quello nazionalista cattolico di Giovanni Preziosi, fiero avversario dell'influenza ebraica sull'Europa e sulla vita politica italiana.
Insomma, pur essendoci pagani e cattolici (Arturo Reghini pagano tacciato di simpatie filo-massoniche da certi cattolici, Julius Evola pagano che però riconosceva aspetti positivi al Cattolicesimo, Rocco che riteneva positivo il cattolicesimo medievale, Preziosi cattolico convinto e anti-giudaico) il Fascismo ha lasciato in eredità anche una corrente tradizionalista, nazionalista ma che al tempo stesso metteva in discussione il nazionalismo di matrice giacobina e guardava all'Europa.
Un Tradizionalismo non conservatore, ma dinamico, che riteneva che dovessero mutare le forme ma non la sostanza di determinati principi.
Un Tradizionalismo che si ricollega all'esperienza della Rivoluzione conservatrice tedesca.
Un Tradizionalismo che però spesso andava contro le vene troppo libertine e libertarie di un certo futurismo.
Voi cosa ne pensate di questi due filoni in contrasto fra loro ma al tempo stesso simili della destra radicale?
Pensate, come Faye, che sia possibile una sintesi di Tradizionalismo e Futurismo nell'Archeo-futurismo?