La Destra pronta al voto con Berlusconi per licenziare Prodi (intervista de La Sicilia)
Scritto da NelloMusumeci Giovedì 22 Novembre 2007 in Notizie.
Se ciò che è stato continua ad avere una sua importanza ed una sua valenza, al di là di quel che è accaduto e di quel che sarà, le capacità oratorie di Nello Musumeci continuano ad affascinare e conquistare a destra e sinistra. Beh, politicamente diciamo, ovviamente, più a destra.
Persino Fini si sperticò in complimenti in un’altra era. Sabato all’assemblea costituente de La Destra di Francesco Storace, di cui Musumeci è uno dei fondatori ed è entrato di diritto nell’esecutivo nazionale, l’eurodeputato ex presidente per due volte della Provincia di Catania ha parlato prima di Silvio Berlusconi. Risultando molto convincente anche per il leader della Cdl e totalizzando in 47 minuti di interventi 42 applausi. Questo per le note statistiche. Ma il resto, cioé questa Destra appena nata, è cronaca o è storia.
«E’ futuro - dice secco e deciso Nello Musumeci - perché è nel Dna stesso della destra il senso della modernità, dell’anticipazione. E questa Destra vuole essere inclusiva, vuole essere vicina ai cittadini, vuole sviluppare una attenta politica anche nel campo dell’immigrazione e dell’integrazione, per cui noi riteniamo che chi viene nel nostro paese nella legalità abbia certamente diritti, ma anche chiari doveri».
Ma questa Destra rischia di essere il contenitore del delusi di An? Non sarebbe troppo poco?
«Non lo è affatto - ribatte Musumeci - tutt’altro. La Destra nasce per affermare quei valori che sono stati smarriti, per segnare un percorso diverso da quello scelto da Fini che sta portando An nel Ppe con tutti i democristiani d’Europa. Ma sbaglia chi pensa che la Destra vuol fare la guerra ad An. Non ci interessa. Noi vogliamo mettere la nostra azione politica al servizio di chi è stando di una politica che ha finito col produrre l’antipolitica con il suo schiacciamento al centro. Vogliamo essere il partito di chi non vota, di quel vasto astensionismo che testimonia la disaffezione dei cittadini verso la politica. Ma vogliamo essere anche vicini alle nuove sacche di povertà crescente nel nostro paese, un dato sempre più preoccupante che viene colpevolmente ignorato da chi ha scelto ormai da anni si sostenere un neoliberismo selvaggio».
Non contro An, dunque, al di là delle diverse vedute e della storia contemporanea divaricata. Anche perché, bene o male, si sta tutti insieme dentro questa Casa delle Libertà o no?
«Noi abbiamo ribadito a Silvio Berlusconi la nostra coerenza con il progetto del centrodestra. Quel che vogliamo è, per il bene del paese, mandare presto a casa Prodi e il suo governo. E andare poi al voto con questa legge, modificata semplicemente con l’inserimento del premio di maggioranza anche al Senato ».
Beh, in linea puramente teorica è quello che dicono anche Fini e Casini. Un giorno. Il giorno dopo un po’ meno, però…
«Quel che mi sembra assurdo è che un leader di partito un giorno parli di elezioni anticipate e il giorno dopo apra a Veltroni e alle sue proposte di riforme per quello che pare essere solo un dispetto fatto a Berlusconi, reo di essere andato all’assemblea costituente di Storace e de la Destra. Ma, voglio dire chiaramente, qui il problema non è quello del contenitore chiamato Cdl, ma dei contenuti su cui bisogna tornare a lavorare per costruire un autentico progetto comune. I sondaggi dicono che oggi il 65% degli italiani è stanco di Prodi. Ma alle urne bisogna andare con le idee chiare su come governare il paese. E, aggiungo, non con un partito unico ma con una federazione. La Destra è pronta a scommettere il suo attuale 5% che potrà diventare anche 7% quando ci saremo strutturati. Ma per un progetto,non per un’avventura».
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