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  1. #1
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    Predefinito Governo: Dini, Non Ha Piu' Una Maggioranza Sicura

    Roma, 27 nov. (Adnkronos) - "Abbiamo posto all'attenzione del governo alcuni problemi: riforma elettorale e istituzionale, finanza pubblica, welfare e sicurezza. Quando noi chiediamo il cambio del quadro politico significa che non c'e' piu' una maggioranza sicura per il governo e si chiede qualcosa di diverso, perche' questo governo non riesce a sollevare il Paese dal declino in cui si trova". Lo ha detto il leader dei Liberaldemocratici, Lamberto Dini, parlando con i giornalisti al Senato dopo la presentazione della formazione costituita insieme a Unione democratica dopo l'addio al gruppo dell'Ulivo trasformatosi in Pd.
    http://www.adnkronos.com/IGN/Politic...1.0.1605261090

    (POL) Welfare, Boselli: Serve un nuovo programma e un nuovo governo
    Roma, 27 nov (Velino) - “Rifondazione chiede una verifica a gennaio? Rifondazione non ha torto, c’è un serio problema e oggi ne abbiamo avuto la conferma: il governo è venuto meno non solo a un impegno preso al Senato con...http://www.ilvelino.it/articolo.php?Id=454252#454252

  2. #2
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    Citazione Originariamente Scritto da -UDC- Visualizza Messaggio
    Roma, 27 nov. (Adnkronos) - "Abbiamo posto all'attenzione del governo alcuni problemi: riforma elettorale e istituzionale, finanza pubblica, welfare e sicurezza. Quando noi chiediamo il cambio del quadro politico significa che non c'e' piu' una maggioranza sicura per il governo e si chiede qualcosa di diverso, perche' questo governo non riesce a sollevare il Paese dal declino in cui si trova". Lo ha detto il leader dei Liberaldemocratici, Lamberto Dini, parlando con i giornalisti al Senato dopo la presentazione della formazione costituita insieme a Unione democratica dopo l'addio al gruppo dell'Ulivo trasformatosi in Pd.
    http://www.adnkronos.com/IGN/Politic...1.0.1605261090

    (POL) Welfare, Boselli: Serve un nuovo programma e un nuovo governo
    Roma, 27 nov (Velino) - “Rifondazione chiede una verifica a gennaio? Rifondazione non ha torto, c’è un serio problema e oggi ne abbiamo avuto la conferma: il governo è venuto meno non solo a un impegno preso al Senato con...http://www.ilvelino.it/articolo.php?Id=454252#454252
    è la solita acqua fresca.
    Quando si tratta di votare,poi il dissenso scompare.La solita manfrina della sinistra.

  3. #3
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    Parole al vento; in pochi giorni siamo passati da "non c'è più una maggioranza" a "non c'e' piu' una maggioranza sicura per il governo".
    La differenza c'è.

  4. #4
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    Roma, 27 nov. (Adnkronos) - "Rifondazione chiede una verifica a gennaio? Rifondazione non ha torto, c'e' un serio problema ed oggi ne abbiamo avuto la conferma: il governo e' venuto meno non solo a un impegno preso al Senato con i socialisti, ma anche all'impegno preso con gli italiani nel programma dell'Unione, e cioe' realizzare un sistema di protezione sociale per il lavoro flessibile. In particolare avevamo proposto una indennita' di disoccupazione per i lavoratori co.co.pro legata ad un buono formativo: l'inizio di una seria flex security anche in Italia. A Rifondazione dico pero' che una verifica mi sembra poco: occorre un nuovo programma di governo visto che questo non viene rispettato e probabilmente un nuovo governo. E' a Prodi che spetta il compito di prendere una iniziativa''. E' quanto afferma il leader socialista Enrico Boselli.

  5. #5
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    (POL) Senato, Dini e Bordon: Maggioranza finita, governo inadeguato

    Roma, 27 nov (Velino) - È partita ufficialmente oggi a Palazzo Madama, l'"offerta pubblica di sottoscrizione" da parte dei Liberaldemocratici di Lamberto Dini e dell'Unione democratica di Willer Bordon e Roberto Manzione, nei confronti dei senatori della maggioranza del centrosinistra che mal tollerano la politica dell'esecutivo Prodi, soprattutto per ciò che riguarda i condizionamenti della sinistra radicale. Con una conferenza stampa annunciata nei giorni scorsi, infatti, le due componenti che recentemente si sono distaccate dal progetto del Partito democratico, hanno illustrato per bocca del presidente Dini la loro piattaforma politica comune e i motivi che hanno reso insostenibile l'incompatibilità col progetto politico di Walter Veltroni. "Non siamo usciti da alcun gruppo - ha detto ai giornalisti Bordon - perché l'Ulivo da ieri non esiste più. Curiosamente Veltroni ha sostenuto la necessità di modificare i regolamenti parlamentari per impedire la formazione di gruppi che non corrispondano a forze che hanno ottenuto un'investitura popolare, salvo poi fare una cosa del genere con la creazione del gruppo Pd".
    "Pensiamo - ha proseguito Bordon - che ci siano al Senato tanti altri che la pensano come noi, e oggi facciamo una sorta di offerta pubblica di sottoscrizione, perché vorremmo vedere altri che si uniscono al nostro progetto". In precedenza, era stato Dini a enumerare in sintesi in punti qualificanti del programma della nuova componente parlamentare, a partire dalla legge elettorale, per la quale Ld e Ud sostengono un sistema "compiutamente maggioritario" e dalle riforme istituzionali, dove viene sostenuto un sistema "più esplicitamente presidenzialista". Ma la parte sicuramente più rilevante della piattaforma di Ld-Ud è quella relativa al Welfare e alla Finanza pubblica, grazie alla quale Dini e gli altri senatori presenti hanno potuto ribadire la propria linea di intransigenza rispetto alle istanze dell'ala radicale dell'Unione, esprimendo, nel caso dell'ex-premier, la soddisfazione per la "grossa sconfitta" subita dai partiti radical alla Camera sul ddl che recepisce il protocollo di accordo dello scorso 23 luglio, su cui è stata posta la fiducia.
    "Sarebbe stato un grave danno - ha detto Dini - per il meccanismo della concertazione tra le parti sociali, introdurre una prassi per la quale un accordo sottoscritto dalle stesse parti e approvato da un referendum venisse modificato in seguito alle richieste di una parte politica". Ma la soddisfazione di Dini non vuol dire automaticamente l'appoggio al Senato sul testo su cui l'aula di Montecitorio si accinge a votare la fiducia: "Il ritorno al protocollo - ha detto Dini a margine della conferenza - è sostanzialmente ottenuto, ma dobbiamo leggere bene il testo, poiché contiene delle deleghe, come quella sui lavori usuranti, che vanno verificate".
    E di fronte alle proteste di Pdci e Prc, l'opinione dei convenuti circa l'inesistenza di una maggioranza politica che sostenga l'azione del governo Prodi esce rafforzata: "Da tempo - dice Bordon - la maggioranza non esiste più. Noi abbiamo avvertito per tempo che così non si poteva andare avanti". Gli fa eco il presidente Dini, il quale chiosa affermando che "quando noi chiediamo il cambio del quadro politico significa che non c'è più una maggioranza sicura per il governo e si chiede qualcosa di diverso, perché questo governo si e' dimostrato inadeguato e non riesce a far superare al Paese il declino in cui si trova, riportandolo ai livelli di crescita e di sviluppo degli altri Paesi europei". (Mauro Bazzucchi)
    http://www.ilvelino.it/articolo.php?Id=454308#454308

  6. #6
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    ottimo...l'unione si sposta a destra mantenendo la parte sinistra.

  7. #7
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    Il solito teatrino dove tutti debbono prendere parte alla recita

  8. #8
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    Citazione Originariamente Scritto da zaffo Visualizza Messaggio
    Parole al vento; in pochi giorni siamo passati da "non c'è più una maggioranza" a "non c'e' piu' una maggioranza sicura per il governo".
    La differenza c'è.
    Se è per questo, in pochi giorni siamo passati da dichiarazioni del tipo "Torniamo al voto, subito" a frasi come "La data delle elezioni non puo' essere oggetto di trattativa".

    Deve averlo detto sicuramente qualcuno di sinistra.

  9. #9
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    Tanto c'hanno il culo incollato alla poltrona, solo se non si riforma la legge elettorale si andrà ad elezioni per evitare il referendum.

  10. #10
    - PDL -
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    (POL) Dini: Governo appeso a un filo, Prodi cerca di ricucire strappi

    Roma, 28 nov (Velino) - “Il governo è appeso a un filo, quindi non so quanto possa durare”. Anche se il ddl welfare su cui il governo ha posto la fiducia soddisfa le richieste dei suoi Liberaldemocratici il senatore Lamberto Dini considera ormai alla fine l’esperienza dell’esecutivo di Romano Prodi. Lo ribadisce intervenendo alla trasmissione Panorama del giorno, condotta da Maurizio Belpietro su Canale 5: “Il governo oscilla, vedremo quello che succederà di qui alla fine dell’anno”. E per salvare Prodi non può bastare nemmeno un rimpasto: “Oggi – spiega Dini – in Senato il governo non ha più una maggioranza politica, questa mi pare sia la cosa più seria”. E se il presidente del Consiglio “è comunque convinto di proseguire la sua azione, andrà avanti fino a quando non ci sarà effettivamente un voto contrario sul governo. Questo potrebbe accadere visto lo scontento che si sta diffondendo anche in Parlamento. Mi pare che anche lì si registri lo scontento, così diffuso nel paese, nei riguardi di questo governo che non sembra essere capace di affrontare i veri problemi del paese, che è il declino economico in particolare. Vedo la posizione dei socialisti, vedo la spaccatura interna a Rifondazione comunista e c’è la nostra posizione contro misure che danneggiano il paese, in particolare l’aumento della spesa corrente. Questa volta il governo ha accontentato la posizione che noi abbiamo espresso, poi – dice Dini – quando si tratterà delle altre questioni vediamo quella che sarà la posizione di Rifondazione comunista”. L’ex premier commenta quindi il testo del ddl welfare: “Come ci si può ribellare a un’intesa quando questa è stata approvata e ratificata da un referendum promosso dei sindacati nelle fabbriche con cinque milioni di lavoratori? Come si può pensare a una cosa del genere. Sarebbe stato un fatto molto grave per il governo e per il presidente del Consiglio non mandare avanti il protocollo che lui stesso aveva firmato”.
    La sensazione che il governo abbia esaurito la sua spinta ce l’ha anche un altro “diniano”, il senatore Natale D’Amico: “È evidente che questo quadro politico non va. L’esecutivo è debole e non sembra in grado di risollevare il paese”. “Noi – spiega – crediamo che serva un governo di sospensione, estraneo alla competizione bipolare, in grado di affrontare il tema delle riforme”. La soluzione è che “i partiti più grandi dovrebbero mettersi d’accordo per aprire la strada a un governo di questo tipo”. Insomma, basta con Romano Prodi anche se “sta facendo il massimo possibile in un quadro politico complessivamente debole”. Ma proprio il premier, a margine di un incontro con alcuni studenti di una scuola media in occasione dell’iniziativa La Repubblica dei ragazzi, promossa dal ministero dello Sviluppo economico, cerca invece di minimizzare lo scontro in atto nella maggioranza. E dopo la richiesta di una verifica da parte del Prc, furioso per la fiducia sul ddl welfare, spiega: “Non sono minacce, ma riflessioni e richieste di un dialogo e di un confronto politico al quale non mi rifiuto mai. Anzi, abbiamo definito una proposta sul welfare che è stata frutto di una serie di mediazioni, di una composizione di obiettivi e della loro armonizzazione. Credo – assicura quindi il premier – che abbiamo raggiunto l'obiettivo che ci proponevamo. E su questo siamo sempre disposti successivamente a riflettere. Però, c’è un momento in cui il governo deve prendere una decisione. Questa decisione l’abbiamo presa, in piena coscienza e me ne assumo completamente la responsabilità”.
    Le rassicurazioni di Prodi, però, non sembrano in grado di ricomporre le fratture che si sono create all’interno dell’Unione. Il capogruppo di Rifondazione alla Camera, Gennaro Migliore, del resto replica: “Non possiamo essere tranquillizzati da dichiarazioni dell’ultima ora: si tratta a questo punto di dire con pacatezza, ma determinazione di vedere qual è il progetto di legislatura e quali sono punti sui quali si intende mantenere gli impegni con gli elettori”. E domani la corsa a ostacoli per Prodi continua. In un clima di “guerra”, arriva in aula al Senato il dl sicurezza. In attesa di vedere cosa succederà è Stefano Folli, editorialista del Sole24Ore, ad analizzare la situazione: “Ieri Prodi doveva scegliere e ha scelto, ponendo la fiducia. Con ciò ha ammesso che la sintesi nella coalizione è impossibile
    (Umberto Di Giacomo)
    http://www.ilvelino.it/articolo.php?Id=454527#454527

 

 
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