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  1. #1
    Vedo la mano invisibile
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    Predefinito E' provato, l'omeopatia è inutile.

    È provato: «L'omeopatia è inutile»
    «Solo un placebo, effetti collaterali inattesi». Nuova ricerca di Lancet. I farmacologi: basta aiuti



    ROMA — Efficace come un placebo. Finta medicina. O, se preferite, acqua fresca. Stangata di Lancet, la prestigiosa rivista di scienza, sull'omeopatia. Un articolo firmato sull'ultimo numero da Ben Goldacre, autore di un commento affilato anche sul quotidiano britannico Guardian, stronca la più gettonata delle terapie alternative citando cinque ampie revisioni degli studi condotti negli ultimi anni.

    Tutti, sostiene, portano alla stessa conclusione: «Non sono stati evidenziati vantaggi significativi rispetto ai placebo». Non basta. Goldacre insiste nel colpire duramente denunciando gli «inattesi effetti collaterali» e la mancanza di informazione adeguata. Seguono, sempre su Lancet, due servizi sull'ondata antiomeopatica nel Regno Unito, dove il governo ha tagliato i fondi pubblici ad alcuni centri che prescrivono le cure dolci, e sul buon vento che soffia in India dove il mercato sta crescendo del 25% all'anno, sostenuto da 100 milioni di pazienti.

    Alle insinuazioni replicano i Laboratoires Boiron, una delle maggiori aziende del settore, che cita i risultati di sperimentazioni condotte secondo le regole corrette dal punto di vista metodologico. Vengono rivendicati gli «effetti benefici degli interventi con omeopatia». «L'ennesimo attacco scientificamente ingiustificabile» è annoverato fra le attitudini sfavorevoli «al progresso nella conoscenza. L'omeopatia è una vera e propria chance per la medicina di domani — argomenta Boiron — ma non ce la fa da sola, ha bisogno di condividere il percorso con gli scienziati, mondo accademico e realtà ospedaliera».

    Polemiche anche in Italia dopo la divulgazione del documento della società italiana di farmacologia, la Sif, nell'ultimo numero della Newsletter. Bocciate oltre all'omeopatia («la forza delle evidenze che scaturisce dagli studi pubblicati è bassa e vengono in genere riportati risultati negativi»), agopuntura («efficacia moderata come nel caso delle patologie infiammatorie croniche»), medicina tradizionale cinese («su di essa esistono limitatissime informazioni, carenza aggravata dalle difficoltà legate alla lingua») e fitoterapia. Meno duro il giudizio sulle erbe: «Da anni molti medici in Italia le usano e hanno maggiore familiarità. Le prove di efficacia però non sono sempre entusiasmanti e se prescritte con troppa disinvoltura possono portare qualche guaio». Achille Caputi, presidente della Sif, spiega le ragioni dei farmacologi: «Per il servizio sanitario è un momento di estreme difficoltà economiche e non vediamo perché bisognerebbe rimborsare cure che non funzionano, come vorrebbe la proposta di legge in discussione al Parlamento».

    Sono circa 200 i centri ospedalieri e Asl che rimborsano le altre terapie (salvo versamento di ticket e prodotti a carico del paziente), grazie all'autonomia di spesa delle Regioni. La popolarità delle terapie alternative in Italia è per la prima volta in calo secondo l'ultima indagine Istat, 60 mila famiglie intervistate nel 2005. Gli italiani che almeno una volta hanno combattuto raffreddore, influenza e dolori intestinali o reumatici sono 7 milioni e 900 mila, un milione in meno rispetto al '99. Il motivo? Maggiore prudenza dopo gli articoli scientifici non rassicuranti.

    Margherita De Bac
    28 novembre 2007

    http://www.corriere.it/cronache/07_n...ba99c53b.shtml

  2. #2
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    Si è sempre saputo che è una balla. E li spacciano anche per medici.

    Dovrebbero ritirargli la laurea.

  3. #3
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    mi sa che questa sia la smentita definitiva..

  4. #4
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    COSA C'E' DI SBAGLIATO NEL PLACEBO?

    I denigratori di tutto il mondo, paragonano l'omeopatia al placebo nell'intenzione di dimostrarne la sua inutilità. Tuttavia, per una più accurata conoscenza dell'effetto placebo e del suo significato, nella medicina convenzionale, è necessario prendere in considerazione alcuni fatti; tra gli altri:
    1. la reale natura dell'effetto placebo è a tutti sconosciuta;
    2. questo effetto non è stato mai spiegato in termini di interazioni tra molecole e pertanto, deve essere basato su interazioni di tipo "immateriale", se mai esistono; qualcosa di molto simile, in altri termini, alla "forza vitale" dell'omeopatia;
    3. interazioni "immateriali" e, come tali, non misurabili, vengono comunemente scartate come non dimostrabili dalla medicina convenzionale. Tra l'altro, è proprio questo (la non misurabilità delle interazioni non materiali), uno dei maggiori soggetti dell'attuale disputa tra omeopatia e medicina convenzionale;
    4. ciò non impedisce alla medicina convenzionale di guardare all'effetto placebo come a qualcosa di "reale", al punto che, le sperimentazioni cliniche controllate, vengono comunemente pianificate includendo un gruppo di pazienti di "controllo" da trattare con "pastiglie di zucchero". Dunque, l'effetto placebo, per quanto misterioso ed inspiegabile, rappresenta ancora una parte importante della medicina convenzionale. Sarebbe, allora, bene comprendere perché l'omeopatia non debba essere trattata nello stesso modo;
    5. nonostante quanto riportato, non si può non considerare che l'effetto placebo è un effetto "curativo", ossia si riferisce ad individui "curati" con pastiglie di zucchero invece che di farmaco attivo
    Dobbiamo, allora, considerare il placebo una sorta di effetto indesiderato del trattamento o non sarebbe, forse, più saggio e consigliabile cercare di comprenderne la vera natura per sfruttarlo, nella terapia, in modo da ridurre l'incidenza delle reazioni tossiche o fatali ai farmaci convenzionali (7)?

    LA SPERIMENTAZIONE CLINICA CONTROLLATA: IL VANGELO APOCRIFO DELLA MEDICINA CONVENZIONALE

    La recente campagna di "The Lancet" contro l'omeopatia, è stata lanciata da esperti nella sperimentazione clinica controllata (CCT) ed è, quindi, basata sul mai provato assunto che questa metodologia di indagine clinica sui farmaci, sia affidabile, riproducibile, accurata ed infallibile. Tuttavia, le cose non stanno affatto così.
    Nel 1991, il dr. Harris Coulter (10), nel suo libro: "The Controlled Clinical Trial: an analysis", afferma che:"...la CCT non può garantire la sicurezza e l'efficacia dei farmaci perchè I suoi fondamenti teorici non sono né realistici, né scientificamente corretti..." Questo punto di vista, è stato, di recente, confermato da studi che dimostrano come, nelle sperimentazioni cliniche controllate, non ci sia altra evidenza che l'interesse, più o meno mascherato, delle industrie farmaceutiche, di sfidare tutte le numerose e valide argomentazioni che dimostrano, in maniera inequivocabile, come la loro metodologia sia profondamente viziata (11). Di fatto, la metodologia della sperimentazione clinica controllata è essenzialmente basata sull'assunto, non realistico e anti-scientifico, che ogni data malattia mostri sempre le stesse caratteristiche anche in individui diversi e, come tale, possa essere trattata in un modo predeterminato ed uniforme.
    Nel mondo reale, tuttavia, non esistono due individui che siano uguali. Il dr. Coulter, per questo motivo, conclude: "...le sperimentazioni cliniche controllate non possono mai dire, ad un medico, come un certo paziente reagirà ad un determinato farmaco in un dato momento...".
    La rilevanza delle differenze individuali in un determinato trattamento è sottolineata dalla farmacogenetica, una branca relativamente nuova della medicina convenzionale che conferma come questo modo di vedere le cose non appartenga esclusivamente all'omeopatia (12, 13).
    Tra l'altro, l'impossibilità di predire la risposta individuale ai farmaci, è confermata dai numerosissimi rapporti di decessi dovuti a reazioni avverse a farmaci, che hanno condotto giornali e riviste statunitensi ad affermare che: "...la FDA* approva farmaci letali, mentre ritarda le terapie salva vita..." e, importanti e prestigiose riviste scientifiche, a dichiarare che è ormai giunta l'ora di creare una "scatola nera" per le avvertenze e il ritiro dal commercio dei farmaci di uso comune (15).
    Secondo il dr. Coulter, la sperimentazione clinica controllata, ha conquistato popolarità per ragioni essenzialmente politiche (16). Dati i costi, di simili sperimentazioni, esse possono essere usate dalle aziende farmaceutiche per limitare la concorrenza ed aumentare il prezzo dei medicinali. Ma gli interessi monopolistici non sono la sola frode "costituzionale" delle sperimentazioni cliniche controllate.
    La frode, nello studio della sicurezza dei farmaci, è un evento che ha elevate probabilità di verificarsi poiché un singolo ricercatore può ricevere (qui il riferimento è all'anno 1991) un milione di dollari l'anno per un solo programma di sperimentazione.
    Tra gli esempi più spaventosi di frode, negligenza, disonestà ed altre specie di comportamenti illegali, nelle sperimentazioni cliniche, l'autore cita la sperimentazione di un farmaco da impiegare nella prevenzione del rigetto di trapianto, sperimentazione che, su 650 pazienti trattati, aveva provocato 85 decessi, mai riferiti alla FDA.
    Per altro, negli anni recenti, questa tendenza alla frode, nella sperimentazione clinica controllata, non è molto cambiata se, come riportato dalla rivista "Nature" (17) il procuratore generale dello stato di New York, ha denunciato la Glaxo-SmithKline (GSK*), con l'accusa di aver omesso di riportare i risultati negativi riferiti da quattro studi effettuati sulla sicurezza e l'efficacia del Paxil.
    Frode nella ricerca clinica è stata anche denunciata da alcune prestigiose riviste scientifiche, quali il "British Medical Journal" (18), "Science" (19), il "Journal of Internal Medicine" (20) e lo stesso "The Lancet" (21).
    Con un simile quadro in mente, il lettore può certo valutare in modo più oggettivo la rilevanza clinica e scientifica della metodologia della sperimentazione clinica controllata e, forse, comprendere meglio perché, "raccolte" di simili indagini, come quelle che normalmente si fanno nelle cosiddette meta analisi, possano solo condurre a conclusioni confuse, incerte e molto lontane dalla realtà.

    ESISTE UN EFFETTO PLACEBO IN OMEOPATIA VETERINARIA?

    Per quanto controversa, l'omeopatia ha guadagnato grande popolarità nella medicina veterinaria (26) e, come è stato recentemente documentato, la sua intrinseca efficacia è, a volte, così convincente, che anche l'evidenza più contraria (alla sua efficacia), largamente propugnata dalla veterinaria convenzionale, viene tranquillamente ignorata da chi ne fa un uso ruotinario (27).
    Evidenze cliniche e di laboratorio, dimostrano che l'omeopatia è efficace oltre ogni ragionevole dubbio, come recentemente dimostrato, ad esempio, dagli studi clinici controllati volti ad indagare gli effetti immunomodulanti degli estratti acquosi di Calendula Officinalis (28) negli animali anche se, apparentemente, non esistono prove sufficientemente convincenti per i sostenitori della tesi del placebo.
    Tuttavia, la presunta esistenza dell'effetto placebo negli animali, ha bisogno di qualche commento.
    L'effetto placebo è considerato un fenomeno psicologico che può essere legato a diversi meccanismi, tra i quali, non ultimo, l'attesa di un beneficio clinico. Come recentemente dimostrato, la ricerca sull'effetto placebo, mette in luce l'instabilità della mente umana e la sua potenzialmente pericolosa tendenza ad essere manipolata, non solo in senso positivo (placebo), ma anche negativo ("nocebo"), a seconda dei tratti psicologici individuali e del contesto psico-sociale (29). Possiamo ragionevolmente ritenere che gli animali abbiano la capacità di ragionare sull'efficacia di un determinato trattamento? Può un animale essere consapevole del trattamento che gli viene somministrato? Può, un animale, essere scettico come un umano, riguardo ad un trattamento medico "alternativo"?
    E' evidente che l'efficacia dell'omeopatia nel trattare, con successo, gli animali, esclude in maniera netta la possibilità che essa sia da attribuire all'effetto placebo (30).

    Domenico Mastrangelo (Dipartimento di Scienze Oftalmologiche - Università degli Studi di Siena)
    Fonte: Domenico Mastrangelo, Cosimo Lorè: The growth of a lie and the end of "conventional" Medicine. Med Sci Monit, 2005; 11(12): SR27-31

    BIBLIOGRAFIA

    1. Shang A, Huwiler-Muntener K, Nartey L et al: Are the clinical effects of homoeopathy placebo effects? Comparative study of placebo- controlled trials of homoeopathy and allopathy. Lancet, 2005; 366: 726-32;

    2. No Authors: The end of homeopathy. Lancet, 2005; 366: 691-92

    3. Vandenbroucke JP: Homeoapthy and the growth of truth. Lancet, 2005; 366: 691-92

    4. Kent JT: Lectures on Homeopathic Philosophy. B. Jain Publishers Ltd, 1999; 41-46

    5. Reilly D, Taylor MA, Beattie NGM et al: Is evidence for homoeopathy reproducible? Lancet, 1994; 344: 1601-6

    6. Klaus L, Clausius N, Ramirez G et al: Are the clinical effects of homoeopathy placebo effects? A meta-analysis of placebo-controlled trials. 1997; 350: 834-43

    7. Di Blasi Z, Reilly D: Placebos in medicine: medical paradoxes need disentangling. BMJ, 2005; 330(7481):45

    8. http://nccam.nih.gov/about/aboutnccam/index.htm

    9. Trivieri L, Amderson JW eds: Alternative Medicine: The Defi native Guide. Celestial Arts-Berkeley, 2002; 270

    10. http://www.alkalizeforhealth.net/Lfr...ntresearch.htm

    11. Penston J: Large-scale randomised trials - a misguided approach to clinical research. Med Hypotheses, 2005; 64(3): 651-57

    12. Shah RR: Pharmacogenetics in drug regulation: promise, potential and pitfalls. Philos Trans R Soc Lond B Biol Sci. 2005; 360(1460): 1617-38

    13. Hiratsuka M, Sasaki T, Mizugaki M: Genetic testing for pharmacogenetics and its clinical application in drug therapy. Clin Chim Acta. 2005; [Epub ahead of print]

    14. http://www.lef.org/magazine/mag2004/may2004_awsi_03.htm

    15. Lasser KE, Allen PD, Woolhandler SJ et al: Timing of new black box warnings and withdrawals for prescription medications. JAMA. 2002; 287(17): 2215-20

    16. Trivieri L, Anderson JW eds: Alternative Medicine: The Defi nitive Guide. Celestial Arts, 2002; 44-59

    17. Nature. 2004; 429(6992): 589

    18. White C: Suspected research fraud: diffi culties of getting at the truth. BMJ, 2005; 331(7511): 281-88

    19. Hangmann N: Scientifi c misconduct: cancer researchers sacked for alleged fraud. Science, 2000; 287(5460): 1901-2

    20. Sleight P: Where are clinical trials going? Society and clinical trials. J Intern Med, 2004; 255(2): 151-58

    21. Hoeksema HL, Troost J, Grobbee DE et al: Fraud in a pharmaceutical trial. Lancet, 2000; 356(9243): 1773

    22. http://www.healthy.net/scr/article.asp?ID=1640

    23. http://www.homeopathyhome.com/refere...n/organon.html

    24. http://www.homeoint.org/books/kentrep/

    25. Kent JT: Repertory of the Homeopathic Materia Medica. B. Jain Publishers LTD.
    Reprint edition - 2003

    26. Hektoen L: Review of the current involvement of homeopathy in veterinary practice and research. Vet Rec, 2005; 157(8): 224-29

    27. Hektoen L: Investigations of the motivation underlying Norwegian dairy farmers' use of homoeopathy. Vet Rec. 2004; 155(22): 701-7

    28. Barbour EK, Sagherian V, Talhouk S et al: Evaluation of homeopathy in broiler chickens exposed to live viral vaccines and administered Calendula offi cinalis extract. Med Sci Monit, 2004; 10(8):BR281-BR285

    29. Coiloca L, Benedetti F: Placebos and painkillers: is mind as real as matter? Nature Reviews Neurosciences, 2005; 6: 545-52

    30. Trivieri L, Anderson JW eds: Alternative Medicine: The Defi nitive Guide.Celestial Arts, 2002; 274

    31. http://www.heall.com/body/healthupda...ersedrugs.html

    32. Chyka PA: How many deaths occur annually from adverse drug reactions in the United States? Am J Med, 2000; 109(2): 122-30

    33. http://www4.dr-rath-foundation.org/H...2020/index.htm

    34. http: //www.healingdaily.com/conditions/pharmaceutical-companies-2.htm

    35. Lazarou J, Pomeranz BH, Corey PN: Incidence of Adverse Drug Reactions in Hospitalized Patients: A Meta-analysis of Prospective Studies. JAMA, 1998; 279: 1200-5

  5. #5
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    Se so che è un placebo la patacca non funziona. E poi l'effetto placebo è limitato ad alcuni disturbi.

  6. #6
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    non c'è niente di strano nel fatto che non funzioni, che la "memoria dell'acqua" non esista ci arrivano anche i bambini

    non mi serve lancet per sapere che l'omeopatia è come l'astrologia
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    Citazione Originariamente Scritto da Ronnie Visualizza Messaggio
    non c'è niente di strano nel fatto che non funzioni, che la "memoria dell'acqua" non esista ci arrivano anche i bambini

    non mi serve lancet per sapere che l'omeopatia è come l'astrologia
    Quoto.

  8. #8
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    Citazione Originariamente Scritto da ConteMax Visualizza Messaggio
    Se so che è un placebo la patacca non funziona. E poi l'effetto placebo è limitato ad alcuni disturbi.
    capisco... ma come si può concepire l'effetto placebo nell'omeopatia veterniaria?

  9. #9
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    Citazione Originariamente Scritto da polemiko Visualizza Messaggio
    capisco... ma come si può concepire l'effetto placebo nell'omeopatia veterniaria?
    L'omeopatia e' una balla colossale.
    L'acqua non ha nessuna "memoria", e anche se ne avesse una, cio' non renderebbe conto degli effetti farmacologici, visto che l'acqua viene in contatto con milioni di altre macromolecole in misura assai maggiore rispetto al principio attivo che viene diluito.

    Per quanto riguarda gli animali un test possibile potrebbe essere di prendere due campioni di animali con patologia analoga e somministrare un'omeopatia che dovrebbe peggiorare la condizione clinica e uno che dovrebbe migliorarla... naturalmente senza dire quale dei due e' quello giusto, e poi confrontare i risultati.
    Non so se sia stato gia' fatto. Spero di no, perche' credo che ricercatori seri abbiano cose piu' interessanti da fare...

  10. #10
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    Citazione Originariamente Scritto da MarcoMusy Visualizza Messaggio
    L'omeopatia e' una balla colossale.
    L'acqua non ha nessuna "memoria", e anche se ne avesse una, cio' non renderebbe conto degli effetti farmacologici, visto che l'acqua viene in contatto con milioni di altre macromolecole in misura assai maggiore rispetto al principio attivo che viene diluito.

    Per quanto riguarda gli animali un test possibile potrebbe essere di prendere due campioni di animali con patologia analoga e somministrare un'omeopatia che dovrebbe peggiorare la condizione clinica e uno che dovrebbe migliorarla... naturalmente senza dire quale dei due e' quello giusto, e poi confrontare i risultati.
    Non so se sia stato gia' fatto. Spero di no, perche' credo che ricercatori seri abbiano cose piu' interessanti da fare...
    per sedare ogni dubbio forse sarebbe interessante procurarsi questi testi:

    Hektoen L: Review of the current involvement of homeopathy in veterinary practice and research. Vet Rec, 2005;

    Hektoen L: Investigations of the motivation underlying Norwegian dairy farmers' use of homoeopathy. Vet Rec. 2004;

    Barbour EK, Sagherian V, Talhouk S et al: Evaluation of homeopathy in broiler chickens exposed to live viral vaccines and administered Calendula offi cinalis extract. Med Sci Monit, 2004;

    Mcmilland F. D., The placebo effect in animals, Journal of the American
    Veterinary Medical Association 215:992-999, 1999

 

 
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