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  1. #11
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    Citazione Originariamente Scritto da Albex Visualizza Messaggio
    Nas Milosevic....Nas Mladic ! Kradzic Heroj
    che cosa c'entrano questi criminali con Josip Broz Tito?

  2. #12
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    questo 3d andrebbe unito con il mio sulla Cessione di sovranita nazionale..

  3. #13
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    Comunque sposto qui' il thread. Per quanto concerne Tito e gli anni bui subito dopo la 2° guerra mondiale. A prescindere che sono stati uccisi, a guerra finita, dai seguaci di Tito, degli iitaliani e gettati nelle foibe. Il numero degli jugoslavi assassinati e' stato sensibilmente maggiore (in gran parte serbi). Quindi si tratta di un vero e proprio crimine, per non dire altro. Per quanto riguarda la "democrazia", mi e' stato raccontato che nel dopoguerra si votava nel seguente modo: si entrava nel seggio, veniva consegnata una biglia e l'elettore poteva metterla in due scatole, in una era per Tito e nell'altra contro. Considerando che si sentiva da che parte finiva, non oso immaginare cosa succedeva quando uno la metteva nell'urna sbagliata, per il regime ovviamente. Il tutto alla faccia della "democrazia".

  4. #14
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    [quote=rafrad6164;7467915]
    Comunque sposto qui' il thread. Per quanto concerne Tito e gli anni bui subito dopo la 2° guerra mondiale. A prescindere che sono stati uccisi, a guerra finita, dai seguaci di Tito, degli iitaliani e gettati nelle foibe.
    condannando le foibe slavo-comuniste , condanniamo anche le foibe italo-fasciste.E' anche vero che dopo la seconda guerra mondiale , sotto l'influenza e sotto il potere dell'Unione Sovietica , tantissimi paesi dell'europa orientale hanno vissuto sotto il regime comunista.Ma quando parliamo di Tito , non possiamo paragonarlo agli altri dittatori comunisti tipo Stalin o simili.Il comunismo jugoslavo si e' opposto begli anni 50 all'unione sovietica ed allo stalinismo , e proprio per questo Tito non era un dittatore come lo erano gli altri dittatori comunisti.Accanto ai suoi sbagli (di Tito) , Tito ha una grandezza nel mondo proprio per queste cose.Lo affermano molti nel mondo , e piu' grande prova di questo e' il cifro di tanttissimi presidenti e delle tantissime delegazioni nei funerali di Tito a Belgrado nel 1980.

    Il numero degli jugoslavi assassinati e' stato sensibilmente maggiore (in gran parte serbi).
    Non e' vero.Il numero degli assassinati jugoslavi e' stato in gran parte dei croati.I serbi godevano molti privilegi durante l'ex Jugoslavia , almeno fino al 1974 , quando Tito ha fermato il sciovinismo serbo per momento , con gloriosa Costituzione del 1974.

    Quindi si tratta di un vero e proprio crimine, per non dire altro.
    le foibe e le uccisioni sono senza dubio i crimini del comunismo jugoslavo e questo non possiamo negare , anche come non possiamo negare il fatto che nessuno e' perfetto , in particolare agli anni durante e dopo la guerra.

    Per quanto riguarda la "democrazia", ricordo che nel dopoguerra si votava nel seguente modo: si entrava nel seggio, veniva consegnata una biglia e l'elettore poteva metterla in due scatole, in una era per Tito e nell'altra contro.
    Ricordi??? ma hai 70 anni?

  5. #15
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    Mi sono espresso male. I ricordi sono di mio padre, che si sta avvicinando all'eta' che hai citato. Comunque a prescindere dal lapsus, non e' fosse un modo democratico di votare, Sicuramente le condizioni di vita della Jugoslavia erano migliori di tutti i paesi del blocco comunista, ma parlare di Tito come esempio di democrazia, mi pare assurdo.

  6. #16
    karadzic-criminale di guerra
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    Citazione Originariamente Scritto da rafrad6164 Visualizza Messaggio
    Mi sono espresso male. I ricordi sono di mio padre, che si sta avvicinando all'eta' che hai citato. Comunque a prescindere dal lapsus, non e' fosse un modo democratico di votare, Sicuramente le condizioni di vita della Jugoslavia erano migliori di tutti i paesi del blocco comunista, ma parlare di Tito come esempio di democrazia, mi pare assurdo.
    non ho detto che Tito e' un esempio di democrazia , ho solo detto che non era un dittatore.

  7. #17
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    Invece era un dittatore. Certo non si puo' paragonarlo a Hitler, Stalin e Mao. Ma cio' non toglie che il suo regime e' stato responsabile dell'esodo di almeno 180.000 persone di lingua italiana, dell'infoibamento di un numero imprecisato di italiani, non tutti collegati al Fascismo, dell'uccisione, sempre a guerra finita, di un numero di gran lunga maggiore di cittadini jugoslavi, della gestione del gulag di Goli Otok e cosi' via. Se poi uno vuole paragonarlo a dittature ben piu' sanguinarie, allora posso essere d'accordo, che la sua dittatura e' stata all'acqua di rose (si fa per dire). Comunque c'e' da fare una distinzione importante: sono stati i primi anni del dopoguerra ad essere terribili, mentre dagli anni sessanta in poi la situazione si stava lentamente normalizzando, anche se per aver elezioni libere abbiamo dovuto attendere la fine degli anni ottanta e come si sa aihme', non hanno portato niente di buono.

  8. #18
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    http://www.rinascita.info/cc/RQ_Anal...fpVWgrKm.shtml

    La politica antiserba di Josip Broz
    Giovedì 28 Febbraio 2008 – 194 – Marco BagozziSi chiamano “Coordina-mento Nazionale per la Jugoslavia” e sono i nostalgici italiani di Tito. Nel loro sito (www.cnj.it), hanno da molto tempo iniziato una campagna per dimostrare che l’indipendenza del Kosovo dalla Serbia sia in realtà un vecchio programma della Germania nazionalsocialista e dell’Italia fascista. Va riconosciuto, senza alcun dubbio, che l’Italia fascista fece di tutto per strappare la regione alla Jugoslavia per unirla all’Albania, allora protettorato italiano (dal sito http://www.cnj.it/documentazione/kosova.htm).
    Bisogna però sottolineare che l’atteggiamento italiano non era motivato da una politica antiserba, ma semplicemente per una tattica di “sfere di influenza” (l’Albania all’Italia e la Serbia alla Germania).
    Questa in estrema sintesi la politica fascista nei Balcani. Ma Tito? Cosa fece il Maresciallo ai serbi e in Kosovo?
    A detta di numerosi intellettuali e storici serbi, il Maresciallo attuò fin dall’immediato dopoguerra una politica antiserba. Dal punto di vista ideologico, lo jugoslavismo di Tito si manifestava nel ridimensionamento delle prospettive serbe, a favore delle repubbliche slovena e croata. Tito, va ricordato era croato (anche se sulla sua reale origine girano numerose voci, vedi Stefano Terra, Tre anni con Tito, ed. Mgs Press). Per Tito “Una forte Serbia rappresentava una Jugoslavia debole”.
    Gia nel 1945 l’atteggiamento persecutorio verso la popolazione serba fu durissimo. A detta di Tito i serbi avevano accettato con troppa benevolenza l’invasore tedesco. Oltre alla popolazione, a subire una radicale repressione fu il movimento nazionalista dei Cetnici. Riguardo alla posizione arzigogolata dei “titini di casa nostra” sui cetnici rimando al sito: http://www.cnj.it/documentazione/cetnici.htm. Chissà come ci rimangono i novelli Partizani a vedere le numerose bandiere monarchiche e cetniche nelle strade di Belgrado…
    Uno dei primi “editti” del regime titino, fu quello di non permettere ai profughi (in particolare serbi) di ritornare nelle zone di origine. Questo fu il primo atto della deserbizzazione del Kosovo, in quanto durante la guerra, a causa di scontri furono moltissimi i serbi a lasciare la terra kosovara.
    Nella stessa logica si inserisce anche lo strappo con Stalin del 1948. Il suo scontro con Stalin nel 1948 non fu tanto ideologico quanto geopolitico. In sostanza Tito spostò la Jugoslavia socialista nella sfera occidentale. Lo testimoniano molti documenti. Per esempio nel 1953 e nel 1954 Tito firmò gli accordi bilaterali segreti di Bled (in Slovenia) con la Grecia e la Turchia, associando praticamente la Jugoslavia socialista alla Nato. Ne 1960 tali documenti furono ampliati e Tito si impegnò – in caso di guerra in Europa - (era evidente che l’unica guerra possibile fosse quella fra Usa e Urss), a mettere tutto il suo territorio e tutte le sue basi militari a disposizione della Nato.
    Dopo la rottura con l’Urss del 1948, la Jugoslavia firmò oltre 170 accordi prevalentemente segreti che la legavano agli Usa (Dragan Mraovic in Eurasia 1/2007). Quindi lo slittamento della Jugoslavia nel campo occidentale privò la Serbia del suo storico alleato, la Russia (alleanza che si dimostra virtuosa ancora oggi). L’adesione del regime di Tito alla sfera occidentale (non va dimenticato che Tito già durante la guerra era “un uomo degli inglesi e degli americani”) è confermata anche da Ludovico Inciso di Camerana che nel suo “I ragazzi del Che” (ed. Corbaccio, 2007) sostiene che dietro ad un rifiuto jugoslavo di concessioni d’armi alla Cuba castrista ci fosse lo zampino de governo americano» (pag.70).
    Nel 1974 la Costituzione jugoslava determinava la tripartizione della repubblica serba (unico caso rispetto alle altre cinque repubbliche): venivano create le province autonome di Vojvodina e Kosovo. Si può considerare questo il primo passo del cammino per l’indipendenza kosovara.
    Alla morte del Maresciallo Tito (4 maggio 1980) le voci serbe del dissenso acquistano maggior visibilità. Già nel 1982 un Rapporto degli organi della Repubblica serba denunciava la politica persecutoria verso i serbi attuata dal regime del defunto Tito.
    Ma in particolare fu il famoso Memorandum dell’Accademia delle Scienze e delle Arti di Belgrado del 1986 a descrivere il progetto di completa pulizia etnica dei serbi in Kosovo. Il testo è un vero e proprio atto di accusa a Tito. Il Memorandum non chiedeva ai serbi di disconoscere la Jugoslavia, ma chiedeva alla Jugoslavia di riconoscere le giuste ambizioni del popolo serbo. Il destino del Kosovo resta una questione vitale per il popolo serbo.
    Se non verranno al più presto instaurate un’autentica sicurezza e una uguaglianza di diritti di tutti i popoli che vivono nel Kosovo e in Metohija, se non saranno create condizioni salde e durature per il ritorno della popolazione scacciata, questa parte della Repubblica di Serbia diventerà un problema europeo con conseguenze assai pesanti. La rivendicazione di un Kosovo etnicamente puro non è soltanto una pesante e diretta minaccia per tutti i popoli che vi si trovano in minoranza, ma, se si affermerà, rappresenterà un pericolo reale e quotidiano per tutti i popoli dei Balcani.
    Le direttive del Memorandum furono fatte proprie da Slobodan Milosevic, che negli anni della sua presidenza affermò l’egemonia della Serbia all’interno della Repubblica Jugoslava.
    Non è infatti un mistero che fu proprio questa politica serbo-centrica e filo-russa a portare le potenze occidentaliste a dichiarare guerra alla Jugoslavia e a mettere in ginocchio la Serbia e il suo capo.
    Non è difficile vedere la discontinuità tra il regime titino e il governo di Milosevic.
    Se il primo fu sempre costantemente uomo degli occidentali e dei salotti buoni (non dimentichiamo le numerose presenze ai funerali del Maresciallo, tra cui Pertini e le foto che lo ritraggono con il presidente americano Richard Nixon e la sua visita ufficiale in America dal residente Carter (http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/e/eb/Cartertito19782.jpg), il secondo ha pagato la sua politica con la morte nel carcere dell’Aja.

 

 
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