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Risultati da 1 a 5 di 5
  1. #1
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    Predefinito Taxi a Roma: i meno cari del mondo. Ma chi finanzia il Messaggero?

    Taxi a Roma: i meno cari del mondo. Ma chi finanzia il Messaggero?
    (Per la corretta visione delle tabelle sotto riportate, vai a http://claudiogiudici.ilcannocchiale...007&mm=12&dd=1).

    L’articolo del Messaggero del 30 novembre 2007, dal titolo: “I taxi a Roma? Pochi e troppo cari: maglia nera dell’Europa” debutta così:“La Capitale è in debito di taxi. Ha poche licenze e le tariffe sono alte. Il servizio neanche sfiora il livello di altre capitali europee e dell’altra metropoli italiana, Milano.”
    Verdetto già dato, ma su dati falsi.
    L’articolo continua dicendo che “il rapporto tra cittadini e taxi a Roma è di 2,3 auto ogni mille abitanti”, mentre tenendo conto di una popolazione di 2,75 milioni di abitanti e delle 7500 licenze autorizzate, il rapporto è di 2,7 auto ogni mille abitanti. Quello di Milano invece non è di 3,58 auto ogni mille abitanti come asserito dal Messaggero, ma di 2,82 auto (fonte http://www.assotaxi.it/it/archivio/Bankitalia-AssoTaxi.pdf).
    Fare il riferimento poi ai costi orari, come quell’articolo fa, non ha gran senso. O meglio, ha molto senso se lo scopo è mistificare la realtà e dare una falsa informazione ai cittadini, per strumentalizzarne il consenso ai fini della solita liberalizzazione volta a fare entrare i potentati finanziari in un settore che, monopolizzato in poche mani in tutta Italia, diventa un business eccezionale. Le tariffe infatti sono a tempo, ma sono anche chilometriche.
    Per fare dei confronti sia a livello nazionale che internazionale sulle tariffe, l’unico studio serio ed aggiornato è quello di Unicataxi di Bologna (reperibile al seguente link: http://www.taxistory.net/files/2007_Tariffe_taxi_estero.zip).
    L’articolo del Messaggero afferma che a Madrid la spesa media oraria è di 15,35 euro, mentre invece è di 16,50 euro (www.tele-taxi.es).
    Non dice poi che le tariffe di Madrid sono suddivise per tre tipi di tariffa e due tipi di area, oltre che due tipi di orario (ciò è normale: diurno e notturno). La suddivisione per area, non consente certo trasparenza all’utente, soprattutto se turista, il quale con grandissima difficoltà può comprendere in che area si trovi.
    Poi, in modo autoreferenziale, senza darne alcuna argomentazione, il Messaggero dice che “Per attraversare Madrid, parliamo del Centro, non si spendono più di 8 euro. Lo stesso percorso a Milano costa circa 11 euro.” Ma che paragone è mai questo?
    Sulla base dei dati certosinamente reperiti da Unicataxi di Bologna, si evincono le seguenti tabelle (città come Firenze, Parigi o Amsterdam, avendo una tariffa minima che scatta a prescindere dai chilometri e minuti trascorsi, non le ho tenute presenti).

    Corsa di 5 km



    Spostata*
    Scatto al km
    Corsa di 5 km
    1

    OSLO

    4,7


    2,16


    15,5

    2

    ZURIGO

    3,65


    2,13


    14,3

    3

    LONDRA

    3,23


    1,88


    12,63

    4

    MUNCHEN

    2,9


    1,6


    10,9

    5

    BERLINO

    2,5


    1,58


    10,4

    6

    COOPENAGHEN

    2,54


    1,54


    10,24

    7

    STOCCOLMA

    4,16


    0,88


    8,56

    8

    BRUXELLES

    2,4


    1,23


    8,55

    9

    VIENNA

    2,5


    1,2


    8,5

    10

    MILANO

    3


    0,95


    7,75

    11

    BOLOGNA

    3,15


    0,85


    7,4

    12

    TORINO

    3,1


    0,83


    7,25

    13

    SIDNEY

    1,84


    1,08


    7,24

    14

    BARCELLONA

    3,09


    0,78


    6,99

    15

    LOS ANGELES

    1,66


    1,03


    6,81

    16

    NEW YORK

    1,89


    0,94


    6,59

    17

    ROMA

    2,33


    0,78


    6,23

    18

    MADRID

    1,85


    0,87


    6,2


    *La spostata sarebbe la battuta iniziale del tassametro.

    Corsa di 10 Km:



    Spostata
    Scatto al km
    Corsa di 10 km
    1

    OSLO

    4,7


    2,16


    26,3

    2

    ZURIGO

    3,65


    2,13


    24,95

    3

    LONDRA

    3,23


    1,88


    22,03

    4

    MUNCHEN

    2,9


    1,6


    18,9

    5

    BERLINO

    2,5


    1,58


    18,3

    6

    COOPENAGHEN

    2,54


    1,54


    17,94

    7

    BRUXELLES

    2,4


    1,23


    14,7

    8

    VIENNA

    2,5


    1,2


    14,5

    9

    STOCCOLMA

    4,16


    0,88


    12,96

    10

    SIDNEY

    1,84


    1,08


    12,64

    11

    MILANO

    3


    0,95


    12,5

    12

    LOS ANGELES

    1,66


    1,03


    11,96

    13

    BOLOGNA

    3,15


    0,85


    11,65

    14

    TORINO

    3,1


    0,83


    11,4

    15

    NEW YORK

    1,89


    0,94


    11,29

    16

    BARCELLONA

    3,09


    0,78


    10,89

    17

    MADRID

    1,85


    0,87


    10,55

    18

    ROMA

    2,33


    0,78


    10,13





    Per onestà bisogna precisare che si sarebbe potuto effettuare anche un altro tipo di conteggio. Piuttosto che chilometrico, a tempo. Ma a parte il fatto che questo calcolo, vista la differenziazione senza alcuna omogeneità tra i vari regolamenti locali, si rendeva impraticabile, il problema starebbe a monte; ossia, guardare al tempo, piuttosto che ai chilometri, vorrebbe dire fare dei confronti che non tengono conto dei disagi del traffico che ogni città presenta in modo differente a seconda del grado di sviluppo della viabilità: infrastrutture pubbliche e densità di traffico. E’ ovvio che di eventuali incompetenze amministrative nella gestione di tali problemi, non ne debbano rispondere i tassisti.
    L’articolista del Messaggero continua con altri esempi. Dice che “a New York si parte con 1,90 euro ed il costo orario si attesta intorno ai 18,28 euro”. Questa indicazione è utile soltanto per mistificare la realtà dei fatti. Infatti, convertendo i tariffari in euro, per una corsa di 5 Km il costo di New York è di 6,59 euro, quello di Roma di 6,23 euro (per 10 Km, invece, New York costa 11,29 euro, Roma 10,13 euro).
    Fa un altro esempio: “a Berlino circolano oggi più di 7300 auto giallo-panna …”. Anche questa indicazione serve soltanto per mistificare la realtà e dare un’informazione scorretta. Lo studio di BankItalia del febbraio 2007 (Occasional paper n. 5) riportava i dati relativi al 2003 per cui a Berlino vi sono 21 taxi ogni 10.000 abitanti, proprio come a Roma. A ciò però si aggiunga che oggi a Roma circolano almeno 27 taxi per ogni 10.000 abitanti.
    Ma confrontando un po’ tutte le tariffe, le città italiane si attestano nella parte medio-bassa del tabellone (con eccezione di Roma che risulta essere la meno cara del mondo). In ogni caso, comunque, le differenze tra le città italiane e quelle spagnole sono così irrisorie (nella peggiore delle ipotesi vi è una differenza di 2 euro tra Milano e Madrid per un percorso di 10 km) da restare basiti di fronte alle campagne allarmistiche che i media italiani stanno facendo contro uno di quei pochi settori che ancora consente al lavoratore di arrivare a fine mese (fine mese, e non arricchirsi, perché la redditività di un’attività non va valutata guardando all’incasso giornaliero, ma all’utile restante, detratto l’investimento complessivo effettuato).
    E’ ovvio che è in atto, da un lato, un tentativo di scatenare una “guerra tra poveri” in cui purtroppo molti cittadini cadono, dall’altro, agevolare un processo di entrata nel settore dei taxi, ma più in generale in quello dei trasporti, da parte di alcuni potenti gruppi finanziari che controllano i media.
    Infine, continua il Messaggero dicendo:”La verità è che ogni confronto al di fuori dei confini nazionali fa impallidire la Capitale.” Ma di quale verità si sta parlando? Il termine “Verità” richiama alla mente un’idea di cui la nostra società non ha più il senso, tanto è l’uso strumentale che continuamente ne viene fatto. Qui ci troviamo di fronte all’ennesima freccia a disposizione dell’Impero della menzogna.
    La situazione sociale italiana – e più in generale mondiale – è incandescente a causa di una crisi finanziaria, figlia dell’insaziabilità di alcuni circoli finanziari e del liberismo finanziario, che hanno trasformato l’economia mondiale da produttiva a speculativa, e che si sta manifestando con un’iperinflazione che sta distruggendo il tenore di vita di intere popolazioni. Le rivolte delle banlieux parigine, così come gli assalti ai comandi di polizia da parte delle tifoserie romane, dimostrano come anche in occidente siano pronti veri e propri eserciti di persone esauste, senza alcunché da perdere, la cui ira purtroppo viene manifestata in modo violento, piuttosto che combattendo con l’uso della verità l’imperante menzogna di cui articoli come quello qui analizzato sono solo il frutto.
    Si riscopra il senso profondo dell’esser uomo, perché la situazione è talmente grave, da non consentire più di giocherellare con la verità.

    Claudio Giudici
    Movimento internazionale per i diritti civili – Solidarietà

  2. #2
    are(a)zione
    Ospite

    Predefinito

    Interessante tabella.

    Un appunto: sarebbe stato più appropriato inserire a fianco un'altra colonna con la proporzione rispetto al costo della vita.
    In questo modo, si sarebbe ottenuto una statistica più reale.

  3. #3
    email non funzionante
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    Predefinito

    a mi8lano il prezzo al km e' 0,77 e non 0,95

    http://www.lafontana-taxi.it/Tariffe.htm

    non hai il dato di parigi
    Il problema non è Berlusconi , il problema sono gli italiani!

    DISSIDENTE POLITICO IN REGIME DA OPERETTA!
    OH CINCILLA' ... OH CINCILLA'!

  4. #4
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    Predefinito

    Citazione Originariamente Scritto da leibniz76 Visualizza Messaggio
    Taxi a Roma: i meno cari del mondo. Ma chi finanzia il Messaggero?
    (Per la corretta visione delle tabelle sotto riportate, vai a http://claudiogiudici.ilcannocchiale...007&mm=12&dd=1).

    L’articolo del Messaggero del 30 novembre 2007, dal titolo: “I taxi a Roma? Pochi e troppo cari: maglia nera dell’Europa” debutta così:“La Capitale è in debito di taxi. Ha poche licenze e le tariffe sono alte. Il servizio neanche sfiora il livello di altre capitali europee e dell’altra metropoli italiana, Milano.”
    Verdetto già dato, ma su dati falsi.
    L’articolo continua dicendo che “il rapporto tra cittadini e taxi a Roma è di 2,3 auto ogni mille abitanti”, mentre tenendo conto di una popolazione di 2,75 milioni di abitanti e delle 7500 licenze autorizzate, il rapporto è di 2,7 auto ogni mille abitanti. Quello di Milano invece non è di 3,58 auto ogni mille abitanti come asserito dal Messaggero, ma di 2,82 auto (fonte http://www.assotaxi.it/it/archivio/Bankitalia-AssoTaxi.pdf).
    Fare il riferimento poi ai costi orari, come quell’articolo fa, non ha gran senso. O meglio, ha molto senso se lo scopo è mistificare la realtà e dare una falsa informazione ai cittadini, per strumentalizzarne il consenso ai fini della solita liberalizzazione volta a fare entrare i potentati finanziari in un settore che, monopolizzato in poche mani in tutta Italia, diventa un business eccezionale. Le tariffe infatti sono a tempo, ma sono anche chilometriche.
    Per fare dei confronti sia a livello nazionale che internazionale sulle tariffe, l’unico studio serio ed aggiornato è quello di Unicataxi di Bologna (reperibile al seguente link: http://www.taxistory.net/files/2007_Tariffe_taxi_estero.zip).
    L’articolo del Messaggero afferma che a Madrid la spesa media oraria è di 15,35 euro, mentre invece è di 16,50 euro (www.tele-taxi.es).
    Non dice poi che le tariffe di Madrid sono suddivise per tre tipi di tariffa e due tipi di area, oltre che due tipi di orario (ciò è normale: diurno e notturno). La suddivisione per area, non consente certo trasparenza all’utente, soprattutto se turista, il quale con grandissima difficoltà può comprendere in che area si trovi.
    Poi, in modo autoreferenziale, senza darne alcuna argomentazione, il Messaggero dice che “Per attraversare Madrid, parliamo del Centro, non si spendono più di 8 euro. Lo stesso percorso a Milano costa circa 11 euro.” Ma che paragone è mai questo?

    Per onestà bisogna precisare che si sarebbe potuto effettuare anche un altro tipo di conteggio. Piuttosto che chilometrico, a tempo. Ma a parte il fatto che questo calcolo, vista la differenziazione senza alcuna omogeneità tra i vari regolamenti locali, si rendeva impraticabile, il problema starebbe a monte; ossia, guardare al tempo, piuttosto che ai chilometri, vorrebbe dire fare dei confronti che non tengono conto dei disagi del traffico che ogni città presenta in modo differente a seconda del grado di sviluppo della viabilità: infrastrutture pubbliche e densità di traffico. E’ ovvio che di eventuali incompetenze amministrative nella gestione di tali problemi, non ne debbano rispondere i tassisti.
    L’articolista del Messaggero continua con altri esempi. Dice che “a New York si parte con 1,90 euro ed il costo orario si attesta intorno ai 18,28 euro”. Questa indicazione è utile soltanto per mistificare la realtà dei fatti. Infatti, convertendo i tariffari in euro, per una corsa di 5 Km il costo di New York è di 6,59 euro, quello di Roma di 6,23 euro (per 10 Km, invece, New York costa 11,29 euro, Roma 10,13 euro).
    Fa un altro esempio: “a Berlino circolano oggi più di 7300 auto giallo-panna …”. Anche questa indicazione serve soltanto per mistificare la realtà e dare un’informazione scorretta. Lo studio di BankItalia del febbraio 2007 (Occasional paper n. 5) riportava i dati relativi al 2003 per cui a Berlino vi sono 21 taxi ogni 10.000 abitanti, proprio come a Roma. A ciò però si aggiunga che oggi a Roma circolano almeno 27 taxi per ogni 10.000 abitanti.
    Ma confrontando un po’ tutte le tariffe, le città italiane si attestano nella parte medio-bassa del tabellone (con eccezione di Roma che risulta essere la meno cara del mondo). In ogni caso, comunque, le differenze tra le città italiane e quelle spagnole sono così irrisorie (nella peggiore delle ipotesi vi è una differenza di 2 euro tra Milano e Madrid per un percorso di 10 km) da restare basiti di fronte alle campagne allarmistiche che i media italiani stanno facendo contro uno di quei pochi settori che ancora consente al lavoratore di arrivare a fine mese (fine mese, e non arricchirsi, perché la redditività di un’attività non va valutata guardando all’incasso giornaliero, ma all’utile restante, detratto l’investimento complessivo effettuato).
    E’ ovvio che è in atto, da un lato, un tentativo di scatenare una “guerra tra poveri” in cui purtroppo molti cittadini cadono, dall’altro, agevolare un processo di entrata nel settore dei taxi, ma più in generale in quello dei trasporti, da parte di alcuni potenti gruppi finanziari che controllano i media.
    Infine, continua il Messaggero dicendo:”La verità è che ogni confronto al di fuori dei confini nazionali fa impallidire la Capitale.” Ma di quale verità si sta parlando? Il termine “Verità” richiama alla mente un’idea di cui la nostra società non ha più il senso, tanto è l’uso strumentale che continuamente ne viene fatto. Qui ci troviamo di fronte all’ennesima freccia a disposizione dell’Impero della menzogna.
    La situazione sociale italiana – e più in generale mondiale – è incandescente a causa di una crisi finanziaria, figlia dell’insaziabilità di alcuni circoli finanziari e del liberismo finanziario, che hanno trasformato l’economia mondiale da produttiva a speculativa, e che si sta manifestando con un’iperinflazione che sta distruggendo il tenore di vita di intere popolazioni. Le rivolte delle banlieux parigine, così come gli assalti ai comandi di polizia da parte delle tifoserie romane, dimostrano come anche in occidente siano pronti veri e propri eserciti di persone esauste, senza alcunché da perdere, la cui ira purtroppo viene manifestata in modo violento, piuttosto che combattendo con l’uso della verità l’imperante menzogna di cui articoli come quello qui analizzato sono solo il frutto.
    Si riscopra il senso profondo dell’esser uomo, perché la situazione è talmente grave, da non consentire più di giocherellare con la verità.

    Claudio Giudici
    Movimento internazionale per i diritti civili – Solidarietà
    Ottimo e abbondante, la conferma di quanto dicevo ieri. Credo sia sufficiente per tappare la bocca a tutti i beoti che parlavano senza sapere un cazzo

  5. #5
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    quando bersani ha iniziato il suo cammino di "liberalizzazioni" e ha inserito immediatamente i taxi ho capito subito che era l'ennesimo tentativo di mettere le mani su un settore in cui, fino ad ora, grazie alle licenze nominali e contingentate, i grandi potentati economici non sono riusciti ad entrare.
    nessuna meraviglia quindi riguardo tutte le campagne di odio e disinformazione, sapientemente pilotate da gente evidentemente interessata.
    Dopotutto la grande distribuzione (di cui non cito i proprietari principe) è già riuscita ad annientare milioni di piccole imprese famigliari e, non sazia di questo stillicidio, ora sta bastonando anche settori specialistici, organizzandosi, grazie a leggi "liberalizzatrici", per la vendita di farmaci, prodotti finanziari, quotidiani, benzina, eccetera.
    Chi dovrebbe stare dalla parte delle classi meno abbienti è il primo a creare nuovi poveri accentrando l'economia delle piccole aziende sui propri supermercati.
    Quindi nessuno stupore se questi guru vogliono mettere le mani anche dove fino ad ora tanti hanno provato ma nessuno ci è riuscito.

    Dopotutto qui a Bologna c'è un contenzioso fra Coop e Esselunga, di cui l'informazione tace il più possibile. PARE infatti che, stranamente, le prime usufruiscano molto più facilmente di concessioni e permessi rispetto alle seconde, nonchè di costruzione di infrastrutture accessorie e linne di trasporto pubblico comode. Eh si, questi signori non si smentiscono mai. Un giorno anche sui taxi vedremo al scritta coop?

 

 

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