Diamola per buona, anche se, anche in questo caso, se si fosse trattato di una questione di sola fede Gesù avrebbe tralasciato, nella sua onniscenza, di incentrare ancora una volta tutto sul concetto d'israele..
Allora possiamo dire che Gesù non è che ritiene i popoli esterni ad israele indegni della fede in Dio, ma a differenza del centurione, nei confronti dei cananei lui ha un pregiudizio sulla effettiva loro capacità di aver fede. E sempre pregiudizio razziale è. Anche solo nei confronti dei cananei. Se poi tutti i passi del vangelo sono collegati, allora vale anche il collegamento in senso opposto.. riguardo alla prova di fede, ripeto: il popolo d'israele non doveva sostenerla, i cananei si. discriminazione razziale.A parte che il discorso che fai tu sull'insulto mi pare una forzatura immane e volontariamente denigrante. Il nesso della storia non sta nel fatto che la donna venga presa per 'cane' (atto evidentemente rivolto alla prova della fede della donna), ma nel fatto che Cristo la salva, come salvò il servo del Centurione e come il samaritano viene descritto nella sua parabola per intendere che non è vero che fuori da Israele Dio non esista. Pocanzi ti dicevo che ogni fatto descritto nei Vangeli è strettamente collegato l'uno con l'altro, ma pare che questo tu non voglia capirlo, ma perseveri nelle tue discutibilissime e personali deduzioni.
..Perchè i giudici invece di applicare la legge la interpretano
torno presto, promesso! baci
..Perchè i giudici invece di applicare la legge la interpretano
Ripeto non c'è da offendersi secondo me ma di cercare di comprendere.
Anche la razza umana è superiore in qualcosa agl'animali, e se io dò prima a mangiare a mio figlio e poi al bue che vive con me non credo voglia dire essere razzista e poi che vuol dire razzista?
Così esiste un popolo che ha un'elezione unica dominare per la forza concessa da Dio al suo Re le nazioni.
Ripeto c'è da meditare sull'azione di Gesù e non da offenderci ma può capitare che qualcuno lo faccia, però cerchiamo di non perderci dietro a cosa sbagliate.
Consiglio di leggere il post 88
Vista la sua onniscenza, credo sia inutile che tu, che onniscente non sei, metta a giudizio una decisione simile. Senza contare che l'Israele di cui parla Cristo è il cuore di ognuno uomo. Cristo è "luce per illuminare le genti" (lo dice Simeone durante la presentazione di Gesù bambino al tempio). Se Cristo fosse venuto solo per gli Ebrei, credo che adesso noi non staremmo parlando di queste cose.
La presunta incapacità di aver fede dei cananei era dovuta al fatto che le loro origini erano attribuite a Cam, uno dei figli di Noè, colui che fu maledetto dal padre per averlo svergognato durante un'ubriacatura. Cam e la sua stirpe, biblicamente, fu maledetta, ed è ovvio che i cananei venissero visti in un'ottica simile. Cristo, pur mostrandosi appartenente alla cultura dalla quale proveniva, elargisce alla donna in questione ciò che ella aveva chiesto, a dimostrazione evidente dell'infondatezza reale dell'impossibilità di aver fede di quel popolo. Si presume che Cristo, essendo Dio per come ci viene mostrato nei Vangeli, conoscesse già la fede della donna, avendo la capacità di leggere nei cuori, e che il suo iniziale atto di ripudio non serviva ad altro se non ad evidenziare, ricalcare il fatto che l'incapacità alla fede in Dio dei cananei era solo un luogo comune.Allora possiamo dire che Gesù non è che ritiene i popoli esterni ad israele indegni della fede in Dio, ma a differenza del centurione, nei confronti dei cananei lui ha un pregiudizio sulla effettiva loro capacità di aver fede. E sempre pregiudizio razziale è. Anche solo nei confronti dei cananei. Se poi tutti i passi del vangelo sono collegati, allora vale anche il collegamento in senso opposto.. riguardo alla prova di fede, ripeto: il popolo d'israele non doveva sostenerla, i cananei si. discriminazione razziale.
=(Mr 7:24-30) Ge 32:24-29; Sl 123:2
21 Partito di là, Gesù si ritirò nel territorio di Tiro e di Sidone. 22 Ed ecco una donna cananea di quei luoghi venne fuori e si mise a gridare: «Abbi pietà di me, Signore, Figlio di Davide. Mia figlia è gravemente tormentata da un demonio». 23 Ma egli non le rispose parola. E i suoi discepoli si avvicinarono e lo pregavano dicendo: «Mandala via, perché ci grida dietro». 24 Ma egli rispose: «Io non sono stato mandato che alle pecore perdute della casa d'Israele». 25 Ella però venne e gli si prostrò davanti, dicendo: «Signore, aiutami!» 26 Gesù rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli per buttarlo ai cagnolini». 27 Ma ella disse: «Dici bene, Signore, eppure anche i cagnolini mangiano delle brìciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». 28 Allora Gesù le disse: «Donna, grande è la tua fede; ti sia fatto come vuoi». E da quel momento sua figlia fu guarita.
Gli Ebrei, come discendenti di coloro ai quali erano state date la promessa del Messia e le benedizioni del patto stretto da Dio con Abramo, si consideravano come figli di Dio, ad esclusione degli altri, ed applicavano alle altre nazioni degli epiteti disprezzanti, fra i quali il più comune era quello di cani. Il nostro Signore però, parlando di cagnolini, non intese già di sanzionare l'uso degli epiteti ingiuriosi. Quella parola, diminutivo di cane, non implica già un'idea disprezzante, né si riferisce minimamente alla figlia di quella donna: il Signore volle provare la sua fede e la sua umiltà, e le diede nel medesimo tempo, la forza per vincere la prova.