Discorso del Barbagli , sessanta anni dopo la sua morte.
Cosa ne è stato da questo secolo vigesimo e cosa dal prossimo s’attende?
In patria si sa , vinsero le sinistre, e poi da sempre c’hanno governato. E la storia l’han scritta le sinistre, così la vicenda nostra, come mille altre gloriose del ventennio, cadde per mano dei maestrucoli della penna rossa, nella vergogna e infine nell’oblio, oppure l’han rimaneggiata in modo tale che anch’io mi ci son perso a raccontarla. […]
La verità è che il regime non cadde certo perché avea fallito, ma per opportunismo e per congiura di squallidi residuati della storia; i testacoda , i volta la gabbana, coloro che da un giorno all’altro si dissero da sempre antifascisti, e bruciata la camicia nera tornò lesti a indossar i vecchi odiosi abiti borghesi, coi loro modi urbani e il dar del lei. Quelli che ansiosi di vendersi bene allo straniero furono pronti a rinnegare tutto, la loro storia il loro credo fin’anco d’esser uomini, e molti in patria mai fece ritorno. Quelli che sostennero il fascismo finc’esso gli veniva in provvidenza, ma poi, incassato il loro , e senza sporcarsi mai bianche manine si dissociò con biascichi in latino.
Quelli che rosi da futile senso di colpa , pianse per anni sul sangue versato e si mise in cerca di chissà qual’altra assurda verità marxista […] ma il vero , il falso, cosa conta in fondo? È l’Italia una penisola , o lè piuttosto tutto il restante che le sta attaccato?
La verità è quella che vi dicono, e poi il problema in Italia , non è mai stato tanto di saperla , ma che saputala tutto resta uguale. Perché voi Italiani siete come i “mimimmi” cui tutto passa sopra senza un fiato, credete forse oggi voi d’essere liberi, votate per dieci volte l’anno gente che a volte neanche conoscete e che una volta eletta fa ciò che vuole, acciuccia e si spartisce. Sempre comanderà un’oligarchia che v’inganna col giuoco delle parti , e allora? Dov’è povero o postero il guadagno?
La dittatura è un sistema per opprimere il popolo, la democrazia è un sistema per costringere il popolo a opprimersi da solo. […] Si dice che la luce delle stelle , a differenza dei nostrani treni , giunga a noi con anni , a volte secoli di ritardo , dunque, quando guardiamo al cielo noi non lo vediamo com’è oggi , ma una specie di cinegiornale del passato che mostra le luci d’un tempo che fù. Speriamo allora che parimenti , l’alieno che guarda a noi dall’altra sponda dell’immenso , veda le immagini del DVCE a cavallo , piuttosto che le meschinità dell’oggi e un barbaglio di luce , una folgore buona che rischiara il domani. Ma ora voi direte , che tutta da solo la canto e me la suono , e questo è vero , e in questo stà il concetto di autarchia.
“Gaetano Maria Barbagli” era soprattutto un uomo d’ordine […] e lasciò la vita nel medesimo stato in cui l’avea trovata. […] Voi non avete diritto a giudicare, s’attenda la giustizia della storia , di cui comunque , alle brutte , s’ha già bell’e pronta una riforma. E se una domanda resta a voi la lascio assieme al mio commiato: “siamo oggi pronti noi Italiani , ancora schiavi di vecchie ideologie , ad affrontar le sfide del domani, e comprendere i grandiosi misteri dell’universo?”
da Fascisti su Marte: Epilogo