Risultati da 1 a 10 di 10
  1. #1
    Amore vince la morte
    Data Registrazione
    22 Sep 2006
    Località
    In prossimità, desidero, del Santo dei santi
    Messaggi
    6,292
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Question Valutazioni sul Giansenismo

    Caro Augustinus, in quest'ultimo periodo sto approfondendo un poco la vicenda dei giansenisti, e mi piacerebbe sentire un tuo parere personale a riguardo.
    Sia rispetto al giansenismo delle origini (quello prettamente teologico degli iniziatori Baio e Giansenio), sia a quello cosiddetto "di nuovo corso" del Settecento, più riformistico e meno sensibile ai problemi teologici (mi riferisco all'opera di Quesnal e seguaci).

    Un caro saluto a te e ai forumisti.

  2. #2
    VERITAS LIBERABIT VOS
    Data Registrazione
    06 Jul 2003
    Località
    San Marco
    Messaggi
    301
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Dalla Bolla "Ex omnibus afflictionibus"
    Condanna delle Tesi di Michele Baio - san Pio V


    --------------------------------------------

    1 ottobre 1568

    Errori di Michele Baio sulla natura umana e sulla grazia

    1. I meriti sia dell’angelo che del primo uomo ancora integro non sono chiamati giustamente grazia.

    2. Come l’opera cattiva per natura sua è meritevole della morte eterna, così l’opera buona per natura sua è meritevole della vita eterna.

    3. Sia per gli angeli buoni che per il primo uomo, qualora avesse perseverato in quello stato fino alla fine della vita, la felicità sarebbe stata ricompensa, e non grazia.

    4. La vita eterna fu promessa all’uomo integro e all’angelo in considerazione delle opere buone, e le opere buone in base alla legge di natura di per sé sono sufficienti per conseguirla.

    5. Nella promessa fatta all’angelo e al primo uomo è contenuta la disposizione della giustizia naturale, secondo la quale, a motivo delle opere buone, senza nessun’altra considerazione, la vita eterna è promessa ai giusti.

    6. Per legge naturale è stato stabilito per l’uomo che, se avesse perseverato nell’obbedienza, sarebbe passato in quella vita nella quale non può più morire.

    7. I meriti del primo uomo integro furono i doni della prima creazione; ma, secondo il modo di parlare della sacra Scrittura, sono chiamati non giustamente grazia; per questo consegue che soltanto meriti, non anche grazia, debbono essere chiamati.

    8. In coloro che sono redenti in forza della grazia di Cristo, non può trovarsi nessun merito buono, che non sia stato conferito gratuitamente a un indegno.

    9. I doni concessi all’uomo integro e all’angelo, forse con un fondamento da non rigettare, possono essere detti grazia; ma poiché, secondo l’uso della Scrittura, con il nome di grazia vengono intesi soltanto quei doni che sono conferiti per mezzo di Gesù ai non meritevoli e agli indegni, per questa ragione nè i meriti nè la ricompensa che a costoro è accordata, deve essere detta grazia.

    10. La remissione della pena temporale che, una volta sciolto il peccato, spesso rimane, e la risurrezione del corpo, debbono essere attribuite propriamente soltanto ai meriti di Cristo.

    11. Dal momento che noi conseguiamo lavila eterna se ci siamo comportati in modo pio e giusto in questa vita mortale fino al termine della vita, questo non deve essere propriamente attribuito alla grazia di Dio, ma all’ordinamento naturale immediatamante disposto fin dall’inizio della creazione secondo il giusto giudizio di Dio; e in questa retribuzione dei buoni non si fa riferimento al merito di Cristo, ma soltanto al primo ordinamento del genere umano, nel quale e stato stabilito, in forza della legge naturale, che, secondo il giusto giudizio di Dio, la vita eterna sia accordata all’obbedienza dei precetti.

    12. E opinione di Pelagio: l’opera buona, compiuta al di fuori della grazia di adozione, non è meritevole del Regno dei cieli.

    13. Le opere buone compiute dai figli di adozione, non acquistano la natura di merito per il fatto che vengono compiute in virtù dello spirito di adozione che abita nei cuori dei figli di Dio, ma solo per il fatto che sono conformi alla legge, e perché per mezzo di esse si presta obbedienza alla legge.

    14. Le opere buone dei giusti non ricevono nel giorno del giudizio finale una più grande ricompensa di quella che avrebbero meritato ricevere secondo il giusto giudizio di Dio.

    15. Egli insegna che la natura del merito non consiste nel fatto che, colui che opera bene, ha la grazia e lo Spirito Santo che abita in lui, ma soltanto nel fatto che obbedisce alla legge divina, e questa opinione la ripete spesso, e con molte ragioni la dimostra in quasi tutto il libro.

    16. Nello stesso libro ripete spesso che non è vera obbedienza alla legge quella che viene fatta senza la carità.

    17. Egli dice che pensano come Pelagio quelli che dicono che per la natura del merito è necessario che l’uomo per la grazia di adozione sia elevato allo stato di deificazione.

    18. Egli dice che le opere dei catecumeni, come la fede e la penitenza fatta prima della remissione dei peccati, sono meriti per la vita eterna; vita che i catecumeni non conseguiranno se non saranno prima eliminati gli ostacoli delle colpe precedenti.

    19. Egli sembra insinuare che le opere della giustizia e della temperanza che Cristo ha compiuto, non hanno ricevuto un valore maggiore dalla dignità della persona che le compiva.

    20. Nessun peccato è per natura sua veniale, ma ogni peccato è meritevole della pena eterna.

    21. L’elevazione e l’innalzamento della natura umana alla compartecipazione della natura divina fu dovuta all’integrità della condizione primitiva, e per questo deve dirsi naturale e non soprannaturale.

    22. Pensano allo stesso modo di Pelagio quelli che comprendono riferito alle genti che non hanno la grazia della fede il testo del capitolo 2 della lettera dell’apostolo ai Romani: "Le genti, che non hanno la legge, fanno naturalmente quelle cose che sono della legge" [Rm 2,14].

    23. È assurda l’opinine di coloro che dicono che l’uomo, fin dall’inizio, per un certo qual dono soprannaturale e gratuito, è stato innalzato al di sopra della condizione della sua natura, per così onorare Dio in modo soprannaturale con la fede, la speranza e la carità.

    24. Da uomini insignificanti e vuoti, conformemente alla stoltezza dei filosofi, è stata inventata l’opinione secondo la quale l’uomo fin dall’inizio è stato costituito in modo tale che, per mezzo di doni aggiunti al di sopra della natura, è stato dalla generosità del creatore elevato e adottato come figlio di Dio: questa opinione deve essere lasciata al pelagianesimo.

    25. Tutte le opere di coloro che non credono sono peccati, [26] e le virtù dei filosofi sono vizi.

    26.[27.] L’integrità della prima creazione non è stata una indebita esaltazione della natura umana, ma la sua naturale condizione, e questa opinione ripete e dimostra in parecchi capitoli.

    27.[28.] Il libero arbitrio, senza l’aiuto della grazia di Dio, è capace soltanto di peccare.

    28. [29.] È un errore pelagiano affermare che il libero arbitrio ha la forza di evitare qualche peccato.

    29.[30A.] "Ladri" e "briganti" non sono soltanto coloro che negano che Cristo è la via e "la porta" della verità e della vita, ma anche quelli che dicono che si può "salire" nella via della giustizia (e cioè a una qualche giustizia) "da un’altra parte" che non sia lui stesso [cf. Gv 10,1].

    30.[30B.] o che a una qualche tentazione, senza l’aiuto della sua grazia, l’uomo può resistere, così che non sia indotto in essa o non sia vinto da essa.

    31. La perfetta e sincera carità che viene da "un cuore puro, da una buona coscienza e da una fede non simulata" [ITm 1,5], può essere, sia nei catecumeni che nei pentiti, senza remissione dei peccati.

    32. Quella carità che è il compimento della legge, non sempre è unita alla remissione dei peccati.

    33. Il catecumeno vive in modo giusto, retto e santo, ed osserva i comandamenti di Dio, e porta a compimento la legge per mezzo della carità, prima di ottenere la remissione dei peccati, che per la prima volta si ottiene nel lavacro del battesimo.

    34. La distinzione di un duplice amore, e cioè di uno naturale, mediante il quale Dio è amato come creatore della natura, e di uno gratuito, con il quale Dio è amato come colui che dona la beatitudine, è inconsistente e immaginaria, e inventata per far violenza alle sacre Scritture e alle molteplici testimonianze degli antichi.

    35. Tutto quello che un peccatore o un servo del peccato compie, è peccato.

    36. L’amore naturale che proviene dalle forze della natura, con offesa della croce di Cristo, è sostenuto da diversi dottori, solo in forza della filosofia e per l’arroganza della presunzione umana.

    37. Pensa allo stesso modo di Pelagio, colui che ammette un qualche bene naturale, cioè un qualcosa che prende origine dalle forze della sola natura.

    38. Ogni amore della creatura razionale, o è la viziosa cupidigia con la quale si ama il mondo e che è proibita da Giovanni, o è quella lodevole carità con la quale si ama Dio. infusa nel cuore per mezzo dello Spirito Santo [cf. Rm 5,5].

    39. Ciò che si fa con atto volontario, anche se si fa per necessità, lo si fa tuttavia liberamente.

    40. In tutti i suoi atti il peccatore serve la cupidigia che lo domina.

    41. Quella forma di libertà che è dalla necessità, non si trova nelle Scritture sotto il nome di libertà, ma c’è solo il nome di libertà dal peccato.

    42. La giustizia, con la quale l’empio è giustificato per la fede, consiste in modo formale nell’obbedienza ai comandamenti, che è la giustizia delle opere, e non invece in una qualche grazia infusa nell’anima, con la quale l’uomo viene adottato come figlio di Dio, viene rinnovato secondo l’uomo inferiore e viene reso compartecipe della natura divina, in modo tale che, così rinnovato per mezzo dello Spirito Santo, possa poi vivere bene e obbedire ai comandamenti di Dio.

    43. Negli uomini pentiti prima del sacramento dell’assoluzione, e nei catecumeni prima del battesimo, c’è la vera giustificazione, separata tuttavia dalla remissione dei peccati.

    44. Con la maggior parte delle opere che dai fedeli sono compiute per essere sottomessi ai comandamenti di Dio, e fra queste l’obbedire ai genitori, restituire il deposito, l’astenersi dall’omicidio, dal furto e dalla fornicazione, gli uomini sono sicuramente giustificati, perché sono ohbedicnza della legge e vera giustizia della legge; tuttavia non ottengono con queste nessun aumento delle virtù.

    45. Il sacrificio della Messa è un sacrificio non per una ragione diversa da quella generale: "ogni opera che viene fatta, affinchè l’uomo si unisca a Dio in una comunione santa".

    46.[46A.] Per la natura e per la definizione del peccato non è richiesta la volontarietà, e il problema non è di definizione, ma di causa e di origine, se ogni peccato debba essere volontario.

    47.[46B.] Per questo il peccato originale ha realmente la natura di peccato, senza nessuna relazione e riferimento alla volontà da cui ha avuto origine.

    48 [47A.] Il peccato originale è volontario secondo l’abituale volontà del bambino, e abitualmente ha il dominio sul bambino per il fatto che questi non esercita un atto contrario della volontà.

    49.[47B.] E dall’abituale volontà predominante consegue che il bambino che muore senza il sacramento della rigenerazione, quando avesse conseguito l’uso della ragione, in realtà avrebbe avuto in odio Dio, avrebbe bestemmiato Dio e si sarebbe opposto alla legge di Dio.

    50.[48.] I desideri cattivi, ai quali la ragione non presta consenso, e che l’uomo subisce contro il suo volere, sono proibiti dal precetto: "Non desiderare" [Es 20,77].

    51.[49.] La concupiscenza, o piuttosto la legge delle membra, e i suoi cattivi desideri, che gli uomini avvertono contro la loro volontà, sono vere disobbedienze della legge.

    52. [50.] Ogni azione cattiva è di natura tale che ha il potere di contaminare colui che la compie e i suoi discendenti, nello stesso modo in cui contaminò la prima trasgressione.

    53.[51.] Quanto consegue dalla forza della trasgressione, tanto di meriti cattivi contraggono da colui che li ha generati, sia coloro che nascono con difetti minori, quanto coloro con maggiori.

    54.[52.] Questa apodittica proposizione, che Dio non ha ordinato all’uomo nulla di impossibile, viene falsamente attribuita ad Agostino, ed è invece di Pelagio.

    55.[53.] Dio non avrebbe potuto creare in principio l’uomo tale quale ora nasce.

    56.[54A.] Nel peccato ci sono due aspetti, l’atto e il reato; quando l’atto è passato, nulla rimane, se non il reato, vale a dire l’obbligo della pena.

    57.[54B.] Per questo, nel sacramento del battesimo o nella assoluzione del sacerdote, viene tolto propriamente soltanto il reato del peccato, e il ministero dei sacerdoti libera soltanto dal reato.lo vivifica e lo risuscita: dal ministero poi del sacerdote è tolto soltanto il reato

    59.[56.] Quando noi, con elemosine o altre opere di penitenza, diamo a Dio soddisfazione per le pene temporali, non offriamo a Dio un degno prezzo per i nostri peccati, come alcuni affermano in modo erroneo (diversamente infatti noi saremmo, almeno in una certa parte, redentori); ma facciamo un qualcosa, sulla cui considerazione, viene applicata e comunicata a noi la soddisfazione di Cristo.

    60.[57.] Per le sofferenze dei santi compartecipate nelle indulgenze, non vengono propriamente redente le nostre colpe; ma, per la comunione della carità, sono applicate a noi le loro sofferenze, affinchè noi siamo degni di essere liberati, per il prezzo del sangue di Cristo, dalle pene dovute per i peccati.

    61.[58.] Quella celebre distinzione dei dottori, che i comandamenti della legge divina possono essere adempiuti in due modi, il primo modo, in quanto alla sostanza soltanto delle opere comandate, il secondo, in quanto a un certo qual modo, e cioè per quello che valgono a condurre colui che le compie al regno eterno (in modo cioè meritorio), è falsa e deve essere disapprovata.

    62.[59.] Quella distinzione poi, per cui un’opera è detta buona in due modi, o perché in considerazione dell’oggetto e di tutte le circostanze è retta e buona (per cui è consuetudine chiamarla moralmente buona), oppure perché e meritevole del regno eterno, per il fatto che è compiuta da un membro vivo di Cristo per lo Spirito di carità, deve essere ritenuta come rigettata.

    63.[60.] Similmente, anche quella distinzione di una duplice giustizia, la prima, che si attua per mezzo dell’inabitante Spirito di carità, la seconda, che si attua per una certa qual ispirazione dello Spirito Santo che incita il cuore al pentimento, ma che non abita ancora nel cuore e non diffonde in esso la carità. mediante la quale si compie la giustificazione della legge divina, è respinta con grande ripugnanza e con grande fermezza.

    64.[61.] Infine, anche quella distinzione di una duplice vivificazione, la prima, per cui il peccatore è vivificato, quando a lui, per la grazia di Dio, viene infuso il pentimento e il proposito e l’inizio della vita nuova, la seconda, per cui è vivificato colui che è davvero giustificato ed è reso un tralcio vivo nella vite che è Cristo, è ugualmente falsa e non corrisponde minimamente alle Scritture.

    65. [62.] Solo in base a un errore pelagiano può essere ammesso un qualche uso buono o anche non cattivo del libero arbitrio, e compie ingiuria alla grazia di Cristo colui che così pensa e insegna.

    66.[63.] Solo la violenza è incompatibile con la naturale libertà dell’uomo.

    67.[64.] L’uomo pecca anche in modo degno di condanna, in quello che compie per necessità.

    68.[65.] L’infedeltà puramente negativa in coloro ai quali Cristo non è stato predicato, è peccato.

    69.[66.] La giustificazione dell’empio si compie, in modo formale, per l’obbedicnza della legge, e non invece per una segreta comunicazione e ispirazione della grazia, la quale faccia in modo che coloro che sono stati giustificati per essa, compiano la legge.

    70.[67.] L’uomo che si trova a vivere in peccato mortale o in un reato degno di eterna dannazione, può avere la vera carità; ed anche la carità perfetta può sussistere con il reato di eterna dannazione.

    71.[68.] Per la contrizione anche perfetta in forza della carità, unita anche al desiderio di ricevere il sacramento, non viene rimessa la colpa, eccezione fatta per il caso di necessità o di martirio, senza il ricevimento attuale del sacramento.

    72.[69.] Tutte le sofferenze dei giusti sono senza dubbio delle pene per i loro propri peccati; per cui anche Giobbe e i martiri che hanno sofferto, hanno sofferto per i loro propri peccati.

    73.[70.] Nessuno, al di fuori di Cristo, è senza il peccato originale; da questo consegue che la Beata Vergine è morta a causa del peccato contratto da Adamo, e che tutte le sue sofferenze in questa vita, come anche quelle di tutti gli altri giusti, sono state delle pene per il peccato attuale o per quello originale.

    74.[71.] La concupiscenza, in coloro che sono rinati e che sono caduti in seccato mortale e nei quali ora regna, è peccato, come anche le altre inclinazioni cattive.

    75. [72.] Gli impulsi cattivi della concupiscenza, per la condizione dell’uomo corrotto, sono proibiti dal precetto: "non desiderare" [Es 20,77]; per cui l’uomo che li sente, anche se non acconsente, trasgredisce il precetto: non desiderare", anche se la trasgressione non è imputata come peccato.

    76.[73.] Finché un qualcosa della concupiscenza carnale si trova in colui che ama, questi non adempie il precetto: "Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore" [Dt 6,5; Mt 22,37].

    77.[74.] Le faticose soddisfazioni dei giustificati non sono in grado di espiare in modo degno la pena temporale che rimane dopo la remissione della colpa.

    78.[75.] L’immortalità del primo uomo non era un privilegio della grazia, ma la condizione naturale.

    79.[76.] È falsa l’opinione dei dottori, che il primo uomo avrebbe potuto essere creato e formato da Dio, senza la giustizia naturale.

    [Censura:] Queste proposizioni, che sono state valutate con un rigoroso esame in Nostra presenza, sebbene alcune da un certo punto di vista possano anche essere sostenute, nel senso proprio e rigoroso delle parole inteso da coloro che le propongono, Noi, con l’autorità del presente (scritto), le condanniamo, le rifiutiamo e le rigettiamo, come eretiche, erronee, sospette, temerarie, scandalose e in quanto introducono un danno nelle orecchie pie, come anche tutte le cose formulate con parole o con scritti a loro riguardo.

  3. #3
    VERITAS LIBERABIT VOS
    Data Registrazione
    06 Jul 2003
    Località
    San Marco
    Messaggi
    301
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Decreto del S. Uffizio, 7 dicembre 1690
    ---------------------------
    Errori dei giansenisti – Proposizioni condannate

    Nello stato della natura decaduta, per il peccato mortale [formale] e per il demerito è sufficiente quella libertà per la quale fu volontario e libero nella sua causa, il peccato originale cioè e la volontà di Adamo che peccava.

    Anche se è data una invincibile ignoranza del diritto naturale, questa, nello stato di natura decaduta, non giustifica dal peccato formale [materiale] colui che opera in base ad essa.

    Non è lecito seguire l’opinione [probabile], o la più probabile fra quelle probabili.

    Cristo ha dato se stesso in oblazione al Padre per noi, non solo per gli eletti, ma per tutti i credenti e solo per loro.

    Pagani, Giudei, eretici e altri di questo genere non ricevono assolutamente nessun influsso da Gesù Cristo: si deduce quindi rettamente da questo che in loro c’è la nuda e inerme volontà, senza nessuna grazia sufficiente.

    La grazia sufficiente, per il nostro stato, non è poi tanto utile, quanto piuttosto dannosa, al punto che dunque noi possiamo meritatamente chiedere: Dalla grazia sufficiente, liberaci o Signore.

    Ogni azione umana deliberata è amore di Dio o amore del mondo: se è di Dio, è amore del Padre; se è del mondo, è concupiscenza della carne, cioè cosa cattiva.

    Il non credente in ogni azione pecca necessariamente.

    Commette veramente peccato colui che ha in odio il peccato soltanto per la sua turpitudine e per la discordanza con la natura, senza nessuna considerazione per Dio offeso.

    L’intenzione con la quale si detesta il male e si persegue il bene soltanto per ottenere la gloria celeste, non è retta e non piace a Dio.

    Tutto ciò che non proviene dalla fede cristiana soprannaturale che opera per l’amore, è peccato.

    Quando nei grandi peccatori manca ogni amore, manca anche la fede: e anche se sembrano credere, questa non è fede divina, ma umana.

    Chiunque serve Dio anche in considerazione del premio eterno, se è stato privo di carità, non è privo di vizio, tutte le volte che opera anche in considerazione della beatitudine.

    Il timore della Geenna non è soprannaturale.

    L’attrizione che è suscitata dalla paura della Geenna e delle pene, senza amore della benevolenza di Dio per se stessa, non è un sentimento buono e soprannaturale.

    Non è stato il governo o la disciplina della chiesa a introdurre la disposizione di premettere la soddisfazione all’assoluzione, ma la stessa legge e prescrizione di Cristo, esigendolo, in un certo qual modo, la natura della cosa.

    In seguito alla prassi di assolvere subito, l’ordinamento della penitenza è stato sovvertito.

    La consuetudine moderna in ordine all’amministrazione del sacramento della penitenza, anche se la sostiene l’autorità di moltissimi uomini e la conferma la lunga durata nel tempo, tuttavia dalla chiesa non è considerata un uso, ma un abuso.

    L’uomo deve fare penitenza per tutta la vita per il peccato originale.

    Le confessioni fatte presso i religiosi, il più delle volte sono sacrileghe o invalide.

    Un parrocchiano può avere il sospetto, riguardo ai religiosi mendicanti che vivono di elemosine pubbliche, che una penitenza o soddisfazione
    troppo lieve o incongrua venga imposta in cambio del vantaggio o del profitto di aiuto temporale.

    Debbono essere giudicati sacrileghi quelli che pretendono il diritto di ricevere la comunione prima di aver fatto una degna penitenza delle loro colpe.

    Similmente debbono essere allontanati dalla santa comunione quelli in cui non c’è ancora l’amore di Dio purissimo e libero da ogni commistione.

    L’offerta nel Tempio che è stata fatta dalla beata Vergine Maria nel giorno della sua purificazione con due piccole colombe, una per l’olocausto e l’altra per il peccato, testimonia in modo sufficiente che essa abbisognava di purificazione, e che il figlio che veniva offerto, secondo le parole della legge, era macchiato anche della macchia della madre.

    Non è lecito per un cristiano collocare in chiesa una immagine di Dio Padre [seduto].

    La lode che si porta a Maria in quanto Maria, è vana.

    Un tempo era valido il battesimo dato con questa formula: "Nel nome del Padre, ecc.", tralasciando: "Io ti battezzo".

    E valido il battesimo dato dal ministro che osserva tutto il rito esteriore e la formula del battesimo, anche se nell’intimo del suo cuore afferma a se stesso: "Non intendo (fare) quello che fa la chiesa".

    Vana e ripetutamente contraddetta è l’affermazione relativa all’autorità del pontefice romano sul concilio ecumenico e quella sull’infallibilità nel decidere le questioni di fede.

    Quando si trova una dottrina chiaramente fondata in Agostino, la si può tenere per ferma e insegnare in modo assoluto, senza darsi pensiero di nessuna bolla del pontefice.

    La bolla di Urbano VIII In eminenti è stata ottenuta con l’inganno.

    [Censura: Sono condannate e proibite in quanto] rispettivamente temerarie, scandalose, risuonanti male, ingiuriose, prossime all’eresia, in odore di eresia, erronee, scismatiche ed eretiche.

  4. #4
    VERITAS LIBERABIT VOS
    Data Registrazione
    06 Jul 2003
    Località
    San Marco
    Messaggi
    301
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Unigenitus Dei Filius
    Costituzione dell'8 settembre 1713 - Clemente XI


    ----------------------------------------------------

    Pasquier Quesnel, guida dei giansenisti dopo Antoine Arnauld, pubblicò a Parigi nel 1671 l’opera Abrégé de la morale de l’Evangile, ou Pensées chréliennes sur le texte des 4 Évangelistes. Nel 1867 ne pubblicò un complemento: Abrégé de la morale des Actes, des Épìtres canoniques, de l’Apocalypse. L’opera, stampata e ampliata più volte, ricevette nel 1693 un nuovo titolo: Le Nouveau Testament en francais avec des réflexions morales sur chaque verset. In quest’opera erano contenuti errori così evidenti che l’arcivescovo di Parigi Noailles ne richiese la correzione. Ma anche l’edizione del 1699 fu criticata. Clemente XI nel breve Universi dominici gregis del 13 luglio 1708 proibì l’opera di Quesnel. Giacché la proibizione non ebbe conseguenze presso i giansenisti, il papa su espressa richiesta del re Luigi XIV di Francia nella costituzione Unigenitus Dei Filius condannò formalmente il libro di Quesnel e 101 proposizioni tolte da esso.
    Questa condanna - accuratamente preparata con 17 sedute di teologi e 23 di cardinali - tiene presente sia l’edizione dell’opera del 1693 (presentando il testo in latino) come pure l’edizione del 1699. Alcuni vescovi di Francia amici di Quesnel fecero appello dal papa a un concilio generale e furono perciò da Clemente XI con la bolla Pastoralis officii del 28 agosto 1718 (resa pubblica 1’8 settembre) scomunicati. In questa bolla furono confermati i precedenti decreti contro i giansenisti. Innocenzo XIII (decreto dell’8 gennaio 1722), Benedetto XIII (Sinodo di Roma dell’anno 1725) e Benedetto XIV (enciclica Ex omnibus christiani orbis del 16 ottobre 1756) sottolinearono il valore della costituzione Unigenitus Dei Filius, giacché la sua autorità veniva sempre contestata.

    Errori giansenisti di Pasquier Quesnel – Proposizioni condannate

    (§ 2) ... Sappiamo con certezza che il grandissimo danno di questo libro avanza sempre di più e si rafforza, perché si nasconde all’interno e come maligna purulenza non sgorga all’esterno se non si incide l’ascesso, dato che questo libro a prima vista seduce i lettori con una sua qualche parvenza di pietà ...

    (§ 3) 1. Cos’altro rimane all’anima che ha perduto Dio e la sua grazia, se non il peccato e le conseguenze del peccato, la miseria superba e la fiacca indigenza, cioè la generale impotenza al lavoro, alla preghiera e a ogni opera buona? Questa proposizione si trova nelle Observationes morales di Quesnel a proposito di Lc 76,3.

    2. La grazia di Gesù Cristo, principio efficace del bene di qualsiasi genere, è necessaria per ogni opera buona; senza di essa non solo non si fa nulla, ma non si può fare nulla. - Gv 75,5: ed. 1963.

    3. Invano, Signore, tu comandi, se tu stesso non dai ciò che comandi. - At 16,10.

    4. Così dunque, o Signore, tutto è possibile a colui a cui tu rendi tutte le cose possibili, operandole in lui. - Mc 9,22.

    5. Quando Dio non addolcisce il cuore con l’intima unzione della sua grazia, le esortazioni e le grazie esteriori non servono a nulla, se non a indurirlo maggiormente. - Rm 9,18: ed. 1693.

    6. La differenza fra l’alleanza giudaica e l’alleanza cristiana, consiste nel fatto che Dio in quella richiede la fuga dal peccato e l’adempimento della legge dal peccatore lasciandolo però nella sua impotenza: in questa invece Dio da al peccatore ciò che comanda, purificandolo con la sua grazia. - Rm 11,27.

    7. Quale l’utilità per l’uomo nell’antica alleanza, nella quale Dio lo lascia alla sua propria debolezza, mentre gli impone la sua legge? Quale felicità invece è l’essere ammessi ad una alleanza nella quale Dio ci dona ciò che ci chiede? - Eb 8,7.

    8. Noi apparteniamo alla nuova alleanza in quanto siamo partecipi della sua grazia nuova che opera in noi ciò che Dio ci ordina. - Eb 8,70.

    9. La grazia di Cristo è la grazia suprema, senza la quale non possiamo nemmeno confessare Cristo e con la quale mai lo rinneghiamo. (ICor 12,3: ed. 1693.)

    10. La grazia è l’opera della mano di Dio onnipotente, che nulla può ostacolare o ritardare. - Mt 20,34.

    11. La grazia non è altro che la volontà onnipotente di Dio che comanda e compie ciò che comanda. - Mc 2,11.

    12. Quando Dio vuole salvare un’anima, in qualsiasi tempo e in qualsiasi luogo, l’effetto certo segue la volontà di Dio. - Mc 2,12.

    13. Quando Dio vuole salvare un’anima e la tocca con la grazia interiore della sua mano, nessuna volontà umana gli resiste. - Lc 5,73: ed. 1693.

    14. Per quanto lontano dalla salvezza sia il peccatore ostinato, quando Gesù con la luce salvifica della sua grazia gli si mostra per essere veduto, questi deve sottomettersi, accorrere, umiliarsi e adorare il suo Salvatore. – Mc 5,67: ed. 1693.

    15. Quando Dio accompagna il suo comandamento e la sua parola esteriore con l’unzione del suo Spirito e la forza interiore della sua grazia, opera nel cuore l’obbedienza che chiede. - Lc 9,60.

    16. Non c’è nessuna lusinga che non ceda alle lusinghe della grazia; perchè nulla resiste all’Onnipotente. - At 8,12.

    17. La grazia è quella voce del Padre che insegna interiormente agli uomini e li fa venire a Gesù Cristo: chiunque a lui non viene, dopo aver udito la voce esteriore del Figlio, non è stato affatto istruito dal Padre. - Gv 6,45.

    18. Il seme della parola, che la mano di Dio irriga, porta sempre il suo frutto. - At 11,21.

    19. La grazia di Dio non è altro che la sua volontà onnipotente: è questa l’idea che Dio stesso ci ha lasciato in tutte le sue Scritture. - Rm 14,4: ed.1693.

    20. La vera idea della grazia è che Dio vuole da noi che gli si obbedisca, ed egli è obbedito; comanda, e tutte le cose sono fatte; parla come Signore, e tutte le cose gli sono sottomesse. - Mc 4,39.

    21. La grazia di Gesù Cristo è una grazia forte, potente, suprema, invincibile, per il fatto che è l’operazione di una volontà onnipotente, conseguenza e imitazione dell’operazione di Dio che opera l’incarnazione e la risurrezione di suo Figlio. - 2Cor 5,21: ed. 1693.

    22. La concordia dell’onnipotente operazione di Dio nel cuore dell’uomo con il libero consenso della sua volontà, ci è dimostrata nell’incarnazione, come nella fonte e nell’archetipo di tutte le altre operazioni della misericordia e della grazia, che sono tutte così gratuite e così dipendenti da Dio come quell’originaria operazione. — Lc 1,48.

    23. Dio stesso ci ha lasciato l’idea dell’onnipotente efficacia della sua grazia, significandola come quella che produce dal nulla le creature e ai morti rende la vita. - Rm 4,17.

    24. La giusta idea che il centurione ha della onnipotenza di Dio e di Gesù Cristo in ordine alla guarigione dei corpi col solo moto della sua volontà, è l’immmagine dell’idea che si deve avere dell’onnipotenza della sua grazia nella guarigione delle anime dalla cupidigia. - Lc 7,7.

    25. Dio illumina l’anima e la guarisce, come anche il corpo, soltanto con la sua volontà: comanda, e gli viene obbedito. Lc 18,42.

    26. Nessuna grazia viene data, se non per la fede. - Lc 8,48.

    27. La fede e la prima grazia, e la fonte di tutte le altre. - 2Pt 1,3

    28. La prima grazia che Dio concede al peccatore, è la remissione dei peccati. - Mc 11,25.

    29. Al di fuori della chiesa non è concessa nessuna grazia. - Lc 10,35.36.

    30. Tutti coloro che Dio vuole salvare per mezzo di Cristo, son infallibilmente salvati. - Gv 6,40.

    31. I desideri di Cristo hanno sempre il loro effetto: egli porta la pace nell’intimo dei cuori, quando a essi egli la augura. - Gv 20,19.

    32. Gesù Cristo si è consegnato alla morte per liberare per sempre con il suo sangue i primogeniti, cioè gli eletti, dalla mano dell’angelo sterminatore. - Gal 4,4-7.

    33. Ahimè, quanto deve aver rinunciato ai beni terreni ed a se stesso, perché uno possa aver fiducia, per così dire, di avvicinarsi a Gesù Cristo, al suo amore, alla sua morte, ai suoi misteri; come fa san Paolo, quando dice: "Egli mi ha amato, e ha dato se stesso per me". - Gal 2,20.

    34. La grazia di Adamo non produceva se non dei meriti umani. - 2Cor 5,21: ed. 1693.

    35. La grazia di Adamo è una conseguenza della creazione ed era dovuta alla natura sana e integra. - 2Cor 5,21.

    36. La differenza essenziale fra la grazia di Adamo e dello stato di innocenza e la grazia cristiana, consiste nel fatto che la prima ciascuno la ricevette nella propria persona, mentre la seconda non la si riceve se non nella persona di Gesù Cristo risorto, al quale noi siamo uniti. - Rm 7,4.

    37. La grazia di Adamo, santificandolo in se stesso, era a lui proporzionata; la grazia di Cristo, santificando noi in Gesù Cristo, è onnipotente e degna del Figlio di Dio. - Ef 1,6.

    38. Il peccatore, senza la grazia del Liberatore, non è libero se non di fare il male. - Lc 8,9.

    39. La volontà che non è prevenuta dalla grazia non ha nessuna luce, se non per aberrare, nessuno slancio, se non per precipitare, nessuna forza se non per ferirsi, è capace di ogni male e incapace di ogni bene. - Mt 20,34.

    40. Senza la grazia non possiamo amare nulla se non per la nostra condanna. - 2Ts 3,18: ed. 1693.

    41. Ogni conoscenza di Dio, anche naturale, anche nei filosofi pagani, non può venire se non da Dio; e senza la grazia non produce altro che presunzione, vanità e opposizione a Dio stesso, invece che sentimenti di adorazione, gratitudine e amore. - Rm 1,19.

    42. Solo la grazia di Cristo rende l’uomo capace del sacrificio della fede; senza di questo non c’è nulla se non l’impurità, nulla se non l’indegnità. – At 11,9.

    43. Il primo effetto della grazia battesimale è far sì che noi moriamo al peccato, così che lo spirito, il cuore e i sensi non vivano più per il peccato, come un uomo morto non vive più per le cose del mondo. - Rm 6,2: ed. 1693.

    44. Ci sono soltanto due amori, da cui nascono tutti i nostri voleri e azioni: l’amore di Dio, che fa tutte le cose per Dio e che Dio premia, e l’amore con cui noi amiamo noi stessi ed il mondo, che non riconduce a Dio ciò che a Dio deve essere ricondotto, e per questo diventa malvagio. - Gv 5,29.

    45. Dato che l’amore di Dio non regna più nel cuore dei peccatori, necessariamente vi regna la cupidigia carnale e corrompe tutte le sue azioni. - Lc 15,13: ed. 1693.

    46. La concupiscenza o la carità rendono buono o cattivo l’uso dei sensi. Mt 5,28.

    47. L’obbedienza alla legge deve sgorgare da una fonte, e questa fonte è la carità. Quando l’amore di Dio è il suo principio intcriore, e la gloria di Dio il suo fine, allora è puro ciò che appare all’esterno; altrimenti non è che ipocrisia o falsa giustizia. - Mt 25,26: ed. 1693.

    48. Che cosa possiamo mai essere noi, senza la luce della fede, senza Cristo e senza la carità, se non tenebre, aberrazione e peccato? - Ef 5,8.

    49. Come nessun peccato è senza l’amore di noi stessi, così nessuna opera buona è senza l’amore di Dio. - Mc 7,22.23.

    50. Invano noi gridiamo a Dio: "Padre mio", se non è lo spirito di carità quello che grida. - Rm 8,15.

    51. La fede giustifica, quando opera, ma essa non opera se non per la carità. - At 13,39.

    52. Tutti gli altri mezzi di salvezza sono contenuti nella fede come nel loro germe e seme; ma questa fede non è senza l’amore e la fiducia. - At 10,43.

    53. La carità sola opera in modo cristiano (le azioni cristiane), a motivo della relazione a Dio e a Gesù Cristo. - Col 3,14.

    54. È solo la carità che parla a Dio; e questa sola Dio ascolta. - ICor 13,1.

    55. Dio non da la corona se non alla carità: chi corre spinto da un altro impulso o da un altro motivo, corre invano. - ICor 9,24.

    56. Dio non premia se non la carità: perché solo la carità onora Dio. - Mt 25,36.

    57. Manca tutto al peccatore, quando gli manca la speranza; e non c’è speranza in Dio dove non c’è l’amore di Dio. - Mt 27,5.

    58. Non c’è Dio e neppure religione, dove non c’è la carità. - 1Gv 4,8.

    59. La preghiera degli empi è un nuovo peccato; e quello che Dio loro concede, è un nuovo giudizio su di loro. - Gv 10,25: ed. 1693.

    60. Se soltanto la paura del supplizio anima la penitenza, quanto più questa è violenta, tanto più conduce alla disperazione. - Mt 27,5.

    61. La paura trattiene soltanto la mano, il cuore invece è tanto a lungo abbandonato al peccato, finché non è guidato dall’amore della giustizia. – Lc 20,19.

    62. Chi si astiene dal male soltanto per il timore della pena, lo commette in cuor suo ed è già colpevole davanti a Dio. - Mt 21,46.

    63. Il battezzato è ancora sotto la legge come il giudeo, se non adempie la legge, o se l’adempie per solo timore. - Rm 6,14.

    64. Sotto la maledizione della legge non si compie mai il bene; si pecca infatti sia facendo il male, sia evitandolo soltanto per timore. - Gal 5,18.

    65. Mosè, i profeti, i sacerdoti e i dottori della Legge sono morti senza aver dato a Dio nessun figlio, dato che per il timore non hanno prodotto che degli schiavi. - Mc 12,19.

    66. Chi vuole avvicinarsi a Dio, non deve andare a lui con passioni brutali e non deve neppure essere condotto dall’istinto naturale o dal timore, come le bestie, ma dalla fede e dall’amore, come i figli. - Eb 12,20: ed. 1693.

    67. Il timore servile non si rappresenta Dio se non come un padrone duro, imperioso, ingiusto e intrattabile. - Lc 19,21: ed. 1693.

    68. La bontà di Dio ha abbreviato la via della salvezza, rinchiudendo tutto nella fede e nelle preghiere. - At 2,21.

    69. La fede, l’esercizio, l’accrescimento e il premio della fede, tutto è dono della pura liberalità di Dio. - Mc 9,22.

    70. Dio non affligge mai gli innocenti; e le afflizioni servono sempre per punire il peccato o per purificare il peccatore. - Gv 9,3.

    71. L’uomo per la sua conservazione può dispensare se stesso da quella legge che Dio ha disposto per la sua utilità. - Mc 2,28.

    72. La caratteristica della chiesa cristiana è quella di essere cattolica, comprendendo anche tutti gli angeli del cielo e tutti gli eletti e i giusti della terra e di tutti i secoli. - Eb 12,22-24.

    73. Che cos’è la chiesa, se non l’insieme dei figli di Dio che rimangono nel suo seno, adottati in Cristo, sussistenti nella sua persona, redenti dal suo sangue, viventi per il suo spirito, operanti per la sua grazia, e che aspettano la grazia del secolo futuro? - 2Ts l,ls: ed. 1693.

    74. La chiesa, per meglio dire il Cristo completo, ha come capo il Verbo incarnato, e come membra tutti i santi. - ITm 3,16.

    75. La chiesa è un solo uomo composto di più membra, delle quali Cristo è il capo, la vita, l’essenza e la persona; un solo Cristo, composto di più Santi, dei quali è il santificatore. – Ef 2, 14-16.

    76. Non c’è nulla di più spazioso della chiesa di Dio: la compongono infatti tutti gli eletti e i giusti di tutti i secoli. – Ef 2,22.

    77. Chi non conduce una vita degna di figlio di Dio e di membro di Cristo, cessa interiormente di avere Dio per Padre e Cristo per capo. - 1Gv 2,24: ed.1693

    78. Si viene separati dal popolo eletto, di cui è stato figura il popolo giudaico di cui è capo Gesù Cristo, sia non vivendo secondo il Vangelo, sia non credendo al Vangelo. - At 3,23.

    79. È utile e necessario in ogni tempo, in ogni luogo e per ogni genere di persona, studiare e conoscere lo spirito, la pietà e i misteri della sacra Scrittura.- 1Cor 14,5.

    80. La lettura della sacra Scrittura è per tutti. - At 8,28.

    81. La santa oscurità della parola di Dio non è per i laici un motivo per dispensare se stessi dalla sua lettura. - At 8,31.

    82. Il giorno del Signore deve essere santificato dai cristiani con letture pie e soprattutto delle sacre Scritture. È dannoso voler ritrarre il cristiano da questa lettura. - At 15,21.

    83. È un inganno l’essere persuasi che la conoscenza dei misteri della religione non deve essere comunicata alle donne mediante la lettura dei libri sacri. Non dalla semplicità delle donne, ma dalla scienza superba degli uomini è sorto l’abuso delle Scritture, e sono nate le eresie. - Gv 4,26.

    84. Strappar via dalle mani dei cristiani il Nuovo Testamento, oppure tenerglielo chiuso privandoli del modo di comprenderlo, è chiudere a loro bocca di Cristo. - Mt 5,2..

    85. Proibire ai cristiani la lettura della sacra Scrittura, in modo particolare del Vangelo, è proibire l’uso della luce ai figli della luce, e far si che subiscano una specie di scomunica. - Lc 11,33: ed. 1693.

    86. Sottrarre al popolo semplice la consolazione di unire la propria voce alla voce di tutta la chiesa, è un uso contrario alla prassi apostolica e all’intenzione di Dio. - ICor 14,16

    87. È un modo pieno di sapienza, di luce e di carità, quello di dare alle anime il tempo di portare con umiltà e di capire lo stato di peccato, di chiedere lo spirito di penitenza e di contrizione, e di cominciare almeno a dare soddisfazione alla giustizia di Dio, prima che siano riconciliate. - At 8,9.

    88. Noi ignoriamo che cosa sia il peccato e la vera penitenza quando vogliamo essere immediatamente restituiti al possesso di quei beni dei quali il peccato ci ha spogliati, e rifiutiamo di portare la vergogna di questa separazione. - Lc 17,11.12.

    89. Il quattordicesimo gradino della conversione del peccatore, è quello di avere, una volta che sia già riconciliato, il diritto di assistere al sacrificio della chiesa. - Le 15,23.

    90. La chiesa ha l’autorità di scomunicare, per esercitarla mediante i primi pastori con il consenso almeno presunto di tutto il corpo. - Mt 18,17.

    91. Il timore di una ingiusta scomunica non deve mai impedirci di compiere il nostro dovere; mai noi usciamo dalla chiesa, anche quando per l’iniquità degli uomini sembriamo espulsi da essa, quando, per mezzo della carità, siamo fissi saldamente in Dio, in Gesù Cristo e nella sua chiesa.– Gv 9,22.23.

    92. Sopportare in pace la scomunica e l’ingiusto anatema piuttosto che tradire la verità, è imitare san Paolo; ed è molto lontano dall’erigersi contro l’autorità o rompere l’unità. - Rm 9,3.

    93. Gesù talvolta guarisce le ferite che l’incauta impazienza dei primi pastori infligge senza il suo mandato. Gesù restituisce quello che loro distruggono per zelo sconsiderato. - Gv 18,11.

    94. Nulla infonde nei suoi nemici una peggiore opinione riguardo alla chiesa, che il vedere che si esercita in essa la tirannia sopra la fede dei credenti e si favoriscono le divisioni a motivo di cose che non contraddicono la fede e i costumi. - Rm 14,16.

    95. Le verità sono scadute a tal punto, da esser diventate un discorso quasi estraneo per la maggior parte dei cristiani, e il modo della loro predicazione è come un dialetto sconosciuto; è del tutto lontano dalla semplicità degli apostoli, e al di sopra della comune comprensione dei fedeli; e non si avverte in modo adeguato che questo difetto è uno dei segni massimamente sensibili della vecchiaia della chiesa e dell’ira di Dio sui suoi figli. - ICor 14,21.

    96. Dio permette che tutte le potenze siano contrarie ai predicatori della verità, affinchè la sua vittoria non possa essere attribuita che alla grazia divina. - At 17,8.

    97. Succede abbastanza spesso che quelle membra che sono unite alla chiesa più santamente e più strettamente, sono guardate e sono trattate come indegne, o come separate da essa; ma "il giusto vive di fede" [Rm 1,17], e non dell’opinione degli uomini. - At 4,11.

    98. Lo stato di persecuzione e di sofferenze che uno sopporta come eretico, infame ed empio, è generalmente l’ultima prova e la più meritoria, quella che rende l’uomo maggiormente conforme a Gesù Cristo. - Lc 22,57.

    99. La pervicacia, la presunzione, l’ostinazione nel non volere esaminare qualcosa o nel riconoscere di essere stato ingannato, trasformano ogni giorno presso molti in odore di morte ciò che Dio ha posto nella sua chiesa perché in essa fosse odore di vita, per esempio i libri buoni, gli insegnamenti, gli esempi santi, ecc. - 2Cor 2,16.

    100. Tempo di pianto e lamentazione, quello in cui si crede di onorare Dio perseguitando la verità e i suoi discepoli! Questo tempo è venuto. ... L’essere ritenuto e trattato dai ministri della religione come empio e indegno a ogni rapporto con Dio, come un membro putrido, capace di tutto corrompere nella società dei Santi, è per gli uomini pii, una morte più terribile della morte del corpo. Vanamente uno si lusinga per la purezza delle sue intenzioni o per un qualche zelo religioso, quando perseguita con il fuoco e con il ferro uomini probi, se è accecato dalla propria passione o trascinato da una esterna, perché non vuole esaminare nulla. Spesso crediamo di sacrificare l’empio a Dio, mentre sacrifichiamo al diavolo il figlio di Dio. - Gv 16,2.

    101. Nulla si oppone maggiormente allo spirito di Dio e alla dottrina di Gesù Cristo, quanto il fare giuramenti generalizzati nella chiesa; perché questo è un moltiplicare le occasioni di spergiuro, è un tendere lacci agli infermi e agli ignoranti, e un far sì che il nome e la verità di Dio servano talvolta al disegno degli empi. - Mt 5,37.

    [Censura:] ... Noi dichiariamo, condanniamo e rigettiamo ... le proposizioni prima inserite, rispettivamente, come false, fraudolente, male sonanti, offensive per le orecchie pie, scandalose, dannose, temerarie, offensive per la chiesa e per la sua prassi, oltraggiose non solo verso la chiesa ma anche verso i poteri secolari, sediziose, empie, blasfeme, sospette di eresia e in odore di eresia, e anche atte a favorire gli eretici, le eresie e anche lo scisma, erronee, vicine all’eresia, ripetutamente condannate, e finalmente eretiche, e che rinnovano in modo manifesto le diverse eresie, soprattutto quelle che sono contenute nelle famose proposizioni di Giansenio, accolte proprio in quel senso in cui sono state condannate.

    INNOCENZO XIII: 8 maggio 1721 - 7 marzo 1724
    BENEDETTO XIII: 29 maggio 1724 - 21 febbr. 1730

  5. #5
    **********
    Data Registrazione
    04 Jun 2003
    Messaggi
    23,775
     Likes dati
    18
     Like avuti
    35
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Del giansenismo ne ho parlato QUI.

  6. #6
    Amore vince la morte
    Data Registrazione
    22 Sep 2006
    Località
    In prossimità, desidero, del Santo dei santi
    Messaggi
    6,292
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Grazie.

    Siccome è la prima volta che incontro il nick argyle, mi permetto di dargli caloroso benvenuto nel forum.

  7. #7
    Amore vince la morte
    Data Registrazione
    22 Sep 2006
    Località
    In prossimità, desidero, del Santo dei santi
    Messaggi
    6,292
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Citazione Originariamente Scritto da Augustinus Visualizza Messaggio
    Del giansenismo ne ho parlato QUI.
    I sostenitori di detta concezione, non del tutto sopita anche ai nostri giorni, conoscevano solo la giustizia di un Dio inaccessibile e reclamavano una fede pura e rigorosa, solo per un’élite di dotti, dalla coerenza adamantina e ferma tra dottrina e fede, che vivevano nel freddo timore della Divina Maestà.


    Essendo il testo scritto da te un poco datato (ottobre 2003), ti chiedo cosa volevi dire con questa frase all'epoca, e se a distanza di 4 anni il tuo parere a riguardo è cambiato, se si è evoluto, precisato diciamo così?



    Grazie di cuore.

    Tue riflessioni in materia mi sono molto utili per comprendere meglio questo fenomeno storico assai denso di significati.

  8. #8
    Amore vince la morte
    Data Registrazione
    22 Sep 2006
    Località
    In prossimità, desidero, del Santo dei santi
    Messaggi
    6,292
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Dai, amico mio, non stai mica costringendomi a fare la ermeneutica della tua non-parola?



    I sostenitori di detta concezione, non del tutto sopita anche ai nostri giorni,


    E' solo un pò di luce su questa affermazione che ti chiedo.


    Ciao

  9. #9
    **********
    Data Registrazione
    04 Jun 2003
    Messaggi
    23,775
     Likes dati
    18
     Like avuti
    35
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Carissimo,
    benché abbia scritto quella frase 3-4 anni fa, non mi sento di rivederla. La ribadisco. La situazione non è mutata. Il giansenismo è assai diffuso, più di quanto non lo si creda. E tutto parte dall'idea di libertà che aveva quel "vescovo": per lui un'opera di bene aveva valore se compiuta, non per libera scelta, ma spontaneamente. Di qui, seguire i precetti, andare a Messa, recitare varie novene, ecc. non avevano alcun valore. E se tu rifletti il giansenismo oggi è assai diffuso soprattutto nel sentire comune. A me è capitato tante volte di sentire, anche ecclesiastici, lodare quelli che non vanno a messa rispetto a quelli che ci vanno, ritenuti, i primi rispetto ai secondi, più coerenti nella vita e "migliori". Questo pensiero, che porta ad una svalutazione di tutto ciò che è il patrimonio della Chiesa, inclusa la S. Messa, è frutto di un pensiero giansenista. Quanti cristiani, ad es., dicono "vado a messa perchè mi sento e quando mi sento"? Lo spirito cristiano cattolico, invece, dice "Vado a Messa perchè è mio dovere andarci, che mi senta o no".
    Ebbene, dimmi: quanti sono quelli che si ritrovano col primo modo di pensare, che è tipicamente giansenista? E quanti col modo di pensare cattolico? Io penso che per il primo vi siano un sacco di aderenti! E ciò specie oggi che vi è un generale attenuamento del senso del dovere. Proprio a questo riguardo, Romano Guardini, nel 1943, nella sua Introduzione alla preghiera, scriveva che "la preghiera non è soltanto un'espressione spontanea del nostro intimo, ma ... essa è anche e anzitutto un servizio compiuto nella fedeltà e nell'obbedienza. Così bisogna volerla e praticarla".

  10. #10
    Amore vince la morte
    Data Registrazione
    22 Sep 2006
    Località
    In prossimità, desidero, del Santo dei santi
    Messaggi
    6,292
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Oh grazie.
    Ci rifletterò un pò.

    Soprattutto sulla connessione che fai tra le tesi di Jansen (presumo ti riferisca al suo testo "Augustinus" uscito postumo nel 1640), e lo spirito libertino o autonomistico che perdura ancora.

 

 

Discussioni Simili

  1. DR e giansenismo
    Di Astolfo nel forum Destra Radicale
    Risposte: 82
    Ultimo Messaggio: 27-11-12, 13:05
  2. Valutazioni personali
    Di Mariox nel forum Lega
    Risposte: 2
    Ultimo Messaggio: 17-12-10, 22:29
  3. Embargo Iran: due valutazioni.
    Di kalashnikov47 nel forum Politica Estera
    Risposte: 0
    Ultimo Messaggio: 27-12-06, 03:12
  4. Embargo all’Iran: due valutazioni
    Di Der Wehrwolf nel forum Etnonazionalismo
    Risposte: 0
    Ultimo Messaggio: 26-12-06, 16:28
  5. valutazioni
    Di AIACE TELAMONIO nel forum Termometro sportivo
    Risposte: 25
    Ultimo Messaggio: 13-09-02, 20:47

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito