Domenica 9 dicembre 2007
stadio "Giuseppe Meazza" in San Siro a Milano
Ore 15.00
Domenica 9 dicembre 2007
stadio "Giuseppe Meazza" in San Siro a Milano
Ore 15.00
ci sono
arbitra Massimiliano Saccani di Mantova.
collaboratori Grilli - Rosi
4o Uomo Gervasoni
Inter-Torino: la situazione disciplinare
F.C. Internazionale
Squalificati: Samuel;
Diffidati: Burdisso, Ibrahimovic.
TORINO
Squalificati: nessuno;
Diffidati: Comotto, Motta, Natali.
gioca matrix!!!!
Samuel!
"So già come finirà, Mancini il segreto"
http://www.lastampa.it/sport/cmsSezi...2513girata.asp
LAURA BANDINELLI
Julio Cruz, è vero che andrà a vedere presto il musical di Peter Pan in scena a Milano?
«Mia moglie vuole portarci i bambini».
In fondo, Peter Pan le assomiglia: anche lei non invecchia e con il passare degli anni invece che perdere posizioni ne acquista.
«Merito della famiglia Moratti e di Facchetti».
Perché?
«Dopo un anno all’Inter volevo andarmene perché non trovavo spazio, ma la società mi ha ritenuto incedibile. In quel periodo c’era Giacinto che mi parlava tantissimo. Mi diceva che dovevo rimanere perché le cose stavano cambiando. Ha avuto ragione lui. È cambiato tutto».
Entrava a partita in corso, faceva gol ma poi si riaccomodava in panchina. Adesso, invece, sono gli altri a sostituire lei e non ci sono più né Recoba né Adriano.
«Ho sempre dovuto dimostrare tanto. Mi hanno cucito addosso l’etichetta del panchinaro-salvatore della patria. Cruz, qualunque cosa facesse, per l’opinione pubblica era sempre la quarta o la quinta punta».
E invece?
«Non mi sono mai sentito una riserva. Adesso comunque va tutto benissimo e grazie a Dio anche l’Inter ha svoltato. Ogni volta che scendiamo in campo sappiamo cosa fare e come finirà la partita. Prima, invece, questa sicurezza non c’era».
Anche Cruz adesso si sente più sicuro?
«Io lo sono sempre stato. Sono pochi i giocatori che riescono a fare quello che faccio io».
La sua media-gol è sempre stata impressionante.
«Tre anni fa ho giocato tanto e come risultato ho realizzato 21 gol complessivi. L’anno scorso sono stato bloccato da un problema al ginocchio, ma nonostante questo mi sono sentito parte dello scudetto vinto. Ricordo bene cosa è successo con il Parma. Ero stato fermo per 25 giorni per colpa di un adduttore: sono entrato quando mancavano 15 minuti alla fine e al 92’ ho segnato. Da quel momento abbiamo fatto 17 partite senza mai perdere. Un record di cui non si parla tanto, ma che a mio avviso resta straordinario».
Molte società quest’estate hanno provato a strapparla all’Inter.
«Sì, lo so, ma sono rimasto qui. L’Inter è la mia casa».
Anche Del Piero vorrebbe essere come Peter Pan, ma non ci riesce. Può dargli qualche consiglio?
«Peter Pan è una favola, non è realtà. Il calcio è una favola solo se le cose vanno bene».
Giocare a pallone per lavoro non è sempre una favola?
«Non sempre, ho visto tante persone soffrire per questo sport. Il mio migliore amico Mathias, ad esempio. Abbiamo iniziato a giocare quando avevamo 7 anni. A 19, io ho fatto il salto della serie A, lui è rimasto nell’anonimato. Volevo portarlo con me, non è stato possibile. Adesso fa il fisioterapista, ha scelto una strada alternativa per restare nel calcio».
Lei si sente fortunato?
«Sicuramente. Quando ero piccolo non me la passavo bene come adesso. Crescendo ho imparato a cogliere l’attimo perché so che quello che faccio oggi non potrò farlo domani. Tra un paio d’anni, quando mi toccherà smettere, dovrò tornare ad avere una vita normale. Ma non sono spaventato, perché c’è un momento per tutto».
Bergomi dice che fare il terzo tempo quando si gioca con l’Inter è facile. Gli avversari sanno che siete i più forti e non si arrabbiano.
«Fa piacere essere considerati così, però la stretta di mano deve esserci comunque. In Olanda, ad esempio, il terzo tempo esiste da anni, a fine partita i calciatori bevono e mangiano tutti insieme ma non gliel’ha mica imposto la Lega. E’ una questione di mentalità. In Italia si bada troppo al risultato».
Domani ritroverà Recoba.
«Il Chino è un grandissimo. Nessuno in Italia e neanche all’estero ha il suo piede sinistro. Ha fatto la scelta di andare a Torino perché voleva giocare, aveva voglia di dimostrare il suo valore. Le scelte si rispettano e non si discutono, però sarà strano vederlo giocare con un’altra maglia».
Recoba ama l’Inter ma non ha mai amato Mancini. Lo ha definito un tecnico fortunato perché ha vinto con una squadra di grandissimi campioni.
«E’ sbagliato togliere dei meriti a Mancini. Avere giocatori costosi e forti conta, ma non tutti i tecnici sono in grado di farli giocare insieme e ottenere dei risultati. Molti di loro sono tornati a casa senza niente in mano».
le formazioni ufficiali
Inter:
12 Julio Cesar; 13 Maicon, 2 Cordoba, 23 Materazzi, 26 Chivu; 4 J.Zanetti, 16 Burdisso, 19 Cambiasso, 31 Cesar; 8 Ibrahimovic 9 Cruz.
A disposizione:
22 Orlandoni, 11 Jimenez, 18 Crespo, 21 Solari, 24 Rivas, 29 Suazo, 30 Pelé.
All.: Roberto Mancini.
Torino:
1 Sereni; 2 Comotto, 14 Natali, 22 Di Loreto, 15 Dellafiore; 10 Rosina, 8 Barone, 27 P.Zanetti, 23 Lanna; 9 Ventola, 17 Di Michele.
A disposizione:
31 Fontana, 4 Recoba, 7 Motta, 13 Grella, 29 Bottone, 77 Stellone 92 Malonga.
All.: Walter Novellino.
Arbitro: Massimiliano Saccani (Mantova).
golllllllllllllllll - Ibra