infatti negli ultimi 10 anni la LN sta ereditando tutti i valori morali della DC: cadreghe, poltrone. cadreghe, cadreghe, poltrone, cadreghe, scrivanie, cadreghe, cadreghe, cadreghe, sedie, cadreghe, .........
iango:
La lega ha molte assonanze con la DC.
Ambedue i partiti sono nati per tenere l'italia unita.
La DC nella prima repubblica operava a livello di tutto lo stato.
La lega invece nella seconda repubblica, dopo la pseudo operazione mani pulite, opera solamente nel settentrione, nelle zone dove potrebbero sorgere delle incrinature.
Però se alla fine i due partiti nella loro vita sono stati utili all'unità d'italia, sono differenti nell'origine.
La DC è nata in Sicilia , mentre la lega è nata nel Nord.
Adesso si tratta di riempire la lega di persone di origine parte meridionale e parte padano ed il gioco è fatto.
L'unico problema è l'economia, che sbilancia i programmi di roma.
La DC è l'erede naturale e la continuazione del Partito Popolare fondato da Don Sturzo nato a Caltagirone.
Però Don Sturzo aveva un difetto: accennava qualche volta al federalismo.
Forse la sua origine gli faceva privilegiare l'autonomia ecco perché fu necessario conservare l'idea dei cristiani in politica, ma senza di lui.
Era pericoloso parlare di federalismo.
Parlare di federalismo roma lo concede solamente a chi è del mestiere e sa come si fa a turlupinare i popoli.
Don Sturzo non aveva l'abilità belleriana.
La finta rivoluzione della Lega Nord: dalla Balena bianca a quella verde
Geppy Rippa
La Lega Nord è stata oggetto di grande attenzione da parte degli analisti politici e dei media in generale ed è stata ritenuta, pur non essendo cresciuta in assoluto nel numero dei consensi, la vera vincitrice della consultazione elettorale regionale del marzo 2010.
La Lega Nord – scrivono nelle loro analisi i maggiori quotidiani - tra le Europee 1999 e le Politiche 2006 aveva ottenuto i risultati più bassi. Successivamente ha avuto una crescita costante, che ha assunto visibilità con le Politiche 2008, è continuata nelle Europee 2009 e, quindi, nelle Regionali 2010.
Oggi la Lega Nord ha ottenuto il suo risultato migliore (12,3 per cento). Il calo della partecipazione ha tuttavia colpito anche questo partito. Rispetto alle Europee di un anno fa - che mostrano un tasso di affluenza più elevato ma comunque sotto il 70 per cento - la Lega Nord cresce di un punto percentuale. Dietro questa crescita si nasconde però un calo di consensi pari a circa 200mila voti.
Tuttavia, se facciamo il confronto con le Regionali 2005 i voti (circa 1.380.000) si sono oggi raddoppiati.
La Lega, dunque, ha sicuramente consolidato le sue posizioni e ha dimostrato di aver creato una classe dirigente composta di persone che sanno cosa vuol dire amministrare un comune o una regione e che, soprattutto, raccoglie la fiducia di vasti settori della popolazione nel nord Italia.
dalle ironie su bossi
al corteggiamento
"Ciò ha fatto sì che non solo sia cresciuta l'attenzione attorno ad essa, ma si siano anche moltiplicate le disposizioni favorevoli nei suoi confronti. Per due ordini di motivi: perché chi vince trova sempre estimatori e perché si ritiene che sia diventata la chiave di volta del futuro politico del Paese. Se Berlusconi non può più fare a meno dei leghisti nel settentrione, dal canto suo il centro-sinistra conta di accelerare quanto prima il loro distacco dal Popolo della libertà, magari attraverso concessioni sempre più consistenti sul piano dell'autonomismo locale" – ha scritto sull'agenzia "Ar" Luigi O. Rintallo.
" per questo che è decisamente cambiato il giudizio nei confronti del partito in camicia verde: non più solo ironie o condanne, ma apprezzamento per la sua volontà di cambiamento e per la determinazione nel perseguirlo.
A questo punto peròsi impone una domanda: ma è davvero così?
Quale cambiamento proviene da un partito che, ad esempio, si propone di conquistare il controllo di una rete della Rai? Vero cambiamento sarebbe la privatizzazione dell'ente radiotelevisivo di Stato, oltre che l'abolizione del canone. Invece, da parte leghista viene prima di tutto la promozione di una logica "entrista", che mira essenzialmente all'occupazione di un centro di potere.
La stessa cosa va delineandosi sul fronte delle fondazioni e delle banche. Non a caso osservatori più attenti hanno riscontrato nei comportamenti della Lega la tendenza a riproporre l'interclassismo e il sistema pervasivo della Dc. Alcuni titoli di giornali cominciano, infatti, a parlare di "Balena verde".
Se così fosse, si smaschererebbe il vero ruolo della Lega nella società italiana.
"Una società alla quale è mancata in primo luogo una rivoluzione liberale - ha scritto sempre Luigi O. Rintallo -, che valorizzasse il merito e le libertà dell'individuo, contrastando statalismo e assistenzialismo. Quando nasce alla fine degli anni Ottanta, la Lega si pone come contraltare della partitocrazia e, di conseguenza, di una politica che costruisce il consenso attraverso il debordare delle spese, il cui primo obiettivo è la costruzione di un'elefantiaca macchina pubblica concepita essenzialmente in funzione autoreferenziale dei partiti stessi -.
Tuttavia, questa contrapposizione non poggiava - come meglio si vede oggi - su una volontà alternativa. Le sue premesse scaturiscono piuttosto dalla crisi in cui è andato a incagliarsi il circuito assistenziale, scatenando richieste e rivendicazioni fino allora tenute sotto controllo.
la ribellione del nord?
tutto meno che liberale
Più che da una sana logica di stampo liberale, intenzionata a rafforzare lo spirito imprenditoriale e a porre le premesse per un rivolgimento completo dell'approccio ai temi del lavoro e della produzione, la ribellione del settentrione muoveva prima di tutto dal venir meno dei sostegni. Quelle stampelle si rimpiangevano, ma non si volevano certo buttar via per camminare da soli. Quali sono le considerazioni che si possono trarre in questa fase politica? Ora che la situazione politica ha condotto al rafforzamento della presenza leghista nello scenario politico non solo regionale ma anche nazionale, ecco che la Lega va prefigurando non tanto un radicale mutamento quanto un irradiamento e una penetrazione nella struttura del potere.
"Ancora una volta – è la conclusione, da noi condivisa, di Rintallo - l'Italia rischia di perdere la sua occasione storica di lasciarsi alle spalle il sistema che la ha s-governata in questi decenni, per ritrovarsi soltanto con un ricambio dei macchinisti senza che il treno inverta davvero la direzione della sua corsa".
La finta rivoluzione della Lega Nord: dalla Balena bianca a quella verde