Ultima modifica di acchiappaignoranti; 29-03-10 alle 00:08
furono i riti italici ad entrare in grecia, e non viceversa.
Platone, "libro delle leggi"
furono i riti italici ad entrare in grecia, e non viceversa.
Platone, "libro delle leggi"
"C'era un Tempo in cui l'uomo viveva accanto agli Dei..poi la predicazione galilea ci porto' il deserto del nulla...e infine caddero le tenebre della modernità"
Come ben sappiamo la morte in Roma era intesa spesso come la morte pubblica (vedi i reduci di Canne).
Nel processo comiziale si ammette che, fino alla condanna, si potesse sfuggire alla pena capitale con l'esilio, il che im¬portava la dichiarazione di aqua et igni interdictio colla conseguenza della perdita della cittadinanza e della publicatio (confisca) dei beni (conseguenza necessaria della pena capitale), e il risultato che l'in¬terdetto non poteva mettere piede in suolo patrio senza pericolo di vita
Praticamente questo esilio era la conseguenza normale della condanna capitale
Il diritto sulla vita e sulla morte non veniva applicato con la facilità con cui vorresti fare credere nemmeno sugli schiavi, sui quali non era lecito né infierire né incrudelire senza motivo e misura, non essendo conforme al pubblico interesse un cattivo uso (e quindi l’abuso) del proprio diritto. Inoltre, persino la crudeltà intollerabile dei padroni nei confronti dei servi (intolerabilis domino rum saevitia) veniva punita, figuriamoci quindi verso i familiari (vedesi per la figlia di Augusto).
Fonti: Istituzioni di diritto romano (De Sanctis), Storia del Diritto Romano (Grosso)
furono i riti italici ad entrare in grecia, e non viceversa.
Platone, "libro delle leggi"
Ultima modifica di acchiappaignoranti; 29-03-10 alle 01:51
furono i riti italici ad entrare in grecia, e non viceversa.
Platone, "libro delle leggi"
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