Contro gli opposti estremismi... compagno chi te lo fa fare?

[Figliodegliavi]

Ma chi te lo fa fare caro compagno?
Carissimo compagno, non ti scrivo in modo ironico ma con la massima serietà.
Con il passare dei decenni, il cambiamento degli equilibri politici e le nuove esigenze sentite dalla società, sta divendando sempre più evidente che il gioco degli opposti estremismi e della loro contrapposizione, anche violenta, ormai non regge più.
Caduti per sempre il non-fascismo di sistema del vecchio Msi e il paracomunismo, anch'esso di sistema, del Pci, è del tutto evidente che la cosidetta destra radicale e la sinistra estrema cui noi due apparteniamo hanno decisamente più punti in comune che in opposizione, tanto che anche per noi, come già accaduto per la politica tradizionale, i termini "destra" e "sinistra" sembrano superati. Mi riferisco soprattutto alle politiche sociali, dove noi due condividiamo tesi antiliberiste e in linea di massima abbiamo la stessa idea di socializzazione delle aziende, ma anche a quelle civiche, se si pensa che entrambi parliamo di democrazia diretta e di bilancio partecipativo.
Ciò che eventualmente potrebbe divierci è semplicemente la diversa coscienza di appartenenza identitaria, anche se spesso in alcune frange isolate della sinistra questo concetto sta trovando spazio e consenso e sempre più ne troverà nel momento in cui la sinistra antisistema capirà che l'appartenenza nazionale, lungi dall'essere un pretesto di superiorità o l'anticamera del razzismo, è un perfetto antidoto contro quella globalizzazione che entrambi combattiamo, un senso di appartenenza che consente una volta di più di apprezzare ciò per cui lottiamo.
E poi mi devi spiegare, chi è che veramente ti aizza contro di me, oggi come negli anni di piombo, come se il tuo nemico fossi davvero io? No, perché questa è una cosa che proprio non capisco, io vado in piazza a potestare contro Berlusconi, contro la mondializzazione e le morti sul lavoro, scrivo articoli in proposito sui miei blog e forum, lotto per il diritto alla proprietà della casa, e tu, anziché condividere battaglie che dovresti sentire tue, mi attacchi considerandomi chissà in base a quale ragionamento uno strumento del potere?
Molto ingrato da parte tua, caro compagno. Ma non ripagherò la tua ingratitudine con una porta chiusa, perché sono abbastanza cresciuto politicamente da capire che i miei obiettivi sono troppo importanti ed è bene condividerli anche con chi non vuole ammettere di pensarla come me, anzichè dare partita vinta a quei padroncini che ogni giorno speculano egualmente su me e te, quei signorotti che mandano i poliziotti a manganellarci perché possano continuare a far morire operai nelle fabbriche e soldati nelle guerre imperialiste.
Con loro non è possibile alcun dialogo.
Tra noi sì, compagno.

[XXGiugno]

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