Fra CIA e Casa Bianca deve essere giunto il momento della resa dei conti.

Già dall’anno scorso la Casa Bianca (leggi Dick Cheney) ha cercato di scaricare tutte le colpe della figuraccia sulle “armi di distruzioni di massa“ irachene – che sono risultate inesistenti – sulla CIA, che le avrebbe passato documenti di intelligence “con informazioni errate”. Come tutti sanno invece fu proprio Dick Cheney a installarsi fisicamente a Langley, nel periodo precedente l’invasione, pretendendo quotidianamente dalla CIA documenti che in qualunque modo provassero l’esistenza di tali armi. Mentre il capo degli ispettori ONU, Hans Blix, aveva più volte dichiarato che Saddam non ne avesse alcuna.

Nonostante questo George Tenet, direttore della CIA ai tempi dell’invasione, alla fine ha dovuto prendersi le colpe e dare le dimissioni.

Ma alla CIA non piace vedere la propria reputazione infangata da nessuno - specialmente in una rara occasione come questa, dove non ci sono motivi per farlo - e da allora molti agenti di massimo livello hanno fatto il loro “outing”, dando prima le dimissioni (come impiegati federali sono tenuti al silenzio sotto giuramento) e rilasciando poi accuse di vario tipo ...

... sulle responsabilità dell’amministrazione Bush negli attentati dell’11 settembre. (Il più noto è Ray McGovern, che non perde occasione per ricordarci che “sicuramente c’è stata una copertura da parte del governo”. Un altro è Robert Baer, sul quale stiamo preparando un interessante articolo).

Ora, a quanto pare, è venuto il momento di presentare il conto agli inquilini di Pennsylvania Avenue. Con un capovolgimento sorprendente, e contro ogni dichiarazione fatta fino a ieri da Bush e Cheney, la CIA ha fatto sapere di aver acquisito informazioni segrete che negano che l’Iran abbia un programma nucleare attivo.

Come dire: ci avete usato una volta, ora scendete e continuate a piedi, se davvero volete andare in quella direzione.

Spiazzata, la Casa Bianca ha espresso ”sorpresa” e perplessità alla notizia, ma la CIA ha subito confermato che le loro informazioni sono supportate da prove robuste, che ne rendono alta la credibilità. Si tratta di registrazioni telefoniche, nelle quali alcuni personaggi di alto rango nel governo iraniano lamentano la chiusura del programma atomico, già nel 2003. La CIA ha anche saputo smentire l'ipotesi che si tratti di una possibile manovra di disinformazione.

Questo smentisce l’affermazione che l’Iran abbia “un programma atomico attivo”, fatta ripetutamente da Cheney e Bush, che offre l’unica base valida per richiedere al Consiglio di Sicurezza ONU una risoluzione contro l’Iran. Mentre proprio l'Agenzia per l'Energia Atomica, che è sempre dell’ONU, ha recentemente assunto posizioni simili a quelle prese ora dalla CIA.

A conferma di quanto in malafede fossero Cheney e Bush nella loro “tesi atomica”, basterebbe notare che essi hanno subito messo in dubbio le affermazioni della CIA, con tono indispettito e arrogante, invece di rilassarsi e di gioire con il resto della nazione per il “pericolo scampato”.

Anche a teatro, il pubblico vuole la sua parte.

Massimo Mazzucco