IL MOTTO DELLA SINISTRA ARCOBALENO… RESISTERE, RESISTERE, RESISTERE… ATTACCATI ALLA POLTRONA !
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La “Cosa rossa” si materializza alla fine degli Stati generali della Sinistra Arcobaleno, tenutasi a Roma alla presenza di Prc, Mussi, PcdI e Verdi, quando sul palco scatta il disco che accompagna i saluti. Tutti a intonare “Bella Ciao”…beh tutti proprio no, i Verdi si astengono, Pecoraro Scanio non la sa, non canta e poi dirà ” è roba antifascista e come tale appartiene a tutti, ma io stavo aspettando “il Vento soffia ancora” di Pierangelo Bertoli che non è arrivata”, sfiora l’incidente diplomatico il commento del capogruppo alla Camera Angelo Bonelli, che non canta neppure lui ” rispetto i valori dell’antifascismo, ma non ho mai votato PCI. Poi le parole proprio non le conosco, avrei messo “Sunday bloody sunday” degli U2″..”. Neanche a farlo apposta, quando ormai in sala se ne sono andati tutti, gli altoparlanti diffondono le note dell’Internazionale, ma non c’èpiù nessuno a cantarla… la reazione è in agguato si sa. Finisce l’incontro tra le truppe della Sinistra Arcobaleno con parole chiare: ” La verifica servirà per rafforzare l’azione del Governo” (Pecoraro), “Votiamo la finanziaria, ma così non va” (Mussi), “La verifica è inutile se non si rispecchiamo gli accordi” (Diliberto), ” Saremo ancora al Governo, ma senza cedimenti” (Giordano)… insomma resistere il più possibile attaccati alla poltrona è il motto della Convention. Irrompono in sala anche i comitati contro la base USA di Vicenza, si impossessano del palco, ma poi forse si rendono conto di aver sbagliato assise… qua di rivoluzionari non ce ne sono più. Ingrao non doveva venire, poi prende un passaggio sull’auto di Sansonetti e lancia il suo verbo ” Unitevi, unitevi, ma fate presto!” e ritorna a casa. Diliberto non voleva parlasse Vendola, Mussi non voleva parlasse il leader della FIOM Rinaldini, un bell’ambiente coeso indubbiamente. Diliberto alla fine è contento perchè ha cantato a pugno chiuso, ricordato Berlinguer e va a casa sereno anche lui. Claudio Grassi, della minoranza di Rifondazione, ha salutato e forse farà un nuovo partito, Turigliatto pure, Rizzo non ne vuole sapere di un simbolo senza “falce e martello” e minaccia di andarsene pure lui. Gongola il finalese Marco Ferrando (leader del Partito comunista dei lavoratori) che a gennaio farà il suo primo congresso e che resterà l’unico ad avere in dotazione la falce e il martello. La lite sul simbolo rivela altri aspetti sulle diversità di vedute. Marco Rizzo, leader dell’ala dura del Pcd’I, sostiene che la falce e il martello deve essere centrale nel simbolo poichè l’80% della nuova formazione è comunista. Ecco alcune sue considerazioni ” L’arcobaleno è una boiata e Fausto fa solo cinema…abbiamo 142 parlamentari e cosa abbiamo ottenuto finora da Prodi ? Nulla… Conoscendo Bertinotti il suo scontro con Prodi è strumentale ai suoi interessi personali e politici… a Sinistra vedo tante persone attaccate alla poltrona che sarebbero pronti a votare anche una guerra contro Cuba pur di restare al Governo.” Ribatte Pecoraro ” Se pensiamo di fare i vecchi partiti ottocenteschi non abbiamo capito nulla, chi vuole restare comunista vada con Turigliatto”… E questa era la Sinistra radicale… quella dei duri e puri… figuriamoci l’altra. L’arcobaleno solitamente viene dopo il temporale, qua deve ancora scatenarsi la tempesta mi sa…che dire…è sempre un piacere vedere una famiglia unita e con le idee chiare…ciao bella…anzi ciao bella ciao…( Antonio imparala meglio eh?…ti può servire)… hasta la victoria compagni… tutti nella villa con piscina del Fausto… è l’ora della merenda.