Originariamente Scritto da
mcandry
Per Mcandry:
Quale candidato (democratico o repubblicano) sosterrebbe alla Presidenza degli Stati Uniti? E, in caso di suo mancato successo alle primarie, quale degli altri voterebbe?
Sinceramente non ho letto i vari programmi dei singoli candidati, conosco i nomi certo, ma mi pare un po' poco per trarne un giudizio attendibile.
Mi piacerebbe veder uscire vincitore da queste elezioni un presidente che sappia unire e fondere insieme la fermezza d'intenti con la diplomazia e il buon senso, un presidente che riesca a far di nuovo amare come un tempo l'America nel mondo.
Bisogna dire che i repubblicani sono da sempre legati agli Stati Uniti indipendentemente dal fatto che il presidente sia un democratico o un repubblicano, perchè i valori e gli ideali di quella grande democrazia, sono comuni al partito repubblicano e al partito democratico.
Indipendentemente da chi verrà eletto, la democrazia americana continuerà a funzionare perchè i meccanismi che la regolano sin dai suoi albori (a cominciare dall'equilibrio dei poteri) la rendono intangibile.
2) Dopo gli attentati alle Torri Gemelle del 2001 gli Stati Uniti hanno portato avanti una politica militare interventista, basata sulla teoria della guerra preventiva e sulla necessitа di portare la democrazia in Iraq.
Condivide l'operato militare di G.W. Bush e la linea della sua Amministrazione?
L'intervento militare era ed è necessario?
Gli Stati Uniti d'America, a mio parere, avevano tutto il diritto di dichiarare guerra al terrorismo internazionale guidato da Al-Qaida, un gruppo di criminali senza scrupoli dedito a strumentalizzare e a fomentare tragedie per trarne un tornaconto d'immagine e di consenso nei paesi arabi, al fine di destabilizzarne i governi e quindi subentrarne al potere.
Per come la vedo io però la prima cosa che andava fatta era quella di creare le condizioni per riportare la pace nella martoriata Palestina, sforzandosi con tutti i mezzi per far accordare Israele e Palestinesi, una buona volta su tutte, per una convivenza comune accettata nei modi e nei termini da entrambi.
Questo avrebbe indebolito Al-Qaida molto più velocemente che qualsiasi tipo di intervento militare.
Comunque in Iraq le forze armate americane e alleate avrebbero dovuto coinvolgere di più la popolazione nel processo di democratizzazione del paese.
Per quanto riguarda la politica interna adottata dal presidente Bush, non ho condiviso il Patriot Act, perchè, come ha detto Franklin, "Chi rinuncia alla propria libertà per la propria sicurezza, non merita nè una nè l'altra".
3) Cosa pensa dell'uomo politico Putin e del suo modo di governare la Russia?
Putin sta risollevando la Russia da un baratro in cui era caduto negli anni '90 e la sta facendo ritornare una super potenza. Ovviamente non è tutto rose e fiori, tutt'altro: innegabile che in Russia ci sia una dittatura e che il popolo, in un eventuale domani in cui Putin e il suo establishment non otterranno i risultati come ora, non potrà influire e dovrà subire.
Il problema è che la Russia non ha mai conosciuto, storicamente, la democrazia e dunque risulta normale e comprensibile che frange della popolazione, vuoi per il malcontento economico vuoi per semplice estremismo diffuso, chiedano un leader più simile ad uno Zar. Quasi un secolo di comunismo, a cui precedette un epoca di imperialismo, non si cancellano facilmente.
La domanda che ci si può porre è: i risultati economici e geopolitici che Putin può obiettivamente vantare compensano la mancanza di democrazia? La risposta, anche considerando il passato, deve decisamente essere no. Cos'accadrà quando Putin non otterrà più risultati eclatanti? Si ritirerà come un’anima pia a vita personale, lasciano il potere ad altri? La storia insegna che i dittatori, pur iniziando con il beneplacito popolare dovuto a grandi risultati, restano in carica anche e soprattutto quando le cose vanno male.