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  1. #101
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    l'unica cosa che ho trovato riguarda il caso ryan

    Ovunque la pena di morte sia applicata il rischio di mettere a morte persone innocenti non può essere eliminato. Dal 1973 in Usa sono stati rilasciati 123 prigionieri dal braccio della morte dopo che erano emerse nuove prove della loro innocenza. Di questi, sei nel 2004, due nel 2005 e uno nel 2006. Alcuni di questi prigionieri sono arrivati ad un passo dall’esecuzione dopo aver trascorso molti anni nel braccio della morte. In ognuno di questi casi sono emerse caratteristiche simili e ricorrenti: indagini poco accurate da parte della polizia, assistenza legale inadeguata, utilizzo di testimoni non affidabili e di prove o confessioni poco attendibili. Ma non solo, in Usa purtroppo sono diversi i casi di prigionieri messi a morte nonostante l’esistenza di molti dubbi sulla loro colpevolezza. La Florida ha il più alto numero di innocenti condannati a morte e in seguito rilasciati, sono ventidue dal 1973.

    Nel 2000, l'allora Governatore Ryan dello Stato dell'Illinois, dichiarò una moratoria sulle esecuzioni in seguito alla scarcerazione del tredicesimo prigioniero condannato a morte ingiustamente dal 1977, anno di ripresa delle esecuzioni negli Usa. Durante lo stesso periodo 12 prigionieri furono messi a morte. Nel gennaio del 2003, il Governatore Ryan ha concesso la grazia a quattro condannati a morte e commutato le restanti 167 condanne in ergastolo.


    http://www.amnesty.it/campagne/pena_di_morte/

    dal che si evince che almeno per l'illinois le probabilità di venire condannati a morte da innocenti è molto alta. (6.8%) c'è da dire che oltretutto i casi in questione riguardano persone NON giustiziate: visto che difficilmente si riaprono casi su persone già morte....



    sulla recidiva in italia x gli omicidi dai miei soliti siti nn ho trovato niente.

    su ristretti.it (che riprende tutte le statistiche del dap -dipartimento amministrazione penitenziara) c'è un ottima analisi di transcrime sulla recidiva in generale: i sottoposti a misura alternativa sono recidivi per il 20% circa. quelli in carcere per il 70% circa.... e poi si dice che il carcere nn è criminogeno.

    c'è anche una statistica che porta acqua al mulino di enrico1969 (e che effettivamente mi ha alquanto stupito)

    http://www.ristretti.it/areestudio/g...tudi/eures.htm

    dove si dimostra che la detenzione media per un omicidio volontario è di 12, 4 anni. il che pare poco anche a me. c'è da dire che nn son conteggiate le misure alternative. ma questo non cambia di molto il giudizio nell'insieme.

    questo non significa che cambio opinione rispetto al caso di chiavenna, visto che ripeto che le responsabili erano minorenni.

  2. #102
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    Citazione Originariamente Scritto da durrutibus Visualizza Messaggio
    visto che c'è parecchia carne al fuoco e non ho moltissimo tempo oggi, risponderò a spizzichi

    parto da questa parte del tuo post.

    è verissimo. non parlo mai delle vittime. non perchè sono un cuore di pietra o che, semplicemente per 2 motivi:

    a) sono dell'idea che in una discussione in un forum (e dal n° post puoi vedere che ne ho fatte parecchie) si debba rimanere il più vicino possibile al topic del tread. e in un tred in cui si mette "sotto accusa" un misura come la semilibertà direi che parlare delle vittime non aggiunge nulla alla discussione

    se si critica una misura come la semilibertà è innanzi tutto per i casi in cui la concessione della stessa ha portato nuovi lutti.... aggiunge alla discussione sapere che una vita umana è stata stroncata per effetto di una legge infausta quando automatica, o della decisione infausta di un magistrato....


    Citazione Originariamente Scritto da durrutibus Visualizza Messaggio

    b) qualche studio di legge (spero che si noti nonostante sia moooolto arrugginito) l'ho fatto. e in particolare all'università ho amato criminologia.
    a mio avviso in materia di politica criminale le componenti da tenere in considerazione sono: il reo l'istituzione e la società. non la vittima. sarà un ragionamento cinico, per qualcuno.... ma è lo stesso motivo per il quale, ad esempio, in una giuria popolare in america NON nomineranno mai la vittima a giudicare il reo o presunto tale. ciò che distingue il diritto dalla giustizia "privata" è la necessità di eliminare qualsivoglia elemento emotivo onde assicurare una analisi lucida del fatto.

    poi (o meglio ancor prima) c'è la vittima. che in italia spesso, troppo spesso sia lasciata sola senza aiuti è verissimo e abbastanza scandaloso. su questo dsi potrebbe parlare a lungo. MA mai e poi mai mischierei questo argomento con quelle che sono le scelte di politica criminale in tema di lotta al crimine/sistema carcerario ecc ecc ecc. sono cose diverse e debbono restare su piani dicversi.

    qui abbiamo visioni diametralmente opposte, s'era già capito, ma nonostante ciò io non ho escluso del tutto la figura del criminale dalla mia, pongo solo dei limiti, perchè oltre quelli si ha una società di brutalità legalizzata: certi delitti (ma intendiamoci, i delitti non sono accidenti che colpiscono i poveretti che li compiono, sono scelte spietate fatte consapevolmente) sono oltre il compromesso....

    fino ad ora io ho avuto una posizione socialmente responsabile, con questo intendendo che non ho posto al centro assoluto della discussione l'individuo-vittima, ma se mi si conduce alla contrapposizione (come tu fai, ponendo a nucleo del sistema unicamente il carnefice) voglio segnalarti che ottieni gli effetti opposti rispetto a quelli enunciati.... tu aborri la giustizia privata, e poi proponi una giustizia pubblica disumana, nella quale l'unico rapporto di cui tener conto è quello tra istituzione e criminale, il resto, i lutti le lacrime, i ricordi, il dolore che non scompare mai, l'angoscia, vada letteralmente a farsi fottere.... e quale ti aspetti che sia la reazione della vittima, quella dell'agnello mansueto e rassegnato al sacrificio? con una prospettiva simile tu costringi le persone che sono disposte, che vogliono avere fiducia nella giustizia di uno stato (è per questo che uno continua ad appellarsi allo stato affinchè faccia il suo dovere e dia giustizia) a ribellarsi, a mandare a quel paese tutto e tutti, e scegliere di farsela da soli, la giustizia.... se deve valere la legge della giustizia di chi se la può dare da solo, almeno che sia palese, e non spacciata per diritto civile, progressista e altre amenità....

  3. #103
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    Citazione Originariamente Scritto da durrutibus Visualizza Messaggio
    innanzitutto io non metterei sullo stesso piano i due casi: ne primo io stato condanno a morte un innocente: lo uccido direttamente.

    nel secondo sbaglio un giudizio sulla riabilitazione di un omicida, lo libero e questo uccide. l esponsabilità non può, a mio avviso ricadere direttamente sullo stato.

    il secondo caso è identico a quanto ti ho scritto prima: un giudice che nn riiene sufficienti delle prove non incarcera un assassino e questo uccide. la colpa è dello stato (o del giudice?).

    x l'ennesima volta ogni attività umana ha una percentale di errore ineliminabile.

    quanto alle statistiche, mo cerco qualcosa.
    scusa, ma qui è davvero grottesco: la responsabilità dello stato c'è sia quando si condanna un innocente sia quando un assassino viene liberato e messo in condizione di uccidere ancora....

  4. #104
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    Citazione Originariamente Scritto da durrutibus Visualizza Messaggio
    l'unica cosa che ho trovato riguarda il caso ryan

    Ovunque la pena di morte sia applicata il rischio di mettere a morte persone innocenti non può essere eliminato. Dal 1973 in Usa sono stati rilasciati 123 prigionieri dal braccio della morte dopo che erano emerse nuove prove della loro innocenza. Di questi, sei nel 2004, due nel 2005 e uno nel 2006. Alcuni di questi prigionieri sono arrivati ad un passo dall’esecuzione dopo aver trascorso molti anni nel braccio della morte. In ognuno di questi casi sono emerse caratteristiche simili e ricorrenti: indagini poco accurate da parte della polizia, assistenza legale inadeguata, utilizzo di testimoni non affidabili e di prove o confessioni poco attendibili. Ma non solo, in Usa purtroppo sono diversi i casi di prigionieri messi a morte nonostante l’esistenza di molti dubbi sulla loro colpevolezza. La Florida ha il più alto numero di innocenti condannati a morte e in seguito rilasciati, sono ventidue dal 1973.

    Nel 2000, l'allora Governatore Ryan dello Stato dell'Illinois, dichiarò una moratoria sulle esecuzioni in seguito alla scarcerazione del tredicesimo prigioniero condannato a morte ingiustamente dal 1977, anno di ripresa delle esecuzioni negli Usa. Durante lo stesso periodo 12 prigionieri furono messi a morte. Nel gennaio del 2003, il Governatore Ryan ha concesso la grazia a quattro condannati a morte e commutato le restanti 167 condanne in ergastolo.


    http://www.amnesty.it/campagne/pena_di_morte/

    dal che si evince che almeno per l'illinois le probabilità di venire condannati a morte da innocenti è molto alta. (6.8%) c'è da dire che oltretutto i casi in questione riguardano persone NON giustiziate: visto che difficilmente si riaprono casi su persone già morte....
    si possono dire alcune cose: nei paesi democratici il sistema giudiziario è garantista, talvolta fino all'inverosimile (come in italia), e una sentenza, quando arriva, è il parto di un processo lunghissimo ed inflazionato di verifiche; i mezzi scientifici, anche recentissimi, permettono di avere una certezza addirittura matematica, in molti casi, della colpevolezza di un individuo, quando non reo confesso....

    l'errore, come tu dici, c'è sempre, c'è in tutto, non è questo l'argomento giusto, perchè non per quello eviti di dare a uno come Brusca (sempre parafrasando il tuo pensiero, eh) la possibilità di essere di nuovo libero....


    Citazione Originariamente Scritto da durrutibus Visualizza Messaggio

    sulla recidiva in italia x gli omicidi dai miei soliti siti nn ho trovato niente.

    su ristretti.it (che riprende tutte le statistiche del dap -dipartimento amministrazione penitenziara) c'è un ottima analisi di transcrime sulla recidiva in generale: i sottoposti a misura alternativa sono recidivi per il 20% circa. quelli in carcere per il 70% circa.... e poi si dice che il carcere nn è criminogeno.

    c'è anche una statistica che porta acqua al mulino di enrico1969 (e che effettivamente mi ha alquanto stupito)

    http://www.ristretti.it/areestudio/g...tudi/eures.htm

    dove si dimostra che la detenzione media per un omicidio volontario è di 12, 4 anni. il che pare poco anche a me. c'è da dire che nn son conteggiate le misure alternative. ma questo non cambia di molto il giudizio nell'insieme.

    questo non significa che cambio opinione rispetto al caso di chiavenna, visto che ripeto che le responsabili erano minorenni.
    non sono dodici, sono otto gli anni....


    http://www.lastampa.it/redazione/cms...6518girata.asp

    Uccidi? Dopo 8 anni sei fuori
    Il rapporto delle direzione delle
    carceri: la pena è un terno al lotto
    GUIDO RUOTOLO
    ROMA

    Una rapina a mano armata vale seicento giorni di carcere, meno di due anni. Tanto quanto vale lo spaccio di droga. Una violenza sessuale, settecento giorni, un furto, duecentodieci giorni. E’ il catalogo dell’ingiustizia, che spiega perché si ripetono vampate di indignazione per l’omicidio di turno, per le povere vittime finite sul selciato perché colpevoli di essersi trovate nel posto sbagliato al momento sbagliato, in mezzo a una sparatoria tra bande, o bersagli prescelti perché tabaccai o commercianti.

    Oggi che si discute di pacchetti sicurezza, di revisione della Gozzini e di inasprimenti pene, oggi che si ascolta con inquietudine e nervosismo la «pancia» dell’opinione pubblica, allarmata per la microcriminalità, la classe politica dovrebbe prendere sul serio quel rapporto del Dap, del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, quei dati elaborati che Sebastiano Ardita, direttore generale detenuti, ha reso pubblici. E che il capo del Dap, Ettore Ferrara, ha spiegato ai componenti della Commissione affari costituzionali della Camera. Rapporti, numeri e statistiche che raccontano il cortocircuito che si è creato tra sistema penale e penitenziario, e che si può sintetizzare così: «L’incertezza della pena». «La permanenza media in carcere per gli autori, per esempio, del delitto di rapina a mano armata è appena superiore a 600 giorni (meno di due anni, ndr), sommando il periodo medio trascorso in custodia cautelare con quello medio in esecuzione pena». Chi finisce dentro perché fa parte di un’associazione di trafficanti di droga, rimane dentro (tra carcere preventivo e definitivo) per tre anni e mezzo; per chi commette una violenza sessuale due anni e due mesi; per chi è colpevole di sequestro di persona, quasi otto anni; per un assassino, idem; per un mafioso, tre anni; per un clandestino, sei mesi.

    Colpisce un dato, a proposito degli arresti per immigrazione clandestina: i 13.081 incarcerati escono dopo una permanenza media di appena 13 giorni. Fin qui i numeri del Dap. Le carceri si sono «sgonfiate», grazie all’indulto, passando da 63.000 a 42.119 detenuti (alla data del 20 giugno scorso). Ha spiegato non molto tempo fa Ettore Ferrara ai deputati: «Poco più del 58% dei detenuti risulta imputato (di cui il 34% circa in attesa di giudizio, il 18% appellante, quasi il 6% ricorrente in Cassazione). Il 42% circa risulta definitivo». Ma il capo del Dap aveva lanciato un allarme ancora più preoccupante: «L’assenza di interventi strutturali sul sistema legislativo vigente sta determinando un incremento della popolazione carceraria che si aggira intorno alle duemila unità ogni mese».

    Insomma, siamo in presenza di un fenomeno di turn over strutturale a saldo positivo: «Il turn over penitenziario si è attestato attorno alle 90.000 persone circa che, nell’arco dei 12 mesi, hanno fatto ingresso nelle carceri italiane, a fronte di circa 88.000 scarcerati nello stesso periodo; determinandosi una conseguente crescita costante pari a circa 2000 unità l’anno». Ecco la fragilità della «tigre» giustizia che ruggisce ma non graffia: «La presenza di “flusso” negli istituti penitenziari registra un dato molto basso in termini di permanenza del singolo soggetto detenuto - imputato o condannato per qualsiasi tipo di reato -, giungendo a valori medi che raramente superano i 90/120 giorni».

    E in questo caso, verrebbe da dire purtroppo, l’indulto non c’entra nulla, nel senso che non è stato preso in considerazione per queste statistiche. Dunque, il rapporto del Dap e l’audizione alla Camera del suo responsabile infieriscono sul vero e proprio cortocircuito che si è determinato nel sistema giustizia. Ettore Ferrara: «Siamo partiti da un sistema giudiziario e penitenziario che, per la parte che ci riguarda, trova riscontro nell’articolo 27 della Costituzione - La responsabilità penale è personale. L'imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva. Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato, ndr. - e che si sviluppava in modo abbastanza controllato con il ricorso alla sanzione detentiva in un numero più limitato di casi di quanto accada oggi e con una permanenza nell’istituzione penitenziaria più prolungata di quella odierna. La popolazione carceraria era quindi tendenzialmente molto più stabile e soprattutto molto più omogenea di quanto accade oggi».

  5. #105
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    ho sempre più l'impressione che non leggi minimamente quello che scrivo.

  6. #106
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    quanto all'articolo che ho postato che evidentemente nn hai letto la pena media di 12,4si riferisce all'omicidio volontario. il tuo articolo all'"assassinio" termine che peraltro in materia penale nn esiste. certo che se per assassinio ricomprendi omicidio volontario, preterintenzionale e colposo.....
    o per te nn fa differenza?

  7. #107
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    Citazione Originariamente Scritto da durrutibus Visualizza Messaggio
    ho sempre più l'impressione che non leggi minimamente quello che scrivo.
    dimmi dove, però...

  8. #108
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    Citazione Originariamente Scritto da Enrico1969 Visualizza Messaggio
    scusa, ma qui è davvero grottesco: la responsabilità dello stato c'è sia quando si condanna un innocente sia quando un assassino viene liberato e messo in condizione di uccidere ancora....
    e quando nn viene condannato?

  9. #109
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    Citazione Originariamente Scritto da durrutibus Visualizza Messaggio
    e quando nn viene condannato?
    è una domanda retorica, visto che è ovvio che lo stato non fa il suo dovere anche quando un colpevole viene dichiarato innocente....

  10. #110
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    Citazione Originariamente Scritto da Enrico1969 Visualizza Messaggio
    è una domanda retorica, visto che è ovvio che lo stato non fa il suo dovere anche quando un colpevole viene dichiarato innocente....

    quindi ne deduco che nei casi dubbi meglio condannare un innocente che mettere n libertà un possibile reo....

 

 
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