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Discussione: No morti sul lavoro

  1. #11
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    vergogna, vergogna e vergogna, al sistema che calpesta la vita per il profitto.
    molti lo urlano , pochi ne comprendono le cause, molti continuano a dare nelle mani di chi li uccide il potere di farlo, attraverso le farse elettorali.
    Il tutto è davvero tragico.

    solidarietà assoluta alle famiglie di tutti i morti sul lavoro.
    Un fiore per loro, che sia monito per il futuro e occasione di lotta per la giustizia per noi di questo tempo grigio che stiamo vivendo.

    Il proprietario della tissen ora si dovrebbe fare una trentina d'anni di carcere, se la legge avesse ancora un senso.

  2. #12
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    2007-12-19 13:11MORTO IL SESTO OPERAIO DELLA THYSSENKRUPP GENOVA - E' morto Rosario Rodino', l'operaio di 26 anni rimasto gravemente ferito nell'incendio scoppiato all'acciaieria ThyssenKrupp di Torino e ricoverato presso il reparto grandi ustionati dell'ospedale Villa Scassi di Genova. A darne notizia e' la direzione sanitaria del nosocomio.

    Il rogo si era sviluppato nella notte fra il 5 e il 6 dicembre scorso nello stabilimento torinese della multinazionale. Il nome di Rodinò si va aggiungere alla lista che già annovera Antonio Schiavone, 36 anni, Roberto Scola (23), Angelo Laurino (43), Bruno Santino (26) e Rocco Marzo (54), che è deceduto domenica scorsa. I funerali di quest'ultimo verranno celebrati dal cardinale Severino Poletto questa mattina. Resta ricoverato in gravissime condizioni un settimo operaio, il ventiseienne Giuseppe Demasi. Accertate le cause dell'incendio, la procura di Torino sta cercando di definire le responsabilità. Per ora gli indagati sono tre, ma alla luce di quanto sta emergendo, il quadro potrebbe essere modificato. I magistrati contano di chiudere le indagini entro la fine di gennaio.

    Secondo quanto si è appreso, Rodinò, 26 anni compiuti il 30 ottobre scorso, è morto stamani alle 8.45. L'uomo era stato trasferito da Torino all'ospedale genovese in elicottero nel primo pomeriggio del 6 dicembre col 90% del corpo coperto da ustioni soprattutto di terzo grado. In questo periodo l'operaio era stato mantenuto in coma farmacologico e in respirazione assistita e la sua situazione era andata progressivamente peggiorando. "E' stata una rincorsa continua per correggere i parametri del metabolismo, finché non é stato più possibile", ha detto stamani il direttore sanitario dell'ospedale genovese Mauro Pierri. Le ustioni erano "di una tale gravità che il paziente non era in assoluto operabile", spiega ancora Pierri. Dopo la dichiarazione del decesso, Rodinò è stato sottoposto ad un elettrocardiogramma continuo per la conferma della morte (prassi seguita nel periodo di osservazione previsto per legge).

    http://www.ansa.it/opencms/export/si..._38233325.html

    A luta continua

  3. #13
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    Il pomeriggio di ieri c'ha visti schierati al fianco dei compagni del Comitato No Morti sul lavoro, con una nutrita presenza di forze dell'ordine. Dirimpettai erano quelli dei sindacati confederali, belli in giacca e cravatta, con le loro candeline... No comment.

    Per quel che riguarda la città di Roma va detto che le realtà politiche antagoniste hanno perso un'occasione, ieri, per urlare il proprio sdegno di fronte a tutte queste morti sul lavoro.

    Un abbraccio ai compagni di Civitavecchia che si sparano sempre tutti i viaggi per ogni iniziativa, con vero spirito militante!

  4. #14
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    Citazione Originariamente Scritto da terraeamore Visualizza Messaggio
    vergogna, vergogna e vergogna, al sistema che calpesta la vita per il profitto.
    molti lo urlano , pochi ne comprendono le cause, molti continuano a dare nelle mani di chi li uccide il potere di farlo, attraverso le farse elettorali.
    Il tutto è davvero tragico.

    solidarietà assoluta alle famiglie di tutti i morti sul lavoro.
    Un fiore per loro, che sia monito per il futuro e occasione di lotta per la giustizia per noi di questo tempo grigio che stiamo vivendo.

    Il proprietario della tissen ora si dovrebbe fare una trentina d'anni di carcere, se la legge avesse ancora un senso.
    ......magari, in questi termini, in questi modi il proprietario della tissen non dovrebbe esserci proprio ; ma c' è proprio la legge a difenderlo. Una delle maniere più mistificatrici di cercare la ratio della legge sta nel definire la natura di quanto viene interdetto dall' interdizione stessa.

  5. #15
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    Le agenzie di ieri (http://nomortilavoro.noblogs.org/res...8_dicembre.pdf)

    Repubblica.it
    La fiaccolata. Dal tardo pomeriggio a Roma, in
    piazza del Colosseo, si tiene una fiaccolata indetta da Cgil, Cisl e
    Uil. L'iniziativa era stata presa dopo la tragedia della ThyssenKrupp
    di Torino. Alla manifestazione ha aderito anche il sindaco della
    capitale, Walter Veltroni. I manifestanti di "no morti lavoro" hanno
    anche innalzato una sorta di totem: una piccola tavola di legno
    coperta con spruzzi di vernice rossa e con su inchiodati i nomi delle
    ultime morti bianche.
    INFORTUNI: ROMA, CENTINAIA DI CANDELE A PIAZZA DEL COLOSSEO CONTRO
    MORTI BIANCHE = Roma, 18 dic. - (Adnkronos) - Alla manifestazione di
    piazza del Colosseo contro le morti bianche sono centinaia le candele
    accese dai rappresentanti dei sindacati Cgil, Cisl e Uil. Molti dei
    manifestanti portano elmetti colorati e un grande cartellone bianco
    porta la scritta 'Mai piu«. Molte bandiere di sindacati sventolano in
    piazza. Presente anche l'assessore alle Politiche per la periferia
    del Comune di Roma Dante Pomponi: »Anche la manodopera impiegata deve
    essere tutelata: deve essere un impegno. Vorrei inoltre che anche nel
    Lazio come nel Sud chi si macchia pagando il pizzo venga denunciato«.
    »Di lavoro si muore perchè di precarietà si vive. No alla vostra
    sicurezza, diritti e garanzie per tuttì, è lo slogan del comitato 'No
    morti sul lavoro. Noblogs.org' di fronte alla fermata Colosseo della
    metro. Per terra il comitato ha posto delle sagome di lavoratori ed è
    stato innalzato un totem simbolico con i nomi degli ultimi 100 operai
    morti sul lavoro. «Questi morti hanno dei responsabili, 42 romeni
    morti per lavoro, la sicurezza è uscire la mattina e tornare la
    sera», si sente urlare dal megafono del comitato 'No morti sul
    lavoro. Noblogs.org'.
    INCIDENTI LAVORO:PROTESTA AL COLOSSEO,NOMI MORTI SU UN TOTEM (ANSA)
    -
    ROMA, 18 DIC - «Di lavoro si muore perchè di precarietà si vive. No
    alla vostra sicurezza diritti e garanzie per tutti»: è questo lo
    striscione innalzato dal comitato «no morti lavoro» che sta
    manifestando in Via dei Fori Imperiali, davanti al Colosseo, per dire
    basta agli incidenti sul lavoro. Alcune decine di persone stanno
    manifestando di fronte all'Anfiteatro Flavio, una protesta in
    alternativa a quella che a breve si svolgerà sempre al Colosseo e
    promossa dai sindacati confederali romani e del Lazio, Cgil, Cisl e
    Uil. I manifestanti di «no morti lavoro» hanno anche innalzato una
    sorta di totem: una piccola tavola di legno coperta con sprazzi di
    vernice rossa e con su inchiodati i nomi delle ultime morti bianche.
    (ANSA)
    MORTI BIANCHE, COMITATO «NOMORTILAVORO» MANIFESTA DAVANTI
    COLOSSEO
    (OMNIROMA) Roma, 18 dic - Una tavola di legno coperta di schizzi di
    vernice rossa, con inchiodati sopra i nomi delle ultime 100 vittime
    di morti bianche, con un casco da lavoro posto sulla sua sommità.
    Questo totem per ricordare le morti bianche è stato appena allestito
    dai manifestanti della rete 'Nomortilavorò in via dei Fori Imperiali,
    di fronte al Colosseo, dove alle 18.30 prenderà il via una fiaccolata
    per ricordare i morti sul lavoro indetta dai sindacati confederali.
    «Di lavoro si muore perché di precarietà si vive - no alla vostra
    sicurezza diritti e garanzie per tutte/i»: è questo lo striscione
    posto dai manifestanti alle spalle del totem, firmato dal comitato.
    In un volantino consegnato ai passanti dai manifestanti si legge «no
    ai personaggi e i sindacati confederali che vogliono manifestare per
    ricordare i morti di Torino ed accendere il Colosseo. Dovrebbe essere
    acceso ogni volta che viene evitata una pena capitale, in questa
    occasione invece il Governo ed il sindaco non hanno fatto nulla per
    evitare che la precarizzazione portasse ancora a morire sul posto di
    lavoro». Un cordone di agenti della polizia polizia sta vigilando
    sulla manifestazione, per evitare che ci siano contatti indesiderati
    tra i manifestanti dei due presidi.

  6. #16
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  7. #17
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    Momenti di tensione al funerale di Rocco Marzo, 54 anni, il quinto operaio morto nel rogo del 6 dicembre scorso all'acciaieria ThyssenKrupp. Le esequie si sono svolte stamani a Torino, nella parrocchia di San Giovanni Maria Vianney, nel quartiere di Mirafiori sud. Ciro Argentino, sindacalista della Fiom e compagno di lavoro delle vittime, ha stracciato il nastro che cingeva la corona inviata dall'azienda e ha urlato ai dirigenti che entravano in chiesa (c'era anche l' amministratore delegato, Harald Espenhahn): "Avete le mani sporche di sangue".
    Questo mentre all'ospedale reparto grandi ustionati dell'ospedale Villa Scassi di Genova moriva il sesto operaio della ThyssenKrupp. Rosario Rondinò aveva solo 26 anni.

    La funzione funebre è stata officiata dall'arcivescovo di Torino, cardinale Severino Poletto, e concelebrata, fra gli altri, da don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele. In chiesa la presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso, il sindaco e il presidente della Provincia di Torino, Sergio Chiamparino e Antonio Saitta. Il cardinale è apparso molto commosso, anche perché era giunta notizia della sesta vittima deceduta nell'ospedale di Genova: "Mi auguravo - ha affermato aprendo la celebrazione del funerale - di avere chiuso questa triste vicenda con le esequie in Cattedrale (quelle delle prime quattro vittime, ndr.)". Poi ha aggiunto: "La solidarietà della città è grande, anche l'azienda si è unita nella solidarietà, ma non basta. Serve un sussulto. Solo ieri in Italia sono morti altri 5 operai. Quella della sicurezza sul lavoro è un'emergenza nazionale". Poi, dopo avere ricordato di essersi recato in ospedale dove Rocco Marzo era ricoverato per le gravissime ustioni, ha lanciato un appello: "Alla sua famiglia, alla moglie Rosetta e ai figli Alessandro e Marina la città sia vicina. La famiglia senta anche la vicinanza di questo vescovo che soffre e che non vorrebbe mai presiedere a funerali come questo".

    http://nomortilavoro.noblogs.org/pos...rche-di-sangue

  8. #18
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  9. #19
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    Citazione Originariamente Scritto da bixio_cv Visualizza Messaggio
    un applauso pure a voi CPR che ce state sempre.
    OMNIA SUNT COMMUNIA

    Caro bixio, il problema è chi nun c'è, quelli che ce stanno fanno er loro dovere, tocca fasse furbi, usamo specchietti pell'allodole, " manifesta contro li fasci" "fumo libero puro pe li neonati" "siamo tutti trans, ebrei, ecc...ecc..." forse quarcuno viene, na vorta che ce se trova ce rimane.
    Tenemo duro e vedemo come se pò recuperà npò de gente.
    Comunque, sempre in fronte all'assassini!!!

    ARDITI NON GENDARMI

  10. #20
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    E’ vero, eravamo pochini ieri sera, ci si aspetterebbe in occasioni come queste che i numeri fossero maggiori. Più in là c’erano i sindacati confederali, un paio di centinaia con le candele in mano. Tutt’intorno tanta polizia, come a proteggere la manifestazione sindacale da possibili incursioni di “malintenzionati”. Pochini perché è difficile in una realtà disgregata come la nostra far vivere il sentimento della solidarietà di classe e la denuncia dello stillicidio di morti sul lavoro procurato dalla non osservanza delle norme di sicurezza. Questa è la vera emergenza sicurezza, ma essa non può essere affrontata dai sicofanti che siedono al parlamento, perché implicherebbe la messa sotto accusa della logica del profitto che sottostà al sistema di cui sono strenui difensori. Per cui alla domanda di sicurezza sociale che proviene dalla società che subisce il profitto si risponde con il “pacchetto sicurezza” che vede negli immigrati, nei lavavetri, nei rom, nei precari, negli oppositori alla democrazia da esportazione a suon di bombe il proprio nemico.

    Bisogna combattere nei luoghi di lavoro dove la mancanza di sicurezza miete morti e invalidità perché si affermi il pieno rispetto delle norme di sicurezza. Ma per combattere questa battaglia è necessario invertire la tendenza e far crescere legami forti di solidarietà, perché senza di questi il lavoratore si sente solo di fronte al padrone e quindi ricattato. Ma noi sappiamo che la solidarietà è stata messa fortemente in crisi da politiche di precarizzazione che rendono i lavoratori deboli e in concorrenza reciproca. Per questo la lotta alla precarietà è una battaglia più generale, che va oltre la “semplice” rivendicazione della garanzia del lavoro. E’ una battaglia tesa a ristabilire nella società i valori fondativi del vivere comunitario.

 

 
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