Stamattina mi sono recato al funerale cittadino, presso di Duomo di Torino, per i 4 operai tragicamente morti a causa dell'esplosione alle acciarie Thyssenkrupp.
Ricordo i nomi dei defunti:
Antonio Schiavone, Roberto Scola, Angelo Laurino e Bruno Santino.
La commozione era palpabile per le vie del centro, vi era un silenzio mai ascoltato prima. Il trambusto della città è stato celato dal dolore e rabbia dei familiari.
Neanche i bambini piangevano; ho notato una donna islamica, con la bambina in braccio ed il carrello sollevato per evitare di far rumore.
La piazza dinanzi al Duomo era colma di gente, di tutte le età ed estrazioni sociali: ho visto personalmente persone piangere dall'inizio alla fine della cerimonia funebre. Mi sono sentito catapultato in un'altra dimensione: la mia rabbia si è placata per consentire, almeno oggi, di rendere omaggio a 4 persone, 4 lavoratori, i quali hanno perso la vita ingiustamente. A fine cerimonia, dopo 2 ore sotto un tiepido sole dicembrino, sono anche io scoppiato in lacrime. Forse un blocco di marmo avrebbe anch'esso espresso il suo cordoglio oggi.
Come dissi a Lavrentij per telefono, rimasi colpito dalla scarna omelia del cardinale di Torino, ma mi devo ricredere. Non sono avvezzo a queste cose, e bastava attendere qualche minuto.
Ha tenuto un discorso che, sebbene misto di religiosità a me estranea, è stato infarcito di una sana ed onesta protesta nei confronti di chi deve pagare per le proprie mancanze. Si è soffermato a lungo sul grave smacco che la ricerca affannosa del profitto arreca alla salute dei lavoratori e delle loro famiglie. Ha letto anche un telegramma del Papa: un telegramma di un'idiozia e banalità fuori dal comune. Ma non importa, almeno oggi del Papa non me ne può fregare di meno.
Ho scattato un po' di foto; appena ho tempo le caricherò sul forum.