ma qualcuno di voi è davvero convinto in cuor suo che sia sufficiente un fermo camion di 4 giorni per far raddoppiare i prezzi dei beni di consumo?
qui c'è la grande distribuzione (controllata da chi?) che non vedeva l'ora di trovare un "valido motivo" per aumetnare i prezzi. e attaccarsi al fruttivendolo, che è il pesce piccolo e l'ultimo anello della catena distributiva, è proprio una considerazione da ignoranti. facciamo chiudere tutti dai, così creiamo un bel po' di nuovi poveri!
P.S. molte piccole aziende devono inventarsi degli incassi non fatti, pur di stare dentro agli studi di settore che, mai come quest'anno, ci stanno massacrando, dopo essere stati "rivisti" da questi imbecilli su valori assolutamente fuori dalla realtà. ma no, scusate, le piccole imprese sono i vostri nemici, i ladri, facciamo chiudere tutti. bravi!
Secondo me questo bel ragionamento non centra quasi nulla con la situazione odierna.
Aumento dei prezzi = indice di scarsità del predotto ?
Dipende a quale prodotto ti riferisci: non certo alle zucchine(che prenderemo ad esempio e che rappresenteranno i beni "scarsi") che sono abbandonate da giorni ad accumularsi nei magazzini e quindi abbondanti.
La scarsità dovrebbe essere riferita al trasporto dei prodotti (non un bene dunque ma un servizio) eventualmente, ma la serrata è finita e quindi perchè dovrebbe esistere una scarsità della capacità di trasporto ?
Potrei comprendere durante il giorno immediatamente successivo alla serrata che si formino degli aumenti di prezzi funzionali ad allocare i beni nella maniera più efficiente, ma una volta decongestionato il traffico questo non dovrebbe più accadere.
Il punto è che il mercato non funziona e che molti "speculatori" sono in realtà dei delinquenti che approfittano della situazione.
I controlli inoltre dovrebbero essere fatti non per obbligare qualcuno (il commerciante oppure il trasportatore) a comportamenti diversi ma semplicemente per CONOSCERE la situazione in dettaglio e poter studiare strumenti che impediscano in futuro i soliti problemi.
Riporto da www.usemlab.com
L'inflazione non va confusa con uno dei suoi possibili effetti: l'aumento generale dei prezzi. E' solo al manifestarsi di questo effetto che la gente comincia a percepire alcuni dei danni causati dalla malattia. Tuttavia, raramente il vasto pubblico è mai arrivato a comprenderne a fondo le reali cause. La consapevolezza del processo, nelle diverse relazioni che legano la causa ai suoi effetti, emerge cioè con un sostanziale ritardo e rimane peraltro solo parziale. Basti osservare ad esempio come le lamentele o le preoccupazioni che vengono sollevate quotidianamente siano rivolte all'aumento di prezzo di questo o quell'altro bene. Una adeguata comprensione del processi economici dovrebbe indirizzare ogni rimostranza verso coloro che hanno stemperato il valore del biglietto di carta utilizzato per acquistare quegli stessi beni. Purtroppo ci sono sottili ma importantissime differenza tra le differenti percezioni della realtà: quella distorta (i prezzi aumentano), quella parziale (stiamo perdendo potere d'acquisto a causa di qualche causa esogena), quella globale (chi ha il controllo sulla moneta ne ha diluito il potere di acquisto), quella corretta (chi prende le decisioni pubbliche in materia di moneta, credito, spese e tributi, ci ha confiscato parte della ricchezza reale).
Prendiamo in considerazione, a supporto di quanto detto, le parole di Buchanan-Wagner, economisti della Teoria delle Scelte Pubbliche (Public Choice School), tratte dal libro "Democracy in Deficit: The Political Legacy of Lord Keynes" (La Democrazia in Deficit, L'Eredità Politica di Lord Keynes, Armando Editore):
"Tra tutte le forme di prelievo di risorse. l'inflazione è forse la più indiretta, ed è quella che probabilmente richiede il più alto e sofisticato grado di comprensione da parte dell'individuo". "I governi si sforzano di attribuire le cause dell'inflazione a entità e a eventi non di governo: imprese capitaliste affamate di profitti e sindacati avidi, cartelli stranieri, cattivi raccolti e così via ". (pag. 133)
"Dal punto di vista psicologico, gli individui non percepiscono l'inflazione come un'imposta sui loro bilanci monetari, essi non attribuiscono la diminuzione della loro ricchezza reale alle attività di governo 'di contraffazione' legalizzate. Piuttosto, i dati rilevati assumono la forma di prezzi crescenti per beni e serviti acquistati nel settore privato. La diminuzione di ricchezza reale è attribuita a fallimenti dell'economia di mercato, non alla creazione di moneta ". (pag.171).
Keynes, da quel pessimo chef-servitore dello stato totalitario (sia esso nella forma socialista che in quella corporativista-fascista) che era, nelle sue ricette economiche si limitava a considerare l'effetto dell'inflazione di ridurre i salari reali. Trascurò un altro effetto ben più importante, fallo nel quale sono caduti anche Friedman e i vari monetaristi, e cioè l'ampia gamma di distorsioni che la corruzione della moneta e del valore monetario generano nel funzionamento dell'economia di mercato. La moneta infatti non è mai neutrale, né nel breve periodo né, tanto meno, nel lungo.
Anche a causa di ciò, da una parte la maggior parte degli individui continua a imputare i diversi problemi che affliggono l'economia alle cause sbagliate. Dall'altra parte, invece, essi continuano a pretendere panem et circenses contribuendo a sostenere l'inflazionismo che molto spesso è la vera causa di tutti i mali. Le distorsioni prodotte a monte dall'inflazionismo vengono prese in dovuta considerazione solo da quei pochi che parallelamente si concedono anche un altro assurdo e fastidioso passatempo: esporre e denunciare i costi di riaggiustamento. Per riprendere un'altra frase di Buchanan-Wagner, tanto cara agli autori del Daily Reckoning che spesso citiamo, "il giorno della resa dei conti può solo essere rinviato, non impedito; più a lungo viene rinviato, più terribile esso sarà".