Salve, amici Libertarians !
Questo documento è stato presentato come spunto di riflessione nell'organizzazione di una giovanile del Partito Socialista. Sono venuto a sapere che avrebbe ricevuto apprezzamenti da intellettuali del Movimento Libertario, perciò lo sottopongo alla vostra attenzione, anche con un certo spavento visto che ho in minima parte contribuito alla sua stesura
Preambolo
“Per me libertà e giustizia sociale, che poi sono le mete del socialismo, costituiscono un binomia inscindibile non vi può essere vera libertà senza la giustizia sociale, come non vi può essere vera giustizia sociale senza libertà Se a me socialista offrissero la realizzazione la riforma più radicale di carattere sociale, privandomi della libertà io la rifiuterei. [...] Ecco come io sono socialista.”
Sandro Pertini
La ricerca dell’equilibrio è la chiave intellettuale per riscoprire la natura semplice del Socialismo. Equilibrio tra “Immaginare” (una terra in cui scorra latte e miele) e “Comprendere” (un mondo che è un campo di battaglia), tra “Emancipazione” (d’ogni singolo uomo) e “Solidarietà” (per tutto il Genere Umano), tra “Sentimento” (contro ogni frontiera) e “Ragione” (di Stato). Il Socialismo Liberale è, come l’Uomo, plasmato dall’argilla della Realtà e ispirato dai venti dell’Ideale, ha gli occhi azzurri, nostalgici del Cielo, ed i capelli rossi come il fuoco di una rivoluzione. Queste due radici, una divina e l’altra materiale, sono i canali del nostro nutrimento. Non possiamo spingerci nelle battaglie del quotidiano senza un’escatologia, un Programma dell’Eterno. Facendo così verremmo meno alla Giustizia, perché dovremmo cambiare i nostri Valori di fronte ogni novità. In questo malaugurato caso ogni “Casa Comune” diverrebbe un possibile guscio per degli Uomini, dei Socialisti, ridotti a paguri. Se invece abbandonassimo la radice che si nutre dei Sali della Terra, prendendo solo l’etere dalla radice ideale, cadremmo nell’eccesso opposto, divenendo dei mistici folli senza più connessioni con l’effettività delle cose.
Istruzione
Il nostro sistema educativo, lo sappiamo già, fa acqua da tutte le parti. Mentre i licei non svolgono più la loro funzione di preparazione metodologica e culturale per affrontare l’università, gli istituti tecnici non garantiscono più l’accesso al mondo del lavoro. I programmi universitari sono arretrati rispetto al resto dell’Occidente e non formano più al lavoro. Oggi la laurea non rappresenta più il compimento di una formazione culturale e professionale e l’unica soluzione partorita negli ultimi anni è stata quella di creare nuove occasioni e nuovi istituti di formazione ed introduzione al lavoro. Ovvero prima di iniziare a lavorare bisogna studiare altri tre-cinque anni. Il problema, oltre la qualità dell’insegnamento, è il preteso automatismo “titolo di studio-posto di lavoro”.
1. Nell’università: abolizione della validità legale del titolo di studio;
2. Nelle scuole: monitoraggio e valutazione degli istituti scolastici e dei singoli professori; conseguente pubblicazione dei dati;
3. Nessun finanziamento pubblico bensì agevolazioni fiscali per gli istituti privati paritari/parificati;
4. Nessun “incentivo” di denaro pubblico a chi decide di iscriversi in un istituto privato;
5. Abolizione dell’ora di religione cattolica;
6. Innalzamento dell’obbligo scolastico a diciotto anni;
7. Possibilità di entrare nelle scuole di specializzazione con il conseguimento della laurea di base;
8. Laurea specialistica abilitante all’esercizio della professione;
9. Costruzione di nuovi asili;
Politiche del lavoro e dell’impresa
Negli ultimi anni la FGS ha sempre cavalcato prospettive liberali, specialmente in materia di riforme delle norme e dei criteri per l’accesso alle professioni. Per quindici anni il dibattito progressista sul mondo del lavoro è stato bloccato dalle forze della Reazione sia alla nostra destra che alla nostra sinistra. A parte la legge 30, con le sue deficienze, e l’azione di Bersani, risultata deludente per il nostro palato, tutto è rimasto fermo. Per un attimo c’era sembrato che il nostro programma liberalsocialista fosse in grado infrangere il muro di silenzio e paura che circonda i capisaldi delle ingiustizie lavorative. Si parla di quotare le donne, di pari opportunità eccetera ma le vere ed uniche soluzioni per la giustizia sociale nel lavoro sono l’abolizione della validità legale dei titoli di studio, l’impresa privata, e la riforma dei Sindacati.
1. Abbattimento delle restrizioni al mercato del lavoro imposte da ordini professionali e corporazioni;
2. Flexicurity, miglioramento, completamento e applicazione della Legge Biagi;
3. Reddito minimo garantito per un anno a chi perde il lavoro;
4. Esami psico-attitudinali preliminari all’assunzione;
5. Alleggerimento della burocrazia necessaria per aprire e mantenere le imprese;
6. Forti sgravi fiscali alle imprese private;
7. Riduzione della tassazione sul lavoro straordinario;
8. Aumento del salario in base all’andamento dell’azienda ed ai risultati ottenuti;
9. Età pensionabile a 65 anni per uomini e donne da raggiungere gradualmente entro il 2015 esclusi i lavori usurantii;
10. Agevolazioni fiscali per chi fa ricorso alla previdenza privata;
11. Ritorno al voto segreto per l’elezione dei Consigli Sindacali;
Diritti e solidarietà
“Pari opportunità” è una maniera assai discutibile di chiamare la via di mezzo tra “Emancipazione” e “Solidarietà”. Parlando di pari opportunità si finisce sempre, purtroppo, a venire meno all’unica discriminazione giusta, quella per Merito. Parlando di “Pari Opportunità” la sinistra americana è arrivata alle “Affirmative actions”. Loro le chiamano “promozione dei gruppi socio-politici non dominanti” o, non so quale espressione sia peggiore, “discriminazione positiva”. In Unione Europea, dove tutte le soluzioni banali a problemi complicati sono ben accette, le “affirmative actions” sono giunte soprattutto in forma di “quote” per quanto riguarda le donne, e di reclutamento mirato (se non addirittura creazione di corsie preferenziali) per le minoranze. Sempre in America è nato il movimento dei Libertarians contro questa pratica che affossa la libertà di competizione e mette da parte il Merito. Le garanzie dell’eguaglianza sociale, e più in particolare dei diritti all’educazione ed alla carriera, non devono creare ibridi come queste “Donne-panda”, specie protetta da regolamentazioni che di fatto minano la loro credibilità e la loro autorevolezza sul posto di lavoro.
Come se non bastassero simili palliativi, oggi le politiche sociali sono passate in retroguardia. Guai a parlare di diritti degli omosessuali, ricerca scientifica, eccetera. Oggi i problemi sono altri, ci dicono. Purtroppo è vero, ci sono dei problemi sicuramente pesanti e duri da affrontare per una maggioranza eterogenea come l’Unione, ma tanto l’anchilosato mercato del lavoro quanto la discriminazione degli omosessuali hanno la stessa radice: l’illiberalità. Il problema è comune ad ogni ambito della vita italiana, manca la completezza della nostra Democrazia. Una società non può essere liberale sul lavoro e conservatrice sulle libertà dei suoi cittadini. La schizofrenia è una bruttissima cosa per un Governo, specialmente in uno stato dove mancano – ora possiamo dirlo – le pari opportunità, le pari garanzie dei diritti. Il divorzio, con i suoi tempi lunghi e le sue procedure, è un lusso dei benestanti, così come la fecondazione assistita non è un diritto solo per chi non può permettersi di andare all’estero.
1. Matrimonio per le coppie dello stesso sesso e riconoscimento delle unioni civili;
2. Divorzio breve e semplice;
3. Possibilità di ricorrere all’aborto farmacologico e diffusione dei metodi di contraccezione;
4. Istituzione del testamento biologico e regolamentazione dell’eutanasia;
5. Garantire ai disabili il diritto di votare e di usufruire delle proprie libertà civili;
6. Fecondazione assistita aperta a tutti;
Politica Estera
La Democrazia Liberale è il modello di governo che si sta esportando nel mondo. Non sono le guerre né le minacce a rivoluzionare i paesi bensì il Mercato, l’Inflazione e la Cultura. Non c’è niente di meglio del commercio di merci e di lavoro per dare vita al desiderio di Libertà e di Crescita insito nell’Uomo. Non c’è niente di meglio dell’aumento dei prezzi per scatenare rivolte e sommosse. Non c’è niente di meglio dell’intercultura per rafforzare i legami globalizzanti e pacifisti. Libertà di scelta, di competizione, di commercio, di parola e di lettura sono gli ingredienti magici per mandare a fare in culo i despoti.
Il Mondo è in guerra perché l’Occidente è diviso. Interi popoli vengono lasciati morire di fame o di scimitarre perché le Nazioni Unite sono strangolate dai dittatori o dai loro amici.
1. Sostegno alle Democrazie in crisi ed alle forze di dissidenza democratica all’interno di paesi dove non sono rispettati i diritti politici e le libertà dell’individuo;
2. No alle politiche di embargo preventivo al fine di favorire il dialogo ed i valori liberali della democrazia anche con il commercio e lo scambio di studenti e lavoratori;
3. Riforma dell’ONU nell’ottica di una Organizzazione delle Democrazie Unite;
4. Rilancio dell’Unione Europea ed estensione graduale delle politiche comunitarie ad alcuni paesi atlantici (Canada, Gabon, Brasile e Sud Africa) e ad Israele;
5. Politiche di cooperazione nei confronti dei paesi di emigrazione;
Riforme istituzionali e della pubblica amministrazione
La nostra Costituzione non è intoccabile. Per esorcizzare lo spettro della Dittatura abbiamo cristallizzato il nostro Sistema in un pezzo di carta che rappresenta in tutto e per tutto un paese anchilosato e condannato all’immutabilità. La separazione dei poteri è di fatto un mito, poiché l’Esecutivo è costantemente umiliato dal Parlamento ed il potere Giudiziario è tanto vittima quanto carnefice della politica.
1. Repubblica Presidenziale, con un Presidente eletto direttamente dal popolo, con poteri di intervento sulle politiche di governo;
2. Riduzione del numero dei deputati a 500 e dei senatori a 200;
3. Senato federale;
4. Collegio uninominale e proporzionale per l’elezione dei deputati;
5. Abolizione delle province;
6. Responsabilità patrimoniale del pubblico amministratore;
7. Privatizzazione delle Spa Comunali;
8. Depoliticizzazione del Consiglio Superiore della Magistratura;
9. Irrigidimento regime di responsabilità amministrativa e contabile per i pubblici dipendenti (abolizione dell’istituto della riduzione dell’addebito, v. t.u. Corte Conti)
Politiche ambientali ed energetiche
La sostenibilità del nostro sviluppo industriale, sacrosanto, e dei nostri vizi, sacrosanti, è uno dei punti principali che uno “Stato Bamboccione” come l’Italia deve affrontare. Dipendiamo in tutto e per tutto dalle risorse energetiche di altri paesi, soprattutto dittature, dispotismi e compagnia bella. Emancipazione energetica significa anche emancipazione politica, libertà di agire secondo interessi nobili. In questo momento invece siamo costretti agli immobilismi burocratici guidati da interessi meschini. Un nucleare più efficiente e sicuro offre oggi grandi possibilità economiche ad un paese. Per quel che riguarda i combustibili oggi l’Etanolo rappresenta un nuovo treno che non possiamo perdere, sia per le tasche dell’Italia che per l’Ambiente. La salvaguardia dell’ambiente passa anche dalla tutela della flora, della fauna e del paesaggio, beni dell’anima e del portafoglio. La caccia, la pesca estrema e tutte le pratiche irrispettose degli equilibri e soprattutto della dignità degli animali vanno proibite in nome della Civiltà Umana.
1. Agevolazioni fiscali per le aziende private di smaltimento dei rifiuti e riciclaggio;
2. Lotta interna ed internazionale alla vivisezione;
3. Abolizione della caccia;
4. Controlli severi sull’allevamento degli animali;
5. Blocco degli allevamenti intensivi;
6. Riforma e disciplina dei canili;
7. Divieto di esporre animali in vetrina;
8. Inasprimento delle pene per i maltrattamenti agli animali;
9. Produzione ed utilizzo dell’Etanolo;
10. Ritorno al Nucleare;
11. Ricerca e sviluppo di fonti rinnovabili di energia;
Economia e Finanze
1. Federalismo fiscale
2. Costituzione di un fondo perequativo tra Regioni ricche e Regioni degli Obiettivi Europei;
3. Operazione fiscale al fine di far rientrare i capitali all’estero;
4. Abolizione dell’Iva sui beni di prima necessità e sui prodotti per l’infanzia;
5. Abolizione Ici sulla prima casa. La prima chiesa non è una casa;
6. Detassazione dell’utile reinvestito;
Commercio, trasporti e infrastrutture
1. Riassetto dei porti italiani per accogliere le navi-container;
2. Realizzazione della T.A.V e del Ponte sullo Stretto di Messina al fine di far passare dall’Italia le rotte Madrid-Kiev e Berlino-Palermo;
3. Razionalizzazione e ristrutturazione delle Ferrovie;
4. Razionalizzazione delle strutture sanitarie sul territorio;
Giustizia e sicurezza
1. Responsabilità civile dei Magistrati;
2. Separare le carriere requirente e giudicante;
3. Introduzione di norme atte ad evitare che la carcerazione preventiva diventi un’irrogazione preventiva della pena;
4. Abbattimenti dei tempi di giudizio secondo le direttive europee;
5. Avviare la costruzione di nuovi istituti di pena e rendere operativi quelli già esistenti;
6. Utilizzo delle forze armate per ristabilire la legalità nelle zone fuori dal controllo Statale;
7. Legalizzazione e regolamentazione della prostituzione;
8. Legalizzazione controllata delle droghe leggere e somministrazione controllata di quelle pesanti.