Crollo di immagine
Padoa-Schioppa tra iniziative sbagliate e programmi disattesi

Abbiamo grande stima nei confronti del professor Tommaso Padoa-Schioppa. La sua attività in Banca d'Italia, il suo ruolo nel comitato esecutivo della Bce, la sua permanenza ai vertici di importanti istituzioni internazionali ne fanno una personalità di spicco nell'opaco mondo dell'Italia di oggi.



Ci guarderemo bene perciò dall'accodarci al coro di quanti, dopo la sentenza pronunciata dal Tar del Lazio sul caso Speciale, ne chiedono le dimissioni da Ministro dell'Economia. E neppure gli diciamo - come fa Giuseppe Caldarola, che pure appartiene al suo stesso schieramento politico - che quelle dimissioni noi, al suo posto, le avremmo date. Anche perché, sarà bene ricordarlo, la decisione di rimuovere il generale Speciale dal comando della Guardia di Finanza non fu assunta dal solo Padoa-Schioppa ma dall'intero Consiglio dei Ministri.

Detto questo, e con tutta la stima che continuiamo a nutrire nei confronti del Ministro dell'Economia, non possiamo non rilevare che la situazione si è fatta davvero imbarazzante. Prima viene rimosso dal Consiglio di Amministrazione della Rai Angelo Maria Petroni, puntualmente reintegrato nelle sue funzioni dalla magistratura amministrativa; poi viene destituito il generale Roberto Speciale, e ancora una volta la stessa magistratura ne dispone il reintegro. Le ultime notizie ci dicono che nella mattina di ieri Speciale si è dimesso con una lettera inviata a Napolitano.

Ma, al di là di quelle che sono le decisioni del generale, c'è quanto meno, nella gestione del dicastero dell'Economia, una certa disinvolta superficialità che mira a raggiungere obiettivi politici senza il rispetto delle forme e delle procedure. Che, come si sa, in democrazia sono essenziali. Sono "sostanza". E se un infortunio è comprensibile, due cominciano francamente ad essere troppi.

Noi parliamo del dicastero dell'Economia. Ma siamo poi certi che la responsabilità - o la disinvolta superficialità - siano confinate al palazzo di via XX Settembre? E che non investono invece - se non altro per la rilevanza dei casi in di-scussione - in primo luogo Palazzo Chigi? Che non siano l'ennesima conferma dell'inadeguatezza di questo governo, incapace di far fronte ai problemi del paese quanto settario nelle decisioni che assume?

Per concludere vorremmo rivolgere una domanda al Ministro dell'Economia. Gli infortuni procedurali si sommano ad una gestione della politica economica ineccepibile nelle sue enunciazioni generiche, negli obiettivi prefissati, negli strumenti individuati. Peccato però che le enunciazioni, gli obiettivi, gli strumenti restano poi sulla carta. Perché la maggioranza di cui il professor Padoa-Schioppa è ostaggio ha tutt'altre priorità e assume puntualmente decisioni di tutt'altro segno. Vale la pena allora che un uomo di spicco come lui - e qui ha ragione Caldarola - assista imperturbabile al suo "crollo di immagine", che priva oltre tutto il paese di una potenziale risorsa, da utilizzare per il suo prestigio sul contesto internazionale?

Roma, 17 dicembre 2007

tratto da http://www.nuvolarossa.org/modules/n...p?storyid=4582