Ecco le nuove intercettazioni di Luciano Moggi
Puntuali come un’orologio svizzero arrivano oggi gli “stralci” di alcune delle intercettazioni contenute nella nuova Informativa sulle attività di Luciano Moggi successive alla sua squalifica e alle dimissioni dalla Juventus. Le pubblichiamo integralmente, vale ovviamente il giudizio dato su questo “nuovo scandalo” nei post precedenti.
Le telefonate le potrete leggere tutte qui, prosegue in questo modo la deviata consuetudine per la quale parlare di qualcosa con Moggi al telefono diventa automaticamente di dominio pubblico, ma rimane ancora complesso capire come si faccia a sostenere che si tratti delle prove che l’ex DG della Juventus “controlli il sistema”.
A noi sembrano solo conversazioni di un uomo con tante frequentazioni nel calcio che ama interessarsi dei suoi affari, della sua ex squadra dall’alto della sua innegabile esperienza e che, in maniera anche vagamente patetica, si difende a spada tratta dal vortice che lo ha travolto parlando con i suoi vecchi amici e conoscenti…
Tutte le intercettazioni con Alessio Secco, Rino Foschi, Roberto Bettega, Daniele Pradè, William Punghellini e Camillo De Nicola
Moggi parla con Punghellini (Presidente della Lega Dilettanti)
Dicembre 2006 un sms da Punghellini a Moggi: «Caro Luciano io sono rimasto solo a combattere ma non mi arrendo come non dimentico degli amici avrei bisogno di un tuo recapito per mandarti un augurio e un pensiero».
Telefonata 26 Dicembre 2006.
Punghellini: «Han fatto delle porcherie allucinanti».
Moggi: «Soprattutto con me».
P.: «Ti ricordi quella volta che ci eravamo visti a Torino, io te lo avevo preannunciato (…) e dietro questa roba qui guarda che c´è Carraro».
M.: «Ma c´è rimasto incastrato pure lui, eh».
P.: «Però ne han fatte di cotte e di crude per tirarlo fuori. Anche adesso».
M.: «Eh ma che vuoi, con Petrucci non ci sono dubbi sulla cosa».
P.: «Adesso cercano, in accordo con Petrucci, in accordo con Tavecchio per esempio di zittire me, capisci».
M.: «È incredibile guarda. Ma io che ci fosse di mezzo Carraro non avevo mai avuto dubbi, infatti vedi s´è fatto togliere la squalifica».
P.: «Sì sì».
M.: «Da Sandulli (…) È un allievo. È un allievo suo».
P.: «È tutto lui. Fatto in combutta con tutta una serie di personaggi… poi ti raccomando Gallavotti».
M.: «È il servo di Carraro».
P.: «Mi hanno chiamato a Napoli anche a me perché in alcune intercettazioni c´ero di mezzo io. Però io la verità gliel´ho detta, eh. Perché loro volevamo sapere se tu avevi fatto pressioni su di me. No, su di me le pressioni le ha fatte una persona sola. Carraro (…) L´han fatta ad arte (…) Poi sai ci sono i servizi di qualche braccio armato, perché poi anche Tavecchio ci ha messo del suo (…) È abituato a giocare su tre tavoli. Addirittura gli ha telefonato Gianni Letta, hai capito. Per salvare Carraro naturalmente».
M.: «A chi hanno telefonato a Catalano?».
P.: «A Catalano e a Tavecchio. Capito!».
M.: «Pensa te».
P.: «Poi adesso ti raccomando il presidente dell´arbitrato del Coni. Sai anche questo è un amico di Tavecchio. Sono andati fuori a cena tremila volte (…) Io adesso sto monitorando un po´ tutta la situazione».
Moggi con Alessio Secco
Alle 12.27 del 5 gennaio 2007
Moggi: «M’hai cercato?»
Secco: «Sì, l’ho cercata ieri, avevo bisogno di parlarle…però adesso no…lei è a Torino o è a Napoli?»
Moggi: «Vengo lunedì a Torino»
Secco: «Ah, va bene allora…va bè, tanto non c’è nulla di urgente…avevo però bisogno di parlarle per chieder un attimo una cosa…»
Moggi: «Occhio…occhio mi raccomando»
Alle 19.38 del 10 aprile 2007, subito dopo Juventus - Napoli 2 a 0 Moggi chiama Secco.
Secco: «Eccoci qua»
Moggi: «Oh, anche questa»
Secco: «Ahhhh ahhhh»
Moggi: «Con un po’ di fatica…Sta´ a sentire… adesso te´ devi fa´ ‘na cosa».
Secco: «Sì?».
M.: «E’ molto importante devi difendere l’allenatore.»
S.: «Sì»
M.: «Devi dire che sembrano assurde tutte le critiche rivolte a Deschamps. Siamo primi in classifica e abbiamo avuto diecimila infortuni. La squadra può non aver fatto della grandi partite in certi momenti, però è da tenere presente che abbiamo subito degli infortuni di questo tipo…e quando ci sono i rientri non sono mai..».
S.: «Certo».
M.: «…nel pieno della forma i giocatori e quindi l´allenatore ha fatto bene. L´allenatore resta con noi. L´allenatore praticamente ha la fiducia dei giocatori. Fallo… Fallo questo perché…». S.: «Certo».
Moggi: «Vogliono crearci dei problemi, eh…si legge lontano un miglio».
S.: «Ok. Ok. Va bene. Ci sentiamo poi, lei viene a Torino?»
M.: «Già dalla prossima settimana»
S.: «Va bene.»
M.: «Mi fai questo qui che è la cosa più importante».
S.: «Va bene. Va bene».
M.: «Sento un’aria brutta»
S.:«Va bene…va bene. Ok, grazie, arrivederci»
M.: «Ti saluto»
Moggi parla con Roberto Bettega
Alle 9.19 del 23 febbraio 2007, Bettega chiama Moggi:
Bettega: «Vedo alla fine dell´anno cosa devo fare. Però ti devo raccontare una cosa strana. Ho sempre tenuto i contatti con il nostro uomo libico. Per tanti motivi, perchè pensavamo ancora di vedere per lo sponsor. Due giorni fa mi chiama e fra l’altro ho parlato con Luciano D´Onofrio (ndr mediatore internazionale) e avevo accennato alla trattativa che c’era con questo canadese per la questione del Marsiglia. “Ah, quello sarebbe un bel posto dove andare”, dico…due giorni fa mi chiama invece l´amico libico e mi dice “ho avuto un incontro con questo canadese”, ti lascio immaginare perchè, anche io posso solo immaginare quali possano essere i suoi interessi, non te lo so dire. Si vede che hanno parlato di società io gli ho detto che non c´è nessuno meglio di Moggi e Bettega. Mi ha telefonato ieri e vorrebbe un incontro a cena martedì sera alle sette a casa sua a Portofino».
Moggi: «Lo facciamo…»
Bettega: «Ecco, sarebbe martedì sera alle 7 a casa sua.
Moggi: «Ci andiamo, ci andiamo insieme aò…»
Bettega: «Stavo pensando, potrebbe essere utile dirlo a D’Onofrio.
Moggi: «D’Onofrio è amico nostro, quindi il problema non si pone.
Bettega: «Allora io gli do la conferma».
Moggi: «Dagli la conferma».
Il 26 febbraio la converazione verde su Gheddafi junior.
Moggi: «Pronto. Che è successo, ao´?».
Bettega: «È successo che ha mandato… ingegnere dicendo siamo in ritiro con la squadra, bisogna riposizionarlo e ci sentiamo».
Moggi: «Ma chi è questo qui? È italiano questo?».
Bettega: «Nooo. È Sadi».
Moggi: «Ah. Sadi».
Bettega: «Adesso si allena con la Samp».
Moggi: «Oh, vediamoci domani sera a cena a casa mia, si fa du chiacchiere dai».
Moggi parla con Urbano Cairo
Moggi: «Sto solo cercando di portarti sulla buona strada. Piantala e dai retta a me, guarda devi piantarla di dar retta a centomila persone».
Cairo: «Io non do retta a nessuno».
Moggi: «Io il calcio lo conosco com’è fatto. Fai come vuoi. Quando ti metti intorno gente come Antonelli…spostalo. Non gli dare neppure la sensazione di essere amico tuo. Comunque io te l’ho detto. Ti ho detto giovedì ci vediamo».
Moggi parla con Rino Foschi (DG del Palermo)
2 marzo 2007 Foschi chiama Moggi per parlargli dei torti subiti dal Palermo in campionato e gli riferisce di una cupola di 5 persone che vorrebbe denunciare.
Foschi: «Ti tirerò in ballo, ma non me ne volere! Aspetto ancora una settimana per vedere certe cose…e controllo…che ho tutto in mano e so’ io a chi devo…e dirò anche… il calcio lo avete chiamato Moggiopoli…ma sì chiama così e non Moggiopoli. Moggi ha solo avuto l’accuratezza di essere un dirigente colto e di difendersi come sto facendo in questo momento io per il quarto posto. Sto difendendomi, perchè quello che ha fatto Moggi gli è costata una carriera e invece a me la carriera non mi costa perché io vado fuori però li sputtano… faccio nomi e cognomi di quei 5 personaggi».
Moggi: «Caro…Caro Rino, allora stai vivendo ora una guerra perchè ti vogliono levare anche il terzo posto»
Foschi: «Lo faccio. Luciano, lo faccio (…) adesso dopo Galliani ci sono altre persone e sono le stesse poltrone, perchè Galliani è la vera… la vera mela marcia del calcio italiano. E’ lui, Petrucci, Agnolin…»
Moggi: «….e Carraro!»
Moggi parla con Daniele Pradè, DS della Roma
Pradè chiama Moggi.
Pradè: «Dimmi tutto.»
Moggi: «Dammi tre biglietti.»
Pradè: «Ma a pagamento?»
Moggi: «Ma che pagamento, non mi rompere i coglioni…»
Pradè: «Come no.»
Moggi parla con Camillo De Nicola, all’epoca DG dell’Ascoli
De Nicola telefona a Moggi e si lamenta dell´arbitraggio di Ascoli - Siena 0 a 1. Arbitro Palanca.
De Nicola: «… Quel pezzo di me**a, testa di c**** di Palanca».
Moggi: «Lui l´ha fatta grossa lì… La prima ammonizione…».
De Nicola: «È un bel pezzo di me**a, Lucià. Nei primi trenta minuti mi ha ammonito 5 giocatori».
Moggi: «Nello, gli arbitri per cortesia non ne parliamo, guarda… ».
De Nicola: «Stiamo a fare un commento io e te Lucià. Ma che c****, mo… no ma che c´entra… Comunque poi ne parliamo a voce».
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