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  1. #11
    CON LA RESISTENZA!
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    mercoledì, 14 novembre 2007
    Aldo Bianzino, che venga alla luce la verità.




    Aldo Bianzino era un falegname che risiedeva a Pietralunga, un piccolo paese tra Città di Castello e Gubbio. Il 12 ottobre, a seguito di un’operazione delle forze dell’ordine di Città di Castello, Aldo Bianzino insieme alla sua compagna di vita Roberta Radici, viene arrestato per detenzione e coltivazione di piante di marijuana. Vengono portati in un primo momento al commissariato di Città di Castello e poi trasferiti al carcere di Capanne (Perugia); qui, ovviamente si separano. Il 13 ottobre, l’avvocato d’ufficio vede entrambi, prima lui, poi lei, e Aldo Bianzino sembra apparire in condizioni di salute normali.Domenica 14 ottobre, alle ore 08.15, Aldo viene trovato morto nella sua cella d’isolamento. La prima versione, e ovviamente quella “ufficiale”, dice che Aldo Bianzino è deceduto per un infarto tra la notte di sabato e domenica. Aldo Però aveva diverse lesioni alla schiena e all’addome, costole rotte e lesioni alla testa. Il PM ordina l’autopsia sul cadavere, che conferma la presenza delle lesioni e che da queste sia derivato il suo decesso. Al momento dell’arresto l’avvocato della coppia, Massimo Zaganelli, precisa: “Furono portati in carcere in perfetta salute e durante il viaggio non fu torto loro un capello”, e ancora: “Per quel che sappiamo il decesso è verosimilmente riconducibile a un trauma, ma non a un trauma accidentale”. Di solito un arrestato resta nella cella d’isolamento fino a quando non incontra il Giudice per le indagini preliminari e dunque, Aldo Bianzino, non dovrebbe essere venuto a contatto con nessun altro detenuto.
    Una vicenda triste, che ha veramente del surreale, e soprattutto è surreale il fatto che ad un mese dalla sua morte, ancora non si conosca né un colpevole nè le motivazioni di una morte così assurda. Molte cose vanno riviste nel sistema carcerario italiano.

    http://www.controventopg.splinder.com/?from=20

  2. #12
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    Citazione Originariamente Scritto da mayhem451 Visualizza Messaggio
    I tifosi del Manchester United hanno deciso di sporgere denuncia contro la Polizia italiana per i fatti dell’Olimpico di qualche settimana fa. Riuniti sotto l’organizzazione Imusa (Indipendent Manchester United Supporters Association) hanno presentato i loro capi d’accusa, le forze dell’ordine a loro parere sono colpevoli di “brutalità e pestaggi ingiustificati”. A difendere le loro ragioni un avvocato di origini italiane che dovrà appunto sostenere questa causa, a quanto pare infatti le formali scuse non sono bastate.
    In mano al legale moltissimi filmati inediti molti dei quali già presenti anche su YouTube che saranno visionati e scelti come prove da presentare.

    http://www.calcioblog.it/post/2983/polizia-denunciata
    E' vergognoso, hanno pienamente ragione.

    Ps. La Taser ammazza la gente, USA e Canada vogliono capirlo o no? E' da bandire!

  3. #13
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    Ferrara, sono i poliziotti coinvolti nell'arresto e nella morte del diciottenne
    La madre del ragazzo ha combattuto per due anni per arrivare alla verità


    Caso Aldrovandi, svolta nel processo
    Quattro agenti rinviati a giudizio


    FERRARA - Sono stati rinviati a giudizio i quattro poliziotti indagati per la morte di Federico Aldrovandi, il 17enne deceduto due anni fa durante un controllo di polizia troppo violento. Sono i quattro agenti, scrive La Nuova Ferrara, (tre uomini e una donna) che la notte del 25 settembre 2005 effettuarono l'intervento nei pressi dell'Ippodromo a Ferrara.

    L'accusa per tutti è quella di 'eccesso colposo': di aver cioé ecceduto "i limiti dell'adempimento di un dovere". Un eccesso colposo che ha "cagionato o comunque concorso a cagionare il decesso di Federico Aldrovandi" e che ha portato la Procura a richiedere per gli agenti il processo. Un reato per cui, come recita il capo di imputazione, è prevista la stessa pena dell'omicidio colposo (da sei mesi a cinque anni).

    La decisione di oggi segna una svolta in una vicenda che, da subito, presentò lati poco chiari. Federico Aldrovandi venne bloccato, il 25 settembre 2005, in mezzo alla strada da una pattuglia di polizia. Un intervento che ,si rese necessario per le ripetute chiamate al 113 che segnalavano la presenza di un giovane in preda ad una crisi di autolesionismo e in stato di agitazione, nei pressi dell'Ippodromo".

    Un intervento che finì tragicamente con la morte del ragazzo. La consulenza della procura parlò di una asfissia dovuta ad una concausa legata all'assunzione di droghe e alcool, mentre per i tecnici della famiglia la morte sarebbe stata provocata da una "asfissia posturale", causata dalla compressione toracica cui fu sottoposto dai poliziotti che, praticamente, gli salirono sopra per bloccarlo mentre era steso a terra o contro un'auto. Fu così che la madre di Federico diede via ad una campagna per non far spegnere i riflettori sulla morte del figlio. Aprì un blog. Voleva capire, la donna, il perché delle contusioni rilevate sul corpo del figlio, il motivo della ferita alla testa, del sangue sui vestiti.

    E adesso alcune risposte stanno arrivando. Secondo la Procura l'intervento di polizia per immobilizzare il diciottenne è da considerarsi "imprudente", per aver "ingaggiato una colluttazione" con Aldrovandi "eccedendo i limiti del legittimo intervento". E per aver colpevolmente ritardato la chiamata al 118.

    La questione rimase a lungo ferma. Poi la svolta. Alla fine di maggio, da una cassaforte della questura saltò fuori il brogliaccio delle chiamate di quel giorno al 113. Ed è stata subito aperta un'inchiesta bis per capire come mai il documento redatto dagli operatori della sala operativa della Questura, la mattina del 25 settembre fu corretto proprio nello spazio in cui venivano riportati i dati dell'intervento eseguito dai quattro agenti delle due pattuglie, oggi accusati dell'eccesso colposo che ha cagionato la morte del ragazzo.

    (20 giugno 2007)

    http://www.repubblica.it/2007/06/sez...di-rinvio.html

  4. #14
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    [youtube=http://it.youtube.com/watch?v=bIdn8l8d0-c&feature=related]

    "Un video shock proveniente dal Canada è stato diffuso oggi dalle televisioni americane: mostra gli ultimi istanti di vita di un passeggero polacco che muore ai controlli dell'aeroporto di Vancouver dopo che nei suoi confronti agenti sono intervenuti col 'taser', la pistola che provoca una scarica elettrica.

    Robert Dziekanski, 40 anni, di nazionalità polacca, è morto il 14 ottobre scorso dopo essere stato raggiunto da almeno due scariche elettriche. La polizia sostiene di essere stata obbligata a intervenire perché l'uomo, al momento del controllo, era apparso molto agitato.

    A consegnare il video ai media e' stato un passeggero canadese che si trovava in aeroporto al momento dell'accaduto. Le immagini sono scioccanti: Robert Dziekanski giunge al punto di controllo visibilmente affannato, sembra che parli da solo, e' sudato.
    Quattro guardie gli si avvicinano, "Va tutto bene?" gli chiede una di loro. L'uomo non risponde, pare voglia allontanarsi ed è a quel punto che una delle guardie interviene con il 'taser'. L'uomo urla, cade a terra, comincia a tremare. Dopo qualche secondo non si muove più.
    Sull'episodio la Polonia ha chiesto formalmente al Canada che sia fatta completa chiarezza. Le autorità canadesi hanno aperto un'inchiesta."

  5. #15
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