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  1. #1
    Lombardei mein Vaterland
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    Predefinito Pianura Padana record di smog

    Nella pianura Padana record di smog

    L’esposizione al Pm10 resta tra le prime in Europa insieme a Benelux, Polonia, Rep. Ceca e Ungheria


    Mascherine antismog a Milano (Emmevi) - In Italia si respira male, nella pianura Padana malissimo: la qualità dell’aria non migliora e, nell’area del nord, l’esposizione al Pm10 resta tra le prime in Europa insieme al Benelux, alla Polonia, alla Repubblica Ceca e all’Ungheria. Lo ha messo di nuovo in evidenza il rapporto Apat (Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici) presentato a Roma che si sofferma, in modo particolare, sul livello di superamento del valore limite giornaliero nelle città italiane. Nel 2006, spiega il rapporto, il 61% delle stazioni di monitoraggio ha disatteso il valore limite giornaliero (50 microgrammi per metro cubo, da non superare più di 35 volte l’anno).

    I 35 GIORNI DI SUPERAMENTO ESAURITI ENTRO FEBBRAIO - «In alcune Regioni, i 35 giorni consentiti - evidenzia l’Apat - sono stati esauriti entro la prima metà di febbraio 2006». Lo hanno fatto Torino, Milano, Venezia e Bologna. Tempi più lunghi per Genova, Firenze e Bari (29 ottobre). E’ il Nord d’Italia a non respirare confermandosi come «situazione più critica in tutta la nazione», mentre è meno sfavorevole il quadro rilevato al Centro-Sud anche se i limiti non sono comunque rispettati. Roma presenta i valori più elevati.

    IL TRASPORTO PRODUCE IL 43% DI PM10 - Il trasporto, sottolinea l’annuario dei dati ambientali dell’Apat, rimane «la prima sorgente di inquinamento di Pm10 con un contributo complessivo del 43% sul totale, di cui il 27% proveniente dal trasporto stradale». Per contro, sono aumentati in modo considerevole dal 2003 al 2005 i provvedimenti adottati per risanare la qualità dell’aria. E’ il caso di Piemonte e Lombardia che hanno promosso misure a favore della mobilità sostenibile (16%), hanno promosso i mezzi pubblici di trasporto a basso impatto ambientale privato (15%) e pubblico (14%), insieme a provvedimenti di limitazione del traffico (14%).

    LE REGIONI PIU' ATTIVE - Le Regioni più attive da questo punto di vista sono state nel 2004 la Lombardia con 62 provvedimenti, l’Emilia Romagna con 36, il Piemonte con 27 e il Lazio con 20. La Regione con i migliori indicatori di gestione della qualità dell’aria è il Piemonte.

    18 dicembre 2007

    http://www.corriere.it/cronache/07_d...ba99c53b.shtml

  2. #2
    Blut und Boden
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    Predefinito

    Più foreste e meno foresti.

    Più treni e meno autoveicoli.

    Più DB, SBB, ÖBB e meno FS-trenitalia.

    Più Lufthansa meno alitalia.

  3. #3
    Non si fitta ai terroni.
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    Non sono razzista. Il razzismo è un crimine, e il crimine è roba da negri.
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    Citazione Originariamente Scritto da el Doge 91 Visualizza Messaggio
    IL TRASPORTO PRODUCE IL 43% DI PM10 - Il trasporto, sottolinea l’annuario dei dati ambientali dell’Apat, rimane «la prima sorgente di inquinamento di Pm10 con un contributo complessivo del 43% sul totale, di cui il 27% proveniente dal trasporto stradale».
    Non è esatto.

    Milano - Le auto Euro3 ed Euro4 hanno pochissime responsabilità nella diffusione delle polveri sottili. Questo è quanto è emerso da uno studio svolto del CSST (Centro Studi sui Sistemi di Trasporto), commissionato da UNRAE ed ANFIA con il patrocinio dell’ACI: una operazione davvero interessante e che dimostra una volta per tutte come gli stop al traffico, le targhe alterne ed altre iniziative per limitare l’inquinamento agendo sull’oggetto automobile serve esclusivamente a…limitare la libertà personale.

    Lo studio, basato su fonti e dati istituzionali, ha permesso di realizzare un simulazione modellistica riferita alle diverse forme di limitazione della circolazione in città come Milano, Roma, Bologna e Torino.
    Quanto è emerso è davvero sconcertante, perché il divieto di circolazione per tutti i veicoli comporta una riduzione di appena il 3% delle emissioni di PM10 da gas di scarico, rispetto al divieto di circolazione con esenzione per le autovetture Euro3 ed Euro4, mentre con la circolazione a targhe alterne la riduzione è pari ad appena l’1% delle emissioni.
    I veicoli Euro3 ed Euro4, in tutto questo, contribuiscono solamente in minima parte alla diffusione di PM10, in quanto è emerso che le emissioni si attestano per vetture corrispondenti a queste due normative influiscono nel totale solamente all’1,0 – 2.0% su scala nazionale e 2.5 – 3.0% su scala metropolitana.

    Secondo lo studio, addirittura, le misure prese a Roma, Milano, Torino e Bologna (prese a campione) nell’inverno 2004 e in quello successivo del 2005, hanno generato effetti sulle emissioni di PM10 contraddittori o comunque privi di una logica causa-effetto.
    I provvedimenti di limitazione della circolazione che includono i veicoli di recente concezione sono dunque, secondo lo studio CSST, assolutamente inutili. Tra le altre cose segnaliamo come la generazione di PM10 riguardi praticamente le sole auto a gasolio, in quanto le motorizzazioni a benzina producono una quantità di polveri praticamente irrilevante.

    Le cause, dunque, sono altre: la generazione del PM10, infatti, è causa al 25% di centrali termiche ed emissioni industriali, 15% di trasporti marittimi, aerei e ferroviari, 11% di impianti residenziali, commerciali ed istituzionali, 10% processi produttivi, 10% a processi di combustione naturali. Mancano i 29 punti percentuali del trasporto stradale, in cui le percentuali sono però così ripartite: veicoli industriali e bus al 9%, autovetture 8% (ecco come nasce il dato del 3% del PM10 generato su scala totale), veicoli commerciali leggeri 5%, non dovuti a combustione 4% (gomme, freni, frizione etc), ciclomotori 2% e motocicli 1%.Insomma, l’autotrasporto è colpevole ma per quanto concerne le autovetture il dato che ci obbliga ad incivili limitazioni della libertà denominate gentilmente “stop al traffico” incide per appena 3 punti percentuali. Un valore ridicolo e che non consente, nonostante gli sforzi dei cittadini, di rilevare importanti riduzioni di PM10, in qualunque periodo dell’anno. C’è chi dice che gli effetti si vedono il giorno dopo i blocchi, c’è chi dice che gli effetti si vedono dopo una settimana o dopo un mese: i dati del CSST dichiarano che gli effetti non si vedono mai.

    Ma il CSST non si limita a giudicare come inutili le norme, ma suggerisce qualche possibile alternativa per ridurre le emissioni e rendere l’aria un po’ più respirabile.

    - incentivare il rinnovo del parco circolante di commerciali e bus, promuovendo la distribuzione di veicoli a metano
    - stimolare il rinnovo del parco vetture tradizionale. Quel 3% può ridursi ulteriormente se tutte le auto fossero almeno Euro3: per questo bisognerebbe incentivare anche l’acquisto di auto usate con queste caratteristiche
    - promuovere la “metanizzazione” dei sistemi di riscaldamento
    - intervenire sulla fluidificazione del traffico

    Alla manifestazione, che si è tenuta a Milano il 14 dicembre 2006 presso l’hotel Principe di Savoia, è intervenuto anche l’ex-ministro della Sanità Umberto Veronesi: il Professore non solo ha confermato tutti i dati relativi a questo studio ma ha sottolineato come l’aria “ricca” di PM10 sia dannosa in una percentuale assolutamente più limitata rispetto, ad esempio, al fumo di sigaretta o i fumi di numerose sostanze chimiche utilizzate in alcuni processi industriali.
    DA http://www.racewaynews.net/articolo.php?a_id=1339

    http://www.racewaynews.net/immagini/.../1339/pm10.pdf

  4. #4
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    La meridionalizzazione della cultura e della mentalità impedisce ai più di accorgersi di questo gravissimo problema e impedisce il sorgere di una vera cultura ambientalista. Iper-individualismo, super-egoismo, se va bene il proprio orticello chissenefrega se quello vicino va a pezzi, prima preoccupiamoci di avere il serbatoio sempre pieno (al limite della psicosi, vedi la settimana scorsa) e poi pensiamo ad altro, ecc.; mentalità diffusa che ovviamente si ripercuote sui governanti, i quali spesso - trascurando trasporto pubblico, mobilità sostenibile, vessando pendolari con gestioni criminali delle ferrovie, favorendo a tutto spiano sviluppo-auto-auto-furgoncini - non fanno altro che rispecchiare la volontà di quella poltiglia menefreghista dei governati. Basti pensare ai palliativi (blocchi temporanei, sostituzione di parte delle auto più inquinati, ecopass, ecc.) come mandano in bestia i più; figuriamoci i drastici interventi che occorrerebbero realmente, e che tuttavia altrove - magari spostandosi verso nord sulla latitudine - sono realtà.

  5. #5
    Lombardei mein Vaterland
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    Citazione Originariamente Scritto da NoNickName Visualizza Messaggio
    Non è esatto.
    sul corriere c'è scritto trasporto stradale 27%

    li c'è scritto 29%


    cambia poco, la sostanza è quella..

  6. #6
    Non si fitta ai terroni.
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    Citazione Originariamente Scritto da el Doge 91 Visualizza Messaggio
    sul corriere c'è scritto trasporto stradale 27%

    li c'è scritto 29%


    cambia poco, la sostanza è quella..
    Sì c'è scritto anche che però la parte maggiore di tale percentuale è dovuta al trasporto pubblico. E altrettanto grande frazione, pari all'intero comparto del trasporto è il riscaldamento urbano. Quindi agire sul trasporto privato, come fanno Moratti e Formigoni, è una emerita stronzata. Andrebbe fermato il trasporto pubblico.

  7. #7
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    glüglülåndiå
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    Citazione Originariamente Scritto da NoNickName Visualizza Messaggio
    ...Andrebbe fermato il trasporto pubblico...
    Andrebbe fermato il Veneto. Un paio di settimane.
    Insieme ad un paio di provincie giuliane. Fino a Monfalcone.
    Insieme ad un paio di provincie lombarde. Fino all'Adda.

    Magari insieme ad un paio di provincie insubri.
    E questo per un paio di mesi.

    Ti ricordo che la massima:
    "Se uscisse una legge che imponesse ai bresciani di recarsi ogni mattina in questura per prendersi un calcio nel culo, prenoterebbero il taxi per paura di arrivare in ritardo"
    necessita di adeguato rinnovamento.

    Dài, gnàri, dèsgargiòmes föra!

  8. #8
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    Indiscutibilmente. Anche se è un po' OT in questo thread. Ma ti do ragione.

  9. #9
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    Citazione Originariamente Scritto da Gioann Bagoss Visualizza Messaggio

    Andrebbe fermato il Veneto. Un paio di settimane.
    Insieme ad un paio di provincie giuliane. Fino a Monfalcone.
    Insieme ad un paio di provincie lombarde. Fino all'Adda.
    fermare la folle crescita della popolazione
    che insiste su questo disastrato territorio.

    non esiste altra soluzione per ottenere un minimo
    di vivibilità.
    la padania nel giro di qualche
    decennio, è destinata a diventare una orrenda
    cloaca del terzo mondo, con un centinaio di milioni
    di abitanti i cui rapporti e leggi, saranno stabiliti
    dalle mafie di importazione......

  10. #10
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    il territorio della conca PadanoAlpina è sfruttato ormai a dismisura:
    - troppa concentrazione di attività produttive
    - provincie di pianura con densità abitative che superano i 1500-2000 ab/kmq
    - fascia pedemontana rovinata da inutili cantieri
    - infrastrutture pubbliche da terzo mondo

    con esclusione dell'ultimo punto, il resto è colpa nostra: pensiamo solo a produrre-fatturare, ma nel frattempo la qualità della nostra vita peggiora sempre di più
    in Padania lo sviluppo sostenibile è un utopia
    dobbiamo fermarci e riflettere se vale la pena ammazzarci di lavoro (con i guadagni depredati da roma) o liberarci dalla schiavitù che ci hanno imposto e imparare ad autogovernarci

 

 
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