1.Viaggiare e imparare

Negli anni ‘ 70 viaggiavo molto, specie in Europa. Capii presto che la qualità di vita che é frequente a Nord delle Alpi, era difficilmente raggiungibile in Italia. Nel ’82, dopo un tentativo infruttuoso di trovar lavoro a Londra, entrai in un organismo tecnico europeo, a Parigi.

Lavoro interessante, qualche sfida da lanciare per inserirsi in un contesto di buon livello professionale europeo. Fino al 2000 ho lavorato in Eutelsat, con tanti contatti di collaborazione (gruppi, commissioni, conferenze), in un quadro mondiale, ma soprattutto europeo.

2. Scoprire le differenze

In un contesto simile, mi resi conto presto di differenze e specificità nei diversi Paesi europei. Vedevo al lavoro Britannici, Tedeschi, Francesi, Scandinavi, etc. Con loro, imparai a lavorare in un altro modo, tenendo in mente i risultati, le efficienze, e i metodi adeguati per arrivarci.

Scoprii che gli Italiani hanno spesso metodi di lavoro fuori dallo standard europeo. Si contentano spesso di risultati più modesti, non cercano sempre la soluzione, ma in compenso hanno la furberia. Usata talvolta a buon fine, ma non sempre. Spesso sono incapaci di efficienza. Non sempre riflettono abbastanza prima di una decisione, anzi spesso preferiscono l’ intuizione.

All’ inizio capii che solo noi Italiani abbiamo il dono di inframezzare il lavoro colla battuta allegra, colla presa in giro. Nello stesso tempo mi resi conto delle evoluzioni sociali in corso in Italia (meglio visibili dall’ esterno). Infine, negli anni, capii che la particolarità dell’ approccio allegro al lavoro prendeva sempre più il sopravvento sull’ impegno serio. Che la chiacchiera prendeva il sopravvento sui risultati. Mi accorsi che sempre più frequenti apparivano nella società (soprattutto nei servizi pubblici) le irresponsabilità, le deficienze, le arretratezze. In pratica vedevo, da un contesto internazionale, che gli Italiani erano sempre meno capaci di risultati, specie nei contesti di lavoro di gruppo. Assistevo ad evoluzioni sociali sempre più rapide, negative, collegabili ad un malessere sociale e politico nel sistema Italia, il quale si ampliava e aveva conseguenze sulla competitività dell’ economia.

A posteriori, più tardi, misi in relazione il degrado visibile in taluni contesti economici, col degradante quadro sociale e politico del Paese in progressione. Sono ora arrivato, dopo riflessioni e paragoni coll’ Europa, alle conclusioni seguenti:

- se gli Italiani non fanno un 'analisi per capire perché le loro efficienze sociali/economiche sono cosi basse, non ci sarà alcuna speranza che la società si riprenda;
- anche con cattive istituzioni una società scandinava o inglese, potrebbe funzionare in modo quasi soddisfacente;
- una ottima istituzione o federazione o riforma, applicata in Italia, funzionerebbe male, perché gli Italiani la gestirebbero in forme e maniere personali (Severgnini dice che ogni italiano si fa il suo codice à la carte).
- la distanza fra le dichiarazioni di principio e le reali applicazioni é il problema italiano quadro. Problema che dipende da numerosi fattori, mentali e sociali.

3. La Repubblica del pressapochismo

Le evoluzioni sociali italiane degli ultimi lustri sono complesse, almeno dal punto di vista “quale la causa, quale la conseguenza”. Ma un aspetto chiave che ha facilitato le evoluzioni recenti, peraltro molto rapide, é il DNA dell’ Italiano odierno. Nel quale sono contenuti, fra l’ altro:

- la tradizione di stato e cittadino che si ignorano, talvolta si combattono. Tradizione che sopravvive, dall’ epoca delle invasioni spagnole, normanne, francesi, austriache;
- l’ abitudine all’ adattamento ad ogni mutamento sociale, anche al peggio. Per cui le istituzioni, ogni volta che presentano malfunzionamenti, ..... si accettano cosi......
- la preferenza, parallela a detti adattamenti, per rivolgersi ad un referente, ad un clan, ad un padrino, per avere cio’ che l’istituzione avrebbe dovuto fornire....ma.... (lo stesso quadro é frequente in America Latina).

A causa di tali comportamenti diffusi, é successo, nel giro di qualche lustro, che molti contesti sociali sono peggiorati. I segni visibili:

a) l’ ipocrisia é stata elevata al rango di qualità diffusa, nei rapporti sociali; b) il doppio linguaggio, la tripla verità, son divenuti condizione di vita; c) l’ irresponsabilità, l’ approssimazione, la complicità sono divenute aria che si respira. Una società simile (l’ eccezione in U.E.) ha celebrato i funerali della Verità (quella che ha due catteristiche: l’ unicità, la chiarezza).

A causa della scomparsa della Verità, nella società va scomparendo anche, in ambito sociale, il realismo. Il problema sembra legato al fatto che la cosa non è notata in Italia (ma dall’ estero si vede). Per cui, ufficialmente, il realismo è sempre presente……..

Quando il realismo é sostituito da faciloneria e approssimazione, in una società puo’ succedere che i principi enunciati, le leggi decise, gli obiettivi dichiarati, rimangano sulla carta. Per mancanza degli strumenti di applicazione degli stessi, sociali o mentali.

Ecco il nostro problema: prendiamo la decisioni sociali, come se questo bastasse. Dimenticandoci, per mancanza di realismo e di riflessione lucida, di individuare i relativi strumenti applicativi.
Guardiamo la società italiana di oggi. Qual’ é il tasso di successo di tante belle decisioni annunciate ? A ognuno la sua risposta.

Poi il diffondersi di meccanismi arrugginiti nella società. La rarefazione di bastoni e carote, i quali sono invece necessari in una società seria. La cosa ha portato un popolo facile e flessibile ad adattarsi al doppio scenario: uno stato che funziona male (sempre peggio), ma a cui si è rassegnati, ed una rete di allacci personali, informali se non nascosti, più capaci di levarti d’ impaccio.

Alcuni poteri emigrano, sempre più, dal primo al secondo scenario. Un sistema sociale cosi, in un Paese realista, sarebbe rimodernato, perfezionato, migliorato. Ma la stessa cosa non può avvenire in un Paese ove il realismo e la coerenza si sono nascosti, in anfratti inaccessibili.

L’ incertezza attuale del sistema Italia, gli intoppi, i grippaggi, gli imprevisti, derivano, fra l’ altro anche da questo: i poteri dei clans, delle cordate, delle gangs talvolta (1), non sono sempre compatibili, né fra loro né col sistema sociale del Paese. E purtroppo essi sembrano in aumento. In un Paese che perde colpi, tanti cercano un riparo, una sicurezza. E’ umano. E, a chi cerca una cordata sicura, un riparo, i poteri nascosti offrono, sornioni, un appiglio. Chiedendo in cambio un voto o un gruppo di voti, un lavoretto, un’ associazione. Conseguenze ovvie: inefficienze, aumento degli insuccessi sociali, aumento dei costi, perdita di competitività------------------------
(1) é venuta alla luce persino una gang del calcio ! .......
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Le misere capacità di gestione dello stato italiano sono evidenti nelle due cronache allegate: “La Barca va..” e “ Fatti e Misfatti..”
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La logica di tanti misfatti dello stato e delle istituzioni (credo sia un caso unico in U.E.): lo stato, le istituzioni, non sanno gestire. Il motivo: gli Italiani che sono nelle istituzioni non sanno gestire. E’ cosa vecchia, accettata da tutti. Le ragioni di tali enormi GAPs rispetto all’ U.E.: la Pubblica Distruzione si limita a trasmettere il sapere, ancorato a vecchi valori umanistici. Ma non insegna niente in termini di: educazione civile, metodi di lavoro moderni, forma del pensiero adeguata al mondo del XXI secolo (é forse il più grosso GAP). La chiara mancanza di una“pedagogia da sviluppo”, della meritocrazia, porta, insieme ad altri fattori sociali, all’ incapacità di gestione. A sua volta, quest’ultima, a medio termine, porta al sottosviluppo.....

4. Un suicidio ?

Pretendere, in un quadro sociale simile, di continuare ad essere competitivi: sembra questa la sfida attuale del sistema Italia. La cosa si può valutare in due modi: da Italiani, si dice “speriamo di farcela”, è ciò che si può dire quando non c’ è realismo, quando non si discutono le correzioni necessarie (per divenire un Paese europeo, maturo, efficiente). Da europei si direbbe invece: andate a comprarvi il realismo in Europa, allora ci sarà, forse, un po’ di speranza. L’ impressione dall’ estero é: troppo difficile, per un popolo poco maturo, socialmente inefficiente, poco riflessivo, progettarsi un futuro. Si nota la diffusione di: insoddisfazioni, scetticismo, incertezze, sfiducia e... disoccupazione. Non é questo lo scenario che spingerà investitori e imprenditori a restare in Italia......

Un circolo vizioso: lo scetticismo diffuso, l’ insoddisfazione,le incapacità sociali, rendono difficile costruire, modernizzare. Cioé fare quello di cui il Paese ha un gran bisogno. Con buona pace di Ciampi che le chiedeva, non credo che lo stato morale e sociale del Paese, oggi, permetterà di fare delle buone riforme. Fra l’ altro manca il potenziale necessario per farle. Anche perché la prima riforma, urgente, da fare é quella di cui non si parla: la RIFORMA DELLA MENTALITA’.....

Peyrefitte, nel “La societé de confiance” dice: “Non c’é sviluppo e sottosviluppo. Ci sono invece comportamenti che impediscono o che favoriscono lo sviluppo. Essi sono inegualmente distribuiti nelle diverse società .”

La cultura italiana di oggi sembra degradata rispetto a quella di 40 anni fa. Ed il suo attuale livello é un’ altro segno del degrado sociale. Se colleghiamo questo livello di cultura alla deriva della mentalità in ambito sociale degli ultimi lustri, sembra ragionevole dire in corso il suicidio di una cultura; oppure, la società italiana cerca il suicidio.

Le prime valutazioni di dettaglio sulle Cause del degrado italiano sono nelle Lettere dall’ Europa, su:
http://angrema.blogspot.com Esse contengono anche i testi qui citati.

5. Conclusioni

In un quadro simile, i frequenti errori che un cittadino puo’ fare sono:

- ritenere che il degrado possa essere imputato alla destra, o alla sinistra; o al centro, del secolo scorso. E’ una grossa boutade ! Incapacità di gestione, mentalità balorda, esistono sia a destra che a sinistra....
- ritenere che la società italiana sia una società veramente europea. Un emigrato direbbe invece che il funzionamento della società italiana si é allontanato dall’ Europa. C’é l’ intenzione di approdare al Magreb ?
- pensare che si possano realizzare riforme delle istituzioni efficaci, funzionanti, senza risolvere il problema sociale. Il buio non é nelle istituzioni, il buio é nella testa di chi vive, gestisce ed accetta una società simile ! .....

Ecco alcune fra le conseguenze più importanti del degrado:

- non ci sono più gli strumenti necessari a gestire un Paese (V. il mio testo “Colli di Bottiglia”); se non adottermo una forma di pensiero realistico, costruttivo, da sviluppo insomma, il sistema Italia non avrà il potenziale per le correzioni necessarie;
- immaginare di risolvere gli enormi problemi sociali, mantenendo il nostro modo di condurre le assemblee é una pura illusione. Il nostro modo di discutere nelle assemblee genera conflitti, non costruisce....(V. il testo “Metodi e Risultati”).
- le gestioni sociali italiane sono ad un livello troppo povero (in termini di risultati, di costi, di tempi per grandi lavori); gli sprechi, gli insuccessi sono cosa ordinaria (V. il testo “La Barca va”).

Se non affrontiamo subito il problema sociale e quello delle capacità e metodi costruttivi, il “Bel Paese” si chiamerà presto il “Paese Franato”..... (a futura memoria)

Non dimentichiamo che la disparizione dal quadro sociale dei valori, di regole funzionanti, ha dato un buon contributo al degrado attuale del sistema Italia. Ma i politici continuano la danza sul ponte del Titanic.....

Vi chiedo: “Se ne rendono conto ?”.

Antonio Greco
angrema@wanadoo.fr
(disponibile per una presentazione delle cause del degrado sociale)

P.S. Il suicidio in corso del sistema Italia é quello che:

- spinge i giovani ad emigrare;
- porta al rischio Magreb, a medio termine;
- nega un futuro ai nostri figli ed all’ economia.