L'ex premier in piazza a roma
Berlusconi: governo a casa a gennaio
Contestato. «Antropologicamente diversi»
Slogan e striscioni dei centri sociali a Cinecittà. «Sono incazzati dalla mattina guardandosi allo specchio»
ROMA - «Sono intimamente sicuro che a gennaio Prodi se ne andrà davvero a casa». Silvio Berlusconi, a Roma, a un gazebo di Forza Italia, torna a prevedere la caduta imminete del governo. Ma nel suo giro tra piazze e folle, incontra inevitabilmente anche contestatori. Accade in piazza San Giovanni Bosco, a Cinecittà. Alcuni appartenenti ai centri sociali Spartaco e Cortocircuito. Qualche spintone con le forze dell'ordine, slogan («Ma quale partito, ma quale libertà via via da Cinecittà») e uno strisione: «Berlusconi piduista Cinecittà non ti vuole». C'è stato anche il lancio di un uovo, che ha raggiunto l'ex premier su un braccio. Berlusconi commenta poi così l'episodio: «Vedete qual è la differenza tra noi e loro? Noi non faremmo mai una contestazione a un loro comizio, anzi ci batteremmo se qualcuno lo disturbasse. Mentre questi qui sono incazzati già dalla mattina quando si guardano allo specchio. Sono arrivato a pensare che siamo antropologicamente diversi».
«A SINISTRA ANCHE PERSONE PERBENE» - «A sinistra ci sono anche persone perbene. Noi dobbiamo dargli una grande occasione, quella di toglierli dall'abbraccio mortale della sinistra estrema» ha anche detto Silvio Berlusconi durante il comizio a Roma. Berlusconi poi ha aggiunto: «Ci sono tanti tipi di comunisti, quelli in buona fede ma anche i comunisti tignosi e cattivi. Basta leggere l'Unità, magari compratene solo una copia e poi scambiatela, per capire come ancora sono pericolosi per la libertà e la democrazia».
INTERCETTAZIONI: «C'E' VOGLIA DI GOGNA» - Nel denunciare nuovamente la fuga di notizie e la pubblicazione di intercettazioni, Silvio Berlusconi, nel corso di un comizio a Roma ha parlato di «volontà di gogna e di gettare fango. Non si può accettare un'intromissione così violenta nella nostra vita privata», ha detto l'ex premier dal palco allestito in una piazza di Cinecittà. «Ma la cosa più grave - ha proseguito - è che vengano messe sui giornali conversazioni tra due privati senza che ci sia nessun reato». Dopo aver ricordato che «la privacy è un diritto fondamentale dei cittadini in una democrazia», il Cavaliere ha ribadito che nella sua conversazione con l'ex manager Rai, Agostino Saccà, non c'era nulla di male: «Ho solo dato una mano a trovare lavoro a qualcuno che non l'aveva». http://www.corriere.it/politica/07_d...ba99c53b.shtml