Kamikaze ad un comizio, muore l'ex premier. Nella deflagrazione sono morte almeno altre venti persone
Benazir Bhutto è morta nell’attentato kamikaze compiuto al termine di un suo comizio a Rawalpindi. Lo ha annunciato un collaboratore del Partito del popolo pachistano. La notizia è stata confermata da un alto responsabile dell’esercito. Nella deflagrazione, avvenuta all’esterno della sede in cui Bhutto ha parlato, sono morte almeno altre venti persone. Il leader dell’opposizione era stata portata in un ospedale vicino al luogo dell’esplosione, dove era stata sottoposta a intervento chirurgico. I sostenitori della Bhutto, radunatisi intorno all’ospedale di Rawalpindi, hanno iniziato a intonare slogan contro il presidente Pervez Musharraf. «Cane, Musharraf cane», hanno urlato in preda alla rabbia. I più esagitati hanno sfondato la porta in vetro all’ingresso principale del reparto di terapia intensiva, altri sono scoppiati in lacrime. Un uomo con la bandiera del Ppp avvolta intorno al capo ha iniziato a battersi il petto.
L’8 gennaio in Pakistan si vota per le elezioni politiche e l’opposizione guidata dalla Bhutto ha sfidato il regime del presidente Pervez Musharraf.
Il nuovo attentato segue di poche ore un attacco, avvenuto sempre a Rawalpindi, contro i sostenitori di un altro esponente dell’opposizione, l’ex premier Nawaz Sharif. Alcuni uomini armati hanno aperto il fuoco sulla folla presente al raduno da un vicino edificio e hanno ucciso quattro militanti. I sostenitori di Sharif, a cui è stato proibito di candidarsi per le precedenti condanne per corruzione, hanno accusato militanti del partito di Musharraf (la Lega dei musulmani) per l’attacco.
«Se è vero è una tragedia», ha detto un alto funzionario della Casa Bianca alla Cnn pochi minuti dopo la notizia dell’uccisione dell’ex premier pakistana Benazir Bhutto in un attentato a Rawalpindi. La fonte della Casa Bianca ha aggiunto di non poter confermare indipendentemente la morte dell’ex premier. La sessa reazione è arrivata alla rete di Atlanta da un alto funzionario del Dipartimento di Stato.
La Stampa