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  1. #1
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    Predefinito La Bhutto voleva la protezione Mossad

    «La Bhutto voleva la protezione Mossad»


    Maurizio Blondet
    31/12/2007
    Benazir Bhutto durante il suo ultimo comizio, pochi minuti prima di essere assassinata

    Lo ha «rivelato» Ehud Olmert al Jerusalem Post: mentre si accingeva a tornare in Pakistan dall'esilio, la signora avrebbe fatto arrivare al premier israeliano, attraverso «un conoscente reciproco», il messaggio che essa desiderava «stretti legami» fra Israele e Pakistan
    Peccato, ha sospirato Olmert, perché madame avrebbe potuto essere «un ponte fra Israele e il mondo islamico».
    Secondo Ma'ariv, inoltre, la Bhutto avrebbe chiesto al Mossad, oltre che alla CIA e a Scotland Yard, un aiuto nella sicurezza fino alle elezioni dell'8 gennaio.
    La signora si sarebbe lagnata che il presidente Musharraf la stava rendendo un facile bersaglio, non consentendole di prendere in proprio misure adeguate di protezione.
    Il ministro degli Esteri (cioè Tzipi Livni) era «favorevole a dare una mano alla Bhutto», ma il governo sionista infine decise di non darle la protezione richiesta per timore di «irritare Musharraf e di turbare le relazioni con la vicina India, che è stretto alleato di Israele».
    Anche l'India stretto alleato di Israele, ora sappiamo anche questa.
    Strana «rivelazione».
    Che forse contrasta (ma forse no) con il discorso che Benazir Bhutto stava facendo prima di essere uccisa.

    Nelle sue ultime frasi, si è riferita alla notizia secondo cui truppe straniere sarebbero state spedite in Pakistan per combattere contro i Talebani ed Al Qaeda nelle aree tribali a ridosso dell'Afghanistan. Musharraf aveva appena concesso questo all'inviato USA John Negroponte.
    «Perché dovrebbero entrare qui truppe straniere?», ha detto la Bhutto: «Noi possiamo occuparci di questo, io posso, voi potete. Gli orfani politici fanno di tutto per rimandare le elezioni. Hanno progettato di proclamare lo stato d'emergenza e vogliono che il presidente Musharraf rimanga in uniforme per altri cinque anni…».
    Minuti dopo, veniva uccisa - come abbiamo visto - da un paio di specialisti in abiti occidentali, nient'affatto terroristi suicidi vogliosi di raggiungere le Uri, ma bravissimi a far centro in una testa con la pistola automatica.
    La circostanza ha ricordato da vicino il video di Ali Agca che spara al Papa: stessa sicurezza, stesso brandeggio dell'arma, stessa calma tra la folla.
    Professionisti.

    La Bhutto sembrava dunque colta di sorpresa dal fatto che Musharraf si era accordato con gli americani, cedendo alle loro richieste di accogliere le truppe USA.
    Forse aveva capito di essere diventata superflua?
    Forse s'era rivolta ad Israele per protezione, nel senso in cui un negoziante accetta la «protezione» di mafiosi (pago il pizzo così non mi bruciano il negozio?).
    Certo la sua sorpresa è strana.

    L'idea americo-israeliana di prendere le armi atomiche pakistane per la sicurezza di Sion era stata formulata ben sei anni orsono.
    Per l'esattezza, in un rapporto del 4 ottobre 2001 (si noti la data: un mese dopo l'11 settembre) di un ente di Washington chiamato ISIS, Institute for Science and International Security.
    Intitolato «Securing Pakistan's Nuclear Arsenal: principles for Assistance», il rapporto asserisce: «Secondo le valutazioni dell'ISIS, a fine 1999 il Pakistan possedeva 585-800 chilogrammi di uranio arricchito a livello militare e 1,7-13 chilogrammi di plutonio, quantità sufficienti per 30-50 testate o bombe nucleari… La questione inquietante è che nella corrente situazione una testata o materiale fissile possa finire nelle mani sbagliate. Le informazioni disponibili dicono che, nonostante le dichiarazioni ufficiali contrarie, il governo pakistano non ha piena fiducia nella sicurezza del suo arsenale atomico».
    E concludeva: «Vari osservatori hanno suggerito che se il Pakistan dovesse soccombere ad un colpo di Stato condotto da forze ostili agli Stati Uniti, le forze armate USA devono essere pronte a mettere in sicurezza le armi nucleari (o anche portar via quelle armi dal Pakistan) senza il permesso delle autorità pakistane».
    Dunque già nell'ottobre 2001 il progetto di impadronirsi delle testate pakistane era stato espresso. Anzi, addirittura prima.
    Perché risulta un precedente rapporto ISIS del 18 settembre 2001, dal titolo: «Pakistan's weapons must not fall in terrorists' hands».

    C'è da sospettare che le stesse teste che hanno progettato il mega-attentato dell'11 settembre come pretesto per la «guerra globale al terrorismo» islamico, avessero prospettato o previsto tutti i seguenti conflitti: dall'occupazione dell'Afghanistan allo smembramento dell'Iraq, fino al disarmo nucleare forzato del Pakistan, il solo Paese musulmano ad avere bombe atomiche.
    Il rapporto ISIS è firmato da David Albright, Kevin O'Neill e Corey Hinderstein : due su tre sono israeliti, Albright è un ex ispettore dell'ONU.
    L'ISIS è finanziato dalla Carnegie Corporation, dalla Ford Foundation, dal Fondo Fratelli Rockefeller e da anonimi membri della famiglia Rockefeller; inoltre riceve fondi dal governo USA.

    Maurizio Blondet

    www.effedieffe.com

  2. #2
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    Minuti dopo, veniva uccisa - come abbiamo visto - da un paio di specialisti in abiti occidentali, nient'affatto terroristi suicidi vogliosi di raggiungere le Uri, ma bravissimi a far centro in una testa con la pistola automatica.



    Scusate ma si può denunciare questo stronzo ultrafalsificatore addirittura della semplice cronaca?
    E' mai possibile che tutta la merda di falsità che scrive debba essere ripresa?
    No dico ci sono stati oltre trenta morti subito dopo lo sparo che ha ucciso la Bhutto e questo antisemita, nazista, antiamericano filoterrorista scrive che non c'è stato attentato suicida.. ma andatevi a sparare sia lui che le scrive e chi và a riportare sui forum queste bestialità .
    Vergognatevi.

  3. #3
    trilex
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    blondet quando ci si impegna sa essere spregievole.

  4. #4
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    Citazione Originariamente Scritto da Spartacvs Visualizza Messaggio
    «La Bhutto voleva la protezione Mossad»


    Maurizio Blondet
    31/12/2007
    Benazir Bhutto durante il suo ultimo comizio, pochi minuti prima di essere assassinata

    Lo ha «rivelato» Ehud Olmert al Jerusalem Post: mentre si accingeva a tornare in Pakistan dall'esilio, la signora avrebbe fatto arrivare al premier israeliano, attraverso «un conoscente reciproco», il messaggio che essa desiderava «stretti legami» fra Israele e Pakistan
    Peccato, ha sospirato Olmert, perché madame avrebbe potuto essere «un ponte fra Israele e il mondo islamico».
    Secondo Ma'ariv, inoltre, la Bhutto avrebbe chiesto al Mossad, oltre che alla CIA e a Scotland Yard, un aiuto nella sicurezza fino alle elezioni dell'8 gennaio.
    La signora si sarebbe lagnata che il presidente Musharraf la stava rendendo un facile bersaglio, non consentendole di prendere in proprio misure adeguate di protezione.
    Il ministro degli Esteri (cioè Tzipi Livni) era «favorevole a dare una mano alla Bhutto», ma il governo sionista infine decise di non darle la protezione richiesta per timore di «irritare Musharraf e di turbare le relazioni con la vicina India, che è stretto alleato di Israele».
    Anche l'India stretto alleato di Israele, ora sappiamo anche questa.
    Strana «rivelazione».
    Che forse contrasta (ma forse no) con il discorso che Benazir Bhutto stava facendo prima di essere uccisa.

    Nelle sue ultime frasi, si è riferita alla notizia secondo cui truppe straniere sarebbero state spedite in Pakistan per combattere contro i Talebani ed Al Qaeda nelle aree tribali a ridosso dell'Afghanistan. Musharraf aveva appena concesso questo all'inviato USA John Negroponte.
    «Perché dovrebbero entrare qui truppe straniere?», ha detto la Bhutto: «Noi possiamo occuparci di questo, io posso, voi potete. Gli orfani politici fanno di tutto per rimandare le elezioni. Hanno progettato di proclamare lo stato d'emergenza e vogliono che il presidente Musharraf rimanga in uniforme per altri cinque anni…».
    Minuti dopo, veniva uccisa - come abbiamo visto - da un paio di specialisti in abiti occidentali, nient'affatto terroristi suicidi vogliosi di raggiungere le Uri, ma bravissimi a far centro in una testa con la pistola automatica.
    La circostanza ha ricordato da vicino il video di Ali Agca che spara al Papa: stessa sicurezza, stesso brandeggio dell'arma, stessa calma tra la folla.
    Professionisti.

    La Bhutto sembrava dunque colta di sorpresa dal fatto che Musharraf si era accordato con gli americani, cedendo alle loro richieste di accogliere le truppe USA.
    Forse aveva capito di essere diventata superflua?
    Forse s'era rivolta ad Israele per protezione, nel senso in cui un negoziante accetta la «protezione» di mafiosi (pago il pizzo così non mi bruciano il negozio?).
    Certo la sua sorpresa è strana.

    L'idea americo-israeliana di prendere le armi atomiche pakistane per la sicurezza di Sion era stata formulata ben sei anni orsono.
    Per l'esattezza, in un rapporto del 4 ottobre 2001 (si noti la data: un mese dopo l'11 settembre) di un ente di Washington chiamato ISIS, Institute for Science and International Security.
    Intitolato «Securing Pakistan's Nuclear Arsenal: principles for Assistance», il rapporto asserisce: «Secondo le valutazioni dell'ISIS, a fine 1999 il Pakistan possedeva 585-800 chilogrammi di uranio arricchito a livello militare e 1,7-13 chilogrammi di plutonio, quantità sufficienti per 30-50 testate o bombe nucleari… La questione inquietante è che nella corrente situazione una testata o materiale fissile possa finire nelle mani sbagliate. Le informazioni disponibili dicono che, nonostante le dichiarazioni ufficiali contrarie, il governo pakistano non ha piena fiducia nella sicurezza del suo arsenale atomico».
    E concludeva: «Vari osservatori hanno suggerito che se il Pakistan dovesse soccombere ad un colpo di Stato condotto da forze ostili agli Stati Uniti, le forze armate USA devono essere pronte a mettere in sicurezza le armi nucleari (o anche portar via quelle armi dal Pakistan) senza il permesso delle autorità pakistane».
    Dunque già nell'ottobre 2001 il progetto di impadronirsi delle testate pakistane era stato espresso. Anzi, addirittura prima.
    Perché risulta un precedente rapporto ISIS del 18 settembre 2001, dal titolo: «Pakistan's weapons must not fall in terrorists' hands».

    C'è da sospettare che le stesse teste che hanno progettato il mega-attentato dell'11 settembre come pretesto per la «guerra globale al terrorismo» islamico, avessero prospettato o previsto tutti i seguenti conflitti: dall'occupazione dell'Afghanistan allo smembramento dell'Iraq, fino al disarmo nucleare forzato del Pakistan, il solo Paese musulmano ad avere bombe atomiche.
    Il rapporto ISIS è firmato da David Albright, Kevin O'Neill e Corey Hinderstein : due su tre sono israeliti, Albright è un ex ispettore dell'ONU.
    L'ISIS è finanziato dalla Carnegie Corporation, dalla Ford Foundation, dal Fondo Fratelli Rockefeller e da anonimi membri della famiglia Rockefeller; inoltre riceve fondi dal governo USA.

    Maurizio Blondet

    www.effedieffe.com

    ...e loro l'hanno prontamente accontentata...

    http://www.politicaonline.net/forum/...6&postcount=17
    Ibrahim

  5. #5
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    Predefinito

    Citazione Originariamente Scritto da trilex Visualizza Messaggio
    blondet quando ci si impegna sa essere spregievole.
    Non si può riportare tutto quello che pubblica, sulla Bhutto sono giorni che scrive falsità addirittura stravolgendo la semplice cronaca dei fatti, uno potrà avere una sua opinione sui perchè e sui responsabili ma non si può negare la realtà della semplice cronaca addirittura negando ci siano state strage e attentato suicida.

 

 

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