Con il governo Berlusconi le tasse sono arrivate a livello record. Oltre agli slogan, l'impalcatura del premier si regge sul vuoto e i fatti tanto conclamati ancora non si vedono
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Vi ricordate “meno tasse per tutti”? La sinistra vuole più tasse? La sinistra vuole reintrodurre l'Ici!Taglieremo le imposte! Quante parole. Quante bugie! Dati alla mano, con l'arrivo del governo Berlusconi l'Italia ha visto la più grande involuzione culturale, economica, sociale dal dopo guerra ad oggi. L'unico saldo positivo sono le imposte per gli italiani ed il reddito del premier, che in barba alla crisi, continua ad aumentare.

Nella giornata in Liguria, Pier Luigi Bersani ha duramente attaccato il governo sulle tasse, che con Berlusconi “sono arrivate a livello record”. Sarà per la crisi economica? Sarebbe impensabile giustificarsi con un argomento che pubblicamente da mesi continua ad essere negato: se la crisi non esiste, allora non può essere la crisi economica a imporre l'aumento delle tasse.

“Noi siamo il partito del lavoro - ha ribadito Bersani - degli operai, degli artigiani, dei commercianti, dei piccoli imprenditori”. L'intera campagna elettorale è stata proprio incentrata, anche a fari spenti dalla stampa, sui continui incontri con i lavoratori o con le migliaia di persone che il lavoro lo hanno perso o lo stanno perdendo.

Per il leader del Pd è assolutamente necessario che il governo si muova concretamente con “un piano anticrisi fatto di pochi e semplici punti: più soldi in tasca ai redditi bassi, anche per rilanciare i consumi; un piano di investimenti in piccole opere immediatamente cantierabili; un po' di ossigeno per le piccole e medie imprese”.

“Berlusconi – a continuato Bersani – dice che noi vogliamo alzare le tasse, ma noi siamo stati i primi a tagliare l'Ici alle famiglie, mentre loro hanno aumentato la pressione fiscale a livelli record: quest'anno abbiamo lavorato per lo Stato e per le tasse fino al 23 giugno, un record. È ora di smetterla con le favole, sulle tasse hanno mancato totalmente l'obiettivo. Bisogna che qualcuno glielo dica in questo appuntamento elettorale”.

A dare conferma dei dati è Stefano Fassina, responsabile Economia del Pd: “non è stato restituito il fiscal drag sui redditi da lavoro e da pensione, un furto che vale almeno 3 miliardi di euro. Poi sono state eliminate numerose detrazioni fiscali tra le quali quella del 55% per le ristrutturazioni edilizie; la detrazione del 19% per gli abbonamenti ai trasporti pubblici locali; la detrazione del 19% per le spese di aggiornamento degli insegnanti. Sono stati svuotati i crediti di imposta per ricerca ed innovazione e per gli investimenti nel Mezzogiorno ed è stato abrogato il credito di imposta per l'occupazione nel Sud”. Per non parlare, ha aggiunto Antonio Lirosi, degli aumenti delle tariffe di treni, pedaggi e servizi postali.

Pdl: il partito delle tasse | PD
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