La risorsa per il nord sono i piccoli aereoporti di provincia. Alitalia deve diventare una linea aerea low-cost e i suoi voli essere delocalizzati.
Per un imprenditore o un ingegnere del veneto, non c'e' paragone tra dover andare fino a Malpensa per raggiungere Londra, e prendersi invece un volo low-cost RyanAir da Treviso/Venezia.
Malpensa 2000 e' un'idiozia urbanistica, andrebbe meglio ridotto ad uno scalo merci.
Dove sta scritto che essere scalo merci è una riduzione?
La sola Linate muove tante merci quanto Fiumicino.
Servire le aziende significa sì muovere le merci ma anche le persone, Nel nord c'è un aeroporto ogni 50 Km ma la Malpensa è l'unico che può gestire la mole di lavoro dei voli intercontinentali. Crescerà sia come merci che come trasporto passeggeri, poi Alitalia può anche diventare la compagnia low-cost gestita da Air France, ma questo nulla deve togliere alla Malpensa.
Ancora con questa faccenda della cosiddetta "destra" o "sinistra"?!
A parte che in questa devastata Repubblica esiste solo una casta di CENTRO, il "PARTITO MERIDIONALISTA TRASVERSALE" è sempre molto attivo quando bisogna arraffare risorse a quei coglioni di polentoni del nord per trasferirle al sud e mantenersi i voti di scambio.
Signori, quelli vi trascinano a fondo alla faccia delle vostre sinistre e maldestre ideologie politiche.
Siamo nel 2008... SVEGLIA!!!
Si ma lui voleva dire che c'era già Linate per Milano, mentre a Treviso si tengano volentieri Treviso/Venezia.
Malpensa come è stata concepita effettivamente non era necessaria, specialmente se tieni aperto pure Linate.
In verità quello degli aereoporti è un settore che andrebbe solo liberalizzato.
A Milano c'è domanda ? 50 voli ? ok 50 Voli senza dare concessioni, esclusive ecc. ecc.
Se un domani ci sarà + domanda a Venezia o Torino hanno diritto ad avere i loro voli in più e non ad essere costretti ad appoggiarsi a Roma o Milano.
Si chiama libero mercato.
ROMA - Malpensa dei paradossi. Con più di 20 milioni di passeggeri annui e quasi 250 mila tra atterraggi e decolli, l'aeroporto inaugurato nel 1998 dal premier Romano Prodi, rischia ora la «serie B». E improvvisamente nessuno, al Nord, sembra poterne fare a meno.
Ma quanto si viaggia e come si viaggia dall'aeroporto che viene definito «milanese » pur estendendosi nel territorio di Varese? E quanto l'amano davvero i passeggeri meneghini che non hanno mai voluto abbandonare Linate? Secondo l'amministratore delegato di Air France-Klm, Jean-Cyril Spinetta, la maggior parte delle rotte intercontinentali di Malpensa, 14 su 17, vanno tagliate, tranne New York, Buenos Aires e Tokyo. Tutto un altro piano rispetto a quello di espansione per la Cina e per l'India studiato da Sea, il gestore aeroportuale che fa capo al Comune di Milano. A sentire l'amministratore delegato di Alitalia, Maurizio Prato, il problema è molto semplice: i voli intercontinentali di per se stessi sono in grado, anche se non tutti, di volare senza perdere. Quello che invece produce lo sbilancio sono i cosiddetti voli di federaggio, cioè i voli domestici che raccolgono passeggeri in giro per l'Italia per portarli a Malpensa. Sono questi aerei che a Malpensa arrivano mezzi vuoti e ripartono ancora più vuoti, a generare il buco, perché il costo del volo comprende sia la tratta domestica che quella intercontinentale. Il buco prodotto in un anno da Malpensa è stato quantificato da Alitalia in 200 milioni. Per fare qualche esempio, il Malpensa- Shanghai perde 20 milioni l'anno. Mentre il Malpensa-Delhi e il Malpensa-Mumbai, 15 milioni ciascuno. In tutto, 50 milioni all'anno. Tra i voli di feederaggio più deficitari ci sono quelli da Ancona che nel 2006 hanno visto salire a bordo solo 41 mila passeggeri, mentre duemila in più ne sono partiti da Trieste, appena 61 mila da Pisa e 75 mila da Firenze. Numeri che, per essere compresi, vanno confrontati con quelli della prima tratta domestica di Malpensa per numero di passeggeri, dopo quella per Roma Fiumicino, la Napoli-Malpensa che conta 240 mila passeggeri. L'hub Malpensa dunque non regge, e forse sarebbe più corretto dire che non è mai esistito. E l'accusa che Air France voglia depauperarlo a favore del proprio hub, Charles De Gaulle, suona quantomeno singolare visto che già ora Malpensa serve quell'aeroporto. Di più, la tratta Malpensa- Charles De Gaulle è quella che, sulla scorta dell'accordo siglato nel 2001 tra Alitalia e Air France, conta più passeggeri in assoluto: quasi 800 mila nel 2006. Linate, finita sotto accusa perché sottrarrebbe traffico a Malpensa per portarlo negli altri hub, ne trasporta meno della metà: 386 mila.
Dalla stessa Malpensa partono sei voli giornalieri per Zurigo che alimentano l'hub della Swiss e tantissimi sono gli imprenditori che scelgono di volare da Malpensa per Francoforte per poi proseguire con Lufthansa. Merito anche del maggior confort offerto dalla business class, degli orari più flessibili e del maggior numero delle frequenze. A sottrarre traffico a Malpensa c'è dunque Malpensa. E poi ci sono tutti gli scali del Nord che negli ultimi quattro anni sono cresciuti esponenzialmente. A partire da quello di Venezia, che preferisce portare passeggeri altrove, avendo predisposto 70 voli settimanali su Roma, 42 su Parigi, 41 su Monaco, 33 su Francoforte e solo 21 su Malpensa. Da Venezia peraltro partono ormai voli diretti su New York, Philadelphia e di recente su Dubai, tutti con ottimi coefficienti di riempimento, secondo quella politica del «punto a punto» che Malpensa rifiuta con sdegno. Ma se Malpensa non funziona come «snodo» di traffico aereo, quali sono i suoi punti di forza? Funzionano le rotte per il Nord Atlantico: dalla New York alla Miami ma anche quelle dei voli «leisure», come Cancun e Sharm El Sheikh. E poi i collegamenti con Tokyo, che infatti verranno mantenuti, e quelli con Dubai e Tel Aviv. Mentre in Europa sono molto gettonati i collegamenti con Mosca. È su questa base che si dovrà lavorare per ridare un'anima a Malpensa. Uno scalo che era nato per consacrare un'alleanza, quella tra Alitalia e Klm, che poi fallì. C'è da sperare che da questa nuova alleanza, se si dovesse realizzare, venga qualcosa di meglio.
http://www.corriere.it/economia/07_d...ba99c667.shtml
(ANSA) - CATANIA, 30 DIC - 'La mancata chiusura di Linate' e la 'frammentazione del sistema aeroportuale nel Nord del Paese con la realizzazione di 4-5 aeroporti'. Sono queste per il presidente dell'Enac, Vito Riggio, 'le cause della crisi di Malpensa'. Riggio in un'intervista a La Sicilia ritiene che Malpensa 'non e' in grado di diventare un secondo hub del Paese' sottolineando che 'ha soltanto 20 milioni di passeggeri, e questo per una ragione semplicissima: perche' aperto Malpensa bisognava chiudere Linate'.
http://www.ansa.it/site/notizie/awnp...130133848.html
ma voi non siete gli stessi destri che dicevano che Alitalia doveva fallire ... perchè succhiava soldi di tutti?
E' ovvio, solo per voi, però, che se falliva ... malpensa sarebbe diventato lo snodo principale del mondo.
saranno pure cazzi di chi se la compra decidere le strategie? o no, liberisti del cazzo?
"La guerra è la vicenda in cui innumerevoli persone, che non si conoscono affatto, si massacrano per la gloria e per il profitto di alcune persone che si conoscono e non si massacrano affatto." (Paul Valèry, poeta francese).