Cina, parte la riforma del lavoro. Nike e Olympus migrano in Vietnam
2 gennaio 2008
È entrata in vigore dal primo gennaio la riforma del lavoro in Cina. La norma, che assegna un ruolo significativo alle organizzazioni sindacali e regola i tempi dei contratti e l'ammontare dei salari (con obbligo di pagamento degli straordinari, stipendio minimo e buonuscita per chi viene licenziato), ha messo in allerta le società straniere dislocate nel Paese del Dragone .
«Il Governo cinese sta facendo uno sforzo corale per proteggere i diritti dei lavoratori», ha commentato a Bloomberg Auret van Heerden, a capo della Fair Labor Association di Ginevra, l'organizzazione che monitora le condizioni dei lavoratori in 60 Paesi. Ma c'è chi non apprezza il tentativo. Olympus, quarto gruppo a livello mondiale nella produzione di macchine fotografiche e Yue Yuen Industrial, leader nella produzione di scarpe per marchi globali come Nike, sono tra le società che hanno deciso di spostare rami produttivi in Vietnam per tagliare i crescenti costi del lavoro.
Il trend è generalizzato nella regione, se si pensa che anche Quanta Computer, il più grande produttore di laptop (computer portatili) per altri gruppi, ha come obiettivo dichiarato l'apertura del primo impianto fuori dai confini di Taiwan, che sarà localizzato proprio in Vietnam, nella seconda metà del 2008. «L'anno prossimo assisteremo alla chiusura di altre fabbriche in Cina - ha pronosticato Stanley Lau, vice-presidente dell'associazione industriale di Hong Kong - in particolare perché la nuova legge rende più difficile l'assunzione temporanea, una pratica in uso soprattutto nelle società di export per affrontare le fluttuazioni negli ordini». _
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