Policlinico un inferno dopo
di Fabrizio Gatti
A un anno dalla nostra denuncia siamo tornati all'Umberto I di Roma. Nonostante appelli e promesse nulla è cambiato. Incuria, sporcizia e gli stessi baroni
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L'inchiesta del 2007
'Policlinico Inferno' è il titolo dell'inchiesta-denuncia pubblicata il primo numero del 2007 sulle condizioni di degrado del più grande ospedale d'Italia e tra i più grandi al mondo, l'Umberto I di Roma.</STRONG> ...
La premiata ditta Ubaldo Montaguti
Un progetto da 28 miliioni di euro. È quanto verrà speso per ristrutturare i sotterranei del Policlinico Umberto I. A cominciare dallo smaltimento e la bonifica delle opere in amianto. Tempi di realizzazione: entro la primavera 2008. Il rischio che la tabella di marcia annunciata un anno fa non sia rispettata è ormai evidente. E si aggiunge un dubbio: vale la pena spendere così tanti soldi per i corridoi sotto terra</STRONG> ...
Scene di incuria al Policlinico
Si può cominciare come un anno fa. Dal corridoio di terapia intensiva della clinica pediatrica. L'attesa dei genitori su una panca. Il pianto lontano di un neonato. La stessa porta scorrevole che chiude la camera asettica dove i bimbi più gravi si aggrappano alla vita. E nove passi più avanti, ecco il pavimento ricoperto di mozziconi di sigaretta, i filtri aspirati fino all'ultimo tiro, le cicche gettate accese e lasciate bruciare a terra. Uomini e donne in camice bianco o azzurro si nascondono qui in qualche pausa strappata al lavoro. A volte l'odore di fumo arriva fino al reparto in cui i loro piccoli pazienti meriterebbero aria sempre pulita.
Esattamente come un anno fa. Nove passi non sono niente in un sotterraneo senza sbocchi né finestre. E come un anno fa si può andare a contare gli escrementi sul pavimento che porta ai laboratori di immunologia e ai ricoverati di malattie infettive: dopo cinque giorni e quattro notti lo schifo è sempre lì. L'anno scorso, più o meno dalle stesse parti, le cacche dei cani randagi erano due. Ora sono quattro. Nessuno pulisce, nessuno chiama l'impresa di pulizie. Unica differenza, giorno dopo giorno, le impronte delle ruote delle lettighe e degli zoccoli degli infermieri che prima o poi ci finiscono dentro.
Dodici mesi dopo l'inchiesta-denuncia de "L'espresso", il Policlinico Umberto I di Roma è ancora questo. Il risultato di un'infernale giostra di poteri intoccabili, di interessi personali. Soldi e carriere giocati sulla salute dei cittadini e sull'impegno di medici e infermieri che ancora credono nelle eccellenze e nell'ospedale dell'Università La Sapienza, il più grande d'Italia.
Adesso va perfino peggio. Il 18 ottobre un neonato è morto. Una tragedia passata sotto silenzio. La mamma era arrivata al dipartimento di scienze ginecologiche con una grave sofferenza fetale. In questi casi bisogna fare immediatamente un taglio cesareo. Lei ha dovuto aspettare quattro ore. Secondo più testimoni, il letto operatorio per le emergenze di ostetricia era occupato per un intervento non di emergenza all'intestino. Questo è un ospedale in cui, su cinque dipartimenti da poco ispezionati, nessuno compila le liste d'attesa delle operazioni e dei ricoveri nei registri ufficiali. La confusione e l'uso di quaderni e bigliettini volanti aiuta i medici a mandare avanti i pazienti raccomandati da cliniche e studi privati. Così non è stato difficile convincere i genitori che le condizioni del loro piccolo fossero già gravi e che il suo destino fosse comunque segnato. E il bimbo che ha dovuto aspettare quattro ore prima di nascere dopo qualche giorno ha smesso di respirare.
http://espresso.repubblica.it/dettag...354&ref=hpstr1