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    creaxiano ad personam
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    Predefinito veltroni intervista a "la repubblica"

    Veltroni: presidenzialismo in due fasi. E la 194 non si tocca
    "Per il nostro partito c'è una frontiera invalicabile: il bipolarismo"
    "No a chi vuole il sistema tedesco
    e sogna la Grande Coalizione"
    "Non esiste quel vasto consenso sul proporzionale della Germania
    di cui si parla. Non lo vogliono Fi, An e vari 'piccoli'
    di MASSIMO GIANNINI

    <B>"No a chi vuole il sistema tedesco<br>e sogna la Grande Coalizione"</B>

    Walter Veltroni
    "SIAMO a un passo da un traguardo che può essere storico per il Paese, si tratta solo di superare le divisioni, e di fare l'ultimo miglio". Aveva detto che il 2008 sarebbe stato l'anno delle riforme. E ora, alla vigilia della verifica di maggioranza e nonostante le polemiche sulla legge elettorale, Walter Veltroni è ancora convinto di farcela. Ma il leader del Pd detta le sue condizioni: no a un accordo a qualunque costo, sì a un sistema misto che salvi il bipolarismo. E a quelli che nel Pd puntano dritto al sistema tedesco, lancia un altolà: "Hanno in mente la Grande Coalizione: ma questo non è e non sarà mai il progetto del Pd".

    Sindaco Veltroni, diciamolo: sulle riforme le premesse non sono un granché buone, non crede?
    "Non sono d'accordo. Facciamo un primo bilancio: nei quattro mesi successivi alla nascita del Partito democratico abbiamo ricostruito il dialogo tra i poli, abbiamo creato le condizioni per il passaggio a un sistema elettorale in senso proporzionale e bipolare che favorisca maggioranze coese, e si è fatta strada l'idea della vocazione maggioritaria del Pd. A questo punto, lancio un appello a tutte le forze politiche, perché abbiano lo stesso coraggio. Siamo a un passo da un svolta storica per il nostro Paese. Ascoltiamo l'invito del presidente Napolitano: usiamo il tempo che abbiamo davanti per fare la più grande innovazione politico-istituzionale dopo la Costituzione del '48. C'è alla Camera un pacchetto da approvare: le riforme istituzionali, con la riduzione dei parlamentari, l'introduzione di una sola camera legislativa e il rafforzamento dei poteri del premier, e poi la riforma dei regolamenti e della legge elettorale. In un anno possiamo cambiare radicalmente il futuro del Paese. E un'occasione che non possiamo lasciarci sfuggire. Il Paese non ce lo perdonerebbe".

    Sul modello elettorale c'è un discreto caos. L'Unione marcia sul sistema tedesco, lei e Franceschini rilanciate il sistema francese. Non sono messaggi contraddittori?
    "Io vedo due resistenze. La prima è quella di chi, come l'Udc, dice "o così o niente" e sostiene che il sistema tedesco va preso com'è. La seconda è quella dei partiti minori, contrari allo sbarramento...".

    Il denominatore comune è che sul proporzionale alla tedesca c'è un consenso trasversale, su altre formule no.
    "Attenzione, un accordo possibile sul sistema tedesco, allo stato attuale, non c'è. Non lo vogliono Forza Italia e An, non lo vogliono i partiti minori. Non creiamo nel Paese un'aspettativa alla quale poi non corrispondano risultati reali. Le faccio un esempio. Immaginiamo di applicare il sistema tedesco, e supponiamo che alle prossime elezioni il Pd prenda il 32% e la sinistra radicale il 9%. Per arrivare a una maggioranza, dovremmo fare un accordo al centro: saremmo al paradosso di avere uno schieramento che va non più solo da Bertinotti a Mastella, ma si estende da Bertinotti a Casini. Mi spiega lei come facciamo a governare, con coalizioni persino più eterogenee di quelle attuali?".

    Ma allora perché, da D'Alema a Rutelli, si ripete che sul tedesco si può chiudere l'accordo?
    "Questo non lo chieda a me. Io posso formulare un'ipotesi. Forse chi vuole il sistema tedesco così com'è ha in testa un'altra idea: la Grande Coalizione. L'unica che renderebbe coerente la scelta del modello tedesco integrale. Ma se è così, si sappia fin da ora che la Grande Coalizione non è il progetto politico del Pd. Il nostro partito nasce per consentire un sistema bipolare dell'alternanza, ispirato ad un principio di coesione. Questa, per noi, è una frontiera invalicabile".

    Quindi la proposta del Pd resta il "Vassallum", cioè un proporzionale corretto, un po' tedesco un po' spagnolo?
    "Confermo la nostra disponibilità a un'intesa che, partendo da una base proporzionale con una soglia di sbarramento intorno al 5%, assuma alcuni degli strumenti che possano servire a favorire una "deproporzionalizzazione" del sistema: il voto unico, collegi come quelli proposti da Vassallo, un premio al primo partito. Uno o più di questi elementi sono per noi necessari. Bisogna fare "l'ultimo miglio", e noi lavoreremo per raggiungerlo".

    Chiarissimo. Ma allora perché negli ultimi giorni avete ritirato fuori il maggioritario alla francese, e Franceschini ha addirittura evocato il presidenzialismo? E stato un errore, un altolà agli alleati o che altro?
    "Franceschini ha semplicemente riproposto quello che io stesso ho detto più volte. Se mi si chiede qual è il sistema che preferisco, io rispondo il sistema francese: doppio turno e sistema presidenziale. Ma dobbiamo distinguere due fasi diverse. Una prima fase riguarda l'oggi: nelle condizioni attuali, ciò che dobbiamo ottenere è un sistema proporzionale ma bipolare, per evitare il rischio dell'ingovernabilità. Poi c'è una seconda fase, che riguarda il futuro: e dico fin da ora che quando si andrà al voto, mi auguro nel 2011, il Pd si presenterà proponendo agli italiani il maggioritario a doppio turno, con l'elezione diretta del Capo dello Stato".

    Percorso in due tappe, quindi: non siete "impazziti", come dice D'Alema, col quale si è riaperto un dissapore antico?
    "Per quanto mi riguarda, nessun dissapore. Evitiamo polemiche personali, la gente non ne può più. Il modello francese non è un'invenzione né di Franceschini né mia. Le forze di centrosinistra lo sostengono da tempo. Le leggo un testo: "L'elezione diretta del Capo dello Stato è il sistema più diffuso in Europa e non ha dato luogo a degenerazioni plebiscitarie o a pericoli per la tenuta democratica e per il sistema istituzionale. Non si comprende dunque perché solo l'Italia dovrebbe fuoriuscire dal quadro europeo dominante...". Firmato Cesare Salvi, relazione alla Commissione Bicamerale. D'altra parte, se il sondaggio del sito Repubblica. it dice che il 64% è favorevole a una soluzione di questo genere, qualcosa vorrà pur dire. La nostra democrazia è malata, e ciò che sta succedendo a Napoli ne è la più clamorosa e inquietante conferma. O recupererà la capacità di decisione, o la democrazia italiana andrà a rischio".

    Cosa risponde a chi sostiene che state confondendo le acque perché puntate dritti al referendum?
    "Ho letto dodicimila interpretazioni dietrologiche, tutte campate per aria. Io dico solo quello che penso: punto a una riforma vera che risolva il problema dell'ingovernabilità. Non sono io a puntare al referendum, al contrario. Ho semmai l'impressione che, per paradosso, siano alcune forze minori a preferirlo. Ad esempio, non capisco perché alcune forze interessate alla Cosa Rossa abbiano quest'ansia sulla soglia di sbarramento, che sarebbe superata proprio con l'aggregazione di tutta la sinistra radicale. Delle due l'una: o non vogliono fare la Cosa Rossa, oppure preferiscono il referendum, perché questo gli consente di tornare e chiedere le compensazioni figlie delle vecchie logiche di coalizione. Noi, viceversa, vogliamo superare per sempre il demone della vita politica italiana: la frammentazione, la visibilità, l'instabilità".

    E cosa risponde a chi sospetta un accordo segreto tra lei e Berlusconi, proprio sul maggioritario?
    "Ci risiamo. Io non sono tipo da accordi segreti. Mi rendo conto di parlare un altro linguaggio, ma non appartengo a questa dimensione da Belfagor della politica italiana. Con Forza Italia abbiamo avuto un confronto molto chiaro e sincero: due forze politiche, che sono e rimarranno alternative, è giusto che si incontrino per riscrivere le regole del gioco, com'è giusto che siano separate nella risposta ai grandi problemi del Paese".

    Insomma, non è vero che alla fine lei, anche suo malgrado, sarà costretto a togliere il sostegno al governo Prodi?
    "Dal giorno in cui dissi che non vi sarebbe mai stata una mia disponibilità per Palazzo Chigi, penso di aver dimostrato nei fatti che il mio sostegno a Prodi è totale. Se abbiamo retto le spallate in Parlamento e abbiamo avviato il dialogo sulle riforme è stato proprio per facilitare il cammino del governo. E poi ho ancora troppo vivo il ricordo di ciò che accadde nel '98, per non sapere che il sostegno al governo è un atto irrinunciabile di coerenza politica, tanto più per un grande partito. Il centrosinistra sta ancora pagando il prezzo dell'interruzione di quell'esperienza di governo che è stato tra i più riformisti nella storia repubblicana. Quindi, lo ribadisco: per parte mia il sostegno a Prodi è pieno e incondizionato. E Romano lo sa bene".

    A volte non si direbbe.
    "E invece glielo garantisco. Ci siamo sentiti proprio in questi giorni, per far sì che il vertice di maggioranza abbia al centro proprio il rilancio dell'azione di governo. Basta con gli anatemi e le minacce di chi ripete "o il governo fa così o la maggioranza non c'è più". C'è bisogno di un rilancio forte, legato ad alcuni temi essenziali. I salari e la condizione di vita delle famiglie, tanto più dopo un aumento così pesante dei prezzi. La precarizzazione intollerabile dei giovani. Il recupero dei 50enni che perdono il lavoro. Il nostro sforzo, in un tempo carico di rischi di recessione, deve essere quello di far crescere il Paese".

    Un'altra ferita aperta sulla quale il Pd dovrà prima o poi trovare una sintesi riguarda le questioni etiche.
    "Purtroppo in alcuni ambienti vedo un clima da disfida tra guelfi e ghibellini, un irrigidimento integralista e quasi testimoniale delle identità legate l'una alla fede cattolica, l'altra all'ispirazione laica. Il Pd nasce con l'obiettivo di superare questa contrapposizione".


    Cosa pensa della legge sull'aborto, oggetto dell'ennesima una campagna "revisionista"?
    "Un valore imprescindibile, per me, è la laicità dello Stato. Questo significa che ci sono conquiste di civiltà che devono essere difese. Una di queste è proprio la 194, che si è dimostrata una legge contro l'aborto, visto che le interruzioni di gravidanza si sono ridotte del 44%. Dunque per me la 194 è una legge importante, che va difesa. Ma non mi spaventa una discussione di merito, che tenda a rafforzare gli aspetti di prevenzione, perché l'aborto non è un diritto assoluto, ma è sempre un dramma da contrastare".

    Non le sembra che i toni dei revisionisti siano quasi da nuova crociata?
    "Sinceramente, mi piace una Chiesa che concentri la sua attenzione su alcuni dei temi che stanno dentro la grandezza dell'esperienza di fede: la protezione degli ultimi, la lotta contro ogni forma di ingiustizia sociale, la pace e i diritti delle persone. Non mi spaventa che la Chiesa affermi e tuteli principi morali che considera fondamentali. Ma ammaestrata da una storia millenaria, la Chiesa sa bene che proprio la laicità dello Stato è un confine che non può essere valicato. Poi, con altrettanta sincerità, vorrei che anche i laici fossero più laici. Che ragionassero senza dogmatismi sui temi della vita e della morte. Noi laici, più di ogni altro, non possiamo accettare l'idea di una società senza valori. Dobbiamo moltiplicare le sedi di confronto e di ricerca comune. E nella vocazione di un grande partito come il Pd. Prendiamo esempio dai democratici americani".

    A proposito, che effetto le fa il successo di Obama, che proprio lei ha indicato come modello di "bella politica"?
    "Questa vittoria iniziale di Obama non mi stupisce. La sua è una leadership calda, capace di evocare l'idea di un'America che recupera la guida morale nel mondo. E poi, per lui hanno votato anche i repubblicani e gli indipendenti. La strada delle elezioni è ancora lunga, ma intanto una lezione si può trarre: Obama ha interpretato finora una capacità di cambiamento che forse è quella del nuovo millennio. Vorrei che anche noi sapessimo ascoltarla, uscendo dalle sconfitte, dai conflitti e dalle ideologie di un tempo che dobbiamo mettere per sempre alle nostre spalle".

    www.repubblica.it

  2. #2
    creaxiano ad personam
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    se mi spiega cosa vuol dire superare la contrapposizione tra guelfi e ghibellini gli regalo il pacchetto di caramelle che ho davanti...ma si dia una mossa....mezzo già me lo sono fatto fuori!!!

  3. #3
    Ha da venì Baffone
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    Citazione Originariamente Scritto da _andrea_ Visualizza Messaggio
    se mi spiega cosa vuol dire superare la contrapposizione tra guelfi e ghibellini gli regalo il pacchetto di caramelle che ho davanti...ma si dia una mossa....mezzo già me lo sono fatto fuori!!!

    Ne resterà solo uno.

  4. #4
    creaxiano ad personam
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    Citazione Originariamente Scritto da Piotr Visualizza Messaggio
    Ne resterà solo uno.
    allora ci dica al più presto chi è??....se vuole mangiare le mie caramelle

  5. #5
    Ha da venì Baffone
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    Citazione Originariamente Scritto da _andrea_ Visualizza Messaggio
    allora ci dica al più presto chi è??....se vuole mangiare le mie caramelle

    Dalle mie parti c'è ancora chi cerca vendetta per Montaperti e chi
    chiede soddisfazione per la fine del Conte Ugolino e dei suoi figlioli ...

    se aspetti di conoscere il risultato della eterna crociata Italiana
    fai in tempo a diventare il principale azionista della Ferrero.

    Una scorciatoia ci sarebbe : radere al suolo il Vaticano, completando
    l'opera iniziata dai Lanzichenecchi e proseguita da Garibaldi.
    Poi niente prigionieri

  6. #6
    creaxiano ad personam
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    Citazione Originariamente Scritto da Piotr Visualizza Messaggio
    Dalle mie parti c'è ancora chi cerca vendetta per Montaperti e chi
    chiede soddisfazione per la fine del Conte Ugolino e dei suoi figlioli ...

    se aspetti di conoscere il risultato della eterna crociata Italiana
    fai in tempo a diventare il principale azionista della Ferrero.

    Una scorciatoia ci sarebbe : radere al suolo il Vaticano, completando
    l'opera iniziata dai Lanzichenecchi e proseguita da Garibaldi.
    Poi niente prigionieri
    al diavolo la politica e il pd, con veltroni e il resto della cooperativa......IO VOGLIO DIVENTARE AZIONISTA DI MAGGIORANZA DELLA FERRERO!!!

  7. #7
    creaxiano ad personam
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    cmq....qualsiasi cosa decida veltroni....sbaglia....ecco perchè non decidera mai....vuole superare l'ostacolo togliendolo....PERCHE' VOGLIAMO UNA POLITICA CHE DECIDE....dicono loro!!!

  8. #8
    Ha da venì Baffone
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    Citazione Originariamente Scritto da _andrea_ Visualizza Messaggio
    al diavolo la politica e il pd, con veltroni e il resto della cooperativa......IO VOGLIO DIVENTARE AZIONISTA DI MAGGIORANZA DELLA FERRERO!!!
    Che delusione ...
    ed io che ti consideravo serio, coerente e disinteressato

  9. #9
    Ha da venì Baffone
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    Citazione Originariamente Scritto da _andrea_ Visualizza Messaggio
    cmq....qualsiasi cosa decida veltroni....sbaglia....ecco perchè non decidera mai....vuole superare l'ostacolo togliendolo....PERCHE' VOGLIAMO UNA POLITICA CHE DECIDE....dicono loro!!!

    Seriamente ...

    lo dico dalla fondazione del PD ...

    hanno creato un vero e proprio mostro, fallito in partenza, perché
    non si può creare un partitone senza dei principi e degli ideali condivisi,
    non si può concordare solo su antiberlusconismo e crescita del PIL
    quando ci sono differenze così radicali sul modo di intendere le politiche
    sociali ed i diritti individuali.

    A me va benissimo ... è ovvio che chi sarà deluso dal PD ( quasi
    tutti ) prima o poi convergeranno sui partiti Comunisti o sulla
    Sinistra Arcobaleno ... mi rompe però che si perda così tanto tempo,
    e nel frattempo l'Italia scivola rapidamente verso il baratro.

  10. #10
    creaxiano ad personam
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    Citazione Originariamente Scritto da Piotr Visualizza Messaggio
    Seriamente ...

    lo dico dalla fondazione del PD ...

    hanno creato un vero e proprio mostro, fallito in partenza, perché
    non si può creare un partitone senza dei principi e degli ideali condivisi,
    non si può concordare solo su antiberlusconismo e crescita del PIL
    quando ci sono differenze così radicali sul modo di intendere le politiche
    sociali ed i diritti individuali.

    A me va benissimo ... è ovvio che chi sarà deluso dal PD ( quasi
    tutti ) prima o poi convergeranno sui partiti Comunisti o sulla
    Sinistra Arcobaleno ... mi rompe però che si perda così tanto tempo,
    e nel frattempo l'Italia scivola rapidamente verso il baratro.
    Hanno prima fatto il partito e la dirigenza e ancora non anno deciso cosa essere...non decidono perchè come decidono perdono consensi....
    ....l'avro detto una centinaia di volte, ma lo ridico....come sempre è stato fondato un altro partito dai ds...volto solo al potere....e per niente a far qualcosa ai cittadini

    Io spero che ne vengano il più possibile nel PS!!!

 

 
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