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  1. #1
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    Unhappy rifiuti: Udine come Napoli?

    (F.A.) - Se non è allarme-Napoli, poco ci manca. C'è preoccupazione per i rifiuti in provincia di Udine, dove la situazione potrebbe aggravarsi a partire dalla prossima settimana: a lanciare il segnale di crisi è Elio Di Giusto, presidente del Csr (Consorzio smaltimento rifiuti della Bassa Friulana). Ma anche la Net, la società che gestisce lo smaltimento a Udine, in Carnia e in numerosi altri comuni della provincia, si trova in una situazione analoga.

    «Nel corso della settimana prossima - ha detto Di Giusto, interpellato dall'Ansa - il nostro impianto di trattamento a San Giorgio di Nogaro dovrà restare chiuso per alcuni giorni per interventi di manutenzione. I rifiuti non trattati, cioè quelli dei cassonetti, non trasportabili fuori provincia, dovranno essere conferiti nella discarica di Trivignano, l'unica al momento attiva sul territorio». Per Di Giusto «c'è il rischio di occuparne le ultime cubature disponibili, causandone il definitivo esaurimento. Se a Trivignano non riusciremo a smaltire, i rifiuti potrebbero anche restare per qualche giorno nelle strade».

    Il presidente del Csr ha ricordato di aver già prospettato una situazione d'emergenza durante un tavolo convocato lo scorso marzo a Udine con gli assessori all'Ambiente della Provincia e della Regione. Per Di Giusto la gestione dei rifiuti nella provincia udinese è peggiorata dopo l'incendio che nel settembre 2006 ha messo fuori uso l'impianto di compostaggio di Rive d'Arcano. Pur rilevando che nel resto della provincia la situazione non è la stessa del Csr, Di Giusto ha riferito che anche la Net di Udine, società che smaltisce i rifiuti del capoluogo, della Carnia e delle Valli del Natisone, «si trova comunque in difficoltà».

    E in effetti anche all'interno della società udinese sta montando la preoccupazione. Attualmente i rifiuti urbani raccolti da Net vengono portati nell'impianto di trattamento di via Gonars, in città, dove la massa si riduce del 35-40 per cento; dall'impianto escono i cosiddetti sovvalli che devono finire in discarica. Il problema è che a Trivignano gli spazi sono praticamente esauriti e, così come il Csr, anche la Net è costretta a trasportare gli scarti dei rifiuti urbani fuori provincia, addirittura in centro Italia. Con le immaginabili conseguenze in termini di costi, destinate a ripercuotersi sulla tariffa finale.

    L'emergenza si aggraverebbe se la Net chiudesse per qualche giorno il suo impianto di trattamento per esigenze di manutenzione, come dovrà fare il Csr. In quel caso, non potendo portare i rifiuti non trattati fuori provincia, sarebbe costretta a utilizzare gli spazi sempre più esigui e contesi di Trivignano. L'unica soluzione, fanno notare alcuni operatori del settore, è la baulatura di alcune discariche in provincia: non solo la Ifim di San Gottardo a Udine (già autorizzata con uno degli ultimi provvedimenti della giunta Strassoldo, anche se ci vorrà ancora qualche settimana per perfezionare la pratica burocratica) ma anche la discarica di Plasencis, quella di Romanello a Campoformido, la Ecogest a Corno di Rosazzo e la Sogeco a Pozzuolo. La baulatura è un'operazione che consente di recuperare spazi residui in discarica e - se attuata in tutti e cinque gli impianti citati - consentirebbe di tenere lontana l'emergenza per un paio d'anni. Ma ovviamente nel frattempo bisognerebbe individuare il sito nel quale realizzare una nuova discarica a servizio del territorio provinciale.


    http://gazzettino.quinordest.it/Visu...8-1-8&Pagina=2


  2. #2
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    Grazie Strassoldo grazie, grazie Valeria grazie!

  3. #3
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    Dal Gazzettino:

    Oggi Romano Prodi incontrerà i governatori delle regioni italiane per chiedere loro se c'è qualche volontario disposto ad accollarsi parte dei rifiuti della Campania. Alcune risposte sono già arrivate, e tra queste ci sono quelle di Veneto e Friuli-Venezia Giulia: un "no" secco. E condivisibile. Immaginiamo già le accuse (egoisti, irresponsabili, razzisti...) che pioveranno sul capo di veneti e friulani. Possiamo solo sperare che, prima di parlare, si rifletta almeno sul fatto che il no ai rifiuti napoletani proviene da due giunte di colore diverso, come quelle guidate da Riccardo Illy e Giancarlo Galan. Un fatto non casuale. Perché qui gli schieramenti politici e l'egoismo non c'entrano: è solo una questione di responsabilità.
    Ci sono regioni che hanno ottemperato agli obblighi loro imposti dalla legge e altre che non l'hanno fatto. Tutte le regioni hanno chiesto ai cittadini soldi per organizzare e gestire lo smaltimento dei rifiuti; ma alcune hanno eseguito il compito loro affidato, altre no. Per nessuno è stato semplice. Proteste, cortei e agguerriti comitati pseudo-ambientalisti non sono un'esclusiva di Napoli e della Campania. La realtà è che in alcune parti del Paese i termovalorizzatori alla fine sono stati realizzati, in altre sono cresciute invece le montagne di immondizia, che ora si vorrebbero trasferire altrove mettendo così a rischio il complesso e delicato sistema di smaltimento realizzato in questi anni in Veneto, Friuli (ndr; e la V.G.???) o anche in Lombardia, un'altra regione del Nord che ieri ha detto no ai rifiuti campani.

    Come ha documentato il "Sole 24 Ore", dal 1994 ad oggi l'Europa ha versato nelle casse della Campania 251 milioni di euro per far fronte all'emergenza rifiuti. Che fine hanno fatto? Almeno questo è possibile saperlo? C'è chi non vuol capire che il termine "federalismo" non significa "ognuno per sé e Dio per tutti". Significa che ciascuno si assume le proprie responsabilità, diritti e doveri, onori e oneri. Il governo ha già commesso un errore nella Finanziaria in materia di Sanità, togliendo alle regioni virtuose per tappare i buchi di chi ha scialacquato: concedere il bis sui rifiuti sarebbe davvero troppo.

  4. #4
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    La provincia di Gorizia non è che sia messa molto meglio.
    E' vero, è partita la tanto discussa raccolta differenziata che qualche frutto lo sta dando (oltre che parecchie incazzature da parte di più di qualcuno) però non è dotata di termovalorizzatori nè ne è prevista la la realizzazione (il residuo viene portato a bruciare a Trieste con le ceneri di ritorno) e la discarica di Pecol dei Lupi a breve sarà esaurita senza alcuna previsione di realizzarne altre.
    Ciliegina, oggi il riciclabile viene mandato a selezionare in Veneto (l'impianto di Moraro non è ancora pronto e dalla scrematura finisce in discarica circa il 30%).
    Aumento della TIA a parte se il Veneto non ci accettasse più le nostre "scovazze" saremmo in breve sepolti dalle stesse.

  5. #5
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    sentivo parlare di un accordo con Nova Gorica... per suddividersi le spazzature... certe cose da una parte, altre dall'altra. poi non so se erano solo parole al vento.

  6. #6
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    Citazione Originariamente Scritto da Der Goerzer Visualizza Messaggio
    sentivo parlare di un accordo con Nova Gorica... per suddividersi le spazzature... certe cose da una parte, altre dall'altra. poi non so se erano solo parole al vento.
    Gli sloveni hanno risposto picche all'utilizzo della loro discarica, la motivazione è che l'attuale loro legislazione non lo consente.

  7. #7
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    Pecol dei Lupi nella migliore delle ipotesi dovrebbe chiudere nel 2010, nella peggiore (se ad esempio aumentassero i rifiuti da Trieste per manutenzione delle linee dell'inceneritore) giugno 2008.

  8. #8
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    Serve una nuova discarica? No, ne servono due.

    Così Piero Mauro Zanin, il presidente di Exe, risponde all'allarme rifiuti lanciato nei giorni scorsi dal presidente del Csr Elio Di Giusto. Annunciando la presentazione del primo progetto entro la fine del mese, in modo da far partire l'iter autorizzativo e da avere - se tutto andrà per il verso giusto - il nuovo impianto operativo già all'inizio del 2009.

    «È vero, la situazione è di emergenza - ammette Zanin - perché quando si è costretti a portare i rifiuti fuori regione è chiaro che si è sempre soggetti agli imprevisti». Però non si può dire che oggi le cose vadano peggio di ieri. Anzi. In questi anni - assicura il presidente Exe, ex capogruppo di Forza Italia in consiglio provinciale - la spa ha lavorato, eccome. Il silenzio ufficiale che è seguito alla presentazione dei 31 siti "tecnicamente plausibili" nei quali realizzare una nuova discarica - lo studio che aveva messo in pole position Trivignano, seguito da Udine-Povoletto (Di là de Tor), Pozzuolo-Lestizza-Basiliano e Campoformido-Pozzuolo - non va interpretato come uno stop: «Non sono cose semplici - ricorda Zanin - perché bisogna cercare soluzioni condivise e poi bisogna individuare la proprietà dei terreni e spuntare i prezzi migliori, evitando le speculazioni». Di questo si è occupata Exe in quest'ultimo anno. E Zanin tiene a sottolineare che Exe non significa solo Provincia, «dal momento che Csr e Net sono già nella nostra compagine sociale» e che la strada verso il gestore unico è tracciata. Al punto che c'è intesa, fra i tre principali gestori, sul prezzo del conferimento nelle nuove discariche - tra gli 80 e i 95 euro a tonnellata - ben al di sotto di quanto oggi i gestori come Net e Csr sono costretti a pagare (130-150 euro) quando si rivolgono a impianti di smaltimento fuori regione. Uno dei vantaggi del controllo pubblico sul settore, sottolinea il presidente.

    Zanin assicura che i diversi gestori sono d'accordo sull'intera strategia e hanno già stabilito che le discariche da realizzare dovranno essere due, non una soltanto, per mettere in sicurezza il sistema provinciale nel medio periodo (8-9 anni). Ma quando si parla di discariche, inevitabilmente, l'aspetto che più interessa la gente (e preoccupa i sindaci) è quello del "dove". «Abbiamo stabilito - spiega Zanin - di individuare due diverse zone ma di presentare un progetto in più, in modo da consentire una valutazione più articolata e ampia». Saranno tre dunque le discariche messe in pista: a Trivignano (che è in sostanza l'ampliamento dell'esistente); a Santa Maria la Longa; nell'area compresa tra Campoformido e Pozzuolo. Le prime due (Trivignano e Santa Maria) sono però ipotesi alternative, in quanto fanno riferimento alla medesima area geografica.

    Anche se Zanin non lo conferma, è probabile che il primo progetto a partire sia quello di Trivignano. «L'iter sarà in capo alla Regione, in quanto Exe è società partecipata dalla Provincia. Una volta presentato il progetto - riassume il presidente - ci vogliono 6-8 mesi per arrivare al parere. In caso di via libera, altri 3-4 mesi per realizzare la discarica». Conclusione: a inizio 2009 la prima nuova discarica. Ma gli altri iter, assicura Zanin, partiranno a ruota, nel giro dei prossimi mesi.

    E nel frattempo? Basterà la baulatura della discarica Ifim di San Gottardo a tamponare l'emergenza? Probabilmente sì, ma c'è anche un'altra carta nelle mani del sistema-Provincia. Ed è legata alla chiusura della discarica di Trivignano, dalla quale si potrebbero ricavare ulteriori spazi per 40-50mila tonnellate di rifiuti chiedendo l'autorizzazione a disegnare una "curva" più ampia di quella oggi prevista, ma sempre all'interno dei limiti di legge.

    Francesco Antonini

    http://gazzettino.quinordest.it

  9. #9
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    REGIONI:FVG; ILLY,SI RIAPRA PRESTO INCENERITORE RIVE D'ARCANO

    (ANSA) - TREPPO GRANDE (UDINE), 11 GEN - "Ci auguriamo che i problemi di natura giudiziaria e legislativa legati all'inceneritore di Rive d'Arcano (Udine) si risolvano presto, per consentire la riapertura nei tempi più brevi possibili": é l'auspicio espresso oggi dal presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Riccardo Illy. "Abbiamo discusso a fondo del problema dei rifiuti nel corso della seduta di Giunta odierna - ha fatto sapere Illy, nel corso di un incontro con l'amministrazione comunale di Treppo Grande (Udine) - e ci siamo posti l'obiettivo di intervenire preventivamente e di non aspettare che i nodi vengano al pettine come è accaduto in Campania". "Sarà nostra intenzione - ha proseguito - utilizzare tutti gli impianti esistenti e che possono essere ristrutturati, sia per la selezione che per la termovalorizzazione dei rifiuti solidi urbani. L'obiettivo è realizzare la raccolta differenziata più spinta possibile, per valorizzare con la produzione di energia elettrica la parte di rifiuti non riciclabile". Il ricorso a nuove tecnologie, in questa prospettiva, andrà perseguito il prima possibile, secondo Illy. "La gassificazione é già in fase di sperimentazione in un impianto di Monfalcone in costruzione. Con questo sistema, per esempio, si può produrre energia elettrica e ridurre ad una massa del 3 per cento, rispetto alla quota iniziale, le ceneri da conferire in discarica". Per gestire il quotidiano, invece, il presidente ha ribadito che la strada ancora più efficiente e proficua è quella della termovalorizzazione. "A fronte di un iniziale atteggiamento ostile della popolazione per questa tipologia di smaltimento, mi pare che ora si sia compreso che questa è la via principale per sfruttare dal punto di vista energetico i rifiuti e ridurne il volume". (ANSA).

  10. #10
    Speriamo non sia tardi
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    Citazione Originariamente Scritto da Cenerentola82 Visualizza Messaggio
    REGIONI:FVG; ILLY,SI RIAPRA PRESTO INCENERITORE RIVE D'ARCANO

    (ANSA) - TREPPO GRANDE (UDINE), 11 GEN - "Ci auguriamo che i problemi di natura giudiziaria e legislativa legati all'inceneritore di Rive d'Arcano (Udine) si risolvano presto, per consentire la riapertura nei tempi più brevi possibili": é l'auspicio espresso oggi dal presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Riccardo Illy. "Abbiamo discusso a fondo del problema dei rifiuti nel corso della seduta di Giunta odierna - ha fatto sapere Illy, nel corso di un incontro con l'amministrazione comunale di Treppo Grande (Udine) - e ci siamo posti l'obiettivo di intervenire preventivamente e di non aspettare che i nodi vengano al pettine come è accaduto in Campania". "Sarà nostra intenzione - ha proseguito - utilizzare tutti gli impianti esistenti e che possono essere ristrutturati, sia per la selezione che per la termovalorizzazione dei rifiuti solidi urbani. L'obiettivo è realizzare la raccolta differenziata più spinta possibile, per valorizzare con la produzione di energia elettrica la parte di rifiuti non riciclabile". Il ricorso a nuove tecnologie, in questa prospettiva, andrà perseguito il prima possibile, secondo Illy. "La gassificazione é già in fase di sperimentazione in un impianto di Monfalcone in costruzione. Con questo sistema, per esempio, si può produrre energia elettrica e ridurre ad una massa del 3 per cento, rispetto alla quota iniziale, le ceneri da conferire in discarica". Per gestire il quotidiano, invece, il presidente ha ribadito che la strada ancora più efficiente e proficua è quella della termovalorizzazione. "A fronte di un iniziale atteggiamento ostile della popolazione per questa tipologia di smaltimento, mi pare che ora si sia compreso che questa è la via principale per sfruttare dal punto di vista energetico i rifiuti e ridurne il volume". (ANSA).
    Qualcuno sa se Illy parlava dell'impianto di selezione dei rifiuti di Rive d'Arcano andato distrutto con l'incendio di settembre 2006 citando erroneamente un termovalorizzatore o di cosa altro?

 

 
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