L'enfasi con cui si è voluto dare risalto all'istituzione del consiglio comunale dei giovani a Cagli,
può configurarsi come l'ennesimo tentativo di una giunta ormai politicamente alla frutta, di creare cortine fumogene per nascondere le tante e crude verità che denunciamo alla pubblica opinione, in modo inequivocabile, chi sono, cosa fanno e quali interessi concreti perseguono gli attuali amministratori.
Non c'e' nulla di straordinario, infatti, se, a mo d'uscita formativa-informativa, i bambini delle elementari e gli adolescenti delle medie inferiori, sono portati dagli insegnanti e dai propri professori a vedere la sala del consiglio comunale.
E' logico e dovuto che in tali circostanze gli amministratori intrattengano un colloquio appropriato ed adeguato all'età, alle conoscenze ed al loro stato di bambini ed adolescenti appunto.
Se si fosse pensato invece, di allestire concretamente una riedizione del consiglio comunale istituzionale, composto da bambini ed adolescenti, bene, in questo caso si potrebbe configurare nell'atto amministrativo che lo istituisce, ed in coloro che lo hanno deliberato, il reato di circonvenzione di minori.
Come si formerebbe questo baby consiglio comunale? Scimmiottando elezioni? Chi sarebbe la maggioranza? E la minoranza?
Per decidere si potrebbe risalire alla quasi certa appartenenza politica delle famiglie, poiché si sa, i bambini sono sinceri, ed emulano, soprattutto i genitori, in quell'età.
Si potrebbero schedare così molte famiglie cagliesi con sicurezza.
Nel Baby-consiglio poi, vista la non conoscenza dei piccoli consiglieri di cosa è.
Di che cosa si fa. Di come si fa e soprattutto di cosa si dice, chi farà da regista-suggeritore?
A mio avviso l'istituzione di un tale organo sarebbe un'azione scorretta, grave e pericolosa.
Nell'invitare il consiglio comunale a desistere da tale iniziativa, chiedo a tutti i cittadini del comune e soprattutto a chi ha bambini nella fascia d'età interessata all'insano progetto, di vigilare in difesa della libertà e a tutela dei giovani, affinché il loro futuro sia il risultato di scelte libere e personali.
Cagli 10/01/2007
FERRUCCIO VOLPI
Portavoce de LA DESTRA
Cagli

in Riferimento all'Art.Corr.Adriatico
La soddisfazione del sindaco Papi, d’accordo anche quattro esponenti dell’opposizione Anche Cagli avrà il Consiglio dei giovani
CAGLI - Il Comune sperimenterà la formula del Consiglio Comunale dei ragazzi. Un modo intelligente per coinvolgere i giovani della scuola elementare e della
scuola media inferiore in un’iniziativa che consentirà a loro di esprimere in maniera diretta gli organismi preposti al governo della città.
“Noi ci auguriamo - ha dichiarato il sindaco Papi - che attraverso questo strumento si possa arrivare non solo a diminuire questa apatia che purtroppo
esiste, ma anche di ridurre la distanza tra il mondo degli adulti che governa la città, attraverso le sue varie formule dell’economia, della politica, alle
professioni, e i ragazzi che domani dovranno inserirsi in questo mondo”.
E’ stata ritenuta una iniziativa di carattere sociale da parte dei consiglieri di maggioranza ma anche di quattro dei cinque minoranza che hanno approvato),
perché consentirà ai giovani cagliesi di dialogare, confrontarsi, di esprimersi e dire la loro sulla città.
Il sindaco Papi ha precisato che sono stati scelti per questa esperienza i ragazzi delle elementari e delle medie inferiori, tutti figli di genitori
residenti a Cagli. Un consigliere di minoranza aveva proposto di fare questa esperienza con i ragazzi delle scuole superiori. Ma il sindaco ha sostenuto
impossibile l’ipotesi perché in quelle scuole i ragazzi provengono anche da altri comuni.
Comunque per Papi nulla vieta che anche i ragazzi delle superiori possano avere le stesse opportunità nei loro istituti. Il sindaco ha messo in evidenza che
il confronto serve per ridurre disagi tipici del mondo giovanile, e attraverso questo strumento del consiglio comunale si possono far capire meglio le
regole della democrazia, del vivere civile, delle regole condivise, perché poi la vita scorre con più normalità e legalità.
GIOVANNI BARTOLI



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