Originariamente Scritto da
Giò91
1)domanda banale: cosa intendi per apartheid?
Vuoi forse dirmi che c'erano matrimoni misti fra galli e romani?
Poi tu dimmi se non è un regime di separazione etnica un regime che prevede che le cariche amministrative e politiche della singola regione siano in mano a gente che non è del luogo, ma a gente di Roma
2)Fonte?
3)Ma Roma era il centro del mondo grazie alla volontà di potenza e di dominio della "razza di Roma", il cosmopolitismo inteso in senso moderno fu assente e tali tendenze vi furono in periodi nei quali la decadenza dell'Impero romano era al culmine.
Il punto è che il modello collettivista, internazionalista e cosmopolita delle ideologie di sinistra non ha nulla a che fare col carattere universale dell'Impero romano.
Il cosmopolitismo e l'internazionalismo annullano il particolare, anzi, lo dissolvono nell'organismo statale. L'universalismo "integra" la differenza nel tutto senza che tale differenza sparisca o si appiani.
L'universalità è una realtà puramente spirituale, nel più alto del termine, è una sorta di ascesi.
L'Impero universale è una struttura organica e gerarchica per definizione che non nega le differenze etniche e nazionali ma anzi le conserva e le ritiene più che legittime: infatti l'Impero romano era formato da più province che corrispondevano alle "nationes" conquistate da Roma e amministrate da un romano dell'Urbe mandato lì dalla Res Publica che affiancavano spesso i sovrani o i capi tribù locali i quali in segno di sottomissione a Roma pagavano i tributi. Il Sacro Romano Impero, sotto Carlo Magno, era formato dal Regno di Germania, dal Regno d'Italia, dal Regno di Francia e dalla Marca Spagnola. A sua volta essi erano divisi in feudi, che giuravano fedeltà all'Imperatore il cui potere era sovranazionale perchè "superiore rispetto a quello delle nazioni", ma non per questo si negava l'esistenza di regni diversi corrispondenti a realtà nazionali altrettanto diverse.