Diciamo che per Junger la democrazia stessa è una forma di totalitarismo, infatti il ribelle è colui che non partecipa al gioco democratico, bensì colui che non si schiera, non partecipa o si astiene.
Inoltre vanno considerati due fattori: il primo che Junger, di formazione militare e sempre vicino agli ambienti miltari tedeschi aderì al nazionalsocialismo, ma rimanendone un po' ai margini, tanto che fu anche accusato di aver partecipato al complotto per uccidere Hitler, maturato appunto in ambienti militari.
Secondo il libro in questione apparve subito dopo la guerra, in un periodo molto difficile per coloro che in Germania erano stati coinvolti col nazionalsocialismo.
L'adesione di Junger la Nazismo fu solo iniziale. Era fondamentalmente un aristocratico e ben presto si staccò dalla demagogia di Hitler. Basta leggere in Diari 941-1945 (Irradiazioni) per capire cosa pensasse Junger di Hitler, anche quando la Germania trionfava su tutti i fronti. E' chiaro che non potesse neppure essere amante della democrazia, dove prevalgono i numeri e, quindi, la quantità sulla qualità. Il Ribelle appartiene alla elite che contesta il Sistema in nome di valori aristocratici, stoici, atemporali.
Quello che mi riesce difficile capire è: ma alla fine quale idea di Stato propugna Junger? In nome di cosa auspica la ribellione? Forse in nome di una generica idea di libertà che non può essere soddisfatta nel 'mondo moderno', e quindi il ribelle è condannato a essere ribelle in qualsiasi Stato?
ma quanti sono in grado di "passare al bosco"??
Prima di tutto bisognerebbe chiedersi quanti lo vogliono.